Desclaimer
n°1: I personaggi non mi appartengono (Tom Hiddleston appartiene a se stesso e
Loki appartiene alla Marvel) e questa storia non è stata scritta a scopo di
lucro (potessi lucrarci sarei ancora qui?).
Desclaimer
n°2: tutti gli avvenimenti qui descritti sono di pura fantasia e frutto della
mia mente bacata.
Comic
Con 2013
Ci
sono momenti in cui farsi venire voglia di un cappuccino e di una ciambella
glassata è una pessima idea.
Per
esempio quando sei Tom Hiddleston e sei vestito e truccato di tutto punto per
impersonare Loki, il dio degli inganni e delle malefatte, tra meno di un ora.
Un’apparizione
breve, ma da solo.
Niente
Chris Hemsworth a dividere con lui la tensione del palcoscenico stavolta.
Forse
era quello che gli aveva scatenato un bisogno incontrollato ed incontrollabile
di zuccheri.
Tom
sospirò.
Da
un lato la sicurezza e la tranquillità del camerino, dove poteva starsene in
pace e concentrarsi totalmente sulla recitazione, dall’altro… accidenti, le
ciambelle del bar erano così buone!
*
La
sua scappatella era andata benissimo: nessuno lo aveva riconosciuto!
Era
stato scambiato per uno dei tanti cosplayer ed al bar aveva potuto fare incetta
in tutta tranquillità.
Davanti
al camerino spostò il sacchetto di carta sotto il braccio per liberarsi la mano
ed aprire la porta, aprì la suddetta porta, sgusciò dentro pregando in silenzio
di non trovare il suo agente imbufalito perché lui se l’era squagliata… e
lanciò un grido che mai avrebbe pensato di poter emettere così acuto.
-Adesso
è così che salutate gli ospiti su Midgard? Mi era sfuggita questa usanza-
Sulla
poltroncina, seduto con le gambe elegantemente accavallate e con il suo copione
in mano, c’era una perfetta copia di se stesso.
Loki
di Asgard in tutto il suo fascino di capelli nero inchiostro, carnagione
emaciata e vestiti di pelle.
Se
non fosse stato che Loki di Asgard era un personaggio immaginario e non poteva
oggettivamente e realmente trovarsi nel suo camerino.
Un
cosplay particolarmente riuscito e con la fortuna di somigliargli in viso come
un riflesso dello specchio?
E con
la fortuna di somigliare a Loki nello spirito ironico?
Tom
si chiese se fosse pericoloso, e se nel malaugurato caso di un’aggressione un
bicchiere di cappuccino Starbucks ed un sacchetto di ciambelle sarebbero
bastati come arma di difesa.
-Io…
tu… chi sei?-
Gli
chiese con la voce più calma che riusciva a fare.
-Domanda
ingenua la tua. Dovresti sapere bene chi sono-
Lo
sconosciuto (perché, andiamo, non poteva davvero
essere Loki!) posò il copione sul tavolo e ci batté sopra due dita.
Nel
frattempo che Tom guardava il copione lui si alzò e con una rapidità
impressionante gli si parò davanti.
-Io
sono Loki di Asgard, e sono colmo di gloriosi propositi-
Tom
si sentì gelare: chiunque sapesse mettere tanta intenità in una sola frase a
proposito di un personaggio immaginario non solo era pazzo, ma molto
probabilmente era anche pericoloso.
Cercò
dietro di se la maniglia per precipitarsi in corridoio e poi scappare a gambe
levate.
-Non
pensare di andartene, Thomas William Hiddleston-
Beccato!
E
congelato sul posto da un modo di pronunciare il suo nome che non aveva mai
sentito in vita sua.
Era
come se, pronunciando il suo nome completo, quello strano tizio avesse qualche
potere su di lui.
Cosa
che era impossibile.
Tutta
via Tom posò il sacchetto ed il bicchiere e rimase fermo in attesa di qualcosa.
Un ordine?
Il
presunto Loki lo osservò con un sorrisetto compiaciuto, poi si allontanò un po’
da lui come per osservarlo meglio.
-Tu
non credi che io sia chi dico di essere, non è vero?-
Si
muoveva nella stanza a passi lunghi e lenti, con le mani dietro la schiena e lo
sguardo fisso su di lui, in un atteggiamento che Tom aveva dato spesso al suo
Loki e che gli fece provare una punta di invidia a vedere qualcuno che lo
imitava così alla perfezione e senza nessuno sforzo.
Sembrava
quasi il suo naturale modo di muoversi.
-Che
cosa sono per te, Tom Hiddleston? Una persona reale? O uno scherzo della tua
mente affaticata? Rispondimi-
Di
nuovo quell’autorità che non aveva mai sentito e che costringeva ad obbedire.
-Una
persona reale-
-Una
persona come te, quindi. Bene, ti darò la prova che non è così-
Pochi
movimenti eleganti delle mani e dal nulla apparve Chris Hemsworth con il
costume di Thor, con tanto di martello e di mantello rosso svolazzante.
“Ok,
è un ologramma… nient’altro che un ologramma. Mi stanno facendo uno scherzo,
questo è sicuro!”
In
quel momento Chris fece la faccia feroce di quando Thor era incavolato con
qualche nemico e si preparò a lanciare Mjollnir.
Contro
di lui!
Tom
emise il suo secondo urletto isterico della giornata e per riflesso alzò il
braccio per parare il colpo.
Dannazione,
perché non aveva mai pensato a fare testamento? Perché non aveva mai raccontato
a Emma che era stato lui a nasconderle la maglietta dei Korn? Perché accidenti
non aveva chiamato aiuto invece di stare ad ascoltare quel pazzo che
vaneggiava?!
Non
successe niente.
Almeno
niente di doloroso.
Al
momento dell’impatto sentì solo un vago calore all’avambraccio, come se si
fosse accostato al fuoco di un camino, ed attraverso le palpebre serrate scorse
una luce verde.
Proprio
come quando le illusioni di Loki scomparivano.
Quando
riaprì gli occhi non c’era traccia del martello né di Thor, c’era solo… quel
tizio… che aveva l’aria di starsi divertendo un mondo.
Questo
irritò Tom, per quanto un perfetto gentleman inglese potesse irritarsi senza
perdere il suo contegno.
-Ascoltami
adesso, io non so chi tu sia, ma…-
Lui
non lo lasciò parlare: altri movimenti e l’Agente Clint Burton degli Avengers
si materializzò nella stanza.
Con
l’arco teso ed una delle sue frecce “speciali” puntata su di lui.
-No!-
La
freccia si conficcò esattamente nello sterno.
O
meglio, scompariva man mano che entrava in contatto con il suo corpo dando
l’illusione che fosse conficcata nel suo petto, mentre in realtà Tom non
avvertiva alcun dolore, solo di nuovo quella sensazione di caldo.
-Oh,
mio Dio-
Esalò
alla fine quando la freccia fu scomparsa.
L’altro
sorrise compiaciuto.
-Sì,
credo che sia l’espressione appropriata-
Un
agile gesto della mano ed il Falco si trasformò in un'altra copia di Loki (la
terza in quella stanza… cominciavano ad essere troppe!) con in mano lo scettro
di Thanos.
Loki
avanzò verso di lui.
Tom
seppe cosa avrebbe fatto un secondo prima che accadesse.
Stavolta
stranamente non ebbe paura, neanche quando l’immagine di Loki gli posò la punta
della lama sul petto, invece lo fissò negli occhi e scandì insieme a lui.
-Tu
hai cuore-
Il
Loki di fronte a lui e l’altro sorrisero insieme.
Tom
invece aveva la pelle d’oca.
-A
questo punto credo che tu ti sia convinto-
L’illusione
di fronte a lui scomparve e rimase solo quello che, Tom ormai ne era certo, era
il vero Loki.
Accidenti!
Loki di Asgard! Loki nel suo camerino! Loki, il dio degli inganni!
Loki
che, mentre lui cadeva a terra svenuto, diceva con un tono di vaga curiosità
“Oh cielo… sei morto?”.
**
Quando
si svegliò era sul pavimento.
La
sua mente doveva avergli giocato un brutto scherzo: addirittura si era
immaginato che Loki fosse diventato reale e che fosse nel camerino insieme a
lui!
-Se
ti stai riprendendo vedi di farlo in fretta: il tempo a mia disposizione non è
molto e non vorrei sprecarlo-
Quella
voce lo fece trasalire e scattare a sedere immediatamente.
-Ma
allora tu sei reale!-
Loki
seduto sulla poltroncina annuì con solennità.
-Lo
sono-
Tom,
ancora seduto sul pavimento, si coprì il viso con le mani.
Ok.
Ok... Ok… Occheccavolo!
Decise
di alzarsi perché, per quanto lui fosse solo un misero mortale, ci teneva a
mantenere un minimo di decoro.
-Va
bene. Tu sei Loki di Asgard. E… e perché sei qui?-
-La
tua curiosità è inopportuna, Tom Hiddleston, e mi irrita almeno quanto il tuo
scetticismo nei miei confronti. Nondimeno risponderò alla tua domanda-
Loki
si alzò e si mise accanto a lui.
-Guarda-
Con
una mano lo afferrò dalla spalla e lo costrinse a girarsi, mentre con l’altra
indicò lo specchio.
-Mi
vedi, Tom Hiddleston? Ci vedi?-
Tom
non sapeva se essere più impensierito dalla mano di Loki che gli stringeva la
spalla, dal fatto che nello specchio ci fossero due Loki (uno con l’aria
spaesata e l’altro con l’aria esaltata) oppure dallo sguardo che Loki gli
indirizzò subito dopo.
-Mi
hanno chiamato. Ci sono tante persone, tutte nella stessa sala, che stanno
aspettando me. Sanno che sarai tu, ma aspettano di vedere me. Capisci adesso? Oh, che cosa può fare il potere della mente
umana! Mi hanno alla stesso tempo creato e chiamato. Centinaia di persone,
forse di più, che aspettano per vedermi anche solo per pochi minuti. Capisci
cosa significa per me? Essere amato, adorato, desiderato a tal punto da
diventare reale e riuscire a squarciare il velo tra la realtà ed il
limbo dell’immaginazione? E adesso, Tom Hiddleston, capisci anche perché sono
qui?-
Eh,
sì! Non gli piaceva, ma l’unica motivazione possibile dopo il discorsetto di
Loki gli sembrava…
-Tu
vuoi andare sul palco al posto mio?-
-La
tua sagacia mi sorprende. Esatto, è proprio quello che voglio-
Ok.
Ok, una divinità nordica gli stava dicendo che era venuto apposta da un’altra
dimensione per portargli via il suo
pubblico.
E
lui, debole terrestre, che poteva fare per contrastare la volontà di un dio?
Un
dio particolarmente suscettibile, per la precisione.
Poteva
solo battersi con la forza della disperazione e vendere cara la pelle.
“Imitate
l’azione della tigre: irrigidite i muscoli e chiamate a raccolta tutto il
vostro coraggio… trattene te il fiato e tendete le vostre forze al massimo… Dio
è con Enrico, l’Inghilterra e San Giorgio!”
-No,
non puoi farlo-
Gli
disse deciso.
Se
ne pentì immediatamente perché Loki lo fissò con uno sguardo che gli fece
restringere lo stomaco alle dimensioni di una nocciolina.
Accidenti,
non era come nei film! Lui si era rivisto e mai aveva avuto un’espressione così
omicida!
-Non
posso? Io. Non. Posso?!-
La
mano che fino a quel momento era rimasta sulla sua spalla all’improvviso era
stretta alla sua mascella.
Come
Loki aveva afferrato Ironman prima di… bè… prima di lanciarlo da una finestra!
Niente
panico: lì non c’erano finestre.
Però
c’erano solide pareti di cemento contro cui era poco consigliabile schiantarsi.
-Io
sono un dio, creatura ottusa!-
Nel
film dopo quella battuta Loki veniva pestato da Hulk.
Ma
lui non era Hulk! Lui era solo Tom Hiddleston, un attore!
Un
attore molto spaventato, in quel momento.
Almeno
Loki decise di lasciarlo andare.
-Mi
deludi molto. Credevo che tu fossi almeno un po’ diverso da loro-
Ora
lo guardava con il più assoluto disprezzo, cosa che fece sentire Tom
terribilmente a disagio.
-Che
cosa intendi dire?-
Loki
fissò lo sguardo su qualcosa di lontano, qualcosa che lui, misero umano, non
poteva neanche concepire.
“Tipico
di Loki: non guardarmi direttamente è il suo modo di fare sentire inferiore me
mentre in realtà nasconde la sua fragilità”
Pensò
Tom.
Lo
sapeva bene: era lui stesso con la su recitazione che aveva fatto in modo che
fosse così.
-Io
credevo che tu avresti capito. Credevo che saresti stato in grado di
riconoscere il momento in cui devi restituire un favore-
“Un
favore? Io ho crediti con il dio degli inganni?”
Visto
che lui non rispondeva Loki continuò.
-Non
capisci neanche di cosa sto parlando, non è vero? Allora te lo spiegherò io-
-Tutto
ciò che sei, Thomas William Hiddleston, tu lo devi a me. Lo sai, non è vero? Tu
devi tutto al malvagio dall’animo fragile che ti è piaciuto tanto interpretare.
L’affetto di tutte quelle persone là fuori, la simpatia che hanno per te, lo
devi ad ogni volta che io sono stato sconfitto, che sono arrivato ad un respiro
dalla vittoria per poi essere buttato giù senza pietà. Lo devi ad ogni volta che
ho dovuto piangere o soffrire. Te ne rendi conto? Quindi, adesso…-
Loki
gli si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio da lui.
-Adesso,
di lasciarmi andare là fuori da loro, è una cosa che mi devi-
Tom
rimase in silenzio.
Ora
si sentiva il più spregevole egoista sulla faccia della terra.
Era
vero, lui doveva molto a Loki; magari non
proprio tutto come al dio piaceva
sottolineare, ma una buona metà sì (l’altra metà la doveva agli anni di
accademia di recitazione).
E
adesso Loki gli chiedeva di poter uscire allo scoperto per pochi minuti a
prendersi la sua parte di applausi e di affetto del pubblico, invece che le
solite mazzate da copione.
In
fondo non è che avesse torto.
E
qualcosa gli diceva che Loki in qualche modo avesse bisogno del suo permesso,
altrimenti se avesse potuto andare da solo lo avrebbe già fatto.
Insomma,
quanto ci avrebbe messo un dio ad immobilizzarlo, rinchiuderlo in uno
sgabuzzino e poi andare a fare quello che gli pareva, invece di stare a
spiegare le sue ragioni a lui?
-Hai
ragione, non avevo capito-
Si
trattenne dall’aggiungere “scusami” perché lo sapeva che Loki non avrebbe mai
concesso il suo perdono a qualcuno, quindi era inutile fare quella figura
patetica.
Lo
guardò negli occhi.
Loki
aspettava.
Aveva
un’espressione seria, dura, ancora offesa, ma Tom sapeva vedere piccoli
dettagli.
Il
respiro rapido e nervoso. Gli occhi che dicevano “Ti prego!”.
Si
passò una mano sul viso.
-Va
bene, vai. Ma promettimi che… che non farai nessun danno. Intendo dire niente
conquiste, niente eserciti di mostri che invadono la sala… niente di tutto ciò-
In
caso contrario come avrebbe giustificato la cosa? Centinaia di Chitauri che
sbucano dal nulla…? Li poteva fare passare per comparse?
Loki
lo guardò divertito.
-Tu
stai chiedendo una promessa al “dio degli inganni”?-
Per
fortuna Tom sapeva cosa doveva tentare.
-Io
sto chiedendo una promessa al principe di Asgard-
Loki
sembrò trattenere il respiro per un attimo.
-Sei
insolente, midgardiano, ma per tua fortuna oggi non sono incline alla vendetta-
“Sì,
certo”
-Prometti-
Insistette
ancora Tom come se stesse parlando ad un bambino pestifero.
Loki
sbuffò.
Un
atteggiamento infantile e capriccioso da primadonna oltraggiata che Tom adorava
fare indossare a Loki in alcuni momenti fuori dalle riprese.
-Va
bene, prometto che non farò nulla che potrebbe far intervenire quel branco di
pagliacci mascherati che si fanno chiamare “Vendicatori”. Vendicatori di che
cosa poi? Ed il nome ti sembra appropriato? Non ti sembra una pericolosa
incitazione alla violenza?-
“Oh,
no! Non devo farmi coinvolgere in una discussione su problemi etici o morali
proprio da Loki! Farebbe a pezzi me e le mie convinzioni”
-Hum…
forse sono domande troppo difficili per te, ed in ogni caso non avrei il tempo
di stare ad ascoltare le tue risposte. Scusa, ma devo andare-
Loki
era già sulla porta quando Tom si riscosse e lo trattenne.
-Aspetta!-
-Santo
cielo, che c’è ancora?!-
Scattò
Loki.
Tom
si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere.
“Non
fargli capire che pensi che sia buffo quando ha questi momenti di nervi!”
-Io…
ecco, io… posso venire a vederti?-
Loki
lo squadrò dall’alto in basso.
-Hai
troppe pretese, lo sai, midgardiano?-
“Io
ho troppe pretese, certo. E tu non sei sensibile all’adulazione, giusto? Non ti
importa di avere un altro fan, non è vero?”
Si
guardò molto bene dal dirlo a voce alta.
Però,
visto che sapeva benissimo che il punto debole di Loki era la vanità, poteva
sfruttarlo.
Fece
la sua espressione più supplichevole mentre gli diceva -Per favore… non lo
faccio per controllarti, voglio davvero vederti sul palco-
Appena
ebbe finito si accorse che era vero: lui voleva essere in platea per Loki,
magari per applaudirlo insieme agli altri e fare il tifo per lui.
-E
va bene, te lo concedo-
Le
lusinghe allora funzionavano!
-Ma
c’è qualcosa da cambiare. Vieni qui-
Loki
gli passò le mani sul viso e tra i capelli.
Lo
stava rimodellando in modo che nessuno si accorgesse che Tom Hidddleston non
era sotto i riflettori dove avrebbe dovuto stare.
-Bene,
così può andare. E togliti i miei vestiti. Adesso, con il tuo permesso, Tom
Hiddleston, c’è un pubblico che mi sta aspettando-
***
Starsene
seduto nelle ultime file a guardare se stesso recitare era un’esperienza
surreale di cui i suoi nervi avrebbero certamente risentito a lungo.
Eppure,
nonostante la stranezza della situazione, Tom non era affatto pentito della sua
scelta.
Quando
la voce di Loki si era levata nel buio lui aveva avuto un momento di vertigine
a sentire le sue battute recitate alla perfezione.
E
la folla che acclamava.
Quando
Loki era apparso sul palco in sala era scoppiato il delirio, ed era stato un momento
che Tom aveva temuto perché… bè… era possibile che il dio degli inganni
ipnotizzasse tante persone in una sola volta?
Ma
poi la maschera truce di Loki si era dissolta: accolto da grida di incitamento
come se lui fosse davvero un dio sceso in terra (ok, tecnicamente lo era, ma…
meglio lasciar perdere) e al centro di tanta attenzione, osannato, adulato,
amato… Loki aveva sorriso.
Un
sorriso diverso dal solito, di chi una volta tanto è esattamente dove vorrebbe
essere e soddisfatto di se stesso.
Per
Tom era stato commovente vedere il dio degli inganni felice.
Non
c’era più nulla di minaccioso in lui, anzi dagli occhi che brillavano e dal
sorriso che gli sfuggiva sempre più spesso sembrava che si stesse divertendo
come un bambino.
Tom
pensò che tutti nella vita avrebbero dovuto sentirsi così almeno una volta.
“Vai,
Loki: goditi il tuo momento. Per me ce ne saranno altri, ma ora è tutto per
te”.
-In
ginocchio-
Ed
uno spettatore delle prime file si prostrò davvero!
Voi bramate di essere asserviti.
Forse
non era tanto sbagliato.
E
una volta che tutti quegli umani si erano consegnati a lui di loro spontanea
volontà, Loki non perse tempo a far valere il suo carisma.
-Shh…-
La
folla urlante si era zittita ad un suo cenno e pendeva dalle sue labbra
completamente soggiogata.
Tom
si chiese con una punta di invidia se lui sarebbe stato capace di fare
altrettanto.
E poi
Loki parlò.
Prima
battute prese da “The Avengers” , poi altre scritte apposta per l’occasione.
Loki
parlava e la sua voce incantava, promettendo spazi infiniti e mondi
meravigliosi, regalando a tutti lì dentro la meravigliosa illusione di essere
parte di una grande avventura che balzava fuori dallo schermo e veniva a
chiamarli uno per uno.
Tom
si trovò a pensare che gli umani provavano sicuramente affetto per Loki, ma che
Loki a sua volta non doveva essere da meno.
I
midgardiani lo stavano facendo sentire amato senza che lui dovesse lottare per
attirare la loro attenzione, e lui stava ricambiando a modo suo, cioè donando
tutto se stesso alla platea.
Si
lasciava ammirare e creava per loro la più bella delle illusioni, a cui loro
stessi, senza saperlo, avevano dato vita.
-Dite
il mio nome-
Un
boato scosse la sala.
LOKI.
Una,
due, tre volte.
E
anche Tom si trovò a gridare.
-Sembra
che io abbia un esercito-
“No!
Già l’ultima battuta?”
Ebbene
sì: dopo quella Loki scomparve dietro le quinte.
****
Tom
rientrò in camerino appena dopo la fine dell’esibizione.
Il
cappuccino sarebbe stato ormai imbevibile, ma se non altro aveva ancora le
ciambelle.
Non
si aspettava certo che rientrando avrebbe trovato ancora Loki e neanche si
aspettava che sarebbe stato felice di rivederlo.
-Ehi!
Sei stato grande! Hai visto come si sono scatenati per te?!-
Forse
considerato che era al cospetto di un dio sarebbe stato meglio qualcosa del
tipo “Mio signore, mi congratulo per l’entusiasmo che la vostra apparizione ha
saputo suscitare” ma chi se ne importava a quel punto!
Loki
accolse le sue congratulazioni annuendo appena con un gesto pieno di sussiego,
come se tutto quel tripudio di applausi fosse un tributo appena appena
passabile per la sua divina grandezza.
-Ho
dato loro quello che volevano così disperatamente: un dio da adorare-
E
intanto i suoi occhi ancora brillavano.
Tom
ebbe all’improvviso una gran voglia di agguantargli la testa sotto il braccio e
di strofinargli i capelli con le nocche fino a rovinargli completamente la
pettinatura.
No,
no, no… brutta idea!
-Allora?
Ti sei divertito?-
Gli
chiese per punzecchiarlo un po’.
Non
poteva lasciare andare Loki senza avergli strappato almeno una cosa sincera!
-Devo
ammettere che è stato un piacevole diversivo-
Concesse
Loki.
-E…?-
-E
cosa?-
-E
dai, dimmelo!-
Sbuffò
Tom un po’ imbronciato.
Cominciava
ad essere d’accordo con la battuta secondo cui Loki aveva un atteggiamento da
diva.
-Io
non ho proprio niente da dirti-
Tom
incrociò le braccia sul petto e fissò lo sguardo su Loki.
-Ah,
no? E allora perché hai aspettato che tornassi?-
Lui
si mosse a disagio.
-Bè…
forse…-
“E
dai, dillo! Lo sai che resterà una cosa tra noi!”
-Ti
ringrazio, Tom Hiddleston-
Borbottò
Loki palesemente controvoglia.
Evidentemente
ringraziarlo era un’altra cosa che era tenuto a fare ma che non gli piaceva per
niente, come prima aver dovuto chiedere il suo permesso per salire sul palco.
Tom
lo capiva in un certo senso: Loki non si piegava davanti a nessuno e doveva
dargli molto fastidio ringraziare un mortale.
Non
voleva rendergli le cose difficili né tantomeno rovinare il loro primo (e probabilmente
unico) incontro.
Si
portò un pugno chiuso al petto e si inchinò.
-Per
me è stato un onore, Loki di Asgard-
Loki
sembrò sorpreso dal suo gesto.
Forse
credeva che quel mortale, avendo capito di avere potere su di lui per alcune
cose ne avrebbe approfittato.
Accolse
l’inchino come aveva fatto con le congratulazioni di poco prima, però non gli
rispose.
“Certo,
si sentirebbe a disagio se mi bersagliasse con qualche battuta proprio ora che
siamo solo io e lui e che ho dato un altro po’ di carica alla sua autostima”
-Temo
che adesso dovremo salutarci, Tom Hiddleston. Ma prima di andare ho un ultimo favore
da chiederti-
-Se
posso…-
Loki
esitò imbarazzato.
-Ecco…
hem… tu una volta hai detto che io avrei bisogno di… di un… abbraccio.
Potresti…? Senza poi andare a raccontarlo a nessuno ovviamente-
Tom
sentì distintamente il suo cuore perdere un colpo.
Aspettaspettaspetta?!
Loki gli stava chiedendo di abbracciarlo?!
In
gola gli si formò un nodo di emozione che dovette mandare giù a forza.
-Ma…
ma certo…voglio dire, nessun problema… sicuro che posso-
Allora
Loki annuì, chiuse gli occhi e rimase ad aspettarlo teso.
Sembrava
un bambino che aspetta una puntura.
“Va
bene, sarà una cosa rapida ed indolore… e meno imbarazzante possibile”
Coprì
la distanza che li separava, chiuse gli occhi anche lui e si buttò.
Letteralmente…
Non
incontrò il corpo di Loki, e ormai che si era sbilanciato in avanti non riuscì
a riprendere l’equilibrio e finì per terra.
Quando
si voltò l’immagine di Loki stava scomparendo lentamente divorata dalla luce
verde, lasciandolo solo con una smorfia maliziosa e l’ultima eco della sua
risata nella stanza.
Tom
si passò una mano sul viso e scosse la testa.
-Avrei
dovuto aspettarmelo. Loki’d, non è vero?-
Eppure
non era per niente offeso con il dio per quello scherzo, anzi non poté fare a
meno di ridere anche lui.
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Cantuccio
dell’Autore
E
va bene, va bene! Alla fine l’ho fatto!
Io
in linea di principio sono tremendamente contraria alle fiction su persone
reali (attori, cantanti e altro) perché è gente che io non conosco e non
conoscerò mai personalmente, e pensare di poter sapere cosa farebbe/penserebbe
la persona in questione mi pare una cosa terribilmente presuntuosa.
Ma
si tratta di Loki. E di Tom. E l’idea che si incontrino mi affascina tanto.
La
prima fanfiction che ho letto a questo proposito è “Loki just needs a hug” (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2224874&i=1 )
di Tamar10
e gliene rendo merito
Per
chi ancora non conoscesse a memoria l’apparizione di Tom Hiddleston al Comic Con
2013 qui c’è il link: https://www.youtube.com/watch?v=JP3BtddgOt0
E
niente, spero che vi sia piaciuta.
Makoto