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Autore: MsEerie    11/11/2014    2 recensioni
''Game Over'' è una storia che non ha continuo, è un un unico capitolo che ho scritto circa tre o quattro anni fa. Ad ispirarmi futono delle canzoni che i Korn fecero in collaborazione con Skrillex e, come mio solito fare con la maggior parte delle cose che scrivo, l'ho conservata. Mi rendo conto che avrei potuto modificarla, aggiungere descrizioni più dettagliate, ma preferivo lasciarla così come è sempre stata.
Come si puo' capire dal titolo si parla di una battaglia persa, tra un uomo ed una ragazza con un ''talento particolare''. Questa, come altre narrazioni, parleranno di zoomorfi ''particolari''.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Game Over
 

Era il momento della resa dei conti, ma lui non era realmente a conoscenza di chi fosse colei che gli era dinanzi.
Era tranquillo e sicuro di sé, ma quella sicurezza e quella tranquillità di cui si vantava attraverso lo sguardo erano condannate a svanire molto presto.
L’uomo voleva fosse lei a dare il via al duello concedendole di fare la prima mossa così da sembrate un Gentleman, e dando per scontato che sarebbe stato lui a uscire vittorioso dallo scontro, ma la ragazza non sembrava voler iniziare.
Era ferma lì a dieci metri di distanza, con gli occhi fissi sul suo avversario.
Poi lo indicò, chiuse la mano in un pugno, distese il pollice e infine lo capovolse, facendo sì che indicasse il suolo e poi bisbigliò: ‘’ You Lose ”
Lui, infastidito, cominciò a dirigersi verso di lei a passo svelto, intento a mettere da parte le buone maniere e farla finita, ma si fermò all’istante quando la ragazza tirò fuori dalla borsa un pugnale che però non aveva intenzione di usare verso di lui, difatti lo usò per procurarsi un taglio sufficientemente profondo da far scorrere il sangue sul terreno. I suoi occhi insoliti cambiarono nell’arco di tempo in cui osservò la ferita ed esaminò l’uomo che rimase sbigottito a causa di questo gesto inaspettato. Lo sguardo divenne terrificante e le pupille le si affinarono: al contrario, negli occhi di lui si leggeva chiaro e tondo il terrore che si sarebbe potuto realizzare qualcosa di inaspettato e brutale, così tentava di auto-convincersi che sarebbe filato tutto come aveva predetto.
La ragazza si curvò verso il basso e, con il sangue che continuava a colare, disegnò una linea circolare intorno a sé stessa, un cerchio di sangue.
Una volta finito il cerchio sussurrò al suolo una frase somigliante a questa: “ Risveglio dalla terra ciò che è addormentato in essa, ritorna alla terra ciò che è nato da essa” e di conseguenza ci fu una scossa breve ma tanto forte da creare delle piccole crepe non molto profonde.
Dopo pochi minuti venirono fuori dal suolo delle statue che non sembravano resuscitate come gli zombie, ma plasmatesi e compattatesi nel sottosuolo assorbendo e combinando insieme sia il terreno, sia il cemento che ricopriva il suolo. Le due statue si muovevano a piccoli scatti, facendo cadere i residui di terreno sul cemento. Erano felini, enormi felini che avevano il corpo simile a quello di un individuo umano. Unghie lunghe e affilate, occhi e sguardo totalmente vuoti, il che faceva ribrezzo e diffondeva malessere e panico in quell’uomo che, pian piano veniva sopraffatto dal più immenso terrore, tanto che gli si annebbiarono gli occhi e il suo corpo non obbediva più al minimo comando di movimento. Trascorsero minuti e l statue divennero statiche; lui capì che era il momento giusto per sgattaiolare via di corsa, quindi tentò di muovere il suo corpo che era rimasto allibito e raggelato da quella visione maldicente.
Fece un passo indietro ma, di nuovo, il suo corpo si bloccò. Le due semina morte si girarono verso di lui, ma sembrava non lo vedessero, poi i loro occhi, inizialmente grigi del colore del cemento, si colorarono di rosso. Sembrava che gli stessi occhi senza pupilla contenessero sangue.
Un dolore, un dolore atroce colpì LUI alla coscia sinistra. Un' altra statua, una terza statua sbucata dal sottosuolo con le gambe non ancora in vista, gli aveva ficcato gli artigli nella coscia bucando agevolmente la carne, come fosse burro e azzannandola talmente forte al punto di spezzargli le ossa.
L’uomo voleva gridare dallo sgomento, dall’orrore di vedere che ‘’l’animale’’ lo divorava vivo e che non c’era più modo di scappare, o non c’era mai stato? Il grido si fermò in gola come uno nodo al tal punto da impedire di respirare! Era accaduto tutto troppo velocemente, non c’era stato il tempo di realizzare in maniera concreta l’inverosimile!
Una terza semina morte sbucò fuori a mezzo busto verso destra , ma non lo addentò; difatti allungò il bracci sinistro e con gli artigli gli lacerò la guancia destra, ma non solo.. L’orecchio destro volò via come buona parte della pelle del viso. Nel frattempo lei guardava compiaciuta l’accaduto, quasi sorrideva. Poi si girò e scomparve nell’oscurità delle tenebre lasciando il mal capitato al suo drammatico, sanguinoso e infame destino.
I primi due felini, che fino a quel momento erano rimasti immobili ad “ammirare lo spettacolo”, si avviarono di scatto correndo verso il succube; erano così pesanti che ad ogni passo marchiavano il cemento con un’ impronta felina. Si lanciarono su di lui accecate dalla voglia di veder il sangue scorrere.
Quando le quattro semina morte ebbero finito dell’uomo rimase poco e nulla. Era steso al suolo: la carne che ricopriva le costole era stata ridotta a brandelli, anzi, non c’era quasi più; era sparsa intorno al cadavere in un lago di sangue.
Gli organi? Inesistenti. Erano stati schiacciati. Ormai il torace conteneva solo una pozza di sangue straripante che bagnava tutta la zona circostante.
E le autrici della catastrofe? Si spaccarono in miliardi di minuscoli pezzetti non appena finirono l‘opera: “Ritorna alla terra ciò che è nato da essa”.
Nessuno avrebbe mai saputo davvero cosa fosse successo, eccetto Lei, ovviamente.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 
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