2.
...E il primo giorno
all'Università
Toc toc toc. "Penny
e
Marnie!".
Toc toc toc. "Penny
e
Marnie!".
Toc toc toc. "Penny
e
Marnie!".
Marnie
sobbalzò mentre cercava di
dare un senso ai suoi capelli castano scuro, che, purtroppo per lei,
appena
lavati erano ingestibili a causa del loro essere mossi e un po' crespi.
Avrebbe tanto
voluto aver ereditato
la chioma bionda e disciplinata della cugina, ma purtroppo per lei i
capelli
scuri di sua madre avevano preso il sopravvento.
"Marnie, per
favore, apri
tu!" urlò Penny dal bagno.
Stralunata da
quella assurda
bussata, la ragazza obbedì, per poi trovarsi davanti uno
Sheldon che, senza
nemmeno salutarla, indicava con aria pignola il suo orologio da polso.
"Buongiorno,
Sheldon"
disse lei. "Perchè hai bussato tre volte?" chiese
ingenuamente.
"Sono le sette e
quarantadue
e... Dodici, ora tredici, quattordici secondi e tu mi poni una domanda
simile?
Sei in ritardo, conserva le domande per dopo, potrai pormele in classe"
ribattè Sheldon.
"In classe?!".
"Oh,
sì, non ne sono
entusiasta nemmeno io, ma il dottor Gablehauser ha detto che tocca a me
farvi
la prima lezione riguardo la fisica dei semiconduttori
perchè il vostro
professore è in ospedale a causa di un laser usato male.
Avrai un incompetente
come docente, lo so".
"Stai parlando
di te?".
Il fisico la
guardò senza capire,
poi accennò una risatina nervosa. "Eri ironica?".
"Nooo" rispose
sarcasticamente Marnie.
"Peccato, mi
sembrava di aver
capito così. In tal caso, no, non sto parlando di me,
parlavo del tuo
professore...".
Marnie
scoppiò a ridere, non
riuscendosi a trattenere: da dove era uscito quella sorta di uomo con
le
magliette da bambino e l'incapacità di comprendere ironia e
sarcasmo nonostante
l'evidente intelligenza?
"Ehilà,
Shelly! Sei venuto a
prendere mia cugina?" s'intromise Penny, intenta
nell’indossare gli
orecchini di perla che Leonard le aveva regalato ultimamente.
"Sì,
Leonard mi ha detto di
venire a chiamarla perchè dobbiamo accompagnarla
all’università. A tal
proposito... Marnie, sei ritardataria come tua cugina! E' tardissimo,
muoviti!".
"Calmati,
Sheldon, Marnie
inizierà il primo corso alle nove e anche noi iniziamo a
quell'ora!" mormorò
Leonard, uscendo dalla porta di casa e salutando con un bacio la sua
ragazza.
"Sì,
ma io devo prima passare
in lavanderia, oggi ho lezione e devo ritirare il mio completo delle
lezioni
del lunedì e indossarlo".
"Perchè,
presentarsi a lezione
con la maglia di lanterna verde non è ok?"
ridacchiò Marnie.
"No, tesoro,
più correttamente
direi che non è ok indossare una cosa simile in qualsiasi
occasione..."
rispose Penny, scambiando un'occhiata ammiccante con Leonard.
"Lo so, lo so,
Lanterna Verde
è vergognoso a causa dell'ultimo film, ma ho comprato questa
maglietta prima
che la produzione Hollywoodiana lo rovinasse" si giustificò
Sheldon, non
comprendendo il punto della questione. "Comunque... Su, andiamo!".
"Un attimo che
prendo la
borsa" disse Marnie, correndo nel suo appartamento e meritandosi
un'occhiata di disapprovazione da parte del fisico teorico.
"Oggi dopo le
lezioni vieni
con me e le ragazze? Andiamo a farci un aperitivo così ti
diamo il benvenuto
come si deve!" l'invitò la cugina con un sorriso.
"Certo, grazie!".
"Alcool e uscite
varie?".
Sheldon mostrò il suo disappunto scuotendo il capo con fare
drammatico, facendo
sbuffare il suo coinquilino. "Non ne uscirà nulla di buono,
ne sono
sicuro... Sarà una Penny 2.0 che, essendo intelligente,
potrà distruggerci con
qualche invenzione a causa dell'eccessivo apporto di alcool ingerito.
Penny si
trasformebbe nell'equivalente del Dottor Frankenstein e...".
"Sheldon,
stà zitto! Pensa ai
treni!" lo interruppe Leonard e, finalmente, riuscì a
ottenere un po' di
silenzio.
"Allora, sei
emozionata?".
Seduta nel retro
dell'auto del
ragazzo di sua cugina, Marnie annuì alla sua domanda,
sentendo il cuore che
galoppava sempre più forte.
"Sì,
tantissimo! Ho dormito
poco e niente, non mi sembra vero, sai? Ho sempre sentito parlare bene
della
Caltech ed essere stata ammessa è un sogno...".
"Sono sicuro che
ti troverai
bene".
"Speriamo! Sai,
in realtà ho
paura di non trovare nuovi amici e di passare la pausa pranzo da sola
come mi
capitò il primo giorno di liceo e di college".
"Sei fortunata,
c'è chi ha
sempre pranzato da solo, non solo il primo giorno!".
"Spero non ti
faccia invidia
vedere il nostro tavolo pieno di gente, quando entrerai in mensa" disse
Sheldon.
"Ecco, lui
è uno di quelli che
pranzava da solo e ora sai perchè" borbottò
Leonard. "Puoi sederti
con noi, se ti va" aggiunse.
"Cosa? Leonard,
Marnie non può
sedersi con noi! E' un'alunna, oggi terrò una lezione per il
suo corso,
potrebbero accusarmi di nepotismo o non so chè!"
protestò Sheldon.
"Hai ragione,
tranquillo
Leonard, non c'è problema...".
Il viaggio in
auto trascorse
tranquillamente visto che Sheldon propose di giocare al gioco del
silenzio, e
nel giro di pochi minuti si ritrovarono davanti alla Caltech University.
Marnie
osservò la struttura, lasciandosi
scappare un sorriso colmo di speranza e fiducia, nonostante quella
nuova
avventura la spaventasse parecchio.
Odiava i
cambiamenti, amava vivere
in sicurezza, basandosi sulle poche certezze che aveva, mentre quel
trasferimento e il dottorato avevano scombussolato il suo
già precario
equilibrio.
Scese dall'auto,
sistemando la
borsa sulla spalla, e in quel momento vide che i ragazzi stavano
salutando
qualcuno con un cenno, in lontananza.
Si
voltò e vide che si trattava di
Raj, l'astrofisico. Ricordò che la sera precendente avevano
parlato poco e
niente perchè lui, come lei, sembrava essere poco loquace.
"Ciao, Raj! Oggi
è il primo
giorno di Marnie!" spiegò Leonard.
"Oh, in bocca al
lupo"
rispose l'indiano, sorridendo.
"Ed io
sarò il suo professore,
oggi!" aggiunse Sheldon.
"Oh, in bocca al
lupo due
volte".
Marnie
ridacchiò, scrollando le
spalle, come per celare l’evidente nervosismo che la stava
affliggendo da ore.
"Comunque, sapreste dirmi qual è l'aula 202?".
"Può
accompagnarti Sheldon,
no?" ragionò Leonard.
"Ehm... Leonard,
non vorrei
entrare in classe con il professore" spiegò Marnie, pacata.
Già
l'idea che il fisico teorico potesse
interrogarla la spaventava a morte, e non voleva aggiungere altri
fardelli come
il farsi vedere in sua compagnia.
"Posso
accompagnarti io"
si offrì Raj, sorridendo, per poi tornare subito serio, come
se ne fosse
pentito.
"Certo, grazie!".
"Bene, allora ci
vediamo dopo,
in bocca al lupo" disse Leonard.
"Ci vediamo in
classe, sii
puntuale!" l'ammonì Sheldon, indicando l'orologio con aria
minacciosa come
aveva fatto un’ora prima fuori la porta del suo appartamento.
Annuendo, Marnie si
allontanò e iniziò a seguire uno dei
suoi nuovi conoscenti, un po' imbarazzata.
"Pensi che
dovrei avere paura
di Sheldon?" domandò, più che altro per rompere
il ghiaccio e distrarre la
sua mente dal pensiero di fare qualche figuraccia.
"Ma no...
Cioè, chiamalo
Dottor Cooper e andrà tutto bene. L'ultima volta che tenne
una lezione finì su
Twitter...".
"Tanto che fu
bravo?".
"No, si
beccò il dito medio da
parte di tutta la classe contemporaneamente!".
"Cosa?!".
"Sì!".
"Spero solo di
saper
rispondere a tutto" mormorò la ragazza, sospirando.
"Stai calma,
Sheldon non
interroga mai, lui è il tipo di persona che fa le domande e
poi si risponde da
solo per mostrare la sua bravura".
"Oh".
Rilassata,
Marnie ne approfittò per
guardarsi intorno e studiare ogni dettaglio, perchè sapeva
che poi avrebbe
dovuto raccontarlo ai suoi genitori in una lunga telefonata.
"Pranzi con noi,
dopo?"
aggiunse Raj.
"Non credo,
Sheldon mi ha
fatto notare che sarebbe sconveniente visto che tecnicamente oggi sono
una sua
alunna...".
"Tipico. Non te
la prendere
sul personale, non permette nemmeno ad Amy -che ora lavora qui- di
sedere con
noi".
"Davvero?".
"Sì.
Ma possiamo farti compagnia
noi e escludere lui, tranquilla!" propose l'astrofisico, entusiasta.
"No, dai, non
c'è problema,
devo farmi nuove amicizie e sarà un buono stimolo per
impegnarmi".
"Sei molto
carina, non avrai
problemi" disse Raj, per poi tapparsi la bocca come se avesse detto una
parolaccia.
Marnie si
sforzò di non arrossire -
non era abituata a ricevere complimenti, anche perchè spesso
era circondata da
ragazzi che la notavano solo se si mettevi davanti la tv durante una
partita
alla xbox -. "Non sono mica Penny" disse stupidamente, per poi
tapparsi la bocca a sua volta.
"Sei... Sei
arrivata"
cambiò argomento Raj, imbarazzato più che mai,
indicando la porta a destra.
"Grazie!
Dovrei... Dovrei
muovermi, mancano cinque minuti alle nove e vorrei prendere un buon
posto".
"Certo, certo.
Buona
lezione...".
"Grazie!".
"Prego! Grazie a
te per la
chiacchierata!".
"Prego! E grazie
per le
indicazioni...".
"Prego!".
Si guardarono,
senza sapere
cos'altro dire, finchè ognuno non andò nella sua
direzione, senza nemmeno mezza
parola.
Quando Sheldon
entrò in aula, con
la sua camminata rigida e uno sguardo di pura superiorità
dipinto in volto,
Marnie si sentì tremare, proprio come le succedeva durante
le terribili lezioni
del professor Jarycho alla Columbia.
Era circondata
da una ventina di
persone, tutte abbastanza sicure di sè e tranquille
all'apparenza, e ciò la
fece sentire fuori luogo.
Abbassò
lo sguardo, soffermandosi
sul maglioncino grigio e la
gonna nera a pieghe che aveva indossato, e si sentì
decisamente stupida visto
che le altre dottorande sembravano a loro agio in comodi jeans, gonne
aderenti
o addirittura completi composti da pantaloni, camicia e giacca.
"Bene,
buongiorno, il preside
Gablehauser mi ha detto di darvi il benvenuto alla Caltech University.
Beh, mi
ha detto anche di trattarvi con riguardo e di farvi sentire a vostro
agio, ma
non si può avere tutto dalla vita, sappiatelo. Certo,
ciò non vale per me visto
che a sedici anni avevo già preso due dottorati e aspiro a
un premio Nobel, ma
questo è un altro discorso. Sono il Dottor Sheldon Cooper,
fisico teorico. Da
quest’anno ricopro il ruolo di professore al corsodedicato
allo studio della
Materia Oscura, ma questo lo saprete già".
Un silenzio
attonito seguì le sue
parole, cosa che, evidentemente, non gradì.
"E vi definite
dottorandi? Non
conoscete me, ergo non conoscete nemmeno le mie pubblicazioni, quindi
non
potrete dirvi degni del ruolo che ricoprite qui! E, tra parentesi, la
Materia
Oscura non è quella che troverete nei vostri pannolini*,
mocciosi che non siete
altro! Non dovevo accettare di fare lezione a degli ingegneri,
accidenti,
dovevo mandare Wolowitz al posto mio... Sarebbe potuto accadere se
avesse il
dottorato. Deve prendere il dottorato assolutamente, non posso subire
ancora
simili oltraggi a causa della sua pigrizia, acciderbolina!" aggiunse
tra
sè e sè. "Bene, iniziamo”
continuò, ricomponendosi. “E, no, se avrete
intenzione di scattare foto in cui, appena mi giro, alzate il dito
medio
contemporaneamente, sappiate che non mi girerò, ha! Ma come
scriverò alla
lavagna?".
Marnie
cercò di non ridere, ricordando
le parole di Raj, e si sentì più rasserenata:
aveva capito che Sheldon Cooper
fosse un po' pazzo, ma almeno era così concentrato su se
stesso e a prendere in
giro lei e i suoi colleghi che di sicuro non avrebbe fatto domande,
sicuro
com'era di avere solo lui tutte le risposte.
"Ciao,
Marnie, sono Amy, Penny mi ha dato il tuo numero. Se ti va oggi
possiamo
pranzare insieme, lavoro anche io alla Caltech per una ricerca. Se
sì, ti
aspetto all' 1:30 p.m. in mensa. Ciao!".
Mentre tutti
uscivano dall'aula del
secondo corso della giornata - ingegneria meccanica - Marnie si
affrettò a
rispondere all'sms che aveva ricevuto ormai un'ora prima dopo aver
sistemato il
quaderno degli appunti in borsa.
Pranzo con Amy
dopo aver assistito
alla lezione del suo fidanzato, bingo!
"Ciao Amy! Certo
che mi fa
piacere, solo che non so come raggiungere la mensa. Sono fuori l'aula
305, puoi
venire tu da me?" scrisse rapidamente, sentendosi decisamente
imbranata.
Di solito il suo
senso
dell'orientamento era pessimo, e il fatto che l'università
fosse enorme, con
vari edifici, non l'aiutava affatto, per cui fu grata di trovarsi
davanti Amy
Farrah Fowler nel giro di cinque minuti.
"Ciao!" la
salutò,
improvvisamente animata.
"Marnie, ciao!
Come sono
andate le prime lezioni?" la salutò di rimando Amy.
"Bene,
cioè...".
"Non mentire, so
che avevi
lezione con Sheldon. Conosco i suoi difetti, puoi essere onesta" la
rassicurò la neurobiologa, sorridendo con convinzione.
"E' stato bravo,
ha spiegato
tante cose interessanti, solo che è stato un pochino...
Presuntuoso, ecco, ma
forse ha ragione, nel senso che dovrei leggere le sue pubblicazioni,
dopotutto
sono un'ingegnere fisico".
"Ti basta
frequentarlo per un
po' e saprai tutto, il mio fidanzato ama condividere il suo sapere e
tende a includerlo
nei suoi discorsi quotidiani" disse Amy, entusiasta. Le fece cenno di
iniziare a camminare, così Marnie la seguì.
"Un po' me ne
sono
accorta" ammise l'ingegnere.
"Pensi che sia
strambo,
vero?" borbottò Amy, rabbuiata.
"Io? No, no,
cioè, ha una personalità
fuori dal comune e lo conosco da un giorno solo! Siete tutti amici di
Penny e
mi fido di voi".
"Fai bene, e
poi, voglio dire,
per me il più strambo è Raj. Se potessi,
esaminerei il suo cervello, deve
essere interessante!".
"E
perchè?".
Amy le
lanciò un'occhiata
intenerita, come quella di una maestra che deve spiegare a un bambino
quanto fa
uno più uno.
"Fino a un anno
fa soffriva di
mutismo selettivo, riusciva a parlare con le donne solo se sotto
l'effetto dell’
alcool, e ciò lo porta ad essere eccessivamente timido con
l'altro sesso.
Aggiungi l'accento particolare, la sua smodata passione per i film di
Sandra
Bullock e per la cucina, il suo slinguazzarsi con la sua cagnolina e il
gioco è
fatto!" spiegò rapidamente, mentre attraversavano il
corridoio dove
c'erano gli uffici di geologia.
Marnie
deglutì, stupita.
"Stamattina mi
è sembrato
timido, sì" disse solo, scrollando le spalle.
"E ritieniti
fortunata di aver
conosciuto Howard solo ora che è sposato, prima era peggio".
"Addirittura?".
"Sì,
viveva con sua madre e
avrebbe avuto un coito con qualsiasi cosa assomigliasse a dei genitali
femminili".
"Ehm...".
"Ti sto mettendo
a
disagio?".
Si bloccarono
nel bel mezzo del
corridoio; Amy guardava Marnie con curiosità e lei
ricambiava lo sguardo senza
sapere cosa dire.
"No, no,
è solo che... Siete
tanti, tutti diversi, ed io ho sempre conosciuto una persona alla
volta"
cercò di giustificarsi la seconda, scrollando le spalle.
"Che carina, mi
ricordi Lucy,
l'ex di Rajesh! Ma tranquilla, oggi pranzerai con me, voglio dire, sono
la più
fica dopo tua cugina e posso aggiornarti su tutti i gossip
più succosi della
nostra combriccola! Immagino che Penny ti abbia detto che sono la sua
BFF!".
"Ce-Certo"
asserì Marnie
che, invece, una cosa del genere non l'aveva mai sentita.
Cosa diavolo
voleva dire BFF, poi?!
Quando entrarono
in mensa, con i
vassoi del pranzo in mano, le due ragazze catturarono l'attenzione di
Leonard e
company, e Howard le salutò, facendo loro segno di
avvicinarsi.
"Salve,
signore!" disse.
"Salve, ragazzi.
Noi andiamo a
pranzare, buon appetito" disse Amy.
"Ma dai, non
volete sedervi
con noi?".
"Sheldon
sostiene che sia
inconveniente visto che oggi ha tenuto lezione al mio corso"
spiegò
Marnie.
"Ti risulta che
Sheldon sia il
preside?".
"No...".
"Perfetto,
sedetevi,
su!".
"Potresti essere
sempre una
semplice studentessa che vuole chiarimenti" aggiunse Leonard.
"Allora potremmo
pranzare
tutti e sei insieme tutti i giorni!" esclamò Amy, mentre
faceva segno alla
sua nuova amica di prendere posto.
Sheldon
lanciò uno sguardo di
rimprovero ad Howard, poi, con nonchalance, si voltò verso
Marnie. "Bene,
sono tutto orecchi, fammi tutte le domande che vuoi".
"E
perchè?".
"Perchè
in caso necessario
diremo che sei qui con noi superiori - ovviamente non parlo di te,
Howard -
perchè hai delle domande da pormi, ed io non mento mai, non
so mentire"
ribattè Sheldon.
"Ecco
perchè sto con lui, non
mi mentirebbe mai se avesse una relazione con un'altra" disse Amy,
sorridendo a trentadue denti.
"O forse
perchè è leggermente improbabile
che accada" sbottò Howard, ancora offeso per non essere
stato incluso nel
gruppo dei "Superiori".
Sheldon lo
ignorò, impegnato
com'era a fissare Marnie. "Allora? Sto aspettando".
"Veramente mi
era chiaro
tutto" rispose in soggezione la ragazza. "E in più ho fame,
posso
pranzare?".
"Preferisci
nutrire il tuo
stomaco piuttosto che la tua mente. Gioventù bruciata!".
"Quindi, direi
di dare il
benvenuto ufficiale alla cara Marnie senza scienziati tra i piedi!"
esclamò Penny circa cinque ore dopo, alzando il suo calice
di vino con
entusiasmo.
Bernadette ed
Amy la guardarono con
un filo di biasimo in un modo che fece ridere l'ultima arrivata.
"Che
c'è?".
"Penny, siamo
delle scienziate
anche noi, e ormai anche tua cugina lo è" le
ricordò Bernadette.
La bionda
alzò gli occhi al cielo,
sbuffando.
"Tranquilla, ho
capito cosa
volevi dire, grazie per il pensiero" s'intromise Marnie per non far
degenerare la cosa.
Levò
a sua volta il suo calice di
vino, seguita dalle altre due, e i loro bicchieri si sfiorarono appena.
"A Marnie e alla
sua nuova
vita qui a Pasadena" disse Bernadette.
"Benvenuta nel
gruppo più fico
della città e dintorni!" terminò Amy, dandole una
pacca sulla spalla.
"Grazie, sono
onorata! Mi
divertirò tanto con voi, ne sono sicura"
ringraziò Marnie, per poi bere un
lungo sorso e lasciarsi scappare un'espressione un po' contrita. "Sono
astemia e non amo il sapore degli alcolici" spiegò.
"Oh, te lo
farò passare,
tesoro" ridacchiò Penny.
"Dicci qualcosa
di te,
Marnie" aggiunse Bernadette, guardandola con interesse, come se la
stesse
studiando.
La ragazza fece
spallucce, come per
minimizzare la cosa.
"Beh... Ho quasi
ventiquattro
anni, ho una sorella maggiore, adoro la saga di Harry Potter, andare al
Comicon, in occasione del quale mi vesto sempre da Hermione –
è comodo, sapete,
con questi capelli non devo nemmeno sforzarmi di indossare una parrucca
- e
avevo una migliore amica, Betsy, fino all'anno scorso".
"E come mai
avete
litigato?" chiese Amy.
"Siamo
cresciute, siamo
cambiate, cioè, lei è cambiata, ha detto che
essere amica mia è una noia, ha
iniziato ad uscire con alcuni ragazzi della New York University e non
si è
fatta viva per mesi, io ero impegnata con gli esami finali e... E
basta, ci
siamo allontanate" mormorò.
"Che idiota! Non
pensarci più,
ora hai noi" cercò di tirarla su la cugina, accarezzandole
il braccio.
"Qualche sera
potremmo giocare
a Twister!" aggiunse Amy.
"Oh, io adoro
quel gioco,
spesso ci gioco anche da sola!" esclamò Marnie, battendo le
mani per
l'eccitazione.
"Anche io!
Cioè, prima che la
mia vita diventasse così fica".
Penny
alzò gli occhi al cielo,
bevendo un altro sorso di vino, e Bernadette guardò Marnie,
intenerita:
dopotutto, sembrava una sorta di Amy più giovane, senza
scimmie per casa e un
fidanzato pseudo-psicopatico.
"Allora possiamo
organizzare
una serata Twister tutte insieme, che ne dite?".
"Hai ragione,
Marnie! Domani
possiamo vederci da me, vieni a casa mia con me dopo le lezioni e le
ragazze ci
raggiungono, che dite?".
"Io
finirò di lavorare tardi"
si giustificò Penny.
"E io ho il
turno di
pomeriggio" disse Bernadette.
"Allora possiamo
giocarci da
sole e replichiamo qualche altra volta!" disse Amy.
"Per me va bene".
Le due nuove
amiche batterono il
cinque in segno di alleanza, mentre le due bionde assistevano alla
scena,
intenerite.
"Sapete che vi
dico? Adoro
Pasadena!" dichiarò Marnie, due bicchieri di vino dopo, a
causa di cui si
addormentò nel giro di pochi istanti, sotto lo sguardo
intenerito delle altre
tre.
*°*°*
Ed ecco qui il
secondo capitolo!
Che ne dite?
Marnie
ha
rivelato qualcosa in più
sulla sua vita e ha avuto a che fare con gli altri
all’università. Come prestavolto ho scelto Zooey
Deschanel , anche se immagino Marnie con gli occhi
castani e meno bella xD
Mi sto
divertendo a correggere i
capitoli, visto che li avevo scritti mesi fa, e vi comunico che questa
storia
ne avrà massimo 10.
Grazie a chi ha
letto/recensito/iniziato a seguire questa storia!
E a tutte le
Shamy shippers che mi
hanno lasciato una recensione: tranquille, sono la prima che ama gli
Shamy! ;)
Vi lascio
uno spoiler dal capitolo
3 ^^
"No, Sheldon,
non ho il ciclo!" protestò
Marnie, sbuffando.
"E sei in questo
stato perchè non ce l'hai e
temi di aspettare un bambino?".
"Cos...? No!".
A presto!
Milly92