Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |      
Autore: auroramyth    07/11/2014    4 recensioni
Un altro giorno, l'ennesimo, che resto da sola in questa grande casa.
-Tesoro, non è per non portarti con me, il fatto è che io farò tardi e tu hai l'università presto domani mattina… Non è che non voglia uscire con te, credimi!- mi ha detto prima di andare via.
Ma forse è proprio così, non vuole uscire con me, non è per la sua privacy che lo fa, visto che Tom e la sua compagna sono tranquillamente andati con lui, senza temere fotografi o giornalisti.
Forse si vergogna di me perché ho quasi dieci anni meno di lui e teme il giudizio della gente se si venisse a sapere che esce con una ragazza così giovane.
Forse semplicemente non mi ama.
-Tesoro, so benissimo di essermi comportato da idiota ad un certo punto della nostra storia, mi sono lasciato prendere dal panico per tutte le differenze che ci sono tra di noi e sono andato fuori di testa… Ma ora ho capito! E ho detto a tutti la verità… ora tutti ti conoscono per quella che sei e non me ne vergogno… spero solo che tu decida prima o poi di perdonarmi…-
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
bb My Space: questa volta le note le metto per prime perchè vorrei consigliarvi mentre leggete questa ff l'ascolto (in quest'ordine) di "Covered In Gold" e "Never Let You Down" da "Kings of Suburbia" dei Tokio Hotel, dato che sono le due canzoni che mi hanno ispirato questa ff e di cui la prima mi ha dato anche il titolo (col testo invertito), infatti se ci pensate recita: "But I can't let you go, put your heart in repeat / Remember us, remember me"... dunque non mi resta che augurarvi buona lettura!

Image and video hosting by TinyPic


Un altro giorno, l'ennesimo, che resto da sola in questa grande casa.

-Tesoro, non è per non portarti con me, il fatto è che io farò tardi e tu hai l'università presto domani mattina… Non è che non voglia uscire con te, credimi!- mi ha detto prima di andare via.
Ma forse è proprio così, non vuole uscire con me, non è per la sua privacy che lo fa, visto che Tom e la sua compagna sono tranquillamente andati con lui, senza temere fotografi o giornalisti.
Forse si vergogna di me perché ho quasi dieci anni meno di lui e teme il giudizio della gente se si venisse a sapere che esce con una ragazza così giovane.
Forse semplicemente non mi ama.
Quando torna, Bill si spoglia lungo la strada verso il bagno, disseminando vestiti ovunque, poi si infila a letto, mi augura buonanotte e mi da un bacio sulla fronte.
Poi mi dà la schiena e si mette a dormire.
Il suo alito sa ancora di alcol, il dentifricio non l'ha coperto del tutto, segno che ci ha dato dentro di brutto.
Ancora una volta è uscito a divertirsi senza di me.
È davvero il fatto che sono tanto più giovane di lui a frenarlo?
Eppure sembrava che all'inizio della nostra storia non gli importasse.
Ma poi ho scoperto che nemmeno alla sua famiglia, a parte che a suo fratello ovviamente, ha detto la verità su di me.
Ricordo ancora come era bello quando mi corteggiava al club che frequenta dove facevo la DJ per arrotondare un po' le entrate e per mettere a frutto i miei studi di acustica…
Lui era così simpatico e stimolante!
E poi essendo un cantante/musicista/produttore musicale aveva sempre qualche cosa di brillante da dirmi sulla musica o qualche consiglio particolare da darmi...
Poi, nell'arco di poche settimane dall'inizio della nostra storia, tutto si è raffreddato.
E ora mi sento sola come un cane, nonostante lui giaccia a pochi centimetri da me.
Questa situazione è diventata intollerabile.
Non ce la faccio più.
Non posso stare con Bill così, mi sento come uno di quei suoi braccialetti che mette e toglie a seconda di come si abbinano al vestito del momento.
Ecco, io sono l’accessorio che mette e toglie a seconda della situazione in cui si trova.
Mi mette quando vuole un po’ di sesso da me.
Mi toglie quando deve vivere la sua vita fuori dalle mura protette della sua casa.
Ma io, nonostante sia ancora innamorata di lui, non ho più intenzione di lasciarmi trattare così.
Domani mattina me ne andrò.
Domani mattina lo lascerò andare per la sua strada e mi farò da parte.
È meglio per entrambi.
Sappiamo tutti e due che io non sono mai stata quella giusta per lui, ma solo lo svago del momento che quando ha cominciato a diventare troppo serio non andava più bene.
 
Dopo la colazione, insolitamente silenziosa, quasi come se anche Tom e la sua compagna avessero sentito aria di tempesta, lascio i gemelli ai loro discorsi e senza dire una parola vado a preparare le valige.
So che questa decisione piomberà tra capo e collo a Bill in maniera inaspettata, ma sarà meglio per tutti.
-Che stai facendo?- mi domanda Bill preoccupato quando ad un certo punto della mattinata fa il suo ingresso in camera.
-Le valige, Bill. Me ne vado.- dico con una calma che dentro di me non sento.
-Te ne vai da me o solo da questa casa?- chiede con voce lieve, un sussurro appena udibile.
-Entrambi.-
-Mi stai lasciando?!-
Questa presa di coscienza lo sconvolge, lo so bene.
-Lo hai fatto tu molto tempo fa, quando hai cominciato a scordarti di me.- rispondo acida.
-No! Non è così! Io… Io…-
La sua voce si affievolisce mano a mano che parla.
Io spero con tutto il cuore che continui la frase, ma l'attesa è inutile, niente esce dalle sue labbra.
Io mi rassegno.
La speranza è l’ultima a morire si dice, ma questa volta anche lei è morta.
So cosa devo fare.
Anche se è doloroso e mai avrei voluto prendere una decisione simile.
-Lascia perdere, Bill... Ormai ho deciso... Non cambio idea... Non torno indietro... È finita!-
 
È finita.
Quanto fa male questa frase.
È incredibile come due semplici parole come queste messe insieme abbiano questo grande potenziale di uccidere.
E io sto morendo in questo istante.
Sto morendo dentro.
Sono anni che il mio animo appassisce, oggi gli è arrivato il colpo di grazia.
Lei mi chiede di andarmene dalla mia camera e io senza più la capacità di intendere e di volere la accontento.
Scendo in salotto come un automa.
Mi siedo accanto a mio fratello.
Nessuno dei due fiata.
Il mio sguardo è perso, vacuo, fissa il vuoto.
La mia mente in totale stato di confusione.
Il mio cuore sembra abbia smesso del tutto di battere, anche se so che non è fisicamente possibile dato che a quanto pare sono ancora vivo.
Fisiologicamente vivo…
Il resto di me è morto nell’esatto istante in cui mi ha detto che è finita.
È finita.
Una frase che mi rimbomberà nella testa per il resto della mia vita e che mi visiterà nel sonno per darmi gli incubi.
Non sono melodrammatico, solo sincero.
Lei scende con le prime cose che ha preparato da rimuovere da casa mia, poi sparisce di nuovo al piano superiore senza degnarci di uno sguardo, e allora Tom capisce tutto.
-Che sta succedendo?- mi domanda con una lieve accusa negli occhi.
-Se ne vuole andare via da me…- rispondo abbassando lo sguardo, non riesco a guardare negli occhi mio fratello dopo questo ennesimo fallimento sul piano sentimentale.
Le mie relazioni sono sempre state un disastro, sembro incapace di far funzionare le cose, di farle durare.
Forse perché la separazione dei miei quando ero piccolo mi ha lasciato questo senso di precarietà dei rapporti.
Forse perché ormai sono abituato che nessuno voglia più stare con Bill, solo Bill, ma tutti vogliono Bill Kaulitz la superstar.
Fatto sta che nonostante i miei oltre trent'anni sono riuscito a far scappare anche lei, eppure a lei tengo moltissimo! Più che a tutte le altre che l'hanno preceduta.
E non perché sento la necessità alla mia età di sistemarmi, ma semplicemente perché lei è ciò che si avvicina di più a quell'anima gemella che ho cercato per gran parte della mia vita.
Io la amo.
Semplicemente la amo.
-E tu la lasci andare così?- mi chiede Tom, guardandomi come se fossi pazzo e strappandomi dalle mie riflessioni silenziose.
-Cosa potrei fare, scusa? Non posso di certo costringerla a restare o sequestrarla, ti pare?!-
-Bill, non commettere due volte lo stesso errore, cazzo! Non farti scappare anche lei! Non fartela scivolare dalle dita!- mi incoraggia Tom con un'urgenza nella voce che di rado gli ho sentito.
-Troppo tardi, Tom…- mugugno tristemente.
-Non è troppo tardi!- mi urla strattonandomi per una spalla.
-Sì che lo è! Mi sta già lasciando se non l'avessi notato!- gli rispondo con lo stesso tono.
Tom per qualche secondo tace, poi mi costringe a fronteggiarmi con lui faccia a faccia.
-La ami, Bill?-
La sua domanda mi lascia interdetto per un attimo, mio fratello non è mai stato così diretto con me.
Mai.
Ma conosco bene la risposta da dargli.
-Sì, certo che la amo!-
-Allora combatti! Combatti per lei, Bill! Dimostrale ciò che provi!-
Vorrei poterlo fare.
-Non so cosa fare ormai! È troppo tardi, te l'ho già detto! L'ho data per scontata e lei si è stufata… E ha ragione se proprio vogliamo essere onesti…-
L'ennesima storia finita male, l'ennesimo dolore, l'ennesima stilettata al mio cuore già sanguinante da tempo.
Dio, che disastro!
Ma no! Questa volta non posso permetterlo!
Non lascerò che accada!
Devo provarci!
Ho bisogno di provarci!
Percorro di corsa le scale e divoro i metri che mi separano da lei.
Spalanco la porta della mia camera che va a sbattere contro il muro con un gran fragore.
Mi lancio su di lei che sconvolta si lascia buttare sul letto.
Atterro sopra di lei sul materasso.
-Bill, ma che…?-
-No, no, no… Non ti lascerò andare via! Permettimi di dimostrarti che ti amo! Lascia che ti dimostri quanto stiamo bene insieme!-
 
So che cosa intende Bill quando pronuncia questa frase.
Lui crede che facendo l'amore, no anzi, facendo sesso mi dimostri che mi ama.
Ma non è così!
Io non lo sento tutto il suo grande amore!
Ad ogni modo non ho il coraggio di avviare una discussione con lui, sono troppo codarda per farlo.
O forse temo che cederei ancora una volta alle sue lusinghe.
Decido di assecondarlo.
Sarà l'ultima volta che io e lui ci ameremo e conserverò gelosamente il ricordo per tutta la mia vita.
Bill rimarrà per sempre il mio grande amore e, egoisticamente, lo voglio ancora, per una volta ancora.
L'ultima.
So che dopo il sesso spesso e volentieri prende sonno.
Ne approfitterò in quel momento per filarmela.
Sono davvero una schifosissima codarda cospiratrice.
 
Mi risveglio dal mio pisolino post sesso appagato e felice.
Mi rigiro nelle lenzuola per cercare la mia ragazza e stringerla a me, amo sentirla contro di me.
Allungo un braccio dalla sua parte per avvicinarmi al suo corpo ma lei non c'è.
Mi alzo a sedere di scatto e mi guardo intorno per la stanza.
Nonostante il letto sia ancora caldo, di lei non c'è traccia, tranne un lieve sbaffo del suo mascara blu e del suo rossetto bordeaux sul cuscino accanto al mio.
Accarezzo la sbavatura con le dita e penso a lei e a quanto mi piace con quel mascara blu sulle ciglia.
Mi ha ingannato.
Se ne è andata, approfittando di un mio momento di vulnerabilità per tagliare la corda.
Dovrei odiarla per avermi fottuto, in tutti i sensi.
Dovrei odiarla per avermi in un qualche modo tradito.
Dovrei odiarla per avermi lasciato qui sanguinante e depresso a struggermi per lei.
Dovrei odiarla per avermi lasciato e basta.
Dovrei odiarla… e invece continuo ad amarla.
E la rivoglio con me.
Rimango sdraiato a fissare il soffitto a lungo, riflettendo.
So cosa devo fare per riaverla.
Sono molte le cose che dovrei fare in realtà, e le farò. Per lei le farò.
A cominciare dal dire la verità a mia mamma.
La chiamo e lei risponde al terzo squillo.
-Ciao, tesoro, come stai? Hai bisogno? Non chiami mai a quest'ora…-
-Mamma, devo dirti una cosa.-
-Dimmi.-
-Ci siamo lasciati.-
-Cosa?-
-Ci siamo lasciati ed è colpa mia. Non sono mai stato completamente onesto con lei e su di lei, mamma.-
-Che vuoi dire?-
-Non ho mai voluto presentartela né fartici parlare al telefono, non perché, come ti dicevo, aspettavo di capire se i miei sentimenti per lei fossero profondi (perché lo erano, lo erano eccome! Lo sono tutt'ora!), ma perché temevo il giudizio tuo e di tutti gli altri sul fatto che lei ha quasi dieci anni meno di me.-
-Dio, Bill, è vero?-
-Cosa?-
-Che temevi il mio giudizio sulla sua età.-
-Non volevo che si pensasse che fossi come tutti quegli uomini pervertiti che scelgono donne puttane che potrebbero essere loro figlie per sentirsi più cool.-
Mamma coglie il succo della questione.
-Cos'è, ti vergognavi di lei? O meglio, che la tua scelta fosse ricaduta su di lei?-
Vorrei poter dire qualcosa di diverso, ma voglio essere onesto.
D'ora in poi voglio poter meritare il mio amore perduto.
-Ho paura di sì, mamma. Sono un'idiota.-
-Bill, non vergognarti mai delle scelte che fai, mai, perché giuste o sbagliate che siano sono quelle che ti fanno crescere e maturare… E non aver paura di finire come me e tuo padre perché tu non sei lui, non lo sarai mai, perciò dai tutto te stesso in una storia, Bill, perché se non rischierai ti precluderai la possibilità di essere davvero felice… Ascolta la tua mamma che ti vuole bene e lo dice per vederti felice…-
-Grazie, mamma.-
Avevo davvero bisogno di sentirmi dire queste cose da mia madre.
Mi sento molto più sollevato.
Un macigno in meno che grava sulle spalle della mia colpa.
Parliamo per un altro po’ di tempo di lei e mamma si convince che avrebbe voluto conoscere questa ragazza straordinaria di cui le sto parlando.
Le prometto che, costi quel che costi, tornerà con me e allora potrà conoscerla davvero.
-Ora vai a riprendertela.- mi incoraggia.
-È proprio quello che ho intenzione di fare… Ma prima sentivo il bisogno di essere onesto con la mia famiglia e i miei amici, glielo devo…-
-Hai fatto bene, tesoro! Buona fortuna!-
La saluto e riattacco.
Poi mando un messaggio ad Alex chiedendogli di raggiungermi a casa appena può.
Il mio migliore amico dopo Andreas entra in casa mia circa quattro ore dopo.
-Ciao, Alex, come va?- lo saluto dal salotto in cui mi sono recato per non dimostrare completamente la mia depressione facendomi trovare in un letto sfatto ad abbracciare un cuscino sbaffato di trucco.
-Io sto bene, tu invece sei uno straccio! Che ti ha fatto quella stronza snob che non vuole mai uscire con i tuoi amici stavolta, eh?-
-Mi ha lasciato, ma non è lei che non voleva uscire in comitiva, ero io a farvelo credere…-
-Che…? Bill, capisco che tu ora sia emotivamente scosso, ma non delirare!-
-È la verità, Alex. Non volevo che uscisse con noi perché se lo avesse fatto non avrei più potuto nascondere il fatto che è molto più giovane di me… Temevo quello che voi avreste potuto pensare di me…-
Alex si ferma a riflettere sulle mie parole per qualche istante mentre prende posto sulla poltrona di fronte al divano dove siedo io.
-Di quanto più giovane?- mi domanda alla fine.
-Una decina d'anni…-
Abbasso lo sguardo sul tessuto del divano.
So già cosa sta per dirmi il mio amico: che sono un irresponsabile, che con tutte quelle che ci sono in circolazione e che sbavano per me proprio una ragazzina dovevo andarmi a prendere, ecc ecc… insomma tutto quello che ho sempre evitato che venisse fuori nascondendo a tutti la sua età.
-E che cazzo, Bill! È maggiorenne! Un conto fosse stata minorenne e allora la tua paura poteva anche essere legittima, ma è maggiorenne perciò, se ci stai bene, chi se ne frega! E poi… dai, andiamo! Non dirmi che ti sei fidato di me così poco da non credere che ti avrei capito e che sarei stato dalla tua parte perché mi offendi!-
La sua comprensione mi lascia piacevolmente stupito.
Mai come in questo momento ho voluto tanto bene ad Alex.
Mi rendo conto di essere fortunato ad avere un amico come lui.
-Ehm…-
Non so davvero cosa dire per non peggiorare le cose, ma Alex mi precede continuando il suo discorso.
-Cazzo, Bill! Siamo amici da tipo quindici anni!-
-Lo so, hai ragione, scusami.-
Cade di nuovo il silenzio nel mio salotto.
Mi sento un verme, non alzo nemmeno lo sguardo dalle mie mani posate in grembo.
Non avrei mai voluto deluderlo, ma so di averlo fatto non avendo voluto condividere con lui questi miei segreti.
-E adesso che si fa? La vuoi ancora?- mi domanda Alex ad un certo punto.
-Non lo so… Proverò ad andare a parlarle… Non voglio lasciarla andare, mi sembra come se mi mancasse un pezzo da quando non c'è più…-
Dopo un altro momento di silenzio, Alex sgancia la nuova bomba.
-Sentimi, ma… non sarà mica quella DJ con cui flirtavi al club un po' di tempo fa, vero?-
-È lei…-
-Ecco perché non sei più andato al club nei giorni che c'era lei di turno ad un certo punto!-
Sapevo che prima o poi tutte le mie bugie e tutte le mie omissioni sarebbero venute a galla. Così come tutti i miei sotterfugi.
-Già. Che codardo manipolatore, eh?!-
-Mmm, no, solo un po' stupido direi… senza offesa, naturalmente!-
-Nessuna offesa, mi merito di peggio.-
Alex ridacchia.
Fortunatamente sembra che mi abbia già perdonato.
-Quando andrai da lei?-
-Oggi, quando finisce i corsi all'università.-
-Università? Frequenta l'università?-
-Sì, studia Teoria del suono… Qualcosa del genere…-
-Una che ci capisce qualcosa quando parli di musica, quindi…-
-Già, proprio così.-
-Bill, posso dirti una cosa in tutta onesta?-
-Certo.-
-Mentimi un’altra volta e ti spezzo le gambe!-
Una risata liberatoria si fa strada nella mia gola.
Mi alzo in piedi e altrettanto fa Alex.
Ci stringiamo in un fraterno abbraccio, fatto di pacche sulle spalle e strette virili, e io mi sento bene a sapere di non aver perso almeno il mio migliore amico.
 
Il campanello di casa mia suona, ed è un miracolo che io lo senta con tutta la mia apparecchiatura acustica in funzione e le cuffie alle mie orecchie che sparano musica a palla.
Me le tolgo e vado alla porta per sbirciare dallo spioncino chi c’è fuori dal mio appartamento.
Bill…
Cazzo…
E ora che faccio?!
Decido di farmi coraggio.
Sarebbe stupido e da codardi lasciarlo fuori di casa, prima o poi so di doverlo affrontare, tanto vale che sia ora.
Chissà per quale ragione è venuto fin qui…
Che ce l’abbia con me perché me ne sono andata da casa sua in sordina?
O perché lo abbia lasciato senza una vera spiegazione?
Probabilmente entrambe le cose.
-Ciao, posso entrare? Ti rubo solo due minuti… Ti prego, non chiudermi la porta in faccia…- mi dice appena apro di uno spiraglio la porta d’ingresso.
-L'ho forse mai fatto con te, Bill? Sai benissimo che non ci riuscirei mai…- gli dico mentre spalanco l’uscio e mi faccio da parte per farlo passare.
Lui si guarda attorno incuriosito, effettivamente sono rare le volte che è stato al mio appartamento e altrettanto rare le volte che mi ha visto all’opera con mixer e apparecchi vari al di fuori del club, e comunque mai a casa mia.
-Scusa il disordine, stavo provando degli arrangiamenti nuovi di sovrapposizione musicale di due tracce diverse… un esperimento che ancora non so dove mi porterà…- mi giustifico per il mio salotto ingombro di cavi, casse e mixer.
Poi mi do della stupida.
“Che vuoi che gliene freghi a Bill di quello che combini?” mi dico mentre lo studio con malcelata tristezza e malinconia.
Era tutto più bello e stimolante quando lo facevo nello studio privato dei gemelli, alla loro villa, quando Bill era con me…
-Sembra interessante…-
Credo lo dica più con cortesia che con sincero interesse…
Ormai io non sono più affar suo.
Lo invito ad accomodarsi sul divano.
Io rimango in piedi, appoggiata con la schiena alla vetrata del salotto che offre una bella panoramica della città.
Panoramica che mi costa il doppio del prezzo reale per l’affitto di questo posto.
Bill dopo qualche secondo in cui sembra farsi coraggio inizia a parlare.
-Tesoro, so benissimo di essermi comportato da idiota ad un certo punto della nostra storia, mi sono lasciato prendere dal panico per tutte le differenze che ci sono tra di noi e sono andato fuori di testa…-
Io non so dove voglia arrivare, perciò taccio e lascio che continui il suo discorso.
-Ma ora ho capito! E ho detto a tutti la verità… ora tutti ti conoscono per quella che sei e non me ne vergogno… spero solo che tu decida prima o poi di perdonarmi e di darmi una seconda occasione di dimostrarti quanto ti ami… e questa volta intendo sul serio! Con uscite fuori, presentazioni ufficiali ad amici e famiglia e tutto il resto… Non voglio più solo il sesso da te, voglio tutto! Le tue giornate nere, i tuoi momenti liberi, i tuoi isterismi pre-esami, i tuoi baci disinteressati e senza secondi fini, la tua acutezza nel capire le cose prima di tutti gli altri, la tua allegria già di prima mattina, i tuoi toast bruciacchiati perché non riesci mai ad impostare il tempo giusto sul timer del mio tostapane…-
Bill ride e un sorrisetto scappa anche a me al ricordo di tante mattine di pane troppo tostato e di battutine a riguardo.
Mancano anche a me quei momenti.
Mi manca tutto di Bill.
Una lacrima scorre indesiderata sulla mia guancia e Bill la nota prima che riesca a farla sparire.
Scatta in piedi e mi prende tra le braccia.
Non mi ha mai abbracciato così prima e questo non fa che aumentare la mia tristezza.
-Ricordi come eravamo ai primi tempi? Ricordi come eravamo felici? Possiamo esserlo ancora! Vorrei tanto che mi lasciassi la possibilità di dimostrarti che possiamo esserlo di nuovo…-
Non trovo le parole per rispondergli.
Dentro di me infuria un tale caos di pensieri ed emozioni che non riesco a capire quale prevalga su quale.
Ansia, speranza, incertezza, euforia, malinconia, felicità, dolore, gioia…
Decido di rispondere nell’unico altro modo che conosco.
Mi alzo sulle punte dei piedi, allaccio le mie braccia dietro al suo collo e con lacrime di sollievo e liberazione che scorrono sulle mie guance poso le mie labbra sulle sue.
Ora sono a casa.
Il mio cuore batte di nuovo.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: auroramyth