Orgoglio
Allora non aveva avuto alcuna importanza, quando, svegliandosi accanto a lui, non riusciva a ricordare neppure il proprio nome. Dopotutto, quello che contava davvero era il fatto che lui si stesse prendendo cura di lei, nonostante tutto. Come il più affettuoso degli amanti, come un marito premuroso.
Adesso, invece, le importava eccome. Il sapere chi era, l’avere la consapevolezza di tutto quello che entrambi avevano sofferto fino a quel momento, fra grandi dolori e piccole gioie, la faceva sentire completa. Un senso di pienezza conquistato unicamente perché – se pure lei lo aveva rinnegato per alcuni istanti, una volta ritrovati i ricordi – lui era rimasto fedele a se stesso e al proprio cuore, continuando a credere in quell’amore che li aveva uniti in passato, quando non sapevano nulla l’uno dell’altra, e che ancora li univa.
Viletta – o Chigusa, come lui soleva chiamarla – si spostò a fatica sotto il peso della vita che continuava a crescere nel suo ventre, e si avvicinò maggiormente al marito, assopitosi sul divano, accanto a lei, quando le aveva imposto di riposare, spaventato da un capogiro che le aveva quasi fatto perdere i sensi a causa della calura estiva. Gli posò un bacio sulla tempia, mentre con la mano che sfoggiava la fede nuziale, giuramento di un amore mai spento, affondava le dita fra i suoi capelli scuri. Non aveva sposato un uomo particolarmente bello né troppo furbo, di questo ne era pienamente consapevole; ma Ougi aveva gran cuore, forse il più buono e generoso in cui le fosse mai capitato di imbattersi. Era puro e con un alto senso dell’onore. Come lo erano i Giapponesi autentici.
Ripensare a quel nome,
pronunciarlo al posto di “Eleven”, adesso non le dava più un senso di
disagio, bensì d’orgoglio. Aveva sposato uno di loro, un uomo che aveva
votato la vita alla patria e alla libertà. All’amore. Ne era fiera. Così
come la rendeva immensamente felice portare in grembo suo figlio. Un figlio
nato dal disperato bisogno di amare, in un’epoca flagellata dalla sete di
potere e dall’infinito scorrere di sangue fraterno.
Dedicata alla mia Mukka preferita. ♥