Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Sinnheim    08/11/2014    1 recensioni
Sono passati cinque anni da quando Madoka e Sayaka non ci sono più: ormai adulte in un mondo senza streghe, Homura, Mami e Kyoko combattono contro le maledizioni degli uomini, ma il cuore di due di loro rimane comunque a pezzi. Tra una battaglia e l'altra, Kyoko e Homura finalmente riusciranno a liberare il loro dolore per le loro tragiche perdite.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Mami Tomoe | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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FALLING SKIES

 

Kyoko fece mulinare la sua lancia in aria con fare tanto aggraziato che sembrava danzare: ogni movimento circolare aumentava la sua potenza, e ogni fendente era fatale a chiunque avesse avuto la sfortuna di fronteggiare la sua lama; i suoni assordanti dei fucili di Mami rimbombavano nella notte, giocando al tiro al bersaglio con i nemici che le si paravano davanti.

Dall’alto di una trave, Homura proteggeva le sue compagne con il suo fedele arco, invadendo l’intera area con le sue frecce magiche: con la sicurezza di avere le spalle coperte, le due ragazze a terra potevano concentrarsi interamente sul corpo a corpo, falcidiando nemici su nemici e garantendo una vittoria schiacciante alle maghe. “E con questo abbiamo finito!” Disse allegra Mami mentre giustiziava l’ultimo nemico sparandogli dritto in mezzo agli occhi. “Certo che ‘sti cosi diventano sempre più facili da eliminare!” Urlò euforica Kyoko, agitando con abile maestria la sua lancia.

“Sakura Kyoko, mai sottovalutare il nemico. Magari la prossima volta non saremo tanto fortunate.” Homura saltò giù dalla trave del palazzo in costruzione dove si ritrovarono a combattere quell’orda di demoni ormai posseduti dalle maledizioni, rimproverando l’amica con il suo solito fare furtivo e cauto. “Uuuh mamma mia, quanto sei antipatica, Homura.”Rispose stizzita, ma ormai era abituata al quel carattere così strano che aveva la maga. “Homura ha ragione, ma dobbiamo ammettere che siamo state brave!” Sorrise dolcemente Mami, quando una piccola figura familiare spuntò dalle tenebre.

“Bravissime ragazze! Stasera potrò raccogliere moltissima energia per l’entropia grazie a voi.” Kyubey si arrampicò sulla spalla della maga dal vestito giallo come il sole annuendo compiaciuto, poi la ragazza si mise in comunicazione telepatica con il famiglio. “Kyubey, oggi è un giorno particolare per loro. Che ne dici di andare a perlustrare l’area per lasciarle un po’ sole?” Disse con tono apprensivo Mami, mascherando alle altre la sua preoccupazione con il suo solito sorriso sincero. “Ah, è vero, hai ragione. Si, penso che sia una buona idea, così raccolgo le maledizioni che avete sparpagliato in giro.” Comunicate le loro intenzioni, Kyubey e Mami sparirono nel buio della notte, lasciando le due maghe sole con i loro pensieri: non sapendo che fare nell’attesa, salirono sulle travi incomplete dell’edificio e contemplarono la città illuminata dalla luna.

“Ne vuoi uno?” Kyoko porse all’amica un pacchetto di bastoncini di cioccolato. “Uhm… ma si, dai.” Homura ne prese uno e iniziarono a sgranocchiarli in silenzio per qualche minuto, poi la maga dal vestito cremisi non riuscì più a tenersi tutto dentro. “Oggi sono cinque anni.” Disse con il suo solito tono menefreghista e giocoso, cercando di nascondere l’immenso dolore che aveva nel cuore. “…” Homura rimase in silenzio per alcuni secondi, i quali sembrarono ore estremamente pesanti per entrambe. “Già cinque anni… il tempo vola.” Si limitò a dire la maga, provocando il disappunto dell’amica: aveva, avevano un bisogno tremendo di sfogarsi.

“Beh, direi di fare un brindisi come minimo: a Madoka e Sayaka!” Kyoko porse il suo bastoncino vicino a quello di Homura, cercando di stimolare la ragazza ad aprirsi un po’ di più; con gesto inatteso, l’arciera sorrise e picchiettò il suo snack contro quello della compagna d’armi, simulando un brindisi con calici di champagne. Spesso Kyoko la faceva innervosire, ma quando voleva sapeva essere divertente. “Secondo te è stata proprio Madoka a farci ricordare cosa è accaduto nell’altro universo?” Chiese pensierosa la ragazza, quasi in modo distratto. “Non saprei proprio. Parliamo di una vita fa, eravamo bambine e ora siamo quasi adulte, non dovremmo più preoccuparcene. Però… Madoka è una dea ormai, suppongo lo possa fare…” Il tono senza emozioni di Homura era quasi fastidioso alle orecchie di Kyoko, soprattutto quando parlavano di loro, delle loro compagne cadute.

“Tsk, una dea. Se fosse tale, la farebbe tornare da me…” Disse a denti stretti la maga cremisi, causando l’ira dell’arciera. “E secondo te, se lei poteva non lo avrebbe fatto? Non sarebbero tornate da noi? È evidente che non possono!” Urlò furiosa Homura, tanto che Kyoko sobbalzò dallo spavento e distolse lo sguardo rammaricata, capendo che l’aveva sparata grossa: la compagna d’armi era sempre stata pacata e dai toni cupi, non dava mai in escandescenza e, all’apparenza, sembrava fredda e distaccata, Kyoko non l’aveva mai vista in preda all’ira; decise che l’unica cosa da fare a quel punto era dire la semplice e pura verità su ciò che provava.

“E’ che… mi manca tanto…” La sua voce fu strozzata da una lacrima ribelle che le solcò il viso; la compagna si rimproverò di essere stata tanto dura, ma i suoi nervi erano duramente provati quel giorno. “Scusami, davvero, lo so che ti manca. So cosa provi…” Homura si sistemò vicino all’amica e la abbracciò forte, sotto gli occhi attoniti della maga cremisi. “Ehi... non sono da te questi gesti d’affetto.” Disse sarcastica, causando una risatina dell’arciera. “E non è da te piangere come una bambina.”

Risero entrambe tristemente.

“Homura… cosa ci trovavi in Madoka? Perché l’amavi così tanto?” Quella domanda improvvisa la colpì come una pugnalata, ma era ora di liberare i demoni che torturavano la sua anima. “Beh… si offrì subito di aiutarmi, anche se non mi conosceva. Ma non era solo quello… lei era pura nel cuore e nell’anima. Quando ti sorrideva, lo faceva con tutta se stessa, ti scioglieva il cuore, ti faceva davvero amare la vita. Non potei far altro che innamorarmi di lei.” Mentre ricordava l’amata, Homura sorrise d’istinto e gli occhi le si illuminarono d’amore, tanto che Kyoko ne venne quasi contagiata e sorrise a sua volta. “Non ce l’hai mai detto ma… quante volte sei tornata indietro?” La maga sorrise amara.

“Quindici volte.”

“COOOOOSA?! E TU PER QUINDICI VOLTE L’HAI VISTA MORIRE?!” Kyoko la guardò sconcertata e agghiacciata: quando Sayaka morì davanti a lei, la ragazza si sentì peggio che morta, il solo pensiero di rivivere quella scena più e più volte le fece venire la nausea. “Sei… sei davvero forte, Homura.” Le due rimasero in silenzio per qualche istante, poi Homura riprese il discorso. “E tu? Cosa ci hai visto in Sayaka? E dire che la prima volta che vi siete viste volevate scannarvi a morte.” Kyoko scoppiò a ridere di gusto, il ricordo del loro primo incontro non era stato proprio rose e fiori. “Dai, scannarci è esagerato!” Disse sorniona la ragazza. “Vuoi la verità? Non avevo mai visto due persone odiarsi tanto.” Homura ridacchiò divertita.

“Si, ok, la odiavo a morte e lei odiava me, diciamo che i nostri principi morali non coincidevano neanche un po’. Ma conoscendoci le cose sono cambiate… era un’idiota testardona, voleva sempre fare tutto di testa sua, si credeva invincibile.” Disse Kyoko infastidita, poi il suo tono si fece più dolce. “Era uguale a me, Homura. La guardavo negli occhi e vedevo me stessa… era l’unica che poteva capirmi appieno.” L’amica la guardò impietosita. “Ti amava anche lei. Glielo leggevo negli occhi… anche se era ancora addolorata per Kamijo, tu l’avevi rapita, eri in grado di tenerle testa.” L’arciera sorrise: era tanto tempo che desiderava dire quelle cose alla maga cremisi, ma per via del suo carattere e per i momenti pochi opportuni, alla fine non lo aveva mai fatto. Si sentì soddisfatta per la sua riuscita. “Lo pensi davvero? Mi fa piacere…” L’espressione di Kyoko si fece dura e sofferente.

“Quel nostro bacio non lo dimenticherò mai. Vorrei averla baciata prima, tante e tante volte… e invece l’ho fatto solo un attimo prima che lei spirasse. È un rimpianto che mi porterò dietro tutta la vita.” Homura si sentì il cuore bruciare al ricordo di quella scena: avrebbe tanto voluto anche lei poter baciare la sua Madoka, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, mai in tutte e quindici le volte che l’aveva vista morire; il suo viso fu interpretato con estrema facilità da Kyoko, e capì immediatamente a cosa stava pensando.

“Non ti avvilire, Homura. Madoka è una dea, ricordi? Sono sicura che lo sa. Anzi, sono sicura che, anche in questo momento, ti stia guardando.” Disse la maga cremisi volgendo gli occhi al cielo, lasciando Akemi Homura completamente spiazzata. “Ehi, guarda: è diventato nuvoloso all’improvviso.” L’arciera guardò in alto e annuì perplessa. “Anche il cielo vuole piangere…” Disse in tono sommesso, provocando l’approvazione piena dell’amica.

“Il cielo è così denso che sembra voler cascare sulla terra da un momento all’altro. Chi lo sa, magari è Madoka che ci saluta.” Nel momento in cui Kyoko finì la frase, iniziò a piovere: le due maghe si bearono della sensazione dell’acqua sulla pelle, così fresca e rigenerante, le sfiorava come una carezza; entrambe piansero ma nessuna delle due se ne accorse, tanto le lacrime si confondevano con la pioggia.

In un attimo, fu come se l’acqua stesse portando via con sé il loro dolore.

  
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