Title: Lucien’s
Requiem
Fandom: Original
carachter
Pairing: Solo
Raiting: nc-18
Genere: AU (Alternative
Universe)/Erotic/spin off/Lime
Status: one shot
Author: kenia kenny
Desclaimer: Il
personaggio è di
proprietà intellettuale di Darky Soldati mi sono ispirata al
suo disegno, di
mia proprietà e solo la storia dove il personaggio si muove.
Note: I disegni appartengono esclusivamente a Darky
Soldati e la storia a me, quindi si prega di non salvarle o prenderli
in alcun modo^^. ah! vi avviso che è inutile chiedermi un
continuo o di scrivere la storia intera di Lucien in quanto non posso
XD il personaggio non mi appartiene quindi ho potuto fare solo uno spin
off (in quanto l'ideatrice di Lucien gli sta scrivendo la storia
completa) però ho amato talmente tanto questo
personaggio che almeno una one-shot (cioè una scena) dovevo
dedicargliela <3 nel frattempo sto lavorando anche a
Forbidden 3 quindi tranquilli ^^ spero vi piaccia anche se breve ^^
«Requiem
aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua
luceat eis.»[1]
Lucien.
Buffo.
Questo è il nome di chi di luce, non ha assolutamente nulla.
Forse,
potrei azzardare a dire che l’unica luce che questo Lucien
può produrre, è
quella che sgorga dalle corde strofinate di un antichissimo violino di
mogano
che accompagna e scandisce la solitaria esistenza di questa figura
eterea, che
si staglia in tutta la sua eleganza sulla finestra spalancata rivolto
alla luna
piena. Sulla pelle marmorea soltanto un sottile strato di seta nero
come
l’oscurità. Appunto.
I
momenti in cui posso bearmi della luce della Luna e della musica sono
nel mio
paradiso, nel momento in cui posso cibarmi e orgasmare nel sangue delle
mie
vittime … sono nel mio inferno. La cosa positiva
è che entrambi sono positivi
per me. Esatto signori, Lucien sono io.
Stringo
tra le dita lunghe e affusolate il manico del violino già
pronto all’uso,
sospiro profondamente per poi, portarlo sulla mia spalla leggermente
scoperta
iniziando ad intonare il Requiem K626 di Mozart. [2]
Chiudo
gli occhi mentre le note del Requiem mi pervadono la mente, i sensi, e
mentre
suono trasportato dalla melodia i lunghi capelli scintillanti e
argentei
svolazzano all’ebbrezza notturna sulla schiena. Riesco a
sentirli anche
attraverso la seta, l’unica cosa che mi copre in questo
momento.
Sto
per svelarvi un segreto signori sapete? Un segreto che può
concedervi solo chi
ha conosciuto la vita e la vita dopo la morte. Voi umani, avete un
momento
preciso in cui raggiungete il vostro paradiso e il vostro inferno. Per
noi è il
momento in cui il vostro sangue caldo ci circola nelle vene ormai senza
vita.
Gli occhi si dilatano, il calore si espande, siamo bestie. Bestie
eccitate,
affamate di sangue. Voi dovreste provare più o meno qualcosa
di simile durante
l’orgasmo. La differenza è che voi non uccidete
per provare orgasmo, noi si e
devo dire che mi manca la sensazione di provare un orgasmo puro senza
il peso
della colpa. Ebbene sì, il nostro piacere è una
lama a doppio taglio. Quindi,
cerco tutto questo nella musica.
Abbasso il violino e poggiando delicatamente i miei occhi di un rosso
intenso
sul drappo vellutato della tenda della finestra, volgo le spalle alla
luna
rientrando nella mia stanza, ove alle mie spalle la finestra si chiude
da sola
delicatamente. Mi avvio alla poltrona stringendo ancora il violino in
una mano
e l’archetto nell’altra. Mi siedo piano e nel fare
ciò la seta della vestaglia
scivola via dalle mie lunghe gambe scoprendole. Questa seta non vuole
proprio
coprire il mio corpo, anch’essa prova ribrezzo per me?
Guardo
nel riflesso del bicchiere riempito a metà dal vino, ma
l’unico riflesso che
riesco a scorgervi e una macchia scura che non delinea per niente i
tratti del
mio corpo. Lo getto a terra facendo finire il cristallo in mille pezzi.
E poi…
Sollevo
il violino, sul suo dorso lucido, li riesco a scorgermi, il petto
marmoreo,
scolpito, scoperto, un’anatomia sottile, i capelli
scompigliati, lunghi,
argentei. Mi mordo le labbra con i canini appuntiti. Il sangue della
cena di
quella sera mi scorre sul mento, sul petto, lo raccolgo con due dita e
accompagno la vestaglia a slacciarsi completamente lasciandomi libero.
Mi
accarezzo tutto con quella mano, sporcando la mia pelle chiara come la
luna di
striature rosse accompagnate da profondi graffi che si, mi eccitano.
Continuo a
guardarmi attraverso il violino. Mi sento entrare a far parte delle
cellule
lignee dello strumento, mi sento vivo. L’archetto dello
strumento scivola sul
mio corpo non facendo altro che farmi sentire sempre più
incastonato nello
strumento. Nella testa il requiem suonato poco prima che continuo a
sentire
come se non avessi mai smesso di suonarlo. Ritorno giù, li
... ero fermamente
convinto che non avrei mai potuto provare più niente e
questo pensiero mi
straziava. Non capisco cosa mi avesse impedito di provarci fino ad
adesso. Mi
stringo e un gemito fuoriesce dalle mie labbra. Spalanco gli occhi ove
le mie
pupille si restringono diventando due cerchi rossi, di fuoco. Muovo le
mie mani
spinto dalla musica che mi suona nella testa.
Musica,
sesso, sangue…
Donagli
la luce perpetua …. L’eternità.
Adesso
ho la mia luce.
Note:
[1]
«L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda
ad essi la luce perpetua.»
[2]
https://www.youtube.com/watch?v=6Rwu16GRseg