Caramon, che aspettava Raistlin fuori dalla Torre di Wayreth, smise di camminare non appena sentì i pesanti cancelli neri aprirsi.
Vide il fratello uscirne lentamente, con il volto interamente coperto dal cappuccio e rivolto verso terra.
Avrebbe voluto guardarlo in faccia, per capire come era andata.
Si accorse, però, dalla sua andatura, che era sempre il solito debole, fragile e scheletrico Raistlin, curvo e gobbo.
Caramon pensò che non avesse superato la prova.
All'improvviso, però, Raistlin si tolse il cappuccio dalla testa ed aprì gli occhi.
Ma non erano più occhi da umano.
Le iridi, un tempo azzurro chiare, erano ora color dell'oro .
Le pupille, una volta nere e circolari, avevano adesso assunto la forma di clessidre.
Una volta passato lo sgomento iniziale, Caramon abbracciò con gioia il fratello.
< Raist, ce l'hai fatta! Sei diventato un Grande Mago! >
< Sì, ce l'ho fatta. >, rispose Raistlin in un sussurro.
< Oh, ma è proprio fantastico! Era quello che sognavi da una vita! E ora lo hai ottenuto! Oh, mamma e papà sarebbero stati così contenti ed orgogliosi, anche se loro dicevano sempre che... >
Ma Raistlin non ascoltava.
Tutto ciò che riusciva a pensare era che d'ora in poi, ogni volta che i suoi occhi a classidra si sarebbero posati sulla massiccia figura del fratello, non avrebbero più visto carne ed ossa, ma solo ore, minuti, e secondi, che passavano veloci, inesorabilmente, arrivando sempre più velocemente allo scadere dell'anno.
L'ultimo anno di vita di Caramon.
Quella era la vera prova che Raistlin Majere doveva affrontare: ogni volta che avrebbe guardato Caramon, avrebbe dovuto convivere con il ricordo di come avesse anteposto la sua ambizione di potere alla persona che più amava e che più lo amava al mondo.
Suo fratello, il suo gemello.
Caramon.
Colui che non l'aveva lasciato solo un istante, che lo aveva sempre difeso e protetto, lo aveva accudito, coccolato e consolato milioni di volte, da quando erano venuti al mondo.
Ma Raistlin, il cui cuore era ormai dominato solo dalla sete di prestigio e potenza, superò la prova egregiamente.