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Autore: scoiattolo17    29/10/2014    1 recensioni
Un sorso troppo amaro da inghiottire. Così amaro da non poter far altro che farle sputare fuori le peggio parole ed il peggior disgusto per quell’uomo che lei aveva amato. Le calde lacrime versate le erano servite da monito: mai e poi mai gli avrebbe rivolto la parola, mai e poi mai lo avrebbe più chiamato col suo nome e mai e poi mai si sarebbe di nuovo innamorata e fidata di un uomo in tutta la sua vita. Basta. Con l’amore, lei, aveva chiuso.
:D eccomi di nuovo a stressarvi la vita! un saluto a tuttii!!! :D S.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Il freddo pungente quell’anno era arrivato in anticipo. Tutta Tokyo veniva sferzata dal vento gelido che però lasciava spazio ad una notte stellata. La ragazza uscì dal piccolo negozio inchinandosi gentilmente in forma di saluto verso la vecchia proprietaria, poi accostandosi ancora di più alla sua lunga sciarpa di lana, si incamminò verso casa.
Il quartiere era sempre lo stesso. Le stesse luci, le stesse insegne, lo stesso viavai di persone. Un tempo le era piaciuto tutto questo ma adesso non ci vedeva più niente di esaltante. Forse era lei ad essere cambiata.
Premendo ancora di più le mani all’interno delle tasche ripercorse velocemente quegli anni passati a Shinjuku.
Fino al giorno nella radura. Quando qualcuno le aveva dichiarato il suo amore per lei anche se con parole non consuete.
Si guardò attorno smarrita quasi non si ricordasse per un attimo dove stava andando.
Già cara Kaori. Le delusioni sono toste da buttare giù.
 
Erano passati solo pochi mesi dal giorno nella radura che lei aveva trovato lui a letto con una cliente.
Non che loro due si fossero avvicinati più di tanto dopo la dichiarazione di lui, anzi. Però vederlo dormire con ‘quella’ proprio non era il primo nella scala dei desideri da avverare. No. Non lo era proprio.
 
Un sorso troppo amaro da inghiottire. Così amaro da non poter far altro che farle sputare fuori le peggio parole ed il peggior disgusto per quell’uomo che lei aveva amato. Le calde lacrime versate le erano servite da monito: mai e poi mai gli avrebbe rivolto la parola, mai e poi mai lo avrebbe più chiamato col suo nome e mai e poi mai si sarebbe di nuovo innamorata e fidata di un uomo in tutta la sua vita. Basta. Con l’amore, lei, aveva chiuso.
 
Viveva ancora nella stessa palazzina, ma al piano di sotto. Nel suo appartamento.
Al piano di sopra non vi aveva più messo piede da un mese ormai. Lo aveva incrociato solo 2 volte per le scale. La prima volta gli occhi le si erano pienati di lacrime, mentre la seconda era riuscita a controllarsi emotivamente e gli era passata a fianco come se lui non esistesse. Poi non lo aveva più visto. E non aveva la minima intenzione di farlo. Dato che il dolore ben presto si era trasformato in rabbia e il solo pensiero di incrociarlo le faceva prudere le mani.
Per questo si era cercata un lavoretto e ne aveva trovato uno in un piccolo supermarket a gestione familiare a soli due isolati da casa. La sua intenzione era di fare qualche soldo per potersi trovare un appartamentino lontano da quell’uomo e dal suo lavoro. Miki per prima si era offerta di darle vitto e alloggio a casa sua, ed anche il lavoro al cat’s eyes. Ma ciò avrebbe voluto dire vederlo tutti i giorni e soprattutto avere ancora a che fare con il lavoro da sweeper e con tutto ciò che comportava. Quindi aveva gentilmente rifiutato l’offerta, si era rimboccata le maniche ed adesso lavorava nel negozietto come cassiera tutto fare, rimpiazzando la figlia in maternità della proprietaria.
Il vento gelido le scompigliò i capelli facendola tornare con i pensieri alla strada che aveva di fronte.
Un localino all’angolo della via aveva aperto da poco ma la gente non mancava fuori. Non sembrava il solito night dall’insegna, ma neanche il locale chic dei piani alti di Tokyo. Incuriosita guardò all’interno ma poi destò lo sguardo altrove.
 
-Ehi bellezza se ti va di entrare ti accompagno io!!-
 
Kaori si fermò un attimo di spalle. Qualcuno le aveva urlato.
No. No cazzo. Quello non era proprio ne il luogo ne il momento adatto per riaccendere tutta la sua rabbia verso il genere maschile. Ma quell’imbecille c’era appena riuscito.
Come una furia si girò ripercorse i pochi passi che la separavano dal tipo in questione e gli si gettò addosso colpendolo con un destro all’addome.
-Non ho assolutamente bisogno dell’accompagnatore per entrare nel bar, se voglio, mio caro- disse a bassa voce all’orecchio del mal capitato che cadde in ginocchioni a terra.
 
-ehi ehi che diavolo succede qui??- un bodyguard seguito da un tipo con la giacchetta nera si avvicinarono
-niente, ha iniziato lui- replicò scattante Kaori –io gli ho solo ricordato qual è il suo posto- sogghignò la ragazza
Il bodyguard sorrise vedendo il ragazzo a terra ancora impossibilitato a camminare eretto, mentre il tipo con la giacchetta guardò Kaori
-sei in gamba ragazzina, hai bisogno di lavorare??-
-cosa hai da offrirmi?- lo sguardo impassibile di Kaori faceva ben intendere all’uomo di fronte a lei che quella non era una donna qualsiasi, e le piaceva, da matti.
-quello- disse con un lieve cenno della testa indicando un cartoncino attaccato ad una vetrata del locale recante la scritta ‘cercasi cameriera ai tavoli, età tra i 20 ed i 25 anni, bel personale, lavoro notturno’ –è attaccato lì da 10 giorni ma non si è fatta viva nessuna, forse gli uomini qua fuori vi mettono così tanta soggezione da impedirvi di avvicinarvi per poter leggere il cartello…-ridacchiò quello.
- Accetterei volentieri ma io ho 27 anni, credo di essere fuori target- sorrise ironicamente la ragazza girandosi per tornare sulla sua via.
Ma fu ben presto bloccata dal tipo: -potrei fare un’eccezione per te, sono il proprietario del bar mi chiamo Sato Kirasawa, sarei lieto di farti fare un giro all’interno, se ti va, ovvio-
Kaori guardò il tipo di fronte a lei ed acconsentì con un cenno del capo. Mise una mano sul braccio che l’uomo le porgeva galantemente e lo seguì all’interno del locale, scortati a distanza dalla guardia del corpo.
Sapeva di non aver nulla da perdere.
La sua vita peggio di così non poteva andare…
 
 
  
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