I’m with you
(Guida alla lettura:
In corsivo sono le parti scritte da Walking_Disaster,
le parti in primo piano sono scritte da N o r a
Ci si sente giù!)
Sam spalanca la
porta del piccolo appartamento che per quella volta hanno preso in affitto con
uno strattone, scuro in volto, la frangia troppo lunga che gli nasconde gli
occhi che solo lui sa che pizzicano. Non saluta Dean e non si ferma neanche: va
dritto verso la camera che condivide col fratello ad ampie falcate, sbattendo
la porta alle sue spalle.
Dean aggrotta le sopracciglia, il saluto che era sulle sue labbra
congelato tra i denti. Cos'era appena successo? Sam – proprio Sammy – non ha nemmeno salutato?
Dalla camera provengono dei rumori a cui Dean non riesce a dare un senso, e non
gli ci vuole più di mezzo minuto
prima di andare alla porta della camera e fermarsi lì davanti, la mano a
mezz'aria come per bussare.
Poi la abbassa e sospira, appoggiandosi alla porta con una spalla.
« Sammy? »
È preoccupato,
non può negarlo. Il suo Sammy non si comporta così –
non si comporta mai così. È Sam
quello gentile tra i due ed è sempre Sam che quando torna da scuola lo saluta e
gli racconta quel che ha imparato durante le lezioni.
Eppure Sam ora non risponde. Il
minore ha gettato lo zaino a terra e s'è buttato sul letto con malagrazia, la
guancia premuta sul cuscino e le labbra strette in una linea retta. Non piange –
non per il momento, perlomeno.
Ha sentito Dean chiamarlo, ma non uscirà, né gli risponderà.
Dean aspetta davanti la porta che Sam risponda. Sa che suo fratello è
testardo, e che se ha deciso di restare nel suo mutismo ci vorrà di più della
semplice insistenza di Dean per farlo capitolare, ma loro hanno sempre
condiviso ciò che gli sfiora la mente, quindi Dean non capisce perché questa
volta sia diverso.
D'altro canto, non vuole forzare Sam. Non
subito, almeno.
« Sam, posso entrare? »
La voce di
Dean raggiunge ovattata l'ambiente dentro al quale si è chiuso Sam, il legno
che divide il caos momentaneo del minore dalla preoccupazione dell'altro.
Sam vorrebbe dirgli di sì. Vorrebbe dirgli che è successa una cosa bella, che
gli fa piacere condividerla, che vuole raccontargliela. Ma siccome non è per
niente così – e anzi, è tutto l'opposto – Sam volta il capo di lato e chiude
gli occhi.
« No. » Dice a voce alta, di modo da farsi sentire dal fratello. Non gli
interessa se è preoccupato.
Dean chiude gli occhi e trattiene il fiato. Non si aspettava risposta
diversa, in realtà, eppure quel che è appena uscito dalla bocca di Sam riesce
comunque a farlo preoccupare un po' di più.
Dean resta lì davanti alla porta per qualche altro minuto, in silenzio. Ascolta
Sam respirare, l'unico suono nella stanza, e si dà mentalmente dell'inutile.
Vorrebbe entrare e far parlare Sam a forza, vorrebbe scuoterlo e capire cosa
non va – perché qualcosa non va – per
aiutarlo, e invece resta fermo lì.
Poi il suo carattere prende il sopravvento.
« Sam, sto entrando. »
Sam, dall'altra parte della porta, sospira. Sapeva che sarebbe arrivato quel
momento, perciò non fa nulla per impedire l'inevitabile.
Quando Dean non sente risposta apre la maniglia della porta – l’avrebbe fatto in ogni caso.
Entra nella
stanza e procede al suo interno di un paio di passi. Nota lo zaino gettato a
terra e poi il corpo magro di suo fratello steso sul letto, le mani sotto al
cuscino. Sam è scuro in volto e Dean teme che gli ci vorrà un'opera di
convincimento non indifferente per sapere che diavolo gli è preso.
Dean si avvicina al fratello e si siede sull'altro letto, accanto a quello di
Sam. Lo osserva in silenzio e Sam, per tutta risposta, chiude gli occhi e
sospira profondamente, prima di parlare: « Non c'è niente di cui preoccuparsi. »
Sta fingendo e lo sanno entrambi. Ma Sam stavolta è deciso a restare in
silenzio – si vergogna già abbastanza senza che anche Dean venga a sapere
tutto. Eppure sarebbe un illuso a pensare che suo fratello non tenterà ogni
mezzo per farlo parlare.
Restano in silenzio per qualche minuto. Dean non sa da dove iniziare.
Per quanto siano abituati a dirsi di tutto, ci sono comunque situazioni in cui
sono più determinati a restare con la bocca chiusa anziché parlare.
Sam non vuole davvero iniziare a parlarne. È ormai abituato che tutti lo
considerino un fenomeno da baraccone, ma ammettere quello che è successo
sarebbe far sì che anche Dean iniziasse a pensarlo. Dean, suo fratello. che con
le ragazze è il migliore sulla faccia della terra. Mentre lui viene rifiutato
ogni volta che anche solo ci provi. Come potrebbe Dean non pensare che sia
strano, una volta confessatoglielo?
Sam digrigna i denti, stringendo i denti, ma facendo di tutto per non darlo a
vedere.
Dean, ovviamente, se ne accorge. Si sposta inconsapevolmente verso di Sam e gli
allunga una mano sulla gamba. « Ehi, kiddo, lo sai
che puoi dirmi tutto. »
Non gli piace
vederlo così teso, nervoso e triste. Sam deve sempre trovare un motivo per
sorridere. E se non lo trova da solo, dev'essere Dean
a darglielo.
Sam non si muove. Avverte il peso della mano di Dean sulla gamba, ma non fa
niente di niente. Gli dice che può dirgli tutto e Sam sa che è così, ma tutto
non comprende fargli vedere il disastro che è, e non vuole spaventarlo. Ne
morirebbe – ed è sicuro che non esagera con un pensiero del genere. È per
questo che si stringe nelle spalle, nonostante la posizione, e tira su col
naso, simulando indifferenza: « Sì, ma mica è obbligatorio. » E sente giusto un
po' di dolore nel rispondere a Dean in quel modo. Dean che si preoccupa e che
c'è sempre, ma Sam è spaventato. Non vuole – e non può – allontanarlo con ciò che è. Spera che con quell'atteggiamento Dean
si stufi, gli dia dello stupido e lo lasci da solo di nuovo.
Ma Dean non è famoso per la sua arrendevolezza.
Sam sente la mano di Dean allontanarsi dalla sua gamba e stringe le
labbra ancora un po', imponendosi di non focalizzare l’attenzione ciò che suo
fratello stia facendo.
Sam ha un vuoto allo stomaco non indifferente quando vede Dean alzarsi. Ecco, ora l'ho completamente deluso. Si
impone ancora una volta di non guardarlo e continuare a guardare genericamente
in quella direzione, nel vuoto, facendo forza su se stesso molto più di prima.
Non vuole vederlo andarsene, Dean è l'unica cosa bella nella sua vita e lui ha
fatto il coglione, e non può —
E invece Dean si siede sul suo letto. Sam riesce a percepire lo sguardo di Dean
su di lui, e questa volta non riesce a impedirsi di guardarlo, triste.
Dean si accorge dell'umore di Sam non appena i suoi occhi incontrano quelli di
suo fratello.
« Lo so, ma lo voglio davvero sapere, e non hai altra scelta se non quella di
dirmelo, quindi sentiti libero di anticipare i tempi » dice, cercando di
sembrare più spaccone di quanto in realtà sia.
Dean non è deluso dal comportamento di Sam. Ma mentirebbe se
dicesse che non c'è rimasto male, per un momento. Vederlo sforzarsi di essere
distaccato, sforzarsi di allontanarsi... È Dean a dire sempre che va tutto bene
anche quando bene non va niente. Non Sam. È Dean quello a dover essere triste,
non Sam.
Vede il minore sospirare, lo vede mordersi il labbro inferiore.
Fondamentalmente anche Sam sa che, in un modo o nell'altro, prima o dopo,
avrebbe dovuto vuotare il sacco. La sua caparbietà da un lato lo irrita,
dall'altro lo fa sentire importante. Lo fa sentire come se anche Sam, ogni
tanto, potrebbe lasciarsi andare. Come se qualche volta sia autorizzato ad
essere il ragazzino che alla fin fine è. Tuttavia Sam scuote il capo in
silenzio, stringendo le braccia sul cuscino e accigliandosi.
Dean sospira profondamente e solleva un sopracciglio verso l'alto: si sta
cominciando ad irritare. « Sam? » Lo esorta con un tono che non vuole ammettere
repliche, tornando a stringere la mano sulla sua gamba.
Sam si sente ancora una volta importante per far sì che suo fratello
abbia quelle reazioni, ma dall'altra parte si impaurisce un po' di più. Non
vuole confessare quel che è successo a Dean, non vuole che suo fratello pensi
di lui ciò che di lui pensano tutti
gli altri; ma sa che lo farà. È Dean.
Stringe un po' di più il cuscino a sé prima di rispondere. « Katy Blake mi ha detto che avrebbe preferito essere
bocciata piuttosto che stare con me. » È uscito tutto d'un fiato, gli occhi
dappertutto tranne che su Dean, e Sam si sente male anche solo ad esprimere
quel che è successo a parole. Si stringe istintivamente ancora di più al
cuscino, prima di chiudere gli occhi.
Non vuole vedere la reazione di Dean, non può aggiungere alla vergogna anche il
dolore che questa provocherebbe in lui.
Dean è il suo mondo, e Sam non lo sopporterebbe.
E quindi il
suo piccolo Sammy sta così per una ragazza. Si vergogna per un rifiuto di una ragazza... Dean
sorride tristemente tra sé, mentre quella parte di cervello e di cuore oscura,
perversa, maniacale, si dibatte i preda all'irritazione, alla rabbia, alla
vergogna. Perché se solo Sam andasse da lui, se solo Dean potesse prenderlo con sé, Sam non starebbe mai
così. Non conoscerebbe la sensazione di essere respinto, di non sentirsi abbastanza. Con Dean, se avesse potuto, se fosse stato
corretto... con Dean sarebbe divenuto il centro del mondo di qualcuno. Non che
non lo sia già ora, ma lo vorrebbe stringere e dirgli sempre sì, sì, sì e
ancora sì. Amarlo – come sa fare. Amarlo con tutto il suo cuore. E anche questo
è un qualcosa del tutto già presente, ma... Dean vorrebbe Sam. Lo vorrebbe per
sé. E sa che non può e che è perverso e del tutto insano.
Sam resta in silenzio, aggrappandosi al cuscino, cercando di farsi minuscolo –
un solo puntino invisibile nel mondo. Si vergogna, si sente male, si sente uno
scarto, qualcosa da ignorare, qualcosa da temere. Uno strano da evitare.
Perso in questi pensieri, attende che Dean se ne vada. Se ne vada, lo lasci
solo e lo guardi storto – come tutti gli altri.
« E allora Katy Blake è una cogliona. »
Le parole di Dean lo colgono impreparato, perché non sente di meritarsi tutta
quella considerazione. Nessuno gliela dà e anzi, tutti lo guardano male. Apre
gli occhi, sorpreso.
Perché Dean gli rimane vicino?
Dean osserva la reazione di Sam prima di tutto nel linguaggio del
corpo.
Lo vede irrigidirsi, lo vede trattenere il fiato e stringere il cuscino, lo
vede aprire gli occhi timidamente alle sue parole.
E capisce che Sam ha paura della
reazione di Dean, ne ha paura e
allo stesso tempo la aspetta. Per lui è normalità.
E Dean muore un po’ dentro, nel capirlo.
Dean ricambia lo sguardo di Sam, entrambi convinti di quello che pensano, e si
sente fisicamente male al pensiero che Sam possa davvero, seriamente pensare che Dean lo possa additare come strano.
Dean si fa più vicino a Sam e sorride, trattenendosi fisicamente dal poggiare
una mano sulla guancia di suo fratello – per
consolarlo. Dean farebbe di tutto per lui, farebbe cose che non possono essere
ripetute perché infrangerebbero diversi divieti e taboo,
ma in quel momento lo vuole davvero solo consolare.
« Sam, sei un idiota se pensi davvero che una ragazzetta qualsiasi possa
influire in questo modo sulla tua autostima. »
Dean cerca di fare il duro, ma capisce che non ci riesce nel momento in cui la
mano gli si va a posare sul fianco di Sam e il pollice inizia a massaggiargli
la pelle.
Sam è pietrificato sotto di lui.
Non ora, non ora, non ora per favore e
sa che il più piccolo movimento, la più piccola parola fuori posto potrebbe
tradirlo. E nel frattempo gli si incrina un po' il cuore nel sentire Dean
pronunciare quelle parole.
Sam chiude gli occhi, cercando di ignorare il tremolio nel suo labbro superiore
– e sperando che Dean non lo noti.
Le cose che lo
piegano sono tante: cambiano sempre città, è sempre quello nuovo, non è mai
abbastanza, non va mai bene. La vita lo prende a calci da quand'è nato, secondo
la visione di Sam, ma non può farsi vedere mentre crolla, perché John e Dean si aspettano altro. Solo che è proprio
Dean a esserci sempre, a prendere quei calci insieme a lui, a dividersi
l'impegno. Dean è la sua costante e neanche in quell'occasione si è smentito.
Si sente uno schifo per aver pensato di poterlo spaventare, di metterlo in
dubbio così... Ma quando hai la convinzione di non meritarti neanche di
respirare, è difficile essere l'oggetto di un amore grande e totalizzante come
quello che prova Dean.
In realtà quest'ultimo si è accorto della battaglia interiore di Sam, della sua
inquietudine, dei suoi pensieri. Si è accorto di quel labbro che ora non trema
più, ma si stringe contro l'altro, facendo assumere alla bocca una linea retta.
Lo vede sospirare e poi Sam, portandosi il cuscino dietro e posandoselo sulle
gambe, si tira seduto, le spalle curve.
Dean deve fare violenza su se stesso per non stringerselo al petto. Sam sospira
prima di parlare, rimettendosi nelle mani del fratello: « Tutti dicevano che le
piacevo. Ho provato a... baciarla. » E arrossisce e non sa perché non osa
neanche vedere la reazione di suo fratello. Ha l'impressione – e il timore – che sarebbe delusa. « Lei mi
ha spinto via e mi ha detto quello. È che... Dee, è da sempre che ovunque
andiamo trovo un "no" davanti a me. » Sussurra timidamente, ancora
evitando di guardarlo.
Dean non riesce a capacitarsi di come qualche ragazza abbia potuto
dire di no a Sam. Nella sua mente non esiste nulla del genere, non esiste
assolutamente. Nella sua mente Sam è persino stato con qualcuna... E invece no.
E poi sente uscire dalla bocca di suo fratello quelle parole.
E non riesce proprio a trattenersi, e al diavolo tutto, davvero, a Dean non potrebbe
interessare più nulla di nessuno – se non di Sammy,
di farlo stare bene, più che bene –
mentre si avvicina a suo fratello e lo abbraccia, tenendolo stretto a
sé. Ha bisogno di sentirlo vicino, di sentirlo così vicino...
Ma poi Sam sussurra: « Non verrò mai baciato da nessuno » contro il suo petto,
e Dean non ci vede più.
Sam sente le braccia di suo fratello allentarsi e per un attimo il cuore
sprofonda ed ecco, l'ho finalmente
spaventato, si sta finalmente chiedendo quanto sia strano per far sì che—
E poi Dean lo sta baciando, e Sam ha gli occhi spalancati e oddio, quelle sono le labbra di Dean che stanno premendo le sue per
farle aprire e oddio, oddio Sam non
sa come si fa e Dean non ha intenzione di smettere e oddio, Sam si aggrappa alle braccia di Dean e apre le labbra,
decidendo che seguire Dean è la strada migliore.
Il respiro di
Dean è irregolare, trema, sente il cuore nelle orecchie, nelle tempie,
dappertutto. È quello che si prova ai primi baci, se lo ricorda. Ai primi baci
e con Sam, che è talmente importante che le sue labbra vanno saggiate piano,
vanno vezzeggiate con attenzione, e non va spaventato, Dean, è piccolo e te
l'ha detto che non è mai stato baciato da nessuno e – oddio, è Sam. Sta baciando Sam. E Sam risponde. Lo fa timidamente, insicuro,
circospetto. Ma risponde, si abbandona completamente alle mani e alle labbra di
Dean e anche Sam sente il cuore galoppare, quasi esplodere; però è strano ma
tanto, tanto bello e dolce— Dean si allontana tutto d'un tratto e ha gli occhi
spalancati, la bocca socchiusa e lo guarda in un modo che lo fa sentire male.
Sam scuote il capo, già terrorizzato che Dean smetta, che perda quel calore
appena sperimentato: « Non avere paura di me, Dean, ti prego... » Sussurra,
tirando su col naso, stringendosi contro al petto del fratello per non sentirselo
scivolare via dalle mani, per favore, per favore.
Dean si sente stringere il cuore quando Sam sussurra quelle parole sul
suo petto, quasi affinché non vengano sentite. Percepisce poi il suo cuore
incrinarsi e spezzarsi definitivamente quando le braccia di Sam gli si
stringono sul torace, disperatamente.
Dean continua a fissarlo per qualche istante, la precedente ansia di aver
mandato tutto a puttane decisamente superata da un sentimento non nuovo, di tenerezza, e amore, e
bisogno, e Dean ne è spaventato per quelle che sono frazioni di secondo, per
poi risolvere in tutt'altra reazione.
Se Dean fosse stato qualcuno di più emotivo, gli occhi gli si sarebbero velati
di lacrime. Se Dean fosse stato qualcuno di più normale, avrebbe stretto Sam e
lo avrebbe consolato – a parole.
In effetti, se Dean fosse stato più normale, non avrebbe proprio baciato suo fratello.
Ma Dean è Dean e sa che non potrebbe esistere senza Sam, e non riesce proprio a
sopportare che Sam possa sentirsi in quel modo, specialmente per colpa sua.
« Mai, Sammy. Non devi azzardarti neanche pensarlo. »
E poi le mani di Dean sono sulla nuca di Sam, portandogli la testa di nuovo
alla sua altezza, e baciandolo di nuovo, e questa volta è diverso, è pieno di
bisogno e bisogno di sentire Sam rilassarsi, di non vederlo pensare ad
eventualità del genere, ed è perfetto.
Il petto di
Sam sta subendo un terremoto. Si stupisce, in realtà, che le costole non si
sbriciolino. Perché quelle parole pronunciate da Dean provocano una rivoluzione
in tutto e su tutto Sam, e davvero, davvero Katy
Blake perde completamente quella patina di
importanza che gli aveva attribuito. Si stupisce anche che gli venga da
chiedersi "Katy chi?" e questo gli provoca
un piccolo sorriso nel bacio, perché è sempre stato tutto lì. È sempre e solo
stato Dean, altro che Katy Blake, Annie Hudson o
chiunque altro, non gli interessa, proprio no, lui ha Dean e che altro serve
per stare bene? Gli viene da ridere, addirittura, ed è costretto a staccarsi dalle
labbra del fratello per poterlo osservare e ride, Dio, Sam ride e Dean lo
osserva e capisce che per quanto perverso e orribile sia, forse non è poi così
sbagliato. Lo stringe ancora una volta e gli posa un bacio sulla fronte,
sorridendo tra sé. « Va meglio, fratellino? » Gli domanda, mentre Sam lo
stringe di rimando e sospira. Per la prima volta, loro sono davvero altro.
Sam chiude gli occhi e appoggia la testa contro il petto di Dean,
sospirando ancora una volta. Sente le mani di Dean spostarsi dalla sua schiena
verso le costole, e Sam toglie le sue mani dal petto di Dean e le porta su
quelle di Dean, che si voltano per intrecciarsi alle sue. Sam chiude gli occhi
e si sposta un po' più in alto, andando a posare la testa nell'incavo del collo
di Dean. Inspira forte il suo odore prima di sussurrare un "sì" sulla
sua pelle.
Dean appoggia il mento sulla testa di Sam, le mani che stringono quelle di Sam,
e chiude gli occhi anch'egli, sorridendo appena.
« Katy Cosa è lesbica, te lo dico io » mormora a
mezza voce.
Quando Sam ride sul suo petto, Dean ha la certezza di poter restare per sempre
in quell'abbraccio, senza sentire più il bisogno di fare altro nella vita.
Note delle autrici—
Buonasera popolo di Efp ♥
Questa instant è nata dal punto 3 di questo post:
http://everythingelseistransport.tumblr.com/post/102046034126/twelve-things-you-know-about-your-brother
È stato amore a prima vista, e tempo ventiquattro ore ed è nata lei.
Speriamo che vi sia piaciuta, e se vorreste lasciarci un parere vi promettiamo
altro fluff e tanti weecest coccolosi(?)
Peace out, bitches
♥