FALLING
SKIES
Kyoko fece
mulinare la sua lancia in aria con fare tanto aggraziato che sembrava
danzare:
ogni movimento circolare aumentava la sua potenza, e ogni fendente era
fatale a
chiunque avesse avuto la sfortuna di fronteggiare la sua lama; i suoni
assordanti
dei fucili di Mami rimbombavano nella notte, giocando al tiro al
bersaglio con
i nemici che le si paravano davanti.
Dall’alto
di
una trave, Homura proteggeva le sue compagne con il suo fedele arco,
invadendo
l’intera area con le sue frecce magiche: con la sicurezza di
avere le spalle
coperte, le due ragazze a terra potevano concentrarsi interamente sul
corpo a
corpo, falcidiando nemici su nemici e garantendo una vittoria
schiacciante alle
maghe. “E con questo abbiamo finito!” Disse allegra
Mami mentre giustiziava
l’ultimo nemico sparandogli dritto in mezzo agli occhi.
“Certo che ‘sti cosi
diventano sempre più facili da eliminare!”
Urlò euforica Kyoko, agitando con
abile maestria la sua lancia.
“Sakura
Kyoko, mai sottovalutare il nemico. Magari la prossima volta non saremo
tanto
fortunate.” Homura saltò giù dalla
trave del palazzo in costruzione dove si
ritrovarono a combattere quell’orda di demoni ormai posseduti
dalle
maledizioni, rimproverando l’amica con il suo solito fare
furtivo e cauto.
“Uuuh mamma mia, quanto sei antipatica,
Homura.”Rispose stizzita, ma ormai era
abituata al quel carattere così strano che aveva la maga.
“Homura ha ragione,
ma dobbiamo ammettere che siamo state brave!” Sorrise
dolcemente Mami, quando
una piccola figura familiare spuntò dalle tenebre.
“Bravissime
ragazze! Stasera potrò raccogliere moltissima energia per
l’entropia grazie a
voi.” Kyubey si arrampicò sulla spalla della maga
dal vestito giallo come il
sole annuendo compiaciuto, poi la ragazza si mise in comunicazione
telepatica
con il famiglio. “Kyubey, oggi è un giorno
particolare per loro. Che ne dici di
andare a perlustrare l’area per lasciarle un po’
sole?” Disse con tono
apprensivo Mami, mascherando alle altre la sua preoccupazione con il
suo solito
sorriso sincero. “Ah, è vero, hai ragione. Si,
penso che sia una buona idea,
così raccolgo le maledizioni che avete sparpagliato in
giro.” Comunicate le
loro intenzioni, Kyubey e Mami sparirono nel buio della notte,
lasciando le due
maghe sole con i loro pensieri: non sapendo che fare
nell’attesa, salirono
sulle travi incomplete dell’edificio e contemplarono la
città illuminata dalla
luna.
“Ne
vuoi
uno?” Kyoko porse all’amica un pacchetto di
bastoncini di cioccolato. “Uhm… ma
si, dai.” Homura ne prese uno e iniziarono a sgranocchiarli
in silenzio per
qualche minuto, poi la maga dal vestito cremisi non riuscì
più a tenersi tutto
dentro. “Oggi sono cinque anni.” Disse con il suo
solito tono menefreghista e
giocoso, cercando di nascondere l’immenso dolore che aveva
nel cuore. “…”
Homura rimase in silenzio per alcuni secondi, i quali sembrarono ore
estremamente pesanti per entrambe. “Già cinque
anni… il tempo vola.” Si limitò
a dire la maga, provocando il disappunto dell’amica: aveva,
avevano un bisogno
tremendo di sfogarsi.
“Beh,
direi
di fare un brindisi come minimo: a Madoka e Sayaka!” Kyoko
porse il suo bastoncino
vicino a quello di Homura, cercando di stimolare la ragazza ad aprirsi
un po’
di più; con gesto inatteso, l’arciera sorrise e
picchiettò il suo snack contro
quello della compagna d’armi, simulando un brindisi con
calici di champagne.
Spesso Kyoko la faceva innervosire, ma quando voleva sapeva essere
divertente.
“Secondo te è stata proprio Madoka a farci
ricordare cosa è accaduto nell’altro
universo?” Chiese pensierosa la ragazza, quasi in modo
distratto. “Non saprei
proprio. Parliamo di una vita fa, eravamo bambine e ora siamo quasi
adulte, non
dovremmo più preoccuparcene. Però…
Madoka è una dea ormai, suppongo lo possa
fare…” Il tono senza emozioni di Homura era quasi
fastidioso alle orecchie di
Kyoko, soprattutto quando parlavano di loro, delle loro compagne
cadute.
“Tsk,
una
dea. Se fosse tale, la farebbe tornare da me…”
Disse a denti stretti la maga
cremisi, causando l’ira dell’arciera. “E
secondo te, se lei poteva non lo
avrebbe fatto? Non sarebbero tornate da noi? È evidente che
non possono!” Urlò
furiosa Homura, tanto che Kyoko sobbalzò dallo spavento e
distolse lo sguardo
rammaricata, capendo che l’aveva sparata grossa: la compagna
d’armi era sempre
stata pacata e dai toni cupi, non dava mai in escandescenza e,
all’apparenza,
sembrava fredda e distaccata, Kyoko non l’aveva mai vista in
preda all’ira;
decise che l’unica cosa da fare a quel punto era dire la
semplice e pura verità
su ciò che provava.
“E’
che… mi
manca tanto…” La sua voce fu strozzata da una
lacrima ribelle che le solcò il
viso; la compagna si rimproverò di essere stata tanto dura,
ma i suoi nervi
erano duramente provati quel giorno. “Scusami, davvero, lo so
che ti manca. So
cosa provi…” Homura si sistemò vicino
all’amica e la abbracciò forte, sotto gli
occhi attoniti della maga cremisi. “Ehi... non sono da te
questi gesti d’affetto.”
Disse sarcastica, causando una risatina dell’arciera.
“E non è da te piangere
come una bambina.”
Risero
entrambe tristemente.
“Homura…
cosa ci trovavi in Madoka? Perché l’amavi
così tanto?” Quella domanda
improvvisa la colpì come una pugnalata, ma era ora di
liberare i demoni che
torturavano la sua anima. “Beh… si
offrì subito di aiutarmi, anche se non mi
conosceva. Ma non era solo quello… lei era pura nel cuore e
nell’anima. Quando
ti sorrideva, lo faceva con tutta se stessa, ti scioglieva il cuore, ti
faceva
davvero amare la vita. Non potei far altro che innamorarmi di
lei.” Mentre
ricordava l’amata, Homura sorrise d’istinto e gli
occhi le si illuminarono
d’amore, tanto che Kyoko ne venne quasi contagiata e sorrise
a sua volta. “Non
ce l’hai mai detto ma… quante volte sei tornata
indietro?” La maga sorrise
amara.
“Quindici
volte.”
“COOOOOSA?!
E TU PER QUINDICI VOLTE L’HAI VISTA MORIRE?!” Kyoko
la guardò sconcertata e
agghiacciata: quando Sayaka morì davanti a lei, la ragazza
si sentì peggio che
morta, il solo pensiero di rivivere quella scena più e
più volte le fece venire
la nausea. “Sei… sei davvero forte,
Homura.” Le due rimasero in silenzio per
qualche istante, poi Homura riprese il discorso. “E tu? Cosa
ci hai visto in
Sayaka? E dire che la prima volta che vi siete viste volevate scannarvi
a morte.”
Kyoko scoppiò a ridere di gusto, il ricordo del loro primo
incontro non era
stato proprio rose e fiori. “Dai, scannarci è
esagerato!” Disse sorniona la
ragazza. “Vuoi la verità? Non avevo mai visto due
persone odiarsi tanto.”
Homura ridacchiò divertita.
“Si,
ok, la
odiavo a morte e lei odiava me, diciamo che i nostri principi morali
non
coincidevano neanche un po’. Ma conoscendoci le cose sono
cambiate… era
un’idiota testardona, voleva sempre fare tutto di testa sua,
si credeva
invincibile.” Disse Kyoko infastidita, poi il suo tono si
fece più dolce. “Era
uguale a me, Homura. La guardavo negli occhi e vedevo me
stessa… era l’unica
che poteva capirmi appieno.” L’amica la
guardò impietosita. “Ti amava anche
lei. Glielo leggevo negli occhi… anche se era ancora
addolorata per Kamijo, tu
l’avevi rapita, eri in grado di tenerle testa.”
L’arciera sorrise: era tanto
tempo che desiderava dire quelle cose alla maga cremisi, ma per via del
suo
carattere e per i momenti pochi opportuni, alla fine non lo aveva mai
fatto. Si
sentì soddisfatta per la sua riuscita. “Lo pensi
davvero? Mi fa piacere…”
L’espressione di Kyoko si fece dura e sofferente.
“Quel
nostro
bacio non lo dimenticherò mai. Vorrei averla baciata prima,
tante e tante
volte… e invece l’ho fatto solo un attimo prima
che lei spirasse. È un
rimpianto che mi porterò dietro tutta la vita.”
Homura si sentì il cuore
bruciare al ricordo di quella scena: avrebbe tanto voluto anche lei
poter
baciare la sua Madoka, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, mai in
tutte e
quindici le volte che l’aveva vista morire; il suo viso fu
interpretato con
estrema facilità da Kyoko, e capì immediatamente
a cosa stava pensando.
“Non
ti
avvilire, Homura. Madoka è una dea, ricordi? Sono sicura che
lo sa. Anzi, sono
sicura che, anche in questo momento, ti stia guardando.”
Disse la maga cremisi
volgendo gli occhi al cielo, lasciando Akemi Homura completamente
spiazzata.
“Ehi, guarda: è diventato nuvoloso
all’improvviso.” L’arciera
guardò in alto e
annuì perplessa. “Anche il cielo vuole
piangere…” Disse in tono sommesso,
provocando l’approvazione piena dell’amica.
“Il
cielo è
così denso che sembra voler cascare sulla terra da un
momento all’altro. Chi lo
sa, magari è Madoka che ci saluta.” Nel momento in
cui Kyoko finì la frase,
iniziò a piovere: le due maghe si bearono della sensazione
dell’acqua sulla
pelle, così fresca e rigenerante, le sfiorava come una
carezza; entrambe
piansero ma nessuna delle due se ne accorse, tanto le lacrime si
confondevano
con la pioggia.
In
un
attimo, fu come se l’acqua stesse portando via con
sé il loro dolore.