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Autore: Ayumu Ena    03/11/2014    5 recensioni
Mirai sorrise tristemente e lo guardò per l'ultima volta poi chiuse gli occhi e attese la fine. Una fine sempre troppo veloce per Akihito. La vedeva sgretolarsi in tanti piccoli pezzi, leggeri come piume spazzate vie da un vento gelido d'inverno e poi le sue gambe si muovevano automaticamente in direzione della persona amata; i muscoli si contraevano dando maggiore spinta alla corsa del giovane, il sudore, dovuto all'ansia, che fino ad ora si era preoccupato di non lasciar intravedere,di perderla e no per la fatica, cominciava lentamente a formarsi vicino all'attaccatura dei capelli. I suoi occhi legati inevitabilmente a quelli di lei, che a poco a poco si spegnevano, lasciavano ogni traccia di vita.
{Akihito Kanbara centric — Akihito/Mirai}
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di una morte mai esistita



Un ragazzo, metà uomo, metà youmu, era accovacciato su un pavimento nero, tristemente vuoto; ma ad Akihito quella superficie fredda e inespressiva sembrava non essere ciò che era. Gli ricordava una voragine dalla quale era impossibile risalire. Quando tornava in quel posto, aveva la sensazione che prima o poi sarebbe sprofondato nell'oscurità più assoluta; invece no, Akihito era avvolto dalle fredde tenebre, ma non precipitava, attendeva e basta, come ogni volta. I minuti passavano e in cuor suo immaginava già il volto di Mirai sgretolarsi appena prima di afferrarla e tenerla al sicuro fra le sue braccia. Eppure dovrebbe esserci abituato, lo stesso sogno si ripeteva da alcuni giorni ormai, tuttavia l'oblio apparente e la mesta quiete lo traevano in inganno, inducendolo a credere a ciò che gli si parava dinnanzi. Akihito aspettò ancora pochi minuti prima di vedere materializzarsi, dapprima come un puntino lontano e poi sempre più nitidamente, la figura della ragazza amata. La osservò composto, il suo volto non lasciava trapelare alcuna emozione d'angoscia o d'assillo; mentre il suo cuore palpitava frenetico e consapevole che neanche oggi sarebbe riuscito a salvarla. Così, quando Mirai fu abbastanza vicina da poterla scorgere distintamente, la piccola mano si allungò verso di lui e poi la sua voce riempì il vuoto che li separava: «Addio Senpai.» 
Mirai sorrise tristemente e lo guardò per l'ultima volta poi chiuse gli occhi e attese la fine. Una fine sempre troppo veloce per Akihito. La vedeva sgretolarsi in tanti piccoli pezzi, leggeri come piume spazzate vie da un vento gelido d'inverno e poi le sue gambe si muovevano automaticamente in direzione della persona amata; i muscoli si contraevano dando maggiore spinta alla corsa del giovane, il sudore, dovuto all'ansia di perderla, che fino ad ora si era preoccupato di non lasciar trapelare, cominciava lentamente a formarsi vicino all'attaccatura dei capelli. I suoi occhi erano legati inevitabilmente a quelli di lei, che a poco a poco si spegnevano, lasciando ogni traccia di vita.
Quando Akihito allargò le braccia per accogliere il fragile corpo di Mirai l'oscurità lo avvolse, solo piccoli frammenti della sua immagine si libravano ancora nell'aria. Il ragazzo cadde a terra a peso morto, sbatté un pugno su quella macchia nera che si estendeva senza fine sotto di lui e urlò, riempiendo il vuoto. E prima che una lacrima rossa, piena del suo amore, della sua sofferenza, del suo odio e del suo sconforto toccasse terra, Akihito chiuse gli occhi e quando gli riaprì Mirai era accanto a lui, accovacciata sotto le coperte del letto.
Portò la mano destra fra i capelli e sospirò, lieto di essersi finalmente svegliato. Solo alcuni secondi più tardi si accorse di un punto caldo all'altezza del suo torace; la mano di Mirai stringeva delicatamente la stoffa della maglia azzurra che indossava dal giorno precedente. Akihito stirò le labbra in un sorriso rasserenante, mentre con le dite sfiorava la guance della ragazza. La pelle nivea e liscia sembrava levigata con attenzione, mentre i capelli sottili e morbidi ricadevano scompostamente sul cuscino, ramificandosi in direzioni discordanti. Il petto si muoveva al ritmo dei suoi respiri, compiendo sempre lo stesso gesto. Le palpebre serrate si mossero impercettibilmente quando smise di sfiorarla e, dopo i primi tentativi in cui Mirai non riuscì ad aprire gli occhi, finalmente l'immagine di lui, ancora sfocata, le diede il buongiorno.
«Senpai... cosa stavi facendo?» chiese sbattendo, ancora una volta, la palpebre rosee.
«Ti contemplo, Mirai.»
Un tiepido calore germogliò nel cuore della ragazza e piano piano si propagò anche nel resto del corpo, fino ad arrivare alle guance che si macchiarono di un timido rossore. Puntò lo sguardo leggermente imbronciato verso l'interlocutore e, contro ogni sua previsione, arrossì maggiormente.
«Sei davvero sgradevole, Senpai.» Akihito rise, come ormai non faceva da tempo, e la strinse a sé senza formulare alcuna parola.



Angolo autrice. Buon pomeriggio Fandom di Kyoukai no kanata. È la primissima storia che scrivo su Akihito Kanbara e Mirai Kuriyama, per cui confido nel fatto di non aver commesso errori e spero mi facciate sapere cosa ne pensate, ma solo se ne avete voglia e se anche solo site arrivati fin qui, vi ringrazio infinitamente. Tengo in modo particolare a questa storia perché mi rispecchio in Mirai – senza contare che entrambe portiamo gli stessi occhiali, io neri, lei rossi (o blu/violetti). -akihito... be' Akihito è Akihito, come si può non amarlo? () Comunque tralasciando i miei sproloqui, sono felice di essere riuscita a portare a termine questa One-Shot, e niente, se c'è qualcosa di errato o roba simile fatemelo sapere così potrò correggermi. Detto ciò, mi dileguo, prima di diventare noiosa.

Ayumu.


   
 
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