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Autore: SkyMe    10/11/2014    1 recensioni
Ero cosi' tanto vicina alla sua bocca che dio solo sa cosa gli avrei fatto. La voglia di urlare al mondo il mio male era troppa e vomitare tutte le mie emozioni su di lui non mi sembrava il caso. Decisi di stare seduta e guardalo scrivere, mentre io morivo dentro.
Quando troverò la mia cura, forse , tutto cambierà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mia Keisha suona alle sette e mezzo. Quando apro gli occhi la città è ancora tutta silenziosa. Decido di prendere il mio fantastiglioso tablet e controllare la posta, il meteo e le notizie principali. Più o meno un anno fa, la prima cosa che avrei fatto una volta sveglia sarebbe stata bere. Oppure inveire contro le signore delle pulizie che venivano a rompere a casa di mia madre presto al mattino per pulire come se non ci fosse un domani. Da poco, quando mi sveglio lucida e pimpante, voglio informarmi su cosa mi succede intorno. Bhe, la buona notizia è che nel weekend non pioverà. La cattiva è che sta piovendo proprio adesso ed io sono a piedi. Chiamasi  “ciorta”(sfiga).
Quando mi squilla il telefono rispondo senza neanche guardare chi è.

-Sky sono Mike. Vorrei chiederti di venire un po’ prima oggi per mostrarti come funziona il bar e cosa ti serve sapere.-
-Certo Mike , appena riesco vengo. Grazie.-
-Ok a dopo.-


Uomo di poche parole. Attacca senza neanche dare il tempo di rispondere. Adesso ho proprio voglia di telefonare a Marghe per dirle tutto quello che mi frulla per la testa. E’ via da un po’, e non so il perché.

-Tesoro mio che bello risentirti.-
-Marghe mi manchi, quando vieni a trovarmi?-
-Appena torno da San Francisco baby.-  eh?
-Per quale remoto motivo sei a San Francisco?-
-Collin-
-Quel Collin?-


Collin, un nome, una storia. Professore universitario  di filosofia. E ho detto tutto. Ah e poi , una moglie e un figlio. Non aggiungo altro.

-Si, è qui per un convegno e mi ha chiesto di raggiungerlo.-
-Gli mancano le tipe da scopare? Ma che sei imbecille Marghe?-
-Smettila Sky, lo sai che la situazione è difficile. Non farti spiegare sempre tutto.-
-Difficile è risolvere il cubo di rubik, non questa storia. Ti rendo conto che gli servi solo per consumare condom? –
-Non dire così ti prego, mi fai sentire ancora più una deficiente.-
-Ma lo sei che vuoi da me.-
-E’ l’ultima volta promesso. Lo amo troppo.-
-Si ma lui no. E’ questo il problema amica mia. Finirai per autodistruggerti. Ed io finirò in galera per averlo ammazzato di botte.-
-Ti voglio bene.-
- Anche io cretina.-


Io non augurerei del male neanche al mio peggior nemico. Ma non mi dispiacerebbe se Collin soffrisse delle sindrome del “pisello cadente”. Non mi aspetto mai niente da nessuno ed è per questo che in qualche modo ho sempre salvaguardato il mio cuore da eventuali rotture. Collin prometteva e prometteva. Prima di lasciare la moglie, poi di trasferirsi e vivere con Marghe e poi che addirittura l’avrebbe sposata. Se non sei così accecata da un sentimento capiresti da sola che pinocchio a confronto è  un santo. Mi dispiaceva e sapevo che prima o poi l’avrei gonfiato di botte. Misà che devo iniziare un po’ di palestra, sai com’è due muscoli in più faranno la loro parte. Quando vedo l’orologio mi sfugge un “cazzo” dalla bocca. Non era possibile che fossi sempre in ritardo per qualunque cosa dovessi fare. Jeans , felpa e superga. Casual ma soprattutto comoda .E codino perché come sempre i miei capelli non volevano stare tranquilli. Come me insomma.
Quando arrivo davanti al suo studio, ho un sorriso così grande da far vedere anche i denti del giudizio. La sua segretaria mi aprì la porta ed io sembravo una bambina al giorno di natale che scarta una delle barbie più belle al mondo. Mi avvicino alla sua porta e mi appare barbie in carne ed ossa. Bionda, tettona e rifatta. Era la biondona della prima seduta che feci, quella che sembrava un po’ troia e un po’ cretina. O forse solo troia.
Livello di zoccolaggine 100%.
Strusciati strusciati pensavo,  manco i cani in calore lo fanno.

-Ciao Dott.Petersen- e parte l’occhiolino a pedofila.
-Arrivederci Charlotte. Signorina Sky entri prego
.-  Mi ha vista. Mi ha vista ed è diventato serio.

Mi sento come se dovessi entrare nell’ufficio del preside dopo aver fatto una bravata a scuola.

-Dott. Petersen  buongiorno.- cerco di essere alquanto cordiale.
-Sempre in ritardo Signorina Sky. Così non  andiamo bene.-


Ecco adesso mi dimentico di essere cordiale e me lo mangio a mo’ di vaffanculo.

-Dottore mi perdoni, stamattina sono stata incasinata. Cercherà di essere puntuale in futuro.-
-Lo spero. Allora Sky vogliamo andare?-
-Aspetta, dove?-
-Come dove? Volevo mostrarti la casa dove alloggiano questi ragazzi. Devi incontrarli, ne resterai stupefatta.-
-Dove si trova?-
-Non lontano da qui.-
-Tornerò in tempo per le 5?-
-Certo che si. Forza andiamo.-


Nike, Jeans e polo. Mai visto una persona che sapesse portare le polo meglio di lui. In fondo Ian era proprio bello. Quel bello che ti cattura. Quel bello non costruito. Quel bello non biondo ed occhi azzurri. Ma scuro ed occhi color nero di seppia. Certo che nero di seppia non è proprio grazioso come pa
ragone, ma è la prima cosa che mi è saltata in mente. Vir ne sarà contento. Bello e basta. Mi guardava come se sapesse quello che sto pensando. Che leggesse nel pensiero? Quest’ascensore quanto diavolo ci mette a scendere? Mi state per caso torturando. La sua vicinanza mi mette ansia. Una brutta ansia. Com’ero prima l’avrei  baciato senza esitazioni. Avrei fatto la prima mossa, perché io sono da prima mossa. E lui mi guarda, e mi gurda ancora, come per convincermi ed io pregavo Dio di far precipitare quest’ascensore più in fretta possibile. Sudo. Sudo troppo. Si sente proprio l’odore della mia eccitazione. L’odore della mia voglia. E mi vergogno. Lui è li, che mi sta offrendo un posto di lavoro e un offerta di redenzione ed io che mi eccito per la sua vicinanza e desidero baciare ogni millimetro di quella faccia. Bing. Il suono dell’arrivo dell’ascensore mi fa rinsavire. Respira Sky. Vir calmati che siamo fuori e  non fa neanche così tanto freddo.  La sua macchina è un’Audi Q5 grigia. Cazzo, allora prende proprio un bel stipendio il dottorino per curare queste menti malate. Mentre guida guardo le sue mani. Sono curate, lisce e senza una ruga. Si dice che solo i medici hanno le mani curate per via del loro lavoro. Ma le sue sono perfette. Porta un anello al pollice destro. Uno di quelli per il rosario credo. Che sia un cattolico incallito?  Credo che se mai entrassi di nuovo in una chiesa, Gesù scenderebbe dalla croce per cacciarmi via. L’ultima volta che mi sono confessata era per la cresima di mia sorella. Da allora neanche un ave maria.

-Sei pensierosa?-
-Si nota tanto?-
-Molto. Hai un viso molto espressivo. Ed è un complimento. Adesso non puoi scappare, a meno che non salti dal finestrino. E ti faresti molto male, non te lo consiglio.-


Voleva fare lo spiritoso?

-Accetto il complimento. E fa troppo freddo per saltare fuori. Quindi se non ti dispiace vorrei accendere un po’ di musica.-
-Fai pure.-

Dalla radio passano i Coldplay con Magic. Mi piace. E gli piace. La sta cantando. Quando finisce la canzone ci fermiamo davanti ad un palazzone. Si vede che è molto vecchio. Scendo e cerco di captare quanti più indizi possibili. Quando la porta si apre un piccolo marmocchio corre incontro ad Ian. Non mi sono mai piaciuti i bambini , ma quello dalla pelle color cioccolato, era a dir poco incredibile. Altri 2 si affacciarono alla porta. Potevano avere al massimo dieci anni.

-Sky ti presento Tod, Anika e Phil. Lui è il più piccolo della banda. Ha 4 anni. Anika ne ha 9 e Phil 11.-
-Ciao Tod, io mi chiamo Sky.-


Ma non parla. Quando Ian mi guarda capisco che c’è una storia dietro e un giorno capirò. Quegli occhi tutto mi trasmettevo tranne che tristezza. Erano occhi che non conoscevano odio e dolore. Occhi puri e frizzanti. Quelli di Anika ePhli invece sapevano tutto. E in quel momento sentii una forte stretta al cuore. Inspiegabile e mai provata prima. Ian mi stava facendo conoscere un nuovo lato del dolore. Quello invisibile. Un po’ come il mio. Lo guardo e gli sorrido. Voglio che sappia che ci metterò tutta me stessa affinchè questi bambini conoscano la gioia e la voglia di vivere e giocare. Lui mi sorride e ci incamminiamo tenendo per mano Tod.
Sarà un nuovo inizio. Per me e per loro. Te lo giuro Ian.
Cazzo sono le 5. Mike perdonami.

  
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