Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: cin75    05/11/2014    7 recensioni
SPOILER DECIMA STAGIONE!!!! WARNING! Pensieri tratti dalla 10 x 4
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Momenti, silenzi e poche parole!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10 x 04
 
Siamo fermi da qualche ora davanti ad un lago. A guardare tutto, o solol’orizzonte, o forse nulla. E non ricordo da quando non accadeva di stare fermi a fare…nulla. A riposarsi. A godersi solo il tempo che passa e un tiepido sole a scaldare il viso, invece del calore del sangue di qualche ferita che continuerà a bruciare anche quando sarà sparita.
E' bello parlare di cose stupide , più o meno. Prendere in giro Sam per essersi fatto mettere sotto da un demone ed essersi rotto una spalla. E' bello sentirsi rassicurare che Dean sta bene, anche se a Sam trema il fiato quando il maggiore gli chiede, quasi lo supplica, di voler tornare a lavorare, che ha bisogno di farlo. "Ho bisogno di tornare a lavoro. Devo tornare a lavoro!Ne ho bisogno!" A Sam proprio non convince quella fretta, quel bisogno, da parte di Dean.

E' lui che vuole tornare a lavoro? E' quel marchio che ancora lo segna, a continuare a chiedere soddisfazione?

"Ok!, ma se senti che qualcosa cambia, anche di poco. Me lo devi dire!" è la condizione di Sam che comunque acconsente e per un attimo è felice di vedere Dean reagire con entusiasmo a quel suo consenso.
 

Quando Kate gli scappa da sotto il naso, in quel fienile, decidono di andare al motel in cui hanno scoperto che la ragazza alloggia. "Che cosa volevi dire con "non sei ancora pronto", quando eravamo lì dentro?!" Dean glielo chiede però senza marcare troppo il tono, perchè non vuole litigare con quel fratello che ha appena ritrovato, che lo ha appena riportato indietro. Ma vuole capire se è qualcosa che riguarda Sam, o il  caso, o quella fiducia che forse deve essere ristabilita, dopo il suo trascorso demoniaco e le azioni poco ortodosse di Sam per riaverlo al suo fianco.
Sam non sembra volersi esporre più di tanto, è quasi palpabile la voglia che ha di dimenticare quello che ha fatto ma non il motivo che lo ha spinto a farlo. Come potrebbe, visto che quel motivo gli è seduto accanto e sembra non voler smettere di rigirare, inconsapevolmente, il coltello nella piaga.
E così Lester e la sua triste fine , tornano alla carica. "Lester? E' davvero di lui che vuoi parlare?" chiede Sam sorpreso che Dean quasi gli rinfacci un modo, se pur fuori dalle loro regole, per aiutarlo. "Lo hai spinto a fare un patto...", "Sì. E tu lo hai ucciso. Davvero vuoi parlare di questo?!" controbatte ironico o forse offeso, Sam.
Dean prova a ribattere, a spiegarsi. A giustificarsi anche se sa che non basterà. "Io ero un demone!"
"Un demone?!..non l'avevo capito!" ironizza ancora il minore, alterandosi ancora e mutando decisamente il tono alla conversazione.
Le loro parole, a quel punto, non sembrano più di chiarimento ma con un certo nervosismo sembrano cercare il vero colpevole della morte di quel disgraziato.

Provano a trovare un accordo per mettere fine a quella discussione, a trovare un punto di accettazione a quello che ognuno dei due ha fatto. "Forse anche tu avevi bisogno di tempo per quello che è successo. Ma va bene così. Va bene così!" ed è Dean a dare vita ad un nuovo silenzio che regnerà nell'abitacolo fin quando non arriveranno al motel di Kate, perché non se la sente di far pesare troppo colpe su Sammy.
Sammy che lo ha riportato di nuovo indietro. Sammy che si è spinto oltre le sue onorevoli convinzioni pur di salvarlo. Sammy che cerca, nonostante tutto, di consolarlo e giustificarlo.
E allora tace. Dean tace e decide di mettere fine , almeno per il momento a quel chiarimento.
Sam accetta quella specie di tregua, ma guarda fuori, il buio della notte che fa loro compagnia e dentro di sè pensa a quel tempo di cui, davvero, avrebbe bisogno. Non lo dice a Dean, ma sa che il maggiore ha ragione. Capisce che essersi gettati in quel caso è stato un errore. Per entrambi.
 

Kate dorme profondamente sul sedile del passeggero. Sam siede dietro. Dean alla guida sposta lo sguardo un po' sulla ragazza,  un po' sul fratello. Vorrebbe parlargli, ma Sam lo anticipa e lo spiazza e la sua voce è quasi un sussurro colmo di colpa.
Però, quello che confessa al fratello è quasi un grido doloroso, lo stesso con cui lo aveva chiamato mesi prima in quella maledetta fabbrica. "Cerca di capire, di capirmi...Ti ho visto morire. Ho dovuto trasportare il tuo corpo....ho dovuto portare il tuo cadavere nella tua stanza ...sul tuo letto e poi tu...", però non riesce ad andare avanti, perchè Dean lo ferma cercando una debole giustificazione o forse voleva solo fermare il dolore che sentiva nella voce di Sam: "Pensavo che quel biglietto ti facesse capire...", ma capisce di aver toccato un tasto dolente nello stato d'animo del fratellino.
"Ah già!! il biglietto in cui mi dicevi di lasciarti andare??!!" sembra rimproverarlo Sam confuso e spiazzato da quelle mezze parole che il fratello sta cercando di mettere insieme: "Il biglietto...Crowley...tutto quanto....era...è imbarazzante!" quasi balbetta Dean mentre tiene gli occhi fissi sulla strada invece che negli occhi comprensivi di Sam.

Dean  ora è Dean, di nuovo. Non è più un demone freddo e crudele. Ora, ha di nuovo una coscienza, un anima che "prova qualcosa" come un umano deve "provare qualcosa" e soprattutto ha di nuovo i suoi immancabili sensi di colpa. Per quello che ha fatto, per quello che ha fatto a Sam, per quello che gli ha detto in quella stanza, per il modo in cui glielo ha detto, per come ha provato ad ucciderlo quasi riuscendoci se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Castiel.

"Dean ma tu eri un demone! Non potevi..." cerca di rassicurarlo, a scusarlo il minore, mentre Dean lo interrompe e prova lui a smorzare la tensione di quel momento. Un classico per lui: "Niente momenti strappalacrime!!"
"Un demone?...non lo avevo capito!!" esclama ironico ed entrambi sorridono. Poi, però qualcosa, di nuovo cambia e Dean diventa serio.
"Senza contare che non ti ho mai detto "grazie" e quindi...", ma annuisce invece di dirlo. Poi sente in risposta qualcosa che, se da un lato  lo inorgoglisce, dall'altro gli spezza il cuore.
"Tu non mi devi dire grazie. Non a me!" e Sam glielo dice quasi in un bisbiglio, ma chissà perchè quelle parole non andranno mai via dalla mente del maggiore. Resteranno lì, come un marchio impresso a fuoco. Con la differenza che questo marchio non lo dannerà, ma gli porterà solo forza.
 

Sono fermi adesso. Kate guarda verso quella cascina in cui si rifugia sua sorella Tasha. La ragazza è convinta che l'uomo che ha accanto e suo fratello siano lì per salvarle, ma capisce che non è così quando Dean la blocca allo sterzo con delle manette d'argento. Per quanto Kate cerchi, supplichi di avere pietà della sua sorellina, il maggiore dei Winchester, invece, sotto lo sguardo perplesso di Sam, cerca di convincere la giovane licantropo che ormai la sua sorellina è persa e non c'è altra soluzione che eliminarla. Scende, lasciandola gridare disperata nell'abitacolo e subito dopo anche Sam lo segue perchè sa che deve farlo, deve seguirlo e deve costringersi a non ascoltare le suppliche disperate di Kate che ancora piange.
 

Quando tutto è finito, quando ormai Tasha è morta non per mano dei fratelli, ma per mano della sua stessa sorella che capisce che come le aveva detto Dean, la ragazzina era ormai persa nella frenesia omicida, Sam e Dean si ritrovano di nuovo a viaggiare nella notte. Si chiedono se sia giusto o meno seguire Kate anche se poi decidono che la cosa giusta da fare è lasciarla andare.
Restano per un attimo a pensare, poi è Dean che si fa avanti ma è Sam che questa volta prende il sopravvento con le sue paure: "Il tempo che ci siamo presi era per metabolizzare quello che ti è successo , che hai passato....per riposarci.." e poi tira fuori anche quella che è la sua paura più grande, quella stessa paura che anche Castiel pochi giorni prima gli aveva fatto presente: "Tu eri un demone. Ma il marchio è ancora lì...capisci!!?"
Poi quello che dice Dean, il modo in cui lo dice, sembra quasi gelare il sangue nelle vene del più giovane. "So che cosa è successo. Non sto cercando di dimenticare. Io c'ero…e sto cercando di fare qualcosa di buono…” prova a spiegarsi, perché sa che Sam ha ragione. Che il marchio è ancora lì, stampato a fuoco sul suo braccio e sa che prima o poi chiederà di nuovo appagamento.  Il maggiore cerca di dare corpo e convinzione a ciò che sta dicendo, cerca il modo giusto per convincere anche Sam , ma l’addio di Kate li interrompe.

I due fratelli viaggiano ancora, insieme, nella notte, ma sembra che ormai il silenzio, dopo tutto quello che è successo sia più insopportabile di tutto quello che hanno fatto per trovarsi lì. Ritrovarsi insieme. Parlare, spiegarsi, forse giustificarsi sembra un modo per andare avanti.
Diciamo che hai ragione…” dice Dean. “…che non sono ancora pronto a cacciare…ma è solo che ho bisogno di fare la cosa giusta. Perchè sono così stanco di fare quella sbagliata!" e lo dice con la più amara delle consapevolezze.

Sam non dice niente, ma guarda suo fratello. Non gli ha mai sentito dire una cosa del genere. Con un tono del genere. Con quella espressione avvilita e stanca sul viso. Deglutisce in silenzio e ha paura di rispondergli, di rassicurarlo, di fargli capire che ciò che sta provando adesso è solo la conseguenza di tutto quello che gli è successo e che pian piano dovrà imparare ad accettare. Un po' come fece lui, quando scoprì tutto ciò che aveva fatto quando era senz'anima.
Sam vorrebbe aiutarlo, ancora. Vorrebbe consolarlo, ancora. Vorrebbe convincerlo che tutto andrà bene.

O almeno così credo!

Ma io infondo… io sono solo una macchina.
Una vecchia Chevy Impala del ’67 che ha vissuto eventi che nessuna macchina mai potrà vivere. Sono solo una “cosa” che li ha portati in giro a fare il loro lavoro.
Che li ha protetti dal freddo della notte o dalla furia dei demoni, quando nessun altro poteva farlo.
Ma so, comunque, che sono l'unica a questo mondo che conosce ogni loro più intimo segreto, ogni loro paura più nascosta, ogni loro momento di disperazione. Sono il loro confessionale e so che, per quanto ora esista anche il bunker, sarò sempre io la loro vera casa.
Sarò sempre quella che molti chiamano "la macchina più importante...no, l'oggetto più importante dell'intero Universo!"

 
N.d.A. : POV della meravigliosa Impala. Ditemi che cosa ne pensate!! PLEASE!!! Come naturalmente avrete notato, i passaggi sono presi dalle scene in cui c’è anche l’Impala, altrimenti non avrebbe avuto senso.
Solo per curiosità: il titolo viene dalla battuta che entrambi i bros si dicono anche se in momenti diversi.
E il finale…beh!! il finale è tutto merito del profeta Chuck!!

C.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75