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Autore: Mia Renard    07/11/2014    1 recensioni
Quando si trovò davanti alla persona che la nipote aveva portato con sé, gli si gelò il sangue.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Matheson, Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Mentre seguiva il soldato verso la vecchia banca, nella testa di Miles vorticavano mille pensieri, ai quali difficilmente riusciva a dare un ordine preciso.
Era un’occasione d’oro, per aiutare Bass in qualche modo. Doveva per forza essere così, quella convocazione doveva avere un senso. Pensò che nulla accadeva per caso e che non esisteva il destino. L’importante era prendere  e tentare di sfruttarli a proprio vantaggio. O almeno, questo era quello di cui stava tentando di convincersi.
Calma si disse. Devo mantenere la lucidità per esaminare in breve tempo, tutte le opzioni disponibili.
Punto primo: individuare tutte le possibili uscite. Punto secondo: individuare le armi disponibili. Punto terzo: trovare l’entrata del caveau, anche se sperava che Bass non fosse chiuso lì dentro. Punto quarto: fare un rapido conto delle guardie armate per valutare la possibilità di fuga, senza farsi uccidere.
Ma appena arrivò a destinazione tutte le sue speranze andarono in fumo. Cosa si era illuso di poter fare da solo? Bass non era nel caveau ma a guardia dell’amato contò dieci soldati, tutti armati fino ai denti, dei quali due ai lati della stanza dove era tenuto prigioniero, con fucile carico pronto a sparare nel caso di guai. Qualsiasi tentativo di fuga sarebbe stato un suicidio, anche se ancora non riusciva ad accettare l’idea di perderlo.
Infatti, quando arrivò in vista della camera dove l’avevano rinchiuso, una pugnalata lo colpì al cuore. Era dietro una porta fatta con grate di ferro intrecciate, seduto per terra al buio, con la schiena appoggiata al muro. La testa china. Non l’aveva mai visto così indifeso. Lottò per mantenere la calma.
Appena gli occhi celesti di Bass si alzarono su di lui, un sorriso gli illuminò il viso e scattò in piedi avvicinandosi alla rete.
Il cuore di Miles batteva all’impazzata, avrebbe voluto mettersi ad urlare. Fece uno sforzo tremendo per mostrarsi distaccato a tutta quella situazione. Prese a due mani il proprio autocontrollo e assunse un’ espressione glaciale.
Fu l’altro il primo a parlare: -Questi bifolchi mi hanno concesso un’ultima richiesta ed io ho chiesto di te.-
-Cosa vuoi, Bass?- chiese Miles serio, mantenendo un’inflessione di voce piatta.
Ma l’amato vedeva chiaramente la sofferenza che gli attanagliava l’animo.
-Andiamo, Miles. Tutti gli altri vogliono che vada all’inferno. Tu no. Ed in fin dei conti è esattamente così che deve essere. Eravamo amici. Stringimi la mano e dimmi addio.-
-Vorrei rimanere da solo con lui.- disse Miles ai soldati.
-Non è possibile- rispose prontamente la guardia più vicina.
-Dove volete che vada? E’ chiuso qui dentro. E’ mio amico e state per ucciderlo. Ho il diritto di parlare un’ultima volta con lui, da solo- obbiettò, sentendo vacillare la calma forzata che si era imposto e sentendo insinuarsi a poco a poco dentro di lui di nuovo il panico.
Il soldato in questione si allontanò di qualche metro. Di più non riuscì ad ottenere.
Miles si avvicinò ulteriormente alla rete, per parlare con Bass senza essere sentito:
-Scordatelo. Non lascerò che ti uccidano. Quando ti riporteranno verso le prigioni per l’esecuzione, creerò un diversivo. Ho abbastanza tempo per posizionare degli esplosivi nei paraggi della strada che dovrete percorrere. Programmerò un timer per la detonazione. Basterà distrarli per pochi attimi. Charlie ed io saremo nascosti lì e spareremo sulla tua scorta. Tu tieni giù la testa e corri come il vento. Saranno troppo occupati e difendersi ed a rispondere al fuoco per badare a te.-
-Miles…-provò ad interromperlo l’altro.
-No, ascoltami. Devi correre alle mura. A poca distanza dall’entrata principale, a sinistra, c’è un varco che ho creato io per passare quando venivo da te. Nasconditi nella boscaglia appena fuori. Non ti troveranno col buio. Io ti raggiungerò lì e ce ne andremo per sempre…insieme.-
Bass abbozzò un lieve sorriso: - Apprezzo molto il fatto che tu voglia darmi qualche speranza. Ma sei consapevole quanto me che non funzionerà. Mi pianteranno un proiettile tra le scapole prima che io riesca ad allontanarmi di qualche metro.-
-Ma che ti sta succedendo? Non è da te tirarti indietro. Eri il primo a voler rischiare il tutto per tutto, anche con i piani più pericolosi. Fallo per me. Te lo chiedo per favore. Non ricordi i nostri progetti? Una casa col giardino, un piccolo orto, un divano a penisola…la nostra vita insieme? Io non voglio rinunciarci. Dobbiamo tentare.-
-Erano solo sogni. Non voglio che tu ti faccia uccidere per un’impresa senza speranza.-
-Perché? Tu credi che potrei andare avanti a vivere senza di te? Proprio adesso che ti ho ritrovato.-
-E’ quello che devi fare. Ho chiesto di vederti solo per assicurarmi che tu non facessi stupidaggini. E per dirti un’ultima volta che ti amo e ti amerò per sempre.  Anche dall’altra parte continuerò ad amarti e veglierò su di te. Vivi la tua vita, Miles. Domani è un altro giorno e, col tempo, il dolore si attenuerà. Magari troverai un’altra persona degna del tuo amore. Ti chiedo solo di non dimenticarti di me.-
Miles rischiò di crollare di nuovo. Barcollò aggrappandosi alla rete. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Il suo amore si arrendeva al suo destino, accettava la morte. E rendersene conto mandò il suo cuore in frantumi.
-Bass…-tentò. Ma non sapeva cosa dire in realtà. Sentì le lacrime pungergli gli occhi. –Non mi lasciare. Non ce la faccio senza di te- bisbigliò, mentre la sua voce cominciava a tremare.-
-Si invece, ce la farai. Perchè è esattamente così che doveva andare a finire. In fondo, la sapevamo fin dall’inizio. E non mi importa di morire, adesso. Ci siamo riuniti, ti ho riamato, era solo chiarirmi con te e riavere il tuo amore che contava. Ora va tutto bene. Non ho paura e sono in pace con me stesso. Porto nel cuore i momenti più felici della mia vita. Quelli passati insieme a te.-
L’altro tentò di ricomporsi. Non voleva che l’amato lo ricordasse così. Puntò i suoi occhi scuri in quelli di lui, attese qualche attimo e poi disse l’ultima cosa che ormai contava: -Ti amo, Bass.-
Questo sorrise. E Miles tentò di imprimersi ancor più a fuoco nella mente quel sorriso. Perché sapeva che era l’ultima volta che lo vedeva.
-Era questo che volevo sentirti dire.-
Poi Miles si voltò ed uscì a grandi passo dalla vecchia banca. Era davvero finita, questa volta.
Dentro sé stesso giurò vendetta.






Bass rimase a fissare la schiena dell’uomo cha amava finche lui non fu uscito. Almeno era riuscito a dirgli addio.
Si risedette per terra nella sua improvvisata cella. Quanto tempo mancava a mezzanotte? In fondo non gli importava. Dopotutto aveva avuto una bella vita: era sopravvissuto a due operazioni ad alto rischio in Iraq, era stato generale a capo della milizia e, cosa più importante, aveva avuto la fortuna di provare quella cosa chiamata “vero amore”. Non tutti potevano vantarsi di questo.
Miles a Bass, da sempre: amici, fratelli, amanti. Era tutta la sua famiglia. Dopo che i suoi genitori e le sue sorelline erano morti, gli era rimasto solo lui. L’unico punto fermo, l’unica certezza.
Ripensò, con un lieve sorriso, alla prima volta che erano stati insieme. Si era accorto con orrore, di provare attrazione per il suo migliore amico. Era geloso delle sue eventuali amicizie, possessivo, lo pensava ogni attimo del giorno, lo sognava persino. E quando non erano insieme gli mancava terribilmente. Il pensiero di lui in compagnia di qualcun altro lo faceva impazzire. Poi Miles gli aveva confidato che provava la stessa cosa. Era stato lui il più coraggioso, il primo a farsi avanti. Si erano baciati, si erano toccati, ed erano finiti col fare l’amore. Subito, affamati l’uno dell’altro. Bass aveva avuto paura, di non essere all’altezza, di non essere capace, di sentire male, nonostante la piena fiducia in Miles. Ma poi era andato tutto bene, era stata una cosa naturale e bellissima.
Si aggrappò a questo ricordo per avere il coraggio di affrontare l’imminente morte. Proprio in quel momento sentì scattare la serratura. Un soldato entrò portando le catene.
-Monroe- disse freddo –è ora di andare.-
 
  
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