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Autore: cormac    06/11/2014    3 recensioni
Quando Ruki lo guarda in quel modo, quando ha quegli occhi blu puntati addosso, Yuma perde la cognizione del tempo e dello spazio.
«Metti le mani sui miei fianchi. Ti guido io».

[yuma/ruki - prompt: ruki vuole insegnare a yuma a ballare]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ruki Mukami, Yuma Mukami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dance of Lust.




Quando Ruki lo guarda in quel modo, quando ha quegli occhi blu puntati addosso, Yuma perde la cognizione del tempo e dello spazio. Forse il moro non lo fa con malizia, forse nemmeno si accorge dell’incantesimo che, involontariamente, esercita su di lui. Sarà forse la vicinanza, il profumo ancora fresco di bagnoschiuma (muschio e menta piperita...?) o il collo morbido e dannatamente invitante, lasciato leggermente esposto dallo scollo a V della maglia; o forse tutt’e tre le cose insieme. Yuma non lo sa. Sa solo che quando Ruki gli appoggia le mani sulle spalle e gli sussurra qualcosa che non è sicuro di aver compreso, ogni cosa perde di significato. Diventa un serpente in balìa del suo incantatore.
«Yuma».
E’ la sua voce, vellutata e piacevole, che lo riscuote dal suo stato di trance. Allora Yuma lo guarda in cerca di aiuto. Si sente impacciato nell’affrontare quella sequenza di movimenti, per i suoi gusti fin troppo eleganti, come un animale confinato in una gabbia troppo stretta. Ma dal momento che si tratta di un esplicito desiderio di Ruki quello di insegnargli a ballare, anche una bestia come Yuma è disposta ad ammansirsi.
«Oi, Ruki...»
«Metti le mani sui miei fianchi. Ti guido io».
Yuma obbedisce. Non solo perché non può fare altro, dal momento che Ruki non è una persona a cui si possa disobbedire, ma soprattutto non /vuole/ fare altro. Potrebbe perdere l’occasione di stargli vicino, di toccarlo e di respirare il suo odore, e non vuole che accada. Quindi gli cinge i fianchi, e forse lo stringe troppo, perché Ruki gli sussurra un “rilassati” con un mezzo sorriso.
Si aprono le danze.
Il lento lamento registrato di un violino solitario fa da sottofondo ad una lezione alquanto inusuale. Yuma è incerto, ma si lascia guidare, azzarda qualche passo suggeritogli dalla voce bassa e controllata di Ruki. E’ sempre colpa di quella voce meravigliosamente sensuale se Yuma perde il controllo.
Occorrono diversi passi, ma alla fine sembra persino averci preso la mano. Un sorriso sorge spontaneo sulle labbra del castano. E poi è Ruki ad interrompere la danza. Non si tratta però di un’interruzione accidentale, dovuta ad un errore. La interrompe perché si ferma, si alza in punta di piedi e senza dire nulla, senza avvertire, lo bacia. Sono morbide e fredde le labbra di Ruki, ed hanno quel sapore inebriante di sangue fresco di cui non farebbe mai e poi mai a meno.
Inizialmente è un contatto leggero, breve, /insoddisfacente/. Yuma vorrebbe di più. Per questo, anziché riprendere la danza, lo trattiene a sé.
«Un altro» mugugna. Non è un ordine, non suona come tale, poiché nessuno potrebbe mai permettersi di dare ordini a Ruki Mukami, è un’informazione. Vuole rendere partecipe il moro del fatto che lo vuole, lo vuole disperatamente, e che quello non gli basta. Allora Ruki incurva le labbra e gli concede un sorriso malizioso.
«Se farai il bravo, avrai il tuo premio» Yuma annuisce malvolentieri: Ruki gode di ogni sua scalpitante attesa, di ogni sua insofferenza, ma non lo fa con sadismo, con cattiveria. Ne gode perché Yuma lo ama e lo desidera, e quell’amore, quel desiderio, lo lusingano.
Riprendono a ballare, una danza che assume sempre più le sembianze di una dolce e lenta tortura, perché avere il collo del moro così sfacciatamente in bella mostra è una costante provocazione per il castano; poi tutto si ferma, tutto rallenta, come in un mondo immerso nell’acqua.
«Sei stato bravo» si complimenta Ruki. La sua voce giunge ovattata, quasi indistinta. Yuma non osa prendersi il suo premio prima che sia l’altro a permetterglielo, ma quando Ruki accenna ad alzarsi nuovamente per cercare il contatto con le sue labbra, Yuma è più veloce, lo prende in contropiede. Lo bacia con la foga di una passione trattenuta, insinua la lingua nella bocca dell’altro, sfiorando i canini appuntiti e gioca con la gemella. Ruki è spiazzato da tanto impeto, afferra un lembo della maglia dell’altro e la stropiccia forse un po’, ma in quel momento è l’unico scoglio a cui può aggrapparsi colui che si è avventurato fuori mentre la tempesta era imminente.
Quando quel lungo bacio si interrompe, con sommo dispiacere dell’uno come dell’altro, al moro viene un’idea migliore. Cerca il muro arretrando lentamente, ed una volta trovato vi si appoggia con la schiena e le spalle, reclinando leggermente il collo all’indietro in modo da scoprire la giugulare. Socchiude gli occhi mentre sente i passi di Yuma avvicinarsi a lui, pregustando già il piacere agrodolce di ciò che giungerà dopo.
«Non hai sete?»
   
 
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