Principalmente
la Muscle League aveva tre regole fondamentali che ogni membro doveva
seguire.
La
rima regola consisteva nel non scontrarsi con un altro lottatore della
League
nel caso di provocazioni o minacce in un luogo pubblico e/o affollato,
ma darsi
battaglia secondo il regolamento della IWF e farlo comunque davanti a
dei
giudici e alle telecamere.
La
seconda, era ovviamente quella di non commettere amenità o
atti ostili nei
confronti degli innocenti, poiché era compito della Muscle
League ingaggiare i
malvagi di turno con duelli leali ( e c’era anche da dire che
individui come la
d.m.p erano spesso così vanitosi da cedere al fascino delle
telecamere ).
Mentre
la terza era quella di non assumere sostanze dopanti durante gli
allenamenti e
prima delle gare, pena la squalifica a vita da ogni competizione legale.
Questa
era attualmente la parte più contemplata, mentalmente
parlando, da un Kevin
Mask attualmente incapace di decidere su cosa fare con una scatola
sospetta
appena arrivata a casa.
–
Io non capisco – fece il suo allenatore, Lord Flash,
estraendo dalla scatola di
cartone riempita di polistirolo una strana bottiglia – non
sembra affatto
quella che ho ordinato su internet…–
La
bottiglia in questione si presentava come un manufatto piuttosto
elegante il
cui tappo era a forma di diavolessa piuttosto sexy. Le scritte
sull’etichetta
erano indecifrabili poiché in lingua demoniaca, certamente
sul Pianeta dei
Demoni non parlavano molto la lingua comune usata dagli atleti e dai
viaggiatori di tutta la galassia per comprendersi tra loro, e il
misterioso
intruglio rosso non sembrava promettere nulla di buono visto che
brillava come
la lava.
–
Tzk… sei sicuro di voler competere per la Corona Chojin in
maniera leale? Sai,
non credo affatto di aver bisogno di una
“spintarella”! –
Sebbene
fosse entrato da poco nella schiera dei “buoni” a
Kevin Mask non piaceva
affatto l’idea di sporcarsi le mani nel modo più
vigliacco possibile. Anche se
da bambino era fuggito da casa per scampare ad una vita assillante e
fredda
assieme ad un padre che non sembrava minimamente amarlo, aveva comunque
sviluppato una sorta di orgoglio personale che puntava unicamente nelle
proprie
capacità atletiche anziché in quelle…
chimiche.
–
Non dire sciocchezze ragazzo! Ho fatto acquisti sul sito della Muscle
League da
come si evince dall’etichetta sulla scatola – e in
effetti non aveva tutti i
torti visto che quel sito lo conosceva anche il suo giovane allievo
– e quello
che ho preso doveva essere solo un elisir medicamentoso visto e
considerato che
i nostri allenamenti sono tutt’altro che senza
danni!–
E
questo il giovanotto inglese doveva concederglielo, poiché
attualmente il suo
allenatore lo faceva correre per tutta la notte nel parchetto pubblico
del loro
quartiere con sulle spalle un mucchio di pesi in metallo, poi nel
pomeriggio
perfezionava costantemente la propria Big Ben Edge utilizzando come
bersaglio
le macchine demolite dallo sfasciacarrozze. E non ultimo, si batteva
con il
proprio allenatore che sembrava ogni volta prevedere le sue mosse non
riuscendo
dunque mai a
batterlo.
“quando
la smetterai di essere così prevedibile allora riuscirai a
battermi!” era
solito dirgli, per cui una pozione curativa aveva più che
senso visto gli
allenamenti tutt’altro che simpatici. Ma tutto sommato,
nonostante neppure Lord
Flash ci andasse piano con sfiancanti allenamenti, il suo fin troppo
misterioso
allenatore sapeva dargli il suo spazio personale e cosa più
importante di tutti
con lui aveva un rapporto perfettamente umano.
Proprio
per il buon rapporto che a poco a poco stava sorgendo tra i due Kevin
Mask
aveva deciso di lasciar perdere le tante domande che sorgevano attorno
a lui,
in un primo momento perché interessato a vincere la Corona
Chojin grazie all’aiuto
di un uomo competente, e poi perché l’uomo
rappresentava qualcosa di simile ad
un amico vero mai avuto in vita. Un rapporto simil/paterno
più umano e meno
freddo che aveva portato lo stesso ragazzo a essere meno…
sospettoso.
–
I casi sono due: o rispedisci la bottiglia indietro, oppure la ditta
che
produce l’elisir ha creato una confezione speciale. Ma una
cosa è certa… non
credo che tu abbia speso mille yen per questo articolo–
Nonostante
il sarcasmo di Kevin, Lord Flash doveva ammetterlo. Comprare
quell’elisir non
era costato così poco come ipotizzava il suo pupillo, ma
cercare di fare
reclamo ora che la più grande competizione sportiva stava
entrando nel vivo non
era cosa saggia. Molto probabilmente ci sarebbero voluti mesi per
essere
ripagati, poiché anche l’elisir curativo veniva
dal Pianeta dei Demoni e
avevano una burocrazia piuttosto lenta, e tutto quel prezioso tempo
l’avrebbero
speso nell’angoscia di subire fratture dolorose e lunghe da
guarire senza la
giusta medicina che affrettasse la loro già veloce
guarigione rispetto ad un
comune essere umano.
La
Corona Chojin rappresentava per Warsman, nei panni fin troppo attillati
di un
misterioso personaggio inventato di sana pianta, la
possibilità di riscattarsi
da Robin Mask allenando al posto suo un figlio indisciplinato e poco
desideroso
di apprendere le tecniche di famiglia. Si era concordato per telefono
con il
proprio vecchio maestro proponendogli la cosa come ringraziamento per
ciò che
lui aveva fatto al feroce lottatore delle steppe.
Lo
aveva reso un guerriero e gli aveva mostrato il lato oscuro
dell’istinto più
feroce, sebbene su questo lato magari c’era anche da ridire
visto i metodi
piuttosto barbari di Robin Mask nell’allenare Warsman, ma
dopotutto se era
diventato così forte lo doveva anche a lui.
Il
duro allenamento aveva avuto le peggiori conseguenze possibili
però, poiché
egli stesso aveva deciso di mettere dolorosamente fine alla sua
relazione con
l’unica donna che avesse mai amato veramente, temendo di
poterle fare del male
o di metterla in pericolo in qualche modo…
–
Senti compagn… Kevin! Da
quello che
ricordo l’elisir che avevo ordinato non era poi dissimile da
questo – e si riferiva
alla colorazione del liquido – per cui direi di darci un
taglio alle polemiche
e sentire se il suo sapore è identico a ciò che
ho ordinato –
Non
era la prima volta che ordinava un elisir di guarigione, quelli del
pianeta
demoniaco erano tra i migliori se si desiderava una cura istantanea a
patto che
tu fossi abbastanza forte da reggere l’alta gradazione
alcoolica delle loro
medicine, quindi decise di stappare la bottiglia e prepararsi un
bicchierino.
–
Wo wo! Frena! Vuoi forse bere un intruglio di cui neanche tu sai
esattamente di
cosa sia fatto? Ho bisogno del mio allenatore possibilmente vivo,
grazie! –
L’ovvia
preoccupazione di Kevin era sincera, ma Warsman lo
guardò quasi divertito da sotto la candida
maschera visto e considerato che quella non era la prima che testava
qualche
intruglio che non riconosceva. Aveva un computer interno, e questo gli
permetteva
anche di catalogare e comprendere molte più cose di un
comune essere umano.
–
Se assumi poche gocce di una qualsiasi sostanza non dovrebbe darti
nessun
fastidio ragazzo mio… siamo chojin dopotutto, oppure la cosa
ti spaventa? –
La
punzecchiatura era atta a provocare l’orgoglio del giovane
Mask non tanto per
fargli commettere stupidaggini quanto a spronarlo ad avere coraggio di
affrontare l’ignoto. In fin dei conti si trattava solo di
testare poche gocce
di un elisir, non di sottoporsi ad un intervento chirurgico senza
anestesia.
La
provocazione tuttavia ebbe i suoi frutti, poiché tosto il
giovane lottatore
ridusse gli occhi a due fessure che, con indosso
l’onnipresente elmo di
metallo, facevano molta più soggezione del solito.
–
Prepara un secondo bicchierino, vecchio – lo
esortò lui, volendosi bere un
cicchetto identico a quello del suo allenatore – che se pensi
di avere a che
fare con un poppante alla sua prima sbronza hai sbagliato di grosso!
–
“Se
è per questo mia madre mi scaldava il latte con la vodka
quando mancava il
gas…” avrebbe volentieri aggiunto Lord Flash, ma
non era dei suoi poveri
trascorsi che voleva parlare al momento, e pertanto offrì al
proprio pupillo un
bicchierino con quel scintillante liquido rosso che in apparenza non
prometteva
nulla di buono. E difatti, nonostante la spacconata di accettare di
berlo,
Kevin lo trangugiò un po’ titubante mentre se
Warsman avesse avuto le labbra
molto probabilmente avrebbe sorriso da sotto la maschera.
Dopo
quel piccolo brindisi i due aspettarono prima mezz’ora, e poi
dopo cena
lasciarono aspettare un altro paio d’ore per vedere se
potevano osservare degli
effetti positivi da quell’elisir che bruciava in gola come un
comune
superalcoolico, ma a parte una vaga sensazione di leggerezza magari
dovuta
all’alta gradazione alcoolica non avvertirono altro.
In
definitiva quelli della ditta di spedizioni si erano limitati a
sbagliare
consegna e avevano spedito loro il pacco sbagliato, pertanto Lord
Flash, prima
di buttarsi a letto completamente vestito visto che in fin dei conti
quella era
stata una giornata piuttosto pesante in cui sia lui che Kevin si erano
sfidati
sul ring, decise di prendersi un appunto mentale di rimandare tutto
indietro
non prima di aver sollevato una lieve polemica
all’amministrazione del sito.
(
… )
A
dire il vero ci furono degli effetti collaterali dopo quella piccola
bevuta, ma
si manifestarono solo al risveglio dei due chojin che decisamente
rimasero
piuttosto sconvolti da quello che si ritrovarono addosso
l’indomani mattina.
All’alba,
quando ancora le famiglie del quartiere in cui Kevin Mask si era
stabilito per
disputare il torneo, tra l’altro uno trai più
“bene” di tutta Tokyo, uno
strillo si levò dalla casa del lottatore anglosassone e per
sua fortuna era
troppo presto perché qualcuno riuscisse a sentirlo.
Si
sarebbe aspettato di tutto da quell’intruglio fiammeggiante,
uno sfogo cutaneo,
bruciature, addirittura l’acne giovanile, ma non che gli
crescessero le tette dove prima
decisamente non ce le
aveva.
–
Lord Flash!! Che cazzo mi è successo??! LORD FLASH!!
–
In
un primo momento non si era accorto di come il suo corpo fosse
radicalmente
cambiato in una sola notte, quel mattino si era svegliato
più leggero del solito
oltre che con una
strana sensazione di nausea come se fosse appena sceso dalle montagne
russe
dopo un giro lungo quattro ore. Barcollando si era diretto verso il
bagno,
stropicciandosi gli occhi stanchi e constatando che gli allenamenti
dovevano
essere stati piuttosto pesanti se ora gli sembrava addirittura che il
pigiama
gli stesse largo!
Poi
il dramma avvenne quando alzò la tavoletta del water per
svolgere le sue
funzioni corporali mattutine… e trovandosi a tastare
tutt’altro che il proprio
membro. Una ondata di panico gli attraversò il corpo, e
quando si voltò di
scatto verso lo specchio del bagno ecco che il dramma si era bello che
consumato.
Kevin
Mask, da ragazzo massiccio e promettente atleta del wrestling, ecco che
si era
trasformato in una atletica ragazza che non riusciva a fare altro che
boccheggiare a vuoto davanti allo specchio e lanciare un urlo quasi
terrorizzante.
Una
volta che ebbe trovato la forza necessaria per uscire da li, nonostante
i
pantaloni del pigiama abbassati che gli impedivano di camminare
decentemente,
il giovane lottatore riuscì ad uscire dal bagno e fiondarsi
nella camera del
suo maestro per… trovarlo nelle sue stesse condizioni.
–
Uff… era sperare troppo che tu dormissi per tutto il giorno,
hm? –
Sulla
maschera di Lord Flash si poteva leggere una espressione piuttosto
stressata
per l’ovvia trasformazione fisica che lo aveva portato
davanti allo specchio
dell’armadio per potersi osservare meglio, e sbuffando
seccato si toccò il
petto piuttosto prosperoso contenuto a stento all’interno
della giacca.
–
Sei stato tu… – lo indicò una Kevin
Mask piuttosto incazzata per l’ovvia conseguenza e per il
panico che stava
crescendo in corpo – è tutta colpa tua e di
quell’intruglio maledetto! “nessuna
conseguenza, tanto siamo chojin”! E al diavolo tutto!
Spiegami in che
condizioni disputo la Corona Chojin! –
C’erano
tanti pensieri che attualmente correvano nella mente frenetica del
giovanotto
inglese, così tanti pensieri negativi che a momenti non gli
toglievano il fiato
rischiando di farlo svenire dal troppo terrore di rimanere
così eternamente. Una
eterna ragazza con l’anima di un ragazzo, per sempre non
voluta dal padre e
condannata a non riscattarsi mai a vita.
–
Modera il linguaggio ragazzo! Non potevo sapere che razza di
trasformazione
avremmo subito nell’arco di poche ore! –una
trasformazione non propriamente
“indolore” tra l’altro, poiché
per Flash era sembrato di sentire uno strano mal
di pancia durante la notte e da non imputare ad una pessima cena
– inoltre non
è detto che questa…ehm… nostra
condizione fisica sia perenne! Quindi evitiamo inutili
isterismi e cerchiamo di concentrarci come… Kevin!!
–
Cercare
di placare l’ira del suo pupillo fu tutto inutile,
poiché la giovane ragazza in
cui si era trasformato Kevin decise di abbandonare in fretta e furia
quella
casa poiché prossimo ad una esplosione d’ira. Non
importava un fico secco se
era con la camicia nera del pigiama e i boxer a righe, aveva bisogno di
correre
fuori da li e sperare di essere ancora all’interno di un
brutto sogno seppur
invano.
Lord
Flash lo seguì fin giù per le scale, ma dovette
fermarsi di colpo davanti alla
porta di casa spalancata come se ci fosse stato un muro invisibile a
separarlo
dal resto del mondo. Sebbene pure per il russo era stato un bello shock
risvegliarsi nel corpo formoso, seppur atletico, di una perfetta
sconosciuta,
era comunque abbastanza lucido da comprendere che mettersi a scappare
via di
corsa non avrebbe risolto un bel niente. Al massimo avrebbe sollevato
pettegolezzi a dir poco spiacevoli di cui nessuno dei due aveva
bisogno, poiché
poteva essere un dettaglio trascurabile che una ragazza bionda fosse
fuggita
via di casa in pigiama, la si poteva ricondurre ad una fan incallita
che aveva
rubato gli abiti di Kevin Mask, ma con lui come la mettiamo?
Un’altra
fan che stavolta aveva rubato i vestiti di Lord Flash? Poco credibile
in
effetti, e difatti l’allenatore fece dietro front piuttosto
infastidito
sbattendosi la porta alle spalle. Non poteva uscire di casa e il peggio
era che
se voleva cercare delle informazioni su come sistemare tutta la
faccenda avrebbe
dovuto uscire per forza! In casa Mask non c’erano computer
collegati a internet
e lui l’ordinazione l’aveva fatta da un internet
cafè, e i libri presenti sulle
mensole erano solo testi riguardanti il wrestling e romanzi moderni.
Con
una sorta di lamento frustrato la donna si mise a camminare avanti e
indietro per tutto
il salotto cercando un modo per
risolvere la faccenda e ritrovare Kevin il prima possibile senza che si
cacciasse nei guai. Warsman aveva sentore che la sua attuale condizione
fisica fosse
solo temporanea e indotta dall’intruglio che aveva bevuto la
sera prima, e
c’era da scommetterci che avrebbe fatto causa alla ditta di
spedizioni, ma non
aveva modo di provarlo e uscire fuori casa era troppo…
rischioso.
L’unica
idea che gli venne fu dettata unicamente dalla disperazione,
poiché chiedere un
aiuto ad Emerald valeva sempre dire mettere la mano sul fuoco visto che
poi
dovevi sdebitarti come madame chiedeva, quindi fu con mani tremanti che
si
ritrovò a mandare un messaggio alla viziata ragazzina
sperando che giungesse il
prima possibile a casa sua.
Era
da un po’ che la conosceva, da quando si era trasferito a
Tokyo, e sebbene non
gli stesse affatto simpatica ( era un eufemismo, poiché a
detta sua la
detestava proprio ) doveva ammettere che aveva sviluppato uno strano
rapporto
con quella giovane donna schifosamente ricca. La loro doveva essere
solo una
“collaborazione” per disputare le competizioni di
tango che spesso e volentieri
si tenevano per la capitale nipponica, i giapponesi a quanto pare erano
fissati
con questo ballo, ma da semplice collaborazione si era trasformata in
complicità vera e propria e, antipatia a parte, era
incredibile che riuscissero
a coprirsi a vicenda quando facevano cose particolarmente poco
ortodosse…
Tipo
finire qualche volta a letto assieme dopo aver fatto volare pentole e
mobili in
quella che doveva essere una sorta di litigio, ma quella era
un’altra storia.
Il
suo nervosismo comunque aumentò in maniera esponenziale
vedendo che, dopo un
quarto d’ora, quella dannata ragazza non aveva risposto al
suo messaggio e non
aveva ancora bussato alla porta di casa, portando per questo Lord Flash
a
sbuffare spazientito e meditando per davvero di prendere un
impermeabile e
andare a cercare Kevin nonostante rischiasse di passare per un
pervertito.
E…
si, anche lui aveva paura dopo quell’assurda trasformazione
anche se aveva
mantenuto un freddo autocontrollo anche di fronte al proprio allievo,
per
questo se non voleva uscire di casa era per il puro terrore di essere
comunque
riconosciuto dai vicini e dagli altri lottatori presenti per le strade
della
città.
Ma
il suo terrore fu ben più grande quando si voltò
verso la finestra del salotto,
lasciata distrattamente aperta, sgranando gli occhi di fronte ad una
intrusa a
sua volta con gli occhi sgranati mentre si infilava in casa lentamente
attraverso la finestra aperta.
Emerald,
era lei quella ragazza con l’espressione quasi spiritata che
era entrata in casa
in maniera così clandestina invece di usare una porta come
tutte le persone normali
perché magari aveva ben pensato di fargli uno scherzo dopo
aver letto il messaggio
urgente in cui le chiedeva di venire da lui a causa di un
“problema non
spiegabile a parole”, francamente parlando non si sarebbe mai
aspettata di
vedere il vecchio porcello snellito così
all’improvviso e così…
“popputo” sul
davanti.
–
Porcello… ma sei davvero tu?! –
–
Uh… io… Emerald…–
Sinceramente
parlando Warsman la odiò in quel momento, poiché
lo aveva preso completamente
alla sprovvista nonostante fino a quel momento si fosse progettato
comunque un
mezzo discorso introduttivo da farle, e ora da sotto la maschera
riusciva solo
a boccheggiare a vuoto mentre sul volto della ragazza si stava formando
il più
grande sorriso ebete che le avesse mai visto fino a quel momento.
–
Io posso spiega…–
–
Hai cambiato sesso porcello! Hai le tette! TETTE!! – ridendo
come una beota
corse verso di lui stringendolo in un abbraccio così stretto
da lasciargli
scappare uno strillo assurdo – ma sono vere?! Si, sono vere!
Vere!! Uah ah ah!!
–
Iniziò
a palpare il seno della donna sollevandole la giacca e stringendo con
ambo le
mani quella consistente morbida carne cercando una possibile protesi al
silicone ma avvertendo unicamente una piacevole morbidezza. Le
strapazzò così
per un po’ mentre Flash diventava paonazzo in volto
nonostante l’ovvia maschera
persistente, stringendo e pizzicando nei punti più sensibili
finchè il
proprietario di suddetto seno decise di spingere via la propria ospite
con
gesto sgarbato.
–
Mh! Piantala di toccarmi in ogni dove, razza di pervertita! –
e lo diceva
perché oltre al petto aveva iniziato a toccarlo anche sotto
all’ombelico alla
ricerca del “fratellino” – ti ho chiamato
per risolvere questa faccenda il
prima possibile! –
–
Risolvere cosa?! – altra risata beota da parte di una ragazza
visibilmente
entusiasta di vedere il proprio arcinemico trasformato per davvero in
una
donna, ritornando ad abbracciarlo con una solida presa e affondando il
volto in
mezzo a quella carne prosperosa – guarda che hai fatto passi
in avanti, eh! Ora
si che potrai soddisfare tutte le tue perversioni, vecchio porcello
porcelloso
morbidoso!!! –
Nonostante
la trasformazione Lord Flash non aveva perso i suoi due metri e dieci,
di
conseguenza la minuta ragazza che lo stava abbracciando si era
praticamente
messa in punta di piedi per poter affondare meglio il volto nel suo
seno,
rimanendosene in quella posizione per diversi minuti in perfetto
silenzio.
–
Uff… e poi il pervertito sarei io… –
non lo disse con reale rabbia e persino
lui si ritrovò momentaneamente ad assaporare quel silenzio
tanto da arrivare ad
accarezzarle delicatamente la testa – senti, se ti ho fatto
chiamare è perché
tu, con le tue risorse, potresti in qualche modo trovare una cura
istantanea
al…–
–
“Bacio del Diavolo”? Guarda, ho appena visto la
bottiglia – ancora appoggiata
al tavolino del salotto da ieri sera – quindi mi sa che per
guarire dovrai
aspettare tanto tempo quanto la quantità di dose che hai
assunto –
–
Uh, io e Kevin abbiamo bevuto solo un cicchetto di quella roba,
pensavamo fosse
un elisir di guarigione – lo disse come in sovrappensiero
mentre si scioglieva
dall’abbraccio con Emerald –
ma… u-un
momento! Come fai a conoscere quella roba?! –
–
Poco fare il sospettoso, porcello popputo! Potrei essere io a dire che
la
storia dell’elisir sbagliato sia una tua farsa per nascondere
il fatto che vi
piace fare zozzerie in questa casa! – altra risatina beota
accompagnata da un
sorrisetto malizioso come a sottintendere molte cose o a sperare
che fossero sottointese – sappi solo che è un
rinomato
afrodisiaco che proviene dal Pianeta dei Demoni, ed in effetti
può somigliare
ad un comune elisir di pronta guarigione se NON si guarda per bene la
bottiglia…–
–
Io questa roba l’ho ordinata dal sito ufficiale della Muscle
League e non aveva
decisamente l’aspetto di un afrodisiaco! Hanno sbagliato a
mandarmi il
prodotto, quindi evita di dire fesserie per piacere–
La
cosa incuriosì decisamente una Emerald che stava iniziando
per davvero a
divertirsi di tutta quella faccenda, tanto che finalmente
riuscì a mettere da
parte la propria voglia di molestare quella prosperosa Lord Flash e
lasciare
che si spiegasse per bene e in breve tempo. E dopo la spiegazione, e
aver
spiegato a sua volta che per quell’intruglio
l’unica cura era di aspettare che
i suoi effetti sparissero, rimaneva solo il problema spinoso di
contattare una
fuggitiva finita chissà dove.
–
…E dunque ora non sai dov’è andato
Kevin? Beh, non dovrebbe essere così
difficile trovare una ragazza che va in giro con le mutande di un uomo!
–
–
Non sono preoccupato che qualche malintenzionato possa fargli del male
– e
questo lo diceva perché aveva notato che aveva comunque un
fisico atletico e
muscoloso, non massiccio però, caratteristica non
indifferente del suo essere
ancora chojin – ma sono preoccupato per il resto…
per come si sente adesso, per
la possibilità di pessima pubblicità
e…–
–
Sei preoccupato per lui, giusto? –
Se
lo era? Si, era preoccupato che potesse accadere qualcosa a Kevin
nell’egual misura
a quello che potrebbe accadere ad un figlio disperso. Si era davvero
affezionato a quel ragazzo ormai, tanto da considerarlo quasi il figlio
maschio
che mai aveva avuto.
Emerald
gli fece quella domanda in modo serio, e vedendo che non giungeva
risposta ma
solo una espressione persa nel vuoto e preoccupata, gli diede una live
pacca
sull’avambraccio destro come a volerlo confortare.
–
Coraggio porcello popputo… non lo troverai mai se rimarrai
rintanato qui in
casa, a meno che tu non decida di prendere un porro gigante, un
profilattico
e…–
–
Emerald, PIANTALA! –
L’ultima
cosa che attualmente il russo voleva fare era di effettuare
“esperimenti” di un
certo tipo sul suo nuovo corpo, ma doveva ammettere che la provocazione
di
Emerald e atta a spronarlo ( ? ) ad uscire di casa stava funzionando
piuttosto
bene. Francamente parlando non aveva grandi idee di dove potesse
essersi
cacciato quello stupido, ma di solito quando era nervoso o aveva
semplicemente
voglia di attaccar briga con qualcuno si dirigeva spesso a Beverly
Park… ma era
una pazzia andarci conciato in quel modo!
E
per fare cosa poi, provocare i ragazzi della Muscle League a dargli
addosso?
Erano dei selvaggi ma non di quel tipo che saltava addosso ad una
ragazza salvo
eccezione di Kid Muscle. C’era qualcosa però che
non lo convinceva, nonostante
tutti i dubbi su quel tipo di meta improbabile, ed anche se non capiva
bene che
cos’era quel formicolio al petto gli stava chiaramente
dicendo che quel posto
era il caso di controllarlo prima di qualunque altro.
Il
classico intuito femminile, ma ancora non poteva saperlo.
(
… )
Gli
unici veri motivi che portavano Kevin a spingersi fino a Beverly Park
erano
assai pochi.
Più
che per allenarsi, perché il suo allenatore gli aveva
programmato qualcosa di
ben più completo, lo faceva per lo sfizio di mostrarsi molto
più informa degli
altri atleti seguiti da Meat. Per certi versi era come se si
pavoneggiasse in
mezzo ad un branco di galline, ma in fin dei conti fare diecimila
flessioni
sulla punta del dito indice era già un modo piuttosto
efficace di far venire la
bile a molti.
Quando
arrivò al parco tuttavia non trovò nessuno ad
accoglierla, a quanto pare era
ancora presto perché ci fosse una attività degna
di nota, dunque quasi deluso
di non aver trovato nessun babbeo da provocare decise di guardarsi
attorno e
vedere come andavano le cose dentro la catapecchia di Kid Muscle.
Il
buffone stava dormendo con il suo allenatore come c’era da
aspettarsi,
infagottati dentro un piumino come a cercare di ripararsi
dall’umidità della
mattina, ed erano troppo immersi nel mondo dei sogni per potersi
minimamente
accorgersene della presenza estranea fuori dalla loro casetta.
Forse
era meglio così, se quel maiale l’avesse vista con
indosso solo pochi abiti
probabilmente le sarebbe saltata addosso anche sapendo che si trattava
di Kevin
Mask.
E
Kevin… era ancora arrabbiato con il suo allenatore, anche se
francamente
parlando l’incazzatura stava gradualmente passando. Nel mentre che correva a
perdifiato lungo le
viuzze ancora vuote aveva avuto modo di rimuginare su quello che il suo
maestro
gli aveva detto riguardo la trasformazione, che molto probabilmente era
qualcosa di temporaneo e di trascurabile, mescolando queste
informazioni con la
paura istintiva di non riuscire in nessun modo ad accettare quella
trasformazione fisica tanto drastica.
Se
suo padre, Robin Mask, lo avesse visto conciato così cosa
avrebbe mai detto? Lo
avrebbe definitivamente diseredato?
Quel
vecchio stronzo rimaneva comunque la sua attuale famiglia, e se non
avesse
imparato ad accettarlo, nel bene e nel male, non sarebbe mai riuscito
ad andarci
comunque “d’accordo” quel tanto che
bastava per non corrodersi il sangue ogni
giorno.
Se
aveva accettato di partecipare alla Corona Chojin era per fare
innanzitutto
pace con se stesso, non per Robin Mask. Una possibilità di
redimersi per tutte
le stupidaggini commesse in passato oltre che a riportare lustro nella
sua
vecchia e fredda famiglia per dimostrare, e dimostrarsi, che anche lui
non
aveva nulla da invidiare da suo padre… e lo avrebbe fatto
unicamente con le
proprie forze.
Doveva
inoltre ammettere che il suo allenatore sapeva parecchie cose della
famiglia
Mask tanto che aveva provato, inutilmente tra l’altro, a
insegnare qualche
tecnica di combattimento al proprio allievo. Lord Flash si era limitato
a
dirgli di essere stato a sua volta uno dei molti allievi di Robin Mask
ma di
essersi allontanato presto dalla sua palestra a causa di un ( fasullo )
infortunio al polso destro che non muoveva molto bene negandogli
così una
carriera da wrestler ( in realtà lo muoveva eccome ma con un
comando telepatico
impediva ai pistoni del braccio di muoversi regolarmente ).
–
Tzk, sembra che adesso nel gruppo dei catorci inservibili mio padre
dovrà
aggiungere pure me–
Mormorò
cinicamente un Kevin che ora si stava specchiando sul riflesso di una
grande
pozzanghera nei pressi di una fontanella pubblica, i caldi raggi
dell’alba
illuminavano quello specchio d’acqua sul freddo cemento
dell’aiuola mostrando
per bene la trasformazione del giovane chojin.
Senza
la maschera potè osservarsi meglio in faccia non potendo
fare a meno di notare
quanto… fosse incredibilmente simile a sua madre Alisa morta
quando lui era
molto piccolo e di cui conservava ben pochi ricordi. Suo padre
l’avrebbe odiato
maggiormente ora che somigliava ancora di più alla sua
defunta moglie?
Non
poteva saperlo poiché per sua fortuna Robin Mask era assai
lontano, ma a parte
questo dettaglio estetico provò addirittura a guardarsi
dentro la camicia per
vedere… il resto del suo corpo femminile.
Per
arrivare fino a Beverly Park aveva corso come un forsennato e lo aveva
fatto
tenendosi stretto con ambo le mani un seno che altrimenti avrebbe
dondolato
fino a fargli male visto che non era certo una taglia piccola la sua.
Non era
una taglia maggiorata come quella del suo allenatore, ma doveva essere
comunque
una terza abbondante stando al suo criterio di valutazione ( non era un
verginello, alla d.m.p offrivano volonterose cortigiane ai loro atleti
più
meritevoli e all’epoca non se l’era sentita di
tirarsi indietro ), e a parte
quelle due protuberanze morbide decisamente fastidiose da sopportare
perché non
abituato doveva ammettere che il resto del suo fisico era tonico e
forte. Aveva
addominali scolpiti e gambe ben tornite, fisicamente simile ad una
karateka
professionista, e ora che lasciava che la furia si dissipasse un poco
poteva
comunque avvertire la propria forza uguale a quella che aveva prima
della sua
trasformazione.
Questo
non era poi così male, anche perché di lottatrici
donne ne aveva viste assai
poche e da suo padre aveva preso il gran brutto pregiudizio che una
creatura di
sesso femminile è e resterà sempre più
debole di un uomo, poiché probabilmente
avrebbe dovuto menare le mani a breve dato che qualcuno lo osservava
cogliendolo completamente alla sprovvista. E si rese conto a suo
malgrado di
essere osservato da un assonnato Kid Muscle.
Il
principe dei kinnikku era uscito dalla casetta di legno in modo
silenzioso per
non svegliare Meat, e aveva deciso di darsi una rinfrescata alla
fontanella per
svegliarsi un poco. Ma quando i suoi occhi azzurri si posarono su
quella figura
poco vestita oltre che bella come un angelo, iniziando dunque a
fissarla come
un beota senza riuscire a far altro e mettendola, senza farlo apposta,
in
discreto imbarazzo, si svegliò del tutto sentendo
l’energia scorrergli in corpo.
–
Eeh… ciao…bella… –
iniziò lui in modo piuttosto strascicato, vedendola
irrigidirsi e mordersi le guance dall’interno per scacciare
il nervoso –… sei…
ehm, ti sei persa? Sei… un sogno, vero?! –
A
mano a mano che le parlava si svegliava sempre di più e
poteva anche notare che
era vestita unicamente di una grande camicia nera, i boxer non riusciva
a
vederglieli, e doveva ammettere che era troppo bella per essere reale.
Doveva
trattarsi di un angelo per essere apparsa così nel mezzo
della nebbia
mattutina, e dunque di fronte a quella “soave”
visione il giovane principe
iniziò a fare il galletto come di suo solito.
–
Lo sai che sono un wrestler professionista, si?! E… che
partecipo alla Corona
Chojin che naturalmente vincerò perché sono il
migliore! Eh eh eh!!! –
–
Falla finita, idiota…–
C’era
qualcosa nel tono della ragazza che portò Kid Muscle a farsi
momentaneamente
serio. Aveva una voce da donna ovviamente, ma il tono he aveva usato
per apostrofarlo,
così freddo e sibilato, per un momento gli parve identico a
quello di un suo
probabile avversario futuro qual era Kevin Mask. Ma ovviamente doveva
trattarsi
solo di una sua percezione, perché quell’angelo
caduto dal cielo non poteva
essere Kevin, distorta in maniera abnorme da una pesante sonnolenza e
fu con
tale convinzione che tornò nuovamente alla carica
più infatuato di prima.
–
Ma no! ti dico sul serio io sono destinato a vincere! Guarda che
muscoli, ti
sembrano quelli di un perdente?? Ehehe! – iniziò a
mettersi in posa nelle più
svariate pose ginniche per cercare di conquistarla ma quella, sbuffando
annoiata, iniziò ad allontanarsi da lui con passo svelto
– Waah! Non te ne
andare ti pregoo! Sei la mia prima fan che viene alle prime luci
dell’alba a
spiare quello che faccio, e credimi la cosa non mi dispiace affatto!
–
Tralasciando
l’inquietante cenno voyeuristico dell’atleta, a
Kevin tutta quella situazione
stava decisamente annoiando tanto da comprendere di aver fatto un
madornale
errore a correre fino a li pensando di smaltire il nervoso. E tale
comprensione
avvenne nel momento esatto in cui un disperato Kid le prese la manica
della
camicia tirandogliela così forte tanto da stracciarle via i
bottoni.
–
Che… che cazzo fai, idiota??! –
Nella
voce della giovane e nei suoi occhi azzurri si poteva intravedere una
scintilla
di paura per quel gesto impulsivo del principe dei kinnikku che
semplicemente
non voleva perdere una possibile fan e non farle del male.
Difatti
rimase sconvolto pure lui per averla letteralmente denudata sotto i
timidi
raggi solari di quella mattina che non voleva proprio sorgere,
lasciandola a
seno nudo e, incredibile ma vero, senza che si coprisse con ambo le
mani quelle
due protuberanze perfette. E in fin dei conti se non si copriva era
perché mentalmente
parlando, da uomo, Kevin non ne percepiva l’esigenza.
Quelle
erano le prime tette “dal vero” che Kid Muscle
vedeva e che non fossero su un
giornaletto porno o sito internet hard, e se avesse saputo che
appartenevano a
Kevin Mask probabilmente se la sarebbe fatta addosso ma non disgustato,
poiché il
suo desiderio fu tale alla vista di quella pelle nuda che fu ben
visibile con
una erezione compressa nella calzamaglia azzurra.
La
situazione tuttavia non ebbe modo di peggiorare ulteriormente per
Kevin, che
era rimasto in mutande, ma per il principe dei kinnikku che si
ritrovò stampato
sulla faccia destra un calcio be n assestato da una figura vestita di
bianco.
Sebbene
la donna che era accorsa in aiuto della giovane ragazza bionda non
avesse
proferito nessuna parola, a Kevin bastò vedere lo sguardo
determinato di Lord
Flash per capire che ora era il suo turno di colpire quel maiale per
metterlo a
tappeto. E difatti l’occasione si presentò quando
la guancia sinistra di Kid fu
a portata di mano, e tosto il giovanotto inglese stampò su
quella maschera
orrenda una gomitata talmente forte che portò lo sfortunato
a ruzzolare fin
contro la casetta di legno e sfondarne una parete.
Al
grido spaventato/sorpreso di Meat le due donne decisero di darsela
saggiamente
a gambe senza prestare attenzione ai lamenti di Kid Muscle che
suonavano come
un “non te ne andare… ti amo” ma che il
suo piccolo allenatore non riuscì a
comprendere bene.
Solo
quando le due fuggitive riuscirono a raggiungere uno stretto vicoletto
tra due
palazzi, senza essere viste da nessuno per puro miracolo, decisero di
fermarsi
per riprendere fiato e fare il punto della situazione.
–
Fantastico… decisamente fantastico! – fece
sarcasticamente Kevin Mask, senza
comunque rifiutare la giacca del proprio maestro per coprirsi il seno
– in
poche ore abbiamo trasgredito tre regole fondamentali della Muscle
League1
inizio quasi a pentirmi di essermi iscritto! –
E
per le regole fondamentali intendeva quelle che si era citato
mentalmente la
sera prima, nel mentre che il suo maestro contemplava quel maledetto
elisir, ma
a Lord Flash non piacque quella ironica battuta tanto da decidere di
rimproverarlo.
–
Nessuno ci ha visto colpire quel demente di Kid Muscle e non credo che
il suo
allenatore – ossia l’individuo innocente che non
andava coinvolto – si sia
fatto male! E stai pure sereno, che quello che abbiamo assunto
è solo un
afrodisiaco demoniaco di breve durata e perfettamente
legale… ho già fatto
reclamo alla ditta di spedizione comunque–
L’ultima
parte era una bugia, non aveva esposto reclamo e non aveva detto ad
Emerald di
farlo al posto suo, ma servì in modo efficace a calmare
Kevin che, con un
malcelato imbarazzo, ora si stringeva dentro l’orrenda giacca
del suo
allenatore.
–
Hm… essere donna sembra essere piuttosto difficile, per quel
poco he ho
sperimentato adesso –
E
non si riferiva tanto al cambiamento fisico che lo aveva sconvolto
quella
mattina, quanto al fatto che, sebbene avesse minacciato quello
sfrontato di Kid
di lasciarlo in pace, e quando era un ragazzo un semplice
“lasciami stare”
bastava eccome a tenere lontano gli sfrontati, quello aveva comunque
continuato
ad annoiarlo fino a raggiungere al rabbioso epilogo. Avere un paio di
tette
dava libero accesso agli uomini di provarci per diritto? No, non lo
dava
affatto e la risposta che lui e Lord Flash avevano dato al kinnikku ne
era una
palese dimostrazione.
–
Essere donna non è facile, Kevin – disse il russo
con tono più comprensivo e
poggiando ambo le mani sulle spalle del suo pupillo – e per
un certo senso noi
due possiamo ritenerci “fortunati” che certe cose
non ci capitano… ma questo
non ci da il diritto di essere dei noiosi lumaconi –
–
Hm, suppongo tu abbia ragione… almeno hai buttato via quella
bottiglia, vero? –
A
dire la verità Lord Flash se l’era
tenuta… o meglio, prima di correre via di
casa per raggiungere Beverly Park una fin troppo scaltra Emerald era
riuscita a
convincerlo di cedergliela ma non prima di aver bevuto un cicchetto a
testa di
quell’infuocato intruglio con conseguenze ben pensabili.
“vuoi
che non ci siano conseguenze vecchio porcello? Bene, questo
è il mio semplice
prezzo da pagare entro domani sera!”
Un
modo assai discutibile di saldare il proprio debito poiché a
differenza di
Kevin lui sarebbe rimasto donna un po’ più a lungo
per soddisfare la curiosità
di quella piccola arpia pervertita, e si sarebbe giustificato con il
proprio
allievo dicendogli che lui ne aveva bevuto di più prima di
mostrargli la
confezione, ma l’ultima cosa che voleva era un possibile
scandalo ed Hammy era
pure capace di hackerare il sistema del sito della Muscle League per
cancellare
quell’ordine sbagliato e registrato con la carta di credito
di lord Flash
stesso.
Era
un prezzo da pagare che da un lato lo disgustava profondamente ma
dall’altro lato
stimolava quella sua personalità nascosta che si scatenava
solo in presenza di
quella puttanella viziata a cui doveva sempre un favore.
–
Si, Kevin… ho buttato via quella bottiglia. E ora torniamo a
casa, prima che ci
veda qualcuno–
Sebbene
si ne vergognasse per l’ennesima bugia che stava regalando al
proprio allievo,
doveva concordare con se stesso che era per una ben più
nobile causa che i più,
molto probabilmente, non avrebbero affatto capito.
O
avrebbero decisamente liquidato l’intera faccenda come molto
strana.
Una
oneshot decisamente stupida a base di genderbender e decisamente senza
senso,
ma che comunque mi andava di scriverla! Non prendetela sul serio ok? Si
tratta
solo di una fangherlata e niente di più. La bottiglia
comunque è ispirata a
questa:
http://i1277.photobucket.com/albums/y496/Boinkzoink/Bioshock%20Collection/P1000098_zps11ed55b4.jpg