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Autore: vermissen_stern    07/11/2014    3 recensioni
Nella muscle League esistono svariate regole che andrebbero seguite, ma quelle più importanti si possono riassumere in tre voci. la prima è che ogni incontro tra lottatori sia sempre per via ufficiale e seguito dalle telecamere, la seconda regola è di non coinvolgere innocenti in combattimento, e la terza è non fare uso di sostanze dopanti. Ed ecco qui vedremo come sia facile infrangerle tutte e tre se non si presta attenzione!
( storia molto stupida con presenza di genderbender, siete avvisati! )
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Warsman/Lord Flash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Principalmente la Muscle League aveva tre regole fondamentali che ogni membro doveva seguire.

La rima regola consisteva nel non scontrarsi con un altro lottatore della League nel caso di provocazioni o minacce in un luogo pubblico e/o affollato, ma darsi battaglia secondo il regolamento della IWF e farlo comunque davanti a dei giudici e alle telecamere.

La seconda, era ovviamente quella di non commettere amenità o atti ostili nei confronti degli innocenti, poiché era compito della Muscle League ingaggiare i malvagi di turno con duelli leali ( e c’era anche da dire che individui come la d.m.p erano spesso così vanitosi da cedere al fascino delle telecamere ).

Mentre la terza era quella di non assumere sostanze dopanti durante gli allenamenti e prima delle gare, pena la squalifica a vita da ogni competizione legale.

Questa era attualmente la parte più contemplata, mentalmente parlando, da un Kevin Mask attualmente incapace di decidere su cosa fare con una scatola sospetta appena arrivata a casa.

– Io non capisco – fece il suo allenatore, Lord Flash, estraendo dalla scatola di cartone riempita di polistirolo una strana bottiglia – non sembra affatto quella che ho ordinato su internet…–

La bottiglia in questione si presentava come un manufatto piuttosto elegante il cui tappo era a forma di diavolessa piuttosto sexy. Le scritte sull’etichetta erano indecifrabili poiché in lingua demoniaca, certamente sul Pianeta dei Demoni non parlavano molto la lingua comune usata dagli atleti e dai viaggiatori di tutta la galassia per comprendersi tra loro, e il misterioso intruglio rosso non sembrava promettere nulla di buono visto che brillava come la lava.

– Tzk… sei sicuro di voler competere per la Corona Chojin in maniera leale? Sai, non credo affatto di aver bisogno di una “spintarella”! –

Sebbene fosse entrato da poco nella schiera dei “buoni” a Kevin Mask non piaceva affatto l’idea di sporcarsi le mani nel modo più vigliacco possibile. Anche se da bambino era fuggito da casa per scampare ad una vita assillante e fredda assieme ad un padre che non sembrava minimamente amarlo, aveva comunque sviluppato una sorta di orgoglio personale che puntava unicamente nelle proprie capacità atletiche anziché in quelle… chimiche.

– Non dire sciocchezze ragazzo! Ho fatto acquisti sul sito della Muscle League da come si evince dall’etichetta sulla scatola – e in effetti non aveva tutti i torti visto che quel sito lo conosceva anche il suo giovane allievo – e quello che ho preso doveva essere solo un elisir medicamentoso visto e considerato che i nostri allenamenti sono tutt’altro che senza danni!–

E questo il giovanotto inglese doveva concederglielo, poiché attualmente il suo allenatore lo faceva correre per tutta la notte nel parchetto pubblico del loro quartiere con sulle spalle un mucchio di pesi in metallo, poi nel pomeriggio perfezionava costantemente la propria Big Ben Edge utilizzando come bersaglio le macchine demolite dallo sfasciacarrozze. E non ultimo, si batteva con il proprio allenatore che sembrava ogni volta prevedere le sue mosse non riuscendo dunque  mai a batterlo.

“quando la smetterai di essere così prevedibile allora riuscirai a battermi!” era solito dirgli, per cui una pozione curativa aveva più che senso visto gli allenamenti tutt’altro che simpatici. Ma tutto sommato, nonostante neppure Lord Flash ci andasse piano con sfiancanti allenamenti, il suo fin troppo misterioso allenatore sapeva dargli il suo spazio personale e cosa più importante di tutti con lui aveva un rapporto perfettamente umano.

Proprio per il buon rapporto che a poco a poco stava sorgendo tra i due Kevin Mask aveva deciso di lasciar perdere le tante domande che sorgevano attorno a lui, in un primo momento perché interessato a vincere la Corona Chojin grazie all’aiuto di un uomo competente, e poi perché l’uomo rappresentava qualcosa di simile ad un amico vero mai avuto in vita. Un rapporto simil/paterno più umano e meno freddo che aveva portato lo stesso ragazzo a essere meno… sospettoso.

– I casi sono due: o rispedisci la bottiglia indietro, oppure la ditta che produce l’elisir ha creato una confezione speciale. Ma una cosa è certa… non credo che tu abbia speso mille yen per questo articolo–

Nonostante il sarcasmo di Kevin, Lord Flash doveva ammetterlo. Comprare quell’elisir non era costato così poco come ipotizzava il suo pupillo, ma cercare di fare reclamo ora che la più grande competizione sportiva stava entrando nel vivo non era cosa saggia. Molto probabilmente ci sarebbero voluti mesi per essere ripagati, poiché anche l’elisir curativo veniva dal Pianeta dei Demoni e avevano una burocrazia piuttosto lenta, e tutto quel prezioso tempo l’avrebbero speso nell’angoscia di subire fratture dolorose e lunghe da guarire senza la giusta medicina che affrettasse la loro già veloce guarigione rispetto ad un comune essere umano.

La Corona Chojin rappresentava per Warsman, nei panni fin troppo attillati di un misterioso personaggio inventato di sana pianta, la possibilità di riscattarsi da Robin Mask allenando al posto suo un figlio indisciplinato e poco desideroso di apprendere le tecniche di famiglia. Si era concordato per telefono con il proprio vecchio maestro proponendogli la cosa come ringraziamento per ciò che lui aveva fatto al feroce lottatore delle steppe.

Lo aveva reso un guerriero e gli aveva mostrato il lato oscuro dell’istinto più feroce, sebbene su questo lato magari c’era anche da ridire visto i metodi piuttosto barbari di Robin Mask nell’allenare Warsman, ma dopotutto se era diventato così forte lo doveva anche a lui.

Il duro allenamento aveva avuto le peggiori conseguenze possibili però, poiché egli stesso aveva deciso di mettere dolorosamente fine alla sua relazione con l’unica donna che avesse mai amato veramente, temendo di poterle fare del male o di metterla in pericolo in qualche modo…

– Senti compagn… Kevin! Da quello che ricordo l’elisir che avevo ordinato non era poi dissimile da questo – e si riferiva alla colorazione del liquido – per cui direi di darci un taglio alle polemiche e sentire se il suo sapore è identico a ciò che ho ordinato –

Non era la prima volta che ordinava un elisir di guarigione, quelli del pianeta demoniaco erano tra i migliori se si desiderava una cura istantanea a patto che tu fossi abbastanza forte da reggere l’alta gradazione alcoolica delle loro medicine, quindi decise di stappare la bottiglia e prepararsi un bicchierino.

– Wo wo! Frena! Vuoi forse bere un intruglio di cui neanche tu sai esattamente di cosa sia fatto? Ho bisogno del mio allenatore possibilmente vivo, grazie! –

L’ovvia preoccupazione di Kevin era sincera, ma Warsman lo  guardò quasi divertito da sotto la candida maschera visto e considerato che quella non era la prima che testava qualche intruglio che non riconosceva. Aveva un computer interno, e questo gli permetteva anche di catalogare e comprendere molte più cose di un comune essere umano.

– Se assumi poche gocce di una qualsiasi sostanza non dovrebbe darti nessun fastidio ragazzo mio… siamo chojin dopotutto, oppure la cosa ti spaventa? –

La punzecchiatura era atta a provocare l’orgoglio del giovane Mask non tanto per fargli commettere stupidaggini quanto a spronarlo ad avere coraggio di affrontare l’ignoto. In fin dei conti si trattava solo di testare poche gocce di un elisir, non di sottoporsi ad un intervento chirurgico senza anestesia.

La provocazione tuttavia ebbe i suoi frutti, poiché tosto il giovane lottatore ridusse gli occhi a due fessure che, con indosso l’onnipresente elmo di metallo, facevano molta più soggezione del solito.

– Prepara un secondo bicchierino, vecchio – lo esortò lui, volendosi bere un cicchetto identico a quello del suo allenatore – che se pensi di avere a che fare con un poppante alla sua prima sbronza hai sbagliato di grosso! –

“Se è per questo mia madre mi scaldava il latte con la vodka quando mancava il gas…” avrebbe volentieri aggiunto Lord Flash, ma non era dei suoi poveri trascorsi che voleva parlare al momento, e pertanto offrì al proprio pupillo un bicchierino con quel scintillante liquido rosso che in apparenza non prometteva nulla di buono. E difatti, nonostante la spacconata di accettare di berlo, Kevin lo trangugiò un po’ titubante mentre se Warsman avesse avuto le labbra molto probabilmente avrebbe sorriso da sotto la maschera.

Dopo quel piccolo brindisi i due aspettarono prima mezz’ora, e poi dopo cena lasciarono aspettare un altro paio d’ore per vedere se potevano osservare degli effetti positivi da quell’elisir che bruciava in gola come un comune superalcoolico, ma a parte una vaga sensazione di leggerezza magari dovuta all’alta gradazione alcoolica non avvertirono altro.

In definitiva quelli della ditta di spedizioni si erano limitati a sbagliare consegna e avevano spedito loro il pacco sbagliato, pertanto Lord Flash, prima di buttarsi a letto completamente vestito visto che in fin dei conti quella era stata una giornata piuttosto pesante in cui sia lui che Kevin si erano sfidati sul ring, decise di prendersi un appunto mentale di rimandare tutto indietro non prima di aver sollevato una lieve polemica all’amministrazione del sito.

 

( … )

 

A dire il vero ci furono degli effetti collaterali dopo quella piccola bevuta, ma si manifestarono solo al risveglio dei due chojin che decisamente rimasero piuttosto sconvolti da quello che si ritrovarono addosso l’indomani mattina.

All’alba, quando ancora le famiglie del quartiere in cui Kevin Mask si era stabilito per disputare il torneo, tra l’altro uno trai più “bene” di tutta Tokyo, uno strillo si levò dalla casa del lottatore anglosassone e per sua fortuna era troppo presto perché qualcuno riuscisse a sentirlo.

Si sarebbe aspettato di tutto da quell’intruglio fiammeggiante, uno sfogo cutaneo, bruciature, addirittura l’acne giovanile, ma non che gli crescessero le tette dove prima decisamente non ce le aveva.

– Lord Flash!! Che cazzo mi è successo??! LORD FLASH!! –

In un primo momento non si era accorto di come il suo corpo fosse radicalmente cambiato in una sola notte, quel mattino si era svegliato più leggero del solito oltre che con una strana sensazione di nausea come se fosse appena sceso dalle montagne russe dopo un giro lungo quattro ore. Barcollando si era diretto verso il bagno, stropicciandosi gli occhi stanchi e constatando che gli allenamenti dovevano essere stati piuttosto pesanti se ora gli sembrava addirittura che il pigiama gli stesse largo!

Poi il dramma avvenne quando alzò la tavoletta del water per svolgere le sue funzioni corporali mattutine… e trovandosi a tastare tutt’altro che il proprio membro. Una ondata di panico gli attraversò il corpo, e quando si voltò di scatto verso lo specchio del bagno ecco che il dramma si era bello che consumato.

Kevin Mask, da ragazzo massiccio e promettente atleta del wrestling, ecco che si era trasformato in una atletica ragazza che non riusciva a fare altro che boccheggiare a vuoto davanti allo specchio e lanciare un urlo quasi terrorizzante.

Una volta che ebbe trovato la forza necessaria per uscire da li, nonostante i pantaloni del pigiama abbassati che gli impedivano di camminare decentemente, il giovane lottatore riuscì ad uscire dal bagno e fiondarsi nella camera del suo maestro per… trovarlo nelle sue stesse condizioni.

– Uff… era sperare troppo che tu dormissi per tutto il giorno, hm? –

Sulla maschera di Lord Flash si poteva leggere una espressione piuttosto stressata per l’ovvia trasformazione fisica che lo aveva portato davanti allo specchio dell’armadio per potersi osservare meglio, e sbuffando seccato si toccò il petto piuttosto prosperoso contenuto a stento all’interno della giacca.

– Sei stato tu… – lo indicò una Kevin Mask piuttosto incazzata per l’ovvia conseguenza e per il panico che stava crescendo in corpo – è tutta colpa tua e di quell’intruglio maledetto! “nessuna conseguenza, tanto siamo chojin”! E al diavolo tutto! Spiegami in che condizioni disputo la Corona Chojin! –

C’erano tanti pensieri che attualmente correvano nella mente frenetica del giovanotto inglese, così tanti pensieri negativi che a momenti non gli toglievano il fiato rischiando di farlo svenire dal troppo terrore di rimanere così eternamente. Una eterna ragazza con l’anima di un ragazzo, per sempre non voluta dal padre  e condannata a non riscattarsi mai a vita.

– Modera il linguaggio ragazzo! Non potevo sapere che razza di trasformazione avremmo subito nell’arco di poche ore! –una trasformazione non propriamente “indolore” tra l’altro, poiché per Flash era sembrato di sentire uno strano mal di pancia durante la notte e da non imputare ad una pessima cena – inoltre non è detto che questa…ehm… nostra condizione fisica sia perenne! Quindi evitiamo inutili isterismi e cerchiamo di concentrarci come… Kevin!! –

Cercare di placare l’ira del suo pupillo fu tutto inutile, poiché la giovane ragazza in cui si era trasformato Kevin decise di abbandonare in fretta e furia quella casa poiché prossimo ad una esplosione d’ira. Non importava un fico secco se era con la camicia nera del pigiama e i boxer a righe, aveva bisogno di correre fuori da li e sperare di essere ancora all’interno di un brutto sogno seppur invano.

Lord Flash lo seguì fin giù per le scale, ma dovette fermarsi di colpo davanti alla porta di casa spalancata come se ci fosse stato un muro invisibile a separarlo dal resto del mondo. Sebbene pure per il russo era stato un bello shock risvegliarsi nel corpo formoso, seppur atletico, di una perfetta sconosciuta, era comunque abbastanza lucido da comprendere che mettersi a scappare via di corsa non avrebbe risolto un bel niente. Al massimo avrebbe sollevato pettegolezzi a dir poco spiacevoli di cui nessuno dei due aveva bisogno, poiché poteva essere un dettaglio trascurabile che una ragazza bionda fosse fuggita via di casa in pigiama, la si poteva ricondurre ad una fan incallita che aveva rubato gli abiti di Kevin Mask, ma con lui come la mettiamo?

Un’altra fan che stavolta aveva rubato i vestiti di Lord Flash? Poco credibile in effetti, e difatti l’allenatore fece dietro front piuttosto infastidito sbattendosi la porta alle spalle. Non poteva uscire di casa e il peggio era che se voleva cercare delle informazioni su come sistemare tutta la faccenda avrebbe dovuto uscire per forza! In casa Mask non c’erano computer collegati a internet e lui l’ordinazione l’aveva fatta da un internet cafè, e i libri presenti sulle mensole erano solo testi riguardanti il wrestling e romanzi moderni.

Con una sorta di lamento frustrato la donna si mise a camminare avanti e indietro  per tutto il salotto cercando un modo per risolvere la faccenda e ritrovare Kevin il prima possibile senza che si cacciasse nei guai. Warsman aveva sentore che la sua attuale condizione fisica fosse solo temporanea e indotta dall’intruglio che aveva bevuto la sera prima, e c’era da scommetterci che avrebbe fatto causa alla ditta di spedizioni, ma non aveva modo di provarlo e uscire fuori casa era troppo… rischioso.

L’unica idea che gli venne fu dettata unicamente dalla disperazione, poiché chiedere un aiuto ad Emerald valeva sempre dire mettere la mano sul fuoco visto che poi dovevi sdebitarti come madame chiedeva, quindi fu con mani tremanti che si ritrovò a mandare un messaggio alla viziata ragazzina sperando che giungesse il prima possibile a casa sua.

Era da un po’ che la conosceva, da quando si era trasferito a Tokyo, e sebbene non gli stesse affatto simpatica ( era un eufemismo, poiché a detta sua la detestava proprio ) doveva ammettere che aveva sviluppato uno strano rapporto con quella giovane donna schifosamente ricca. La loro doveva essere solo una “collaborazione” per disputare le competizioni di tango che spesso e volentieri si tenevano per la capitale nipponica, i giapponesi a quanto pare erano fissati con questo ballo, ma da semplice collaborazione si era trasformata in complicità vera e propria e, antipatia a parte, era incredibile che riuscissero a coprirsi a vicenda quando facevano cose particolarmente poco ortodosse…

Tipo finire qualche volta a letto assieme dopo aver fatto volare pentole e mobili in quella che doveva essere una sorta di litigio, ma quella era un’altra storia.

Il suo nervosismo comunque aumentò in maniera esponenziale vedendo che, dopo un quarto d’ora, quella dannata ragazza non aveva risposto al suo messaggio e non aveva ancora bussato alla porta di casa, portando per questo Lord Flash a sbuffare spazientito e meditando per davvero di prendere un impermeabile e andare a cercare Kevin nonostante rischiasse di passare per un pervertito.

E… si, anche lui aveva paura dopo quell’assurda trasformazione anche se aveva mantenuto un freddo autocontrollo anche di fronte al proprio allievo, per questo se non voleva uscire di casa era per il puro terrore di essere comunque riconosciuto dai vicini e dagli altri lottatori presenti per le strade della città.

Ma il suo terrore fu ben più grande quando si voltò verso la finestra del salotto, lasciata distrattamente aperta, sgranando gli occhi di fronte ad una intrusa a sua volta con gli occhi sgranati mentre si infilava in casa lentamente attraverso la finestra aperta.

Emerald, era lei quella ragazza con l’espressione quasi spiritata che era entrata in casa in maniera così clandestina invece di usare una porta come tutte le persone normali perché magari aveva ben pensato di fargli uno scherzo dopo aver letto il messaggio urgente in cui le chiedeva di venire da lui a causa di un “problema non spiegabile a parole”, francamente parlando non si sarebbe mai aspettata di vedere il vecchio porcello snellito così all’improvviso e così… “popputo” sul davanti.

– Porcello… ma sei davvero tu?! –

– Uh… io… Emerald…–

Sinceramente parlando Warsman la odiò in quel momento, poiché lo aveva preso completamente alla sprovvista nonostante fino a quel momento si fosse progettato comunque un mezzo discorso introduttivo da farle, e ora da sotto la maschera riusciva solo a boccheggiare a vuoto mentre sul volto della ragazza si stava formando il più grande sorriso ebete che le avesse mai visto fino a quel momento.

– Io posso spiega…–

– Hai cambiato sesso porcello! Hai le tette! TETTE!! – ridendo come una beota corse verso di lui stringendolo in un abbraccio così stretto da lasciargli scappare uno strillo assurdo – ma sono vere?! Si, sono vere! Vere!! Uah ah ah!! –

Iniziò a palpare il seno della donna sollevandole la giacca e stringendo con ambo le mani quella consistente morbida carne cercando una possibile protesi al silicone ma avvertendo unicamente una piacevole morbidezza. Le strapazzò così per un po’ mentre Flash diventava paonazzo in volto nonostante l’ovvia maschera persistente, stringendo e pizzicando nei punti più sensibili finchè il proprietario di suddetto seno decise di spingere via la propria ospite con gesto sgarbato.

– Mh! Piantala di toccarmi in ogni dove, razza di pervertita! – e lo diceva perché oltre al petto aveva iniziato a toccarlo anche sotto all’ombelico alla ricerca del “fratellino” – ti ho chiamato per risolvere questa faccenda il prima possibile! –

– Risolvere cosa?! – altra risata beota da parte di una ragazza visibilmente entusiasta di vedere il proprio arcinemico trasformato per davvero in una donna, ritornando ad abbracciarlo con una solida presa e affondando il volto in mezzo a quella carne prosperosa – guarda che hai fatto passi in avanti, eh! Ora si che potrai soddisfare tutte le tue perversioni, vecchio porcello porcelloso morbidoso!!! –  

Nonostante la trasformazione Lord Flash non aveva perso i suoi due metri e dieci, di conseguenza la minuta ragazza che lo stava abbracciando si era praticamente messa in punta di piedi per poter affondare meglio il volto nel suo seno, rimanendosene in quella posizione per diversi minuti in perfetto silenzio.

– Uff… e poi il pervertito sarei io… – non lo disse con reale rabbia e persino lui si ritrovò momentaneamente ad assaporare quel silenzio tanto da arrivare ad accarezzarle delicatamente la testa – senti, se ti ho fatto chiamare è perché tu, con le tue risorse, potresti in qualche modo trovare una cura istantanea al…–

– “Bacio del Diavolo”? Guarda, ho appena visto la bottiglia – ancora appoggiata al tavolino del salotto da ieri sera – quindi mi sa che per guarire dovrai aspettare tanto tempo quanto la quantità di dose che hai assunto – 

– Uh, io e Kevin abbiamo bevuto solo un cicchetto di quella roba, pensavamo fosse un elisir di guarigione – lo disse come in sovrappensiero mentre si scioglieva dall’abbraccio con Emerald –  ma… u-un momento! Come fai a conoscere quella roba?! –

– Poco fare il sospettoso, porcello popputo! Potrei essere io a dire che la storia dell’elisir sbagliato sia una tua farsa per nascondere il fatto che vi piace fare zozzerie in questa casa! – altra risatina beota accompagnata da un sorrisetto malizioso come a sottintendere molte cose o a sperare che fossero sottointese – sappi solo che è un rinomato afrodisiaco che proviene dal Pianeta dei Demoni, ed in effetti può somigliare ad un comune elisir di pronta guarigione se NON si guarda per bene la bottiglia…–

– Io questa roba l’ho ordinata dal sito ufficiale della Muscle League e non aveva decisamente l’aspetto di un afrodisiaco! Hanno sbagliato a mandarmi il prodotto, quindi evita di dire fesserie per piacere–

La cosa incuriosì decisamente una Emerald che stava iniziando per davvero a divertirsi di tutta quella faccenda, tanto che finalmente riuscì a mettere da parte la propria voglia di molestare quella prosperosa Lord Flash e lasciare che si spiegasse per bene e in breve tempo. E dopo la spiegazione, e aver spiegato a sua volta che per quell’intruglio l’unica cura era di aspettare che i suoi effetti sparissero, rimaneva solo il problema spinoso di contattare una fuggitiva finita chissà dove.  

– …E dunque ora non sai dov’è andato Kevin? Beh, non dovrebbe essere così difficile trovare una ragazza che va in giro con le mutande di un uomo! –

– Non sono preoccupato che qualche malintenzionato possa fargli del male – e questo lo diceva perché aveva notato che aveva comunque un fisico atletico e muscoloso, non massiccio però, caratteristica non indifferente del suo essere ancora chojin – ma sono preoccupato per il resto… per come si sente adesso, per la possibilità di pessima pubblicità e…–

– Sei preoccupato per lui, giusto? –

Se lo era? Si, era preoccupato che potesse accadere qualcosa a Kevin nell’egual misura a quello che potrebbe accadere ad un figlio disperso. Si era davvero affezionato a quel ragazzo ormai, tanto da considerarlo quasi il figlio maschio che mai aveva avuto.

Emerald gli fece quella domanda in modo serio, e vedendo che non giungeva risposta ma solo una espressione persa nel vuoto e preoccupata, gli diede una live pacca sull’avambraccio destro come a volerlo confortare.

– Coraggio porcello popputo… non lo troverai mai se rimarrai rintanato qui in casa, a meno che tu non decida di prendere un porro gigante, un profilattico e…–

– Emerald, PIANTALA! –

L’ultima cosa che attualmente il russo voleva fare era di effettuare “esperimenti” di un certo tipo sul suo nuovo corpo, ma doveva ammettere che la provocazione di Emerald e atta a spronarlo ( ? ) ad uscire di casa stava funzionando piuttosto bene. Francamente parlando non aveva grandi idee di dove potesse essersi cacciato quello stupido, ma di solito quando era nervoso o aveva semplicemente voglia di attaccar briga con qualcuno si dirigeva spesso a Beverly Park… ma era una pazzia andarci conciato in quel modo!

E per fare cosa poi, provocare i ragazzi della Muscle League a dargli addosso? Erano dei selvaggi ma non di quel tipo che saltava addosso ad una ragazza salvo eccezione di Kid Muscle. C’era qualcosa però che non lo convinceva, nonostante tutti i dubbi su quel tipo di meta improbabile, ed anche se non capiva bene che cos’era quel formicolio al petto gli stava chiaramente dicendo che quel posto era il caso di controllarlo prima di qualunque altro.

Il classico intuito femminile, ma ancora non poteva saperlo.

 

( … )

 

Gli unici veri motivi che portavano Kevin a spingersi fino a Beverly Park erano assai pochi.

Più che per allenarsi, perché il suo allenatore gli aveva programmato qualcosa di ben più completo, lo faceva per lo sfizio di mostrarsi molto più informa degli altri atleti seguiti da Meat. Per certi versi era come se si pavoneggiasse in mezzo ad un branco di galline, ma in fin dei conti fare diecimila flessioni sulla punta del dito indice era già un modo piuttosto efficace di far venire la bile a molti.

Quando arrivò al parco tuttavia non trovò nessuno ad accoglierla, a quanto pare era ancora presto perché ci fosse una attività degna di nota, dunque quasi deluso di non aver trovato nessun babbeo da provocare decise di guardarsi attorno e vedere come andavano le cose dentro la catapecchia di Kid Muscle.

Il buffone stava dormendo con il suo allenatore come c’era da aspettarsi, infagottati dentro un piumino come a cercare di ripararsi dall’umidità della mattina, ed erano troppo immersi nel mondo dei sogni per potersi minimamente accorgersene della presenza estranea fuori dalla loro casetta.

Forse era meglio così, se quel maiale l’avesse vista con indosso solo pochi abiti probabilmente le sarebbe saltata addosso anche sapendo che si trattava di Kevin Mask.

E Kevin… era ancora arrabbiato con il suo allenatore, anche se francamente parlando l’incazzatura stava gradualmente passando.  Nel mentre che correva a perdifiato lungo le viuzze ancora vuote aveva avuto modo di rimuginare su quello che il suo maestro gli aveva detto riguardo la trasformazione, che molto probabilmente era qualcosa di temporaneo e di trascurabile, mescolando queste informazioni con la paura istintiva di non riuscire in nessun modo ad accettare quella trasformazione fisica tanto drastica.

Se suo padre, Robin Mask, lo avesse visto conciato così cosa avrebbe mai detto? Lo avrebbe definitivamente diseredato?

Quel vecchio stronzo rimaneva comunque la sua attuale famiglia, e se non avesse imparato ad accettarlo, nel bene e nel male, non sarebbe mai riuscito ad andarci comunque “d’accordo” quel tanto che bastava per non corrodersi il sangue ogni giorno.

Se aveva accettato di partecipare alla Corona Chojin era per fare innanzitutto pace con se stesso, non per Robin Mask. Una possibilità di redimersi per tutte le stupidaggini commesse in passato oltre che a riportare lustro nella sua vecchia e fredda famiglia per dimostrare, e dimostrarsi, che anche lui non aveva nulla da invidiare da suo padre… e lo avrebbe fatto unicamente con le proprie forze.

Doveva inoltre ammettere che il suo allenatore sapeva parecchie cose della famiglia Mask tanto che aveva provato, inutilmente tra l’altro, a insegnare qualche tecnica di combattimento al proprio allievo. Lord Flash si era limitato a dirgli di essere stato a sua volta uno dei molti allievi di Robin Mask ma di essersi allontanato presto dalla sua palestra a causa di un ( fasullo ) infortunio al polso destro che non muoveva molto bene negandogli così una carriera da wrestler ( in realtà lo muoveva eccome ma con un comando telepatico impediva ai pistoni del braccio di muoversi regolarmente ).

– Tzk, sembra che adesso nel gruppo dei catorci inservibili mio padre dovrà aggiungere pure me–  

Mormorò cinicamente un Kevin che ora si stava specchiando sul riflesso di una grande pozzanghera nei pressi di una fontanella pubblica, i caldi raggi dell’alba illuminavano quello specchio d’acqua sul freddo cemento dell’aiuola mostrando per bene la trasformazione del giovane chojin.

Senza la maschera potè osservarsi meglio in faccia non potendo fare a meno di notare quanto… fosse incredibilmente simile a sua madre Alisa morta quando lui era molto piccolo e di cui conservava ben pochi ricordi. Suo padre l’avrebbe odiato maggiormente ora che somigliava ancora di più alla sua defunta moglie?

Non poteva saperlo poiché per sua fortuna Robin Mask era assai lontano, ma a parte questo dettaglio estetico provò addirittura a guardarsi dentro la camicia per vedere… il resto del suo corpo femminile.

Per arrivare fino a Beverly Park aveva corso come un forsennato e lo aveva fatto tenendosi stretto con ambo le mani un seno che altrimenti avrebbe dondolato fino a fargli male visto che non era certo una taglia piccola la sua. Non era una taglia maggiorata come quella del suo allenatore, ma doveva essere comunque una terza abbondante stando al suo criterio di valutazione ( non era un verginello, alla d.m.p offrivano volonterose cortigiane ai loro atleti più meritevoli e all’epoca non se l’era sentita di tirarsi indietro ), e a parte quelle due protuberanze morbide decisamente fastidiose da sopportare perché non abituato doveva ammettere che il resto del suo fisico era tonico e forte. Aveva addominali scolpiti e gambe ben tornite, fisicamente simile ad una karateka professionista, e ora che lasciava che la furia si dissipasse un poco poteva comunque avvertire la propria forza uguale a quella che aveva prima della sua trasformazione.

Questo non era poi così male, anche perché di lottatrici donne ne aveva viste assai poche e da suo padre aveva preso il gran brutto pregiudizio che una creatura di sesso femminile è e resterà sempre più debole di un uomo, poiché probabilmente avrebbe dovuto menare le mani a breve dato che qualcuno lo osservava cogliendolo completamente alla sprovvista. E si rese conto a suo malgrado di essere osservato da un assonnato Kid Muscle.

Il principe dei kinnikku era uscito dalla casetta di legno in modo silenzioso per non svegliare Meat, e aveva deciso di darsi una rinfrescata alla fontanella per svegliarsi un poco. Ma quando i suoi occhi azzurri si posarono su quella figura poco vestita oltre che bella come un angelo, iniziando dunque a fissarla come un beota senza riuscire a far altro e mettendola, senza farlo apposta, in discreto imbarazzo, si svegliò del tutto sentendo l’energia scorrergli in corpo.

– Eeh… ciao…bella… – iniziò lui in modo piuttosto strascicato, vedendola irrigidirsi e mordersi le guance dall’interno per scacciare il nervoso –… sei… ehm, ti sei persa? Sei… un sogno, vero?! –

A mano a mano che le parlava si svegliava sempre di più e poteva anche notare che era vestita unicamente di una grande camicia nera, i boxer non riusciva a vederglieli, e doveva ammettere che era troppo bella per essere reale. Doveva trattarsi di un angelo per essere apparsa così nel mezzo della nebbia mattutina, e dunque di fronte a quella “soave” visione il giovane principe iniziò a fare il galletto come di suo solito.

– Lo sai che sono un wrestler professionista, si?! E… che partecipo alla Corona Chojin che naturalmente vincerò perché sono il migliore! Eh eh eh!!! –

– Falla finita, idiota…–

C’era qualcosa nel tono della ragazza che portò Kid Muscle a farsi momentaneamente serio. Aveva una voce da donna ovviamente, ma il tono he aveva usato per apostrofarlo, così freddo e sibilato, per un momento gli parve identico a quello di un suo probabile avversario futuro qual era Kevin Mask. Ma ovviamente doveva trattarsi solo di una sua percezione, perché quell’angelo caduto dal cielo non poteva essere Kevin, distorta in maniera abnorme da una pesante sonnolenza e fu con tale convinzione che tornò nuovamente alla carica più infatuato di prima.

– Ma no! ti dico sul serio io sono destinato a vincere! Guarda che muscoli, ti sembrano quelli di un perdente?? Ehehe! – iniziò a mettersi in posa nelle più svariate pose ginniche per cercare di conquistarla ma quella, sbuffando annoiata, iniziò ad allontanarsi da lui con passo svelto – Waah! Non te ne andare ti pregoo! Sei la mia prima fan che viene alle prime luci dell’alba a spiare quello che faccio, e credimi la cosa non mi dispiace affatto! –

Tralasciando l’inquietante cenno voyeuristico dell’atleta, a Kevin tutta quella situazione stava decisamente annoiando tanto da comprendere di aver fatto un madornale errore a correre fino a li pensando di smaltire il nervoso. E tale comprensione avvenne nel momento esatto in cui un disperato Kid le prese la manica della camicia tirandogliela così forte tanto da stracciarle via i bottoni.

– Che… che cazzo fai, idiota??! –

Nella voce della giovane e nei suoi occhi azzurri si poteva intravedere una scintilla di paura per quel gesto impulsivo del principe dei kinnikku che semplicemente non voleva perdere una possibile fan e non farle del male.

Difatti rimase sconvolto pure lui per averla letteralmente denudata sotto i timidi raggi solari di quella mattina che non voleva proprio sorgere, lasciandola a seno nudo e, incredibile ma vero, senza che si coprisse con ambo le mani quelle due protuberanze perfette. E in fin dei conti se non si copriva era perché mentalmente parlando, da uomo, Kevin non ne percepiva l’esigenza.

Quelle erano le prime tette “dal vero” che Kid Muscle vedeva e che non fossero su un giornaletto porno o sito internet hard, e se avesse saputo che appartenevano a Kevin Mask probabilmente se la sarebbe fatta addosso ma non disgustato, poiché il suo desiderio fu tale alla vista di quella pelle nuda che fu ben visibile con una erezione compressa nella calzamaglia azzurra.

La situazione tuttavia non ebbe modo di peggiorare ulteriormente per Kevin, che era rimasto in mutande, ma per il principe dei kinnikku che si ritrovò stampato sulla faccia destra un calcio be n assestato da una figura vestita di bianco.

Sebbene la donna che era accorsa in aiuto della giovane ragazza bionda non avesse proferito nessuna parola, a Kevin bastò vedere lo sguardo determinato di Lord Flash per capire che ora era il suo turno di colpire quel maiale per metterlo a tappeto. E difatti l’occasione si presentò quando la guancia sinistra di Kid fu a portata di mano, e tosto il giovanotto inglese stampò su quella maschera orrenda una gomitata talmente forte che portò lo sfortunato a ruzzolare fin contro la casetta di legno e sfondarne una parete.

Al grido spaventato/sorpreso di Meat le due donne decisero di darsela saggiamente a gambe senza prestare attenzione ai lamenti di Kid Muscle che suonavano come un “non te ne andare… ti amo” ma che il suo piccolo allenatore non riuscì a comprendere bene.

Solo quando le due fuggitive riuscirono a raggiungere uno stretto vicoletto tra due palazzi, senza essere viste da nessuno per puro miracolo, decisero di fermarsi per riprendere fiato e fare il punto della situazione.

– Fantastico… decisamente fantastico! – fece sarcasticamente Kevin Mask, senza comunque rifiutare la giacca del proprio maestro per coprirsi il seno – in poche ore abbiamo trasgredito tre regole fondamentali della Muscle League1 inizio quasi a pentirmi di essermi iscritto! –

E per le regole fondamentali intendeva quelle che si era citato mentalmente la sera prima, nel mentre che il suo maestro contemplava quel maledetto elisir, ma a Lord Flash non piacque quella ironica battuta tanto da decidere di rimproverarlo.

– Nessuno ci ha visto colpire quel demente di Kid Muscle e non credo che il suo allenatore – ossia l’individuo innocente che non andava coinvolto – si sia fatto male! E stai pure sereno, che quello che abbiamo assunto è solo un afrodisiaco demoniaco di breve durata e perfettamente legale… ho già fatto reclamo alla ditta di spedizione comunque–

L’ultima parte era una bugia, non aveva esposto reclamo e non aveva detto ad Emerald di farlo al posto suo, ma servì in modo efficace a calmare Kevin che, con un malcelato imbarazzo, ora si stringeva dentro l’orrenda giacca del suo allenatore.

– Hm… essere donna sembra essere piuttosto difficile, per quel poco he ho sperimentato adesso –

E non si riferiva tanto al cambiamento fisico che lo aveva sconvolto quella mattina, quanto al fatto che, sebbene avesse minacciato quello sfrontato di Kid di lasciarlo in pace, e quando era un ragazzo un semplice “lasciami stare” bastava eccome a tenere lontano gli sfrontati, quello aveva comunque continuato ad annoiarlo fino a raggiungere al rabbioso epilogo. Avere un paio di tette dava libero accesso agli uomini di provarci per diritto? No, non lo dava affatto e la risposta che lui e Lord Flash avevano dato al kinnikku ne era una palese dimostrazione.

– Essere donna non è facile, Kevin – disse il russo con tono più comprensivo e poggiando ambo le mani sulle spalle del suo pupillo – e per un certo senso noi due possiamo ritenerci “fortunati” che certe cose non ci capitano… ma questo non ci da il diritto di essere dei noiosi lumaconi –

– Hm, suppongo tu abbia ragione… almeno hai buttato via quella bottiglia, vero? –

A dire la verità Lord Flash se l’era tenuta… o meglio, prima di correre via di casa per raggiungere Beverly Park una fin troppo scaltra Emerald era riuscita a convincerlo di cedergliela ma non prima di aver bevuto un cicchetto a testa di quell’infuocato intruglio con conseguenze ben pensabili.

“vuoi che non ci siano conseguenze vecchio porcello? Bene, questo è il mio semplice prezzo da pagare entro domani sera!”

Un modo assai discutibile di saldare il proprio debito poiché a differenza di Kevin lui sarebbe rimasto donna un po’ più a lungo per soddisfare la curiosità di quella piccola arpia pervertita, e si sarebbe giustificato con il proprio allievo dicendogli che lui ne aveva bevuto di più prima di mostrargli la confezione, ma l’ultima cosa che voleva era un possibile scandalo ed Hammy era pure capace di hackerare il sistema del sito della Muscle League per cancellare quell’ordine sbagliato e registrato con la carta di credito di lord Flash stesso.

Era un prezzo da pagare che da un lato lo disgustava profondamente ma dall’altro lato stimolava quella sua personalità nascosta che si scatenava solo in presenza di quella puttanella viziata a cui doveva sempre un favore.

– Si, Kevin… ho buttato via quella bottiglia. E ora torniamo a casa, prima che ci veda qualcuno–

Sebbene si ne vergognasse per l’ennesima bugia che stava regalando al proprio allievo, doveva concordare con se stesso che era per una ben più nobile causa che i più, molto probabilmente, non avrebbero affatto capito.

O avrebbero decisamente liquidato l’intera faccenda come molto strana.

 

 

 

 

 

 

Una oneshot decisamente stupida a base di genderbender e decisamente senza senso, ma che comunque mi andava di scriverla! Non prendetela sul serio ok? Si tratta solo di una fangherlata e niente di più. La bottiglia comunque è ispirata a questa: http://i1277.photobucket.com/albums/y496/Boinkzoink/Bioshock%20Collection/P1000098_zps11ed55b4.jpg

  
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