Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Jude_InTheSkyWithDiamonds    28/10/2014    2 recensioni
- Ti chiamerò Nymeria. -
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sospiro di irritazione arricciò le labbra sottili di Arya, mentre gli occhi castani si puntavano sulla figura della sorella Sansa, intenta a ciarlare durante il ricamo.
Gli occhi si strinsero appena, mentre lo sguardo scivolava lungo i capelli rossicci della sorella, così diversa da lei, fino a portarsi nuovamente sul pezzo di stoffa che stringeva tra le proprie mani piccole e ossute, con le nocche graffiate dall’ultima scivolata del pomeriggio prima.
L’ago si infilò ancora una volta nella pezza bianca, uscendo fuori con un urlo della ragazzina.*

- Ahia! Mi sono punta!.

L’espressione di Arya era imbronciata, irritata, per nulla consona ad una persona come lei, o almeno secondo la Septa e Sansa che, dal loro ricamo perfetto, la osservavano con un cipiglio di sufficienza, mentre il dito dalla quale usciva una piccola goccia di sangue col rubino, si sollevava, raggiungendo le labbra screpolate.
Il sapore metallico e dolciastro del sangue venne assaporato dalla ragazzina che, con un movimento affettato e rigido del viso, scostò una ciocca di capelli scuri, quasi color terra, dall’occhio dello stesso colore.

- Sono stufa! Ricamare è un’assurdità! A cosa serve?!

= Signorina Arya! Ricamare è un divertimento piacevole per una lady del suo rang…=

-Non sono una lady, Septa!! Io sono Arya!! Arya e basta. E sono stufa! -

Rispose quasi urlando verso la Septa, le quali labbra sottili erano talmente compresse da far sembrare la sua bocca come una semplice linea retta.
Strinse i pugni, lanciando un’occhiataccia a Sansa che, con i suoi occhi chiari ed i capelli color mogano, più simile ad una Tully come la madre, che ad una Stark come lei ed il padre, la guardava in modo gelido, con un sorriso quasi divertito sulle labbra.
La odiava. 
Era così stupida!

Lanciò i pugni verso il basso, raddrizzando le braccia sottili e lasciandosi andare ad un brontolio che pareva quasi un ghigno mentre, con passo rigido e quasi da corsa, si allontanava immediatamente da quella stanza.

Sapeva che poco dopo avrebbe dovuto affrontare il padre, Eddar, o la madre. Sansa li avrebbe informati, raccontando come la ribelle Arya aveva urlato contro la Septa e abbandonato l’ora di cucito, ma non gliene importava nulla.
Arya non era così. Non lo sarebbe mai stata. Non sarebbe mai diventata un lady come Sansa.
Arya era un lupo. Lei voleva combattere, non ricamare.

Raggiunse la camera. Gettò un’occhiata al letto rifatto di fresco, per poi arrampicarsi sul bordo della finestra, dove lo spazio in pietra forniva un perfetto appoggio.
Da li aveva una visione perfetta sul campo di addestramento. Era li che Arya avrebbe voluto stare. A brandire una spada, una vera spada - non il bastone di legno sottile con il quale di solito passava il tempo - non a riempirsi le dita di buchi per ricamare, cosa nel quale non era assolutamente portata.

Avvicinò un ginocchio al viso sottile, poggiandovi sopra il mento leggermente scolpito, osservando i cavalieri addestrarsi, quando finalmente apparvero delle sagome scure all’orizzonte.
Era il padre, con i fratelli Robb, Bran e Jon.
Arya adorava passare il tempo con Jon, anche se era un bastardo.
Lui le scombinava i capelli, e non la prendeva mai in giro come gli altri ragazzi, che la chiamavano Arya-faccia-da-cavallo. E non era come Sansa. Era forte.

Saltellò giù dal bordo della finestra, facendo leva sui talloni e piegando le ginocchia, per ammorbidire il salto, per poi correre di filato nel cortile esterno, per accogliere il padre ed i fratelli.

- Padre!! Robb!! Jon! Bentornati! -

Sorrise allegramente, felice per il loro ritorno, per poi sgranare appena gli occhi scuri, osservando le piccole palle di pelo che Robb si ostinava a tenere tra le braccia.
Saltellò verso il fratello, che stava scendendo da cavallo.

- Robb? E quelli? No! Cuccioli di meta-lupo! Sono per noi??? -

Un sorriso contagioso si aprì sulle labbra rosee di Arya mentre gli occhi scuri si incontrarono con quelli giallo ocra di un cucciolo.
Era bellissimo.
Allungò le braccia, prendendolo e notandone il sesso. Una femmina.
Non passò neanche un attimo che la meta-lupo, curiosa, iniziò ad annusarla, leccandola poi sul collo e facendola ridere.

“ Credo che tu le piaccia sorellina. Prendila!”

Le disse Robb con lo stesso sorriso.

Arya era felice. Tutta la rabbia verso Sansa, la Septa ed il ricamo. Adesso c’era solo la sua cucciola morbida e calda tra le braccia.
La guardò in viso, passando una mano tra il pelo grigiastro.
La meta-lupa era lei. Era come lei. Sapeva già come chiamarla. Un nome forte, un nome indipendente e con una storia.

- Ti chiamerò Nymeria! -
  
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