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Autore: milly92    06/11/2014    4 recensioni
Marnie Brooks ha quasi ventiquattro anni, è laureata in Ingegneria Fisica e si appresta a conseguire il Dottorato presso la Caltech University di Pasadena.
E' la cugina di Penny, ma sono totalmente diverse e per di più non si frequentano da circa dieci anni, da quando Marnie si è trasferita a New York con la sua famiglia.
Quest'ultima riuscirà ad integrarsi nel gruppo della cugina senza causare troppi guai?
Dall'inizio del quarto capitolo:
""S.O.S. Stronzetta ad ore dodici che vuole rubarmi il fidanzato. Qui urge un piano, io penso alle scimmie, ci vediamo da me tra mezz'ora" [...]Quando lesse il messaggio di Amy, tuttavia, si svegliò completamente, viste le immagini scaturite nel suo cervello da quelle semplici parole: casa sua invasa da un gruppo di scimmie impazzite, che distruggevano tutto e si gettavano sulla povera Marnie."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. ...E il primo giorno all'Università

 

Toc toc toc. "Penny e Marnie!".

Toc toc toc. "Penny e Marnie!".

Toc toc toc. "Penny e Marnie!".

Marnie sobbalzò mentre cercava di dare un senso ai suoi capelli castano scuro, che, purtroppo per lei, appena lavati erano ingestibili a causa del loro essere mossi e un po' crespi.

Avrebbe tanto voluto aver ereditato la chioma bionda e disciplinata della cugina, ma purtroppo per lei i capelli scuri di sua madre avevano preso il sopravvento.

"Marnie, per favore, apri tu!" urlò Penny dal bagno.

Stralunata da quella assurda bussata, la ragazza obbedì, per poi trovarsi davanti uno Sheldon che, senza nemmeno salutarla, indicava con aria pignola il suo orologio da polso.

"Buongiorno, Sheldon" disse lei. "Perchè hai bussato tre volte?" chiese ingenuamente.

"Sono le sette e quarantadue e... Dodici, ora tredici, quattordici secondi e tu mi poni una domanda simile? Sei in ritardo, conserva le domande per dopo, potrai pormele in classe" ribattè Sheldon.

"In classe?!".

"Oh, sì, non ne sono entusiasta nemmeno io, ma il dottor Gablehauser ha detto che tocca a me farvi la prima lezione riguardo la fisica dei semiconduttori perchè il vostro professore è in ospedale a causa di un laser usato male. Avrai un incompetente come docente, lo so".

"Stai parlando di te?".

Il fisico la guardò senza capire, poi accennò una risatina nervosa. "Eri ironica?".

"Nooo" rispose sarcasticamente Marnie.

"Peccato, mi sembrava di aver capito così. In tal caso, no, non sto parlando di me, parlavo del tuo professore...".

Marnie scoppiò a ridere, non riuscendosi a trattenere: da dove era uscito quella sorta di uomo con le magliette da bambino e l'incapacità di comprendere ironia e sarcasmo nonostante l'evidente intelligenza?

"Ehilà, Shelly! Sei venuto a prendere mia cugina?" s'intromise Penny, intenta nell’indossare gli orecchini di perla che Leonard le aveva regalato ultimamente.

"Sì, Leonard mi ha detto di venire a chiamarla perchè dobbiamo accompagnarla all’università. A tal proposito... Marnie, sei ritardataria come tua cugina! E' tardissimo, muoviti!".

"Calmati, Sheldon, Marnie inizierà il primo corso alle nove e anche noi iniziamo a quell'ora!" mormorò Leonard, uscendo dalla porta di casa e salutando con un bacio la sua ragazza.

"Sì, ma io devo prima passare in lavanderia, oggi ho lezione e devo ritirare il mio completo delle lezioni del lunedì e indossarlo".

"Perchè, presentarsi a lezione con la maglia di lanterna verde non è ok?" ridacchiò Marnie.

"No, tesoro, più correttamente direi che non è ok indossare una cosa simile in qualsiasi occasione..." rispose Penny, scambiando un'occhiata ammiccante con Leonard.

"Lo so, lo so, Lanterna Verde è vergognoso a causa dell'ultimo film, ma ho comprato questa maglietta prima che la produzione Hollywoodiana lo rovinasse" si giustificò Sheldon, non comprendendo il punto della questione. "Comunque... Su, andiamo!".

"Un attimo che prendo la borsa" disse Marnie, correndo nel suo appartamento e meritandosi un'occhiata di disapprovazione da parte del fisico teorico.

"Oggi dopo le lezioni vieni con me e le ragazze? Andiamo a farci un aperitivo così ti diamo il benvenuto come si deve!" l'invitò la cugina con un sorriso.

"Certo, grazie!".

"Alcool e uscite varie?". Sheldon mostrò il suo disappunto scuotendo il capo con fare drammatico, facendo sbuffare il suo coinquilino. "Non ne uscirà nulla di buono, ne sono sicuro... Sarà una Penny 2.0 che, essendo intelligente, potrà distruggerci con qualche invenzione a causa dell'eccessivo apporto di alcool ingerito. Penny si trasformebbe nell'equivalente del Dottor Frankenstein e...".

"Sheldon, stà zitto! Pensa ai treni!" lo interruppe Leonard e, finalmente, riuscì a ottenere un po' di silenzio.

 

"Allora, sei emozionata?".

Seduta nel retro dell'auto del ragazzo di sua cugina, Marnie annuì alla sua domanda, sentendo il cuore che galoppava sempre più forte.

"Sì, tantissimo! Ho dormito poco e niente, non mi sembra vero, sai? Ho sempre sentito parlare bene della Caltech ed essere stata ammessa è un sogno...".

"Sono sicuro che ti troverai bene".

"Speriamo! Sai, in realtà ho paura di non trovare nuovi amici e di passare la pausa pranzo da sola come mi capitò il primo giorno di liceo e di college".

"Sei fortunata, c'è chi ha sempre pranzato da solo, non solo il primo giorno!".

"Spero non ti faccia invidia vedere il nostro tavolo pieno di gente, quando entrerai in mensa" disse Sheldon.

"Ecco, lui è uno di quelli che pranzava da solo e ora sai perchè" borbottò Leonard. "Puoi sederti con noi, se ti va" aggiunse.

"Cosa? Leonard, Marnie non può sedersi con noi! E' un'alunna, oggi terrò una lezione per il suo corso, potrebbero accusarmi di nepotismo o non so chè!" protestò Sheldon.

"Hai ragione, tranquillo Leonard, non c'è problema...".

Il viaggio in auto trascorse tranquillamente visto che Sheldon propose di giocare al gioco del silenzio, e nel giro di pochi minuti si ritrovarono davanti alla Caltech University.

Marnie osservò la struttura, lasciandosi scappare un sorriso colmo di speranza e fiducia, nonostante quella nuova avventura la spaventasse parecchio.

Odiava i cambiamenti, amava vivere in sicurezza, basandosi sulle poche certezze che aveva, mentre quel trasferimento e il dottorato avevano scombussolato il suo già precario equilibrio.

Scese dall'auto, sistemando la borsa sulla spalla, e in quel momento vide che i ragazzi stavano salutando qualcuno con un cenno, in lontananza.

Si voltò e vide che si trattava di Raj, l'astrofisico. Ricordò che la sera precendente avevano parlato poco e niente perchè lui, come lei, sembrava essere poco loquace.

"Ciao, Raj! Oggi è il primo giorno di Marnie!" spiegò Leonard.

"Oh, in bocca al lupo" rispose l'indiano, sorridendo.

"Ed io sarò il suo professore, oggi!" aggiunse Sheldon.

"Oh, in bocca al lupo due volte".

Marnie ridacchiò, scrollando le spalle, come per celare l’evidente nervosismo che la stava affliggendo da ore. "Comunque, sapreste dirmi qual è l'aula 202?".

"Può accompagnarti Sheldon, no?" ragionò Leonard.

"Ehm... Leonard, non vorrei entrare in classe con il professore" spiegò Marnie, pacata.

Già l'idea che il fisico teorico potesse interrogarla la spaventava a morte, e non voleva aggiungere altri fardelli come il farsi vedere in sua compagnia.

"Posso accompagnarti io" si offrì Raj, sorridendo, per poi tornare subito serio, come se ne fosse pentito.

"Certo, grazie!".

"Bene, allora ci vediamo dopo, in bocca al lupo" disse Leonard.

"Ci vediamo in classe, sii puntuale!" l'ammonì Sheldon, indicando l'orologio con aria minacciosa come aveva fatto un’ora prima fuori la porta del suo appartamento.

Annuendo,  Marnie si allontanò e iniziò a seguire uno dei suoi nuovi conoscenti, un po' imbarazzata.

"Pensi che dovrei avere paura di Sheldon?" domandò, più che altro per rompere il ghiaccio e distrarre la sua mente dal pensiero di fare qualche figuraccia.

"Ma no... Cioè, chiamalo Dottor Cooper e andrà tutto bene. L'ultima volta che tenne una lezione finì su Twitter...".

"Tanto che fu bravo?".

"No, si beccò il dito medio da parte di tutta la classe contemporaneamente!".

"Cosa?!".

"Sì!".

"Spero solo di saper rispondere a tutto" mormorò la ragazza, sospirando.

"Stai calma, Sheldon non interroga mai, lui è il tipo di persona che fa le domande e poi si risponde da solo per mostrare la sua bravura".

"Oh".

Rilassata, Marnie ne approfittò per guardarsi intorno e studiare ogni dettaglio, perchè sapeva che poi avrebbe dovuto raccontarlo ai suoi genitori in una lunga telefonata.

"Pranzi con noi, dopo?" aggiunse Raj.

"Non credo, Sheldon mi ha fatto notare che sarebbe sconveniente visto che tecnicamente oggi sono una sua alunna...".

"Tipico. Non te la prendere sul personale, non permette nemmeno ad Amy -che ora lavora qui- di sedere con noi".

"Davvero?".

"Sì. Ma possiamo farti compagnia noi e escludere lui, tranquilla!" propose l'astrofisico, entusiasta.

"No, dai, non c'è problema, devo farmi nuove amicizie e sarà un buono stimolo per impegnarmi".

"Sei molto carina, non avrai problemi" disse Raj, per poi tapparsi la bocca come se avesse detto una parolaccia.

Marnie si sforzò di non arrossire - non era abituata a ricevere complimenti, anche perchè spesso era circondata da ragazzi che la notavano solo se si mettevi davanti la tv durante una partita alla xbox -. "Non sono mica Penny" disse stupidamente, per poi tapparsi la bocca a sua volta.

"Sei... Sei arrivata" cambiò argomento Raj, imbarazzato più che mai, indicando la porta a destra.

"Grazie! Dovrei... Dovrei muovermi, mancano cinque minuti alle nove e vorrei prendere un buon posto".

"Certo, certo. Buona lezione...".

"Grazie!".

"Prego! Grazie a te per la chiacchierata!".

"Prego! E grazie per le indicazioni...".

"Prego!".

Si guardarono, senza sapere cos'altro dire, finchè ognuno non andò nella sua direzione, senza nemmeno mezza parola.

 

 

Quando Sheldon entrò in aula, con la sua camminata rigida e uno sguardo di pura superiorità dipinto in volto, Marnie si sentì tremare, proprio come le succedeva durante le terribili lezioni del professor Jarycho alla Columbia.

Era circondata da una ventina di persone, tutte abbastanza sicure di sè e tranquille all'apparenza, e ciò la fece sentire fuori luogo.

Abbassò lo sguardo,  soffermandosi sul maglioncino grigio e la gonna nera a pieghe che aveva indossato, e si sentì decisamente stupida visto che le altre dottorande sembravano a loro agio in comodi jeans, gonne aderenti o addirittura completi composti da pantaloni, camicia e giacca.

"Bene, buongiorno, il preside Gablehauser mi ha detto di darvi il benvenuto alla Caltech University. Beh, mi ha detto anche di trattarvi con riguardo e di farvi sentire a vostro agio, ma non si può avere tutto dalla vita, sappiatelo. Certo, ciò non vale per me visto che a sedici anni avevo già preso due dottorati e aspiro a un premio Nobel, ma questo è un altro discorso. Sono il Dottor Sheldon Cooper, fisico teorico. Da quest’anno ricopro il ruolo di professore al corsodedicato allo studio della Materia Oscura, ma questo lo saprete già".

Un silenzio attonito seguì le sue parole, cosa che, evidentemente, non gradì.

"E vi definite dottorandi? Non conoscete me, ergo non conoscete nemmeno le mie pubblicazioni, quindi non potrete dirvi degni del ruolo che ricoprite qui! E, tra parentesi, la Materia Oscura non è quella che troverete nei vostri pannolini*, mocciosi che non siete altro! Non dovevo accettare di fare lezione a degli ingegneri, accidenti, dovevo mandare Wolowitz al posto mio... Sarebbe potuto accadere se avesse il dottorato. Deve prendere il dottorato assolutamente, non posso subire ancora simili oltraggi a causa della sua pigrizia, acciderbolina!" aggiunse tra sè e sè. "Bene, iniziamo” continuò, ricomponendosi. “E, no, se avrete intenzione di scattare foto in cui, appena mi giro, alzate il dito medio contemporaneamente, sappiate che non mi girerò, ha! Ma come scriverò alla lavagna?".

Marnie cercò di non ridere, ricordando le parole di Raj, e si sentì più rasserenata: aveva capito che Sheldon Cooper fosse un po' pazzo, ma almeno era così concentrato su se stesso e a prendere in giro lei e i suoi colleghi che di sicuro non avrebbe fatto domande, sicuro com'era di avere solo lui tutte le risposte.

 

 

"Ciao, Marnie, sono Amy, Penny mi ha dato il tuo numero. Se ti va oggi possiamo pranzare insieme, lavoro anche io alla Caltech per una ricerca. Se sì, ti aspetto all' 1:30 p.m. in mensa. Ciao!".

Mentre tutti uscivano dall'aula del secondo corso della giornata - ingegneria meccanica - Marnie si affrettò a rispondere all'sms che aveva ricevuto ormai un'ora prima dopo aver sistemato il quaderno degli appunti in borsa.

Pranzo con Amy dopo aver assistito alla lezione del suo fidanzato, bingo!

"Ciao Amy! Certo che mi fa piacere, solo che non so come raggiungere la mensa. Sono fuori l'aula 305, puoi venire tu da me?" scrisse rapidamente, sentendosi decisamente imbranata.

Di solito il suo senso dell'orientamento era pessimo, e il fatto che l'università fosse enorme, con vari edifici, non l'aiutava affatto, per cui fu grata di trovarsi davanti Amy Farrah Fowler nel giro di cinque minuti.

"Ciao!" la salutò, improvvisamente animata.

"Marnie, ciao! Come sono andate le prime lezioni?" la salutò di rimando Amy.

"Bene, cioè...".

"Non mentire, so che avevi lezione con Sheldon. Conosco i suoi difetti, puoi essere onesta" la rassicurò la neurobiologa, sorridendo con convinzione.

"E' stato bravo, ha spiegato tante cose interessanti, solo che è stato un pochino... Presuntuoso, ecco, ma forse ha ragione, nel senso che dovrei leggere le sue pubblicazioni, dopotutto sono un'ingegnere fisico".

"Ti basta frequentarlo per un po' e saprai tutto, il mio fidanzato ama condividere il suo sapere e tende a includerlo nei suoi discorsi quotidiani" disse Amy, entusiasta. Le fece cenno di iniziare a camminare, così Marnie la seguì.

"Un po' me ne sono accorta" ammise l'ingegnere.

"Pensi che sia strambo, vero?" borbottò Amy, rabbuiata.

"Io? No, no, cioè, ha una personalità fuori dal comune e lo conosco da un giorno solo! Siete tutti amici di Penny e mi fido di voi".

"Fai bene, e poi, voglio dire, per me il più strambo è Raj. Se potessi, esaminerei il suo cervello, deve essere interessante!".

"E perchè?".

Amy le lanciò un'occhiata intenerita, come quella di una maestra che deve spiegare a un bambino quanto fa uno più uno.

"Fino a un anno fa soffriva di mutismo selettivo, riusciva a parlare con le donne solo se sotto l'effetto dell’ alcool, e ciò lo porta ad essere eccessivamente timido con l'altro sesso. Aggiungi l'accento particolare, la sua smodata passione per i film di Sandra Bullock e per la cucina, il suo slinguazzarsi con la sua cagnolina e il gioco è fatto!" spiegò rapidamente, mentre attraversavano il corridoio dove c'erano gli uffici di geologia.

Marnie deglutì, stupita.

"Stamattina mi è sembrato timido, sì" disse solo, scrollando le spalle.

"E ritieniti fortunata di aver conosciuto Howard solo ora che è sposato, prima era peggio".

"Addirittura?".

"Sì, viveva con sua madre e avrebbe avuto un coito con qualsiasi cosa assomigliasse a dei genitali femminili".

"Ehm...".

"Ti sto mettendo a disagio?".

Si bloccarono nel bel mezzo del corridoio; Amy guardava Marnie con curiosità e lei ricambiava lo sguardo senza sapere cosa dire.

"No, no, è solo che... Siete tanti, tutti diversi, ed io ho sempre conosciuto una persona alla volta" cercò di giustificarsi la seconda, scrollando le spalle.

"Che carina, mi ricordi Lucy, l'ex di Rajesh! Ma tranquilla, oggi pranzerai con me, voglio dire, sono la più fica dopo tua cugina e posso aggiornarti su tutti i gossip più succosi della nostra combriccola! Immagino che Penny ti abbia detto che sono la sua BFF!".

"Ce-Certo" asserì Marnie che, invece, una cosa del genere non l'aveva mai sentita.

Cosa diavolo voleva dire BFF, poi?!

 

 

Quando entrarono in mensa, con i vassoi del pranzo in mano, le due ragazze catturarono l'attenzione di Leonard e company, e Howard le salutò, facendo loro segno di avvicinarsi.

"Salve, signore!" disse.

"Salve, ragazzi. Noi andiamo a pranzare, buon appetito" disse Amy.

"Ma dai, non volete sedervi con noi?".

"Sheldon sostiene che sia inconveniente visto che oggi ha tenuto lezione al mio corso" spiegò Marnie.

"Ti risulta che Sheldon sia il preside?".

"No...".

"Perfetto, sedetevi, su!".

"Potresti essere sempre una semplice studentessa che vuole chiarimenti" aggiunse Leonard.

"Allora potremmo pranzare tutti e sei insieme tutti i giorni!" esclamò Amy, mentre faceva segno alla sua nuova amica di prendere posto.

Sheldon lanciò uno sguardo di rimprovero ad Howard, poi, con nonchalance, si voltò verso Marnie. "Bene, sono tutto orecchi, fammi tutte le domande che vuoi".

"E perchè?".

"Perchè in caso necessario diremo che sei qui con noi superiori - ovviamente non parlo di te, Howard - perchè hai delle domande da pormi, ed io non mento mai, non so mentire" ribattè Sheldon.

"Ecco perchè sto con lui, non mi mentirebbe mai se avesse una relazione con un'altra" disse Amy, sorridendo a trentadue denti.

"O forse perchè è leggermente improbabile che accada" sbottò Howard, ancora offeso per non essere stato incluso nel gruppo dei "Superiori".

Sheldon lo ignorò, impegnato com'era a fissare Marnie. "Allora? Sto aspettando".

"Veramente mi era chiaro tutto" rispose in soggezione la ragazza. "E in più ho fame, posso pranzare?".

"Preferisci nutrire il tuo stomaco piuttosto che la tua mente. Gioventù bruciata!".

 

 

"Quindi, direi di dare il benvenuto ufficiale alla cara Marnie senza scienziati tra i piedi!" esclamò Penny circa cinque ore dopo, alzando il suo calice di vino con entusiasmo.

Bernadette ed Amy la guardarono con un filo di biasimo in un modo che fece ridere l'ultima arrivata.

"Che c'è?".

"Penny, siamo delle scienziate anche noi, e ormai anche tua cugina lo è" le ricordò Bernadette.

La bionda alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

"Tranquilla, ho capito cosa volevi dire, grazie per il pensiero" s'intromise Marnie per non far degenerare la cosa.

Levò a sua volta il suo calice di vino, seguita dalle altre due, e i loro bicchieri si sfiorarono appena.

"A Marnie e alla sua nuova vita qui a Pasadena" disse Bernadette.

"Benvenuta nel gruppo più fico della città e dintorni!" terminò Amy, dandole una pacca sulla spalla.

"Grazie, sono onorata! Mi divertirò tanto con voi, ne sono sicura" ringraziò Marnie, per poi bere un lungo sorso e lasciarsi scappare un'espressione un po' contrita. "Sono astemia e non amo il sapore degli alcolici" spiegò.

"Oh, te lo farò passare, tesoro" ridacchiò Penny.

"Dicci qualcosa di te, Marnie" aggiunse Bernadette, guardandola con interesse, come se la stesse studiando.

La ragazza fece spallucce, come per minimizzare la cosa.

"Beh... Ho quasi ventiquattro anni, ho una sorella maggiore, adoro la saga di Harry Potter, andare al Comicon, in occasione del quale mi vesto sempre da Hermione – è comodo, sapete, con questi capelli non devo nemmeno sforzarmi di indossare una parrucca - e avevo una migliore amica, Betsy, fino all'anno scorso".

"E come mai avete litigato?" chiese Amy.

"Siamo cresciute, siamo cambiate, cioè, lei è cambiata, ha detto che essere amica mia è una noia, ha iniziato ad uscire con alcuni ragazzi della New York University e non si è fatta viva per mesi, io ero impegnata con gli esami finali e... E basta, ci siamo allontanate" mormorò.

"Che idiota! Non pensarci più, ora hai noi" cercò di tirarla su la cugina, accarezzandole il braccio.

"Qualche sera potremmo giocare a Twister!" aggiunse Amy.

"Oh, io adoro quel gioco, spesso ci gioco anche da sola!" esclamò Marnie, battendo le mani per l'eccitazione.

"Anche io! Cioè, prima che la mia vita diventasse così fica".

Penny alzò gli occhi al cielo, bevendo un altro sorso di vino, e Bernadette guardò Marnie, intenerita: dopotutto, sembrava una sorta di Amy più giovane, senza scimmie per casa e un fidanzato pseudo-psicopatico.

"Allora possiamo organizzare una serata Twister tutte insieme, che ne dite?".

"Hai ragione, Marnie! Domani possiamo vederci da me, vieni a casa mia con me dopo le lezioni e le ragazze ci raggiungono, che dite?".

"Io finirò di lavorare tardi" si giustificò Penny.

"E io ho il turno di pomeriggio" disse Bernadette.

"Allora possiamo giocarci da sole e replichiamo qualche altra volta!" disse Amy.

"Per me va bene".

Le due nuove amiche batterono il cinque in segno di alleanza, mentre le due bionde assistevano alla scena, intenerite.

"Sapete che vi dico? Adoro Pasadena!" dichiarò Marnie, due bicchieri di vino dopo, a causa di cui si addormentò nel giro di pochi istanti, sotto lo sguardo intenerito delle altre tre.

 

*°*°*

Ed ecco qui il secondo capitolo!

Che ne dite?

Marnie ha rivelato qualcosa in più sulla sua vita e ha avuto a che fare con gli altri all’università. Come prestavolto  ho scelto Zooey  Deschanel , anche  se  immagino Marnie con gli occhi castani e meno  bella xD

Mi sto divertendo a correggere i capitoli, visto che li avevo scritti mesi fa, e vi comunico che questa storia ne avrà massimo 10.

Grazie a chi ha letto/recensito/iniziato a seguire questa storia!

E a tutte le Shamy shippers che mi hanno lasciato una recensione: tranquille, sono la prima che ama gli Shamy! ;)

Vi lascio uno spoiler dal capitolo 3 ^^

"No, Sheldon, non ho il ciclo!" protestò Marnie, sbuffando.

"E sei in questo stato perchè non ce l'hai e temi di aspettare un bambino?".

"Cos...? No!".

 

A presto!

Milly92

  
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