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Autore: dear harreh    02/11/2014    2 recensioni
«Canta con me» , sussurra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un capanno buio, un odore tremendo di gomma e una lampadina sopra le teste: questo è tutto quello che abbiamo intorno. Oltre al necessario:  due sgabelli, la chitarra, il leggio, gli spariti…e, ovviamente, ognuno ha l’altro.
Amici da sempre, insieme da sempre, in una zona in bilico tra amore e affetto fraterno da sempre.
Con la luce flebile della lampadina riesco a vedere solamente i suoi capelli arancioni, per il resto devo lasciarmi trasportare dagli accordi che sta strimpellando.
Il viso è in penombra, riesco a distinguere i suoi tratti solo quando si gira verso me e mi guarda dritto negli occhi, come non ha mai fatto.
<< Canta con me >> , sussurra.
Inizia lui, riempiendo il capanno con le parole della sua nuova canzone “Thinking out loud”.
Essendo lo spazio molto ristretto, le note risuonano e avvolgono i nostri corpi.
Avvicino il mio sgabello al suo per poter vedere gli spariti, e le nostre gambe si sfiorano.
Mi guarda ancora, nel momento in cui dice “La tua bocca ricorderà il sapore del mio amore?”.
Sorrido, e, insieme a me, canta “I tuoi occhi continueranno a ridere dalle guance?”.
Tocca a me la strofa successiva, e le nostre voci si mischiano poi nel ritornello.
Ognuno guarda avanti a sé, poi la musica rallenta, nonostante non sia previsto nella versione digitale.
La sua voce si abbassa e si fa sempre più roca e graffiante.
Si volta verso di me senza staccare un secondo le mani dalla chitarra o interrompere la canzone.
“Baciami sotto la luce di mille stelle”, canta.
“Poggia la tua testa sul mio cuore che batte”, e io gli sfioro la maglietta bianca, fermando poi la mia mano sul suo cuore. Batte ad un ritmo superiore alla norma.
Come il mio.
E allora io dico “Forse abbiamo trovato l’amore proprio dove siamo”.
Entrambi torniamo a guardare avanti a noi.
Mi avvicino ancora, passo una mano sul suo fianco, poi sulla sua schiena. Torno indietro e inizio a giocare con la sua maglietta, arricciandola. Non si volta, continua a suonare.
Allungo il braccio fino ad arrivare al lato opposto del suo corpo. La mia mano continua ad accarezzare il suo corpo in modo quasi avido, invitata a continuare dai suoi sospiri.
Sposto il mio sgabello così vicino che i nostri bacini arrivano a sfiorarsi e la parte finale della chitarra si poggia sulle mie gambe.
Mi tiro poco indietro e poggio il mio mento sulla sua spalla, sussurrandogli nell’orecchio “Continuo a fare gli stessi errori sperando che tu capisca”. Si ferma un attimo e tira la testa indietro, mentre io continuo a cantare.
La mia mano continua a giocherellare con la sua maglia e ad accarezzare il suo fianco, mentre lui resta con la testa rivolta verso il soffitto, gli occhi chiusi e il respiro pesante.
Riinizia l’accompagnamento con la chitarra, e io ritiro la mano.
Torno avanti e poggio tutta la testa sulla sua spalla, bisbigliando una semplice seconda voce, mentre lui resta sulle note della melodia principale senza lasciarsi confondere.
Inizia ad accarezzarmi i capelli con la guancia, ma questo non compromette l’esecuzione, continua a cantare in modo impeccabile.
Entrambi abbiamo il respiro corto, siamo quasi alla fine.
Alzo la testa e comincio a guardarlo. È bellissimo: lo sguardo concentrato sullo spartito, le dita che si muovono agili sulle corde della chitarra, i capelli arancioni che brillano sotto la luce debole, le labbra rosse che si muovono al ritmo scandito delle parole.
È ancora più bello quando il suo sguardo si sposta dagli spariti a me.
Ci guardiamo senza sosta, quasi senza sbattere le ciglia.
“E forse abbiamo trovato l’amore proprio dove siamo”.
Le sue mani si fermano, e nel silenzio più totale riesco quasi a sentire i nostri cuori battere allo stesso ritmo accelerato del nostro respiro.
Guarda le mie labbra, poi torna ai miei occhi. Io faccio lo stesso.
Gira il corpo così da essere proprio di fronte a me. Io faccio lo stesso.
Le ginocchia sbattono, tanto è piccolo lo spazio che ci divide. C’è solo la chitarra tra i nostri busti.
Lui ci si poggia sopra con le braccia, poi allunga il collo verso di me.
Io avvicino un po’ il mio viso al suo.
I nostri occhi non si sono lasciati nemmeno per un secondo.



La tenda gommosa del capanno si apre ed una donna bionda fa il suo ingresso.
“Ed, sei pronto?”
La guardiamo spaesati. Poi lui si volta nuovamente verso me.
Mi guarda.
Quasi terrorizzato.


E va via.



Nota autrice!
Ho questa storia sul desktop da un po', ma avevo un po' paura a pubblicarla. In realtà è frutto di un sogno fatto tempo fa. Dal momento in cui mi sono svegliata, fino al momento in cui ho poggiato le mani sulla tastiera, non ho fatto altro che avere le mani che fremevano dalla voglia di scrivere.
Non succedendomi da parecchio, ho deciso di assecondarle.
Non avevo mai scritto delle storie su Ed, nonostante sia forse l'artista che amo più in assoluto. Ho sempre scritto dei ragazzi (vale a dire gli One Direction), quindi mi è nuovissimo questo cambio di personaggi. Chissà che ne pensate voi del risultato :)
Non scrivevo da moltissimo, e non pubblicavo da ancor di più, quindi mi fa davvero strano essere qui di nuovo.
Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggerano, e se tra loro ci sarà qualcuna delle meravigliose persone che mi seguiva quando scrivevo spesso: forse lo stile è cambiato, ma il cuore che ci metto è lo stesso. Spero di non deludere nessuno!
Grazie di nuovo e spero vi piaccia.
Con tanto, tanto, tanto, tanto amore,
Silvia.

 
  
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