.l a c e s.
Sentì la sveglia trillare. Con un mezzo sorriso, cercò il cellulare per controllare di quanto esattamente doveva averla posticipata quel dormiglione di Gerard prima che Frank se ne accorgesse. Si appoggiò su un gomito e ricordò che Gerard non dormiva più con lui.
Confuso e rattristito da quell'enorme discrepanza scese dal letto e accese la luce. Guardò di nuovo il letto vuoto e le coperte spiegazzate, e si trascinò di fronte alla scrivania.
Prese un pezzo di carta, sentendosi tutte le costole rompersi.
Mi manchi. E non leggere quelle due parole di fretta, con la smorfia di chi le ha già sentite troppe volte. Leggile davvero. Perchè mi m a n c h i. Mi manca il volume che il tuo corpo occupava, l'aria che respiravi, mi mancano i tuoi vestiti e le tue parole, i tuoi capelli e i tuoi 35 gradi e 9 sui miei 36 gradi e 2, mi manca come mi facevi sentire. Come quella volta che piangevo sul letto e mi stavi seduto accanto e sembravi un cazzo di angelo; come quella volta che abbiamo passato la notte sotto il tavolo a ridere; come quella volta che alla festa di compleanno di Angela eri troppo ubriaco e parlavi ai lampioni e mi abbracciavi sempre; e quella volta che mi hai detto che non ti sentivi più come prima. Io mi sento esattamente come prima, e non ti è importato né ti importa adesso. E non puoi fingere di avere l'accortezza di non parlarmi per non farmi soffrire quando mi hai lasciato in quella maniera, da un giorno all'altro. Non ho nulla da dirti- come hanno già detto in mille, ti amo e ti odio e forse è questo il mio problema: non sono nulla di nuovo.