Room
of
Whispers
Al di
là del lago, vicino al vecchio cipresso, si erge la dimora
dei sussurri.
Affascinate e decadente allo stesso tempo, è nido di spiriti
benevoli e
maligni. Nell’immensa casa vittoriana gli arditi potranno
trovare innumerevoli
stanze, perfettamente arredate in stile ottocentesco. Grandi finestre
filtrano
una luce pallida che troverà riposo sul lieve strato di
polvere argentea
depositata su ogni mobile. Se questo intrepido eroe
raggiungerà il piano
superiore troverà un’unica stanza: un grande
salone da ballo accomodato a
soffitta.
Una
volta entrato l’ardito sentirà voci, mormorii,
bisbigli. Se il prode
esploratore non proverà alcun terrore sarà libero
di tornare sui suoi passi,
ma… beh sappiamo tutti che sarebbe molto inverosimile.
Il
piccolo carillon cominciò la sua disarmonica melodia,
ciò indicava il risveglio
della piccola Colette.
Morta
di polmonite nel lontano 1812 alla giovane età di dodici
anni, infausto destino
per una creatura né cucciolo né donna.
La
creatura si stiracchiò e con eleganza spettrale
giocò con la corda appesa al
muro, quel giorno aveva proprio voglia di scherzare.
-Signorina!
Non ha davvero pietà per un povero diavolo come me!- la
creatura sorrise
timidamente come se non fosse stata sua intenzione svegliare il vecchio
spirito. Alfred sfilò il collo impalpabile dal cappio e lo
sistemò quasi come
fosse un cuscino.
Era un
omuncolo scontroso quando ancora il suo cuore batteva, impiccatosi nel
1937
dopo la morte prematura della moglie.
-Avete
visto che bella giornata oggi? Una mattina perfetta per
cavalcare…- osservò la
creaturina malinconica.
- Il
sole è così raggiante… preferisco le
giornate uggiose e fredde, il sole è per i
vivi Colette- anche in vita Alfred era sempre stato pessimistico nei
confronti
della vita, e una volta morto questo sentimento non poteva che
amplificarsi.
Piano
piano ogni spiritò si svegliò dal suo lugubre
sonno, c’era chi raccontava
sempre gli stessi aneddoti, chi sospirava davanti alle finestre,
qualcuno
danzava perfino. E poi c’era lo spirito più
affascinante per Colette: Madame
Celine: quando ancora faceva parte del mondo dei vivi era una
sensitiva, una
fattucchiera, una… ciarlatana. Incantata dal mondo
ultraterreno, ma incapace di
venirne a contatto, aveva finito per entrarci bruscamente per overdose
durante
la primavera del 2009.
-Milady!
Volete una divinazione?- Colette si divertiva molto ad ascoltare la
maga, era
buffa e goffa mentre diceva le sue profezie.
-Lascia
stare la bambina Celine! Siamo morti non ci servono profezie da parte
di uno
spirito in sovrappeso-.
Colette
si allontanò dai due spiriti, quando cominciavano a litigare
erano
insopportabili. Ritornò vicino al suo piccolo carillon. Ogni
spirito aveva un
proprio oggetto, o come avrebbero detto i vivi, ogni oggetto conteneva
dentro
di sé un’anima. Quello della creatura era proprio
il carillon: era stata
l’ultima cosa che aveva visto prima di iniziare il sonno
eterno. Essendo un
oggetto terreno era logorato dal tempo, la vernice era scrostata e la
musica
non era certo più tanto tollerabile, almeno per i vivi. La
creatura lo trovava
ancora bellissimo.
La
creatura conosceva bene tutti gli spiriti, sia buoni che cattivi. Si
pensa che
nella morte tutti si diventa uguali, cenere indefinita. In quella
stanza invece
ognuno era diverso e uguale allo stesso tempo; tutti forti e tutti
fragili.
Come Pilar, morta nel 1962 dando alla luce il piccolo Micheal. In vita
era
sempre stata una donna difficile da comprendere, calcolatrice ed
egoista.
Durante
la sua vita negli inferi il suo carattere era completamente mutato,
sedeva
sempre su una sedia a dondolo stringendo una copertina azzurra, e
malinconica
si chiedeva come fosse diventato il suo bambino, se stava bene e se
fosse
riuscito a trovare l’amore di una famiglia.
Tutti
gli spiriti sapevano che la stanza in cui alloggiavano veniva chiamata
“La
camera dei sussurri”, conoscevano l’inquietudine
degli umani terrorizzati da
quella vecchia casa, a volte si divertivano anche a spaventarli.
Colette invece
amava quella camera che era diventata casa sua, provava affetto per
ogni
spirito, anche per quelli che ancora non conosceva. Addormentandosi si
raccontava di nuovo tutte le storie dei suoi compagni, cresceva con
esse e scopriva
tutto ciò che la morte aveva cercato di negarle.
Spazio
autrice:
Ciao!
Grazie per aver letto il mio racconto J…
spero sia piaciuto e non risulti troppo noioso,
teoricamente doveva essere postato per Halloween, ma non riusciva a
convincermi…
oggi l’ho sistemato e mi pare decente.
Mi
farebbe piacere una vostra recensione, A presto!
Angelica