Fanfic su artisti musicali > HIM
Segui la storia  |       
Autore: kuutamo    11/11/2014    0 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                               



What a shame we all became such fragile broken things, a memory remains just a tiny spark..

I give it all my oxygen.. So let the flames begin, let the flames begin

Oh glory.

 

 

 

Aveva sempre immaginato come sarebbe stato quel posto in quel periodo dell'anno, ma la realtà superava di gran lunga la sua stolta ed infantile immaginazione.

Il Tavastia era tempestato di luci, blu e soffuse che illuminavano i punti giusti, lasciandone  in penombra degli altri. 

Quella era una delle notti in cui buona parte di Helsinki si riuniva in compagnia di ottima musica e festeggiava l'avvento dell' anno nuovo. Centinaia di fan accorrevano da ogni parte del mondo, anche la più disparata, solo per assistere al magico concerto degli HIM.

 

Matilda sorseggiava il suo drink analcolico, non le piaceva molto l'alcol e cercava di evitarlo quante più volte possibile. Quella sera era in compagnia di Alexis, lo stesso Alexis che le aveva proposto di esporre le sue tele in galleria ; lui nutriva segretamente delle speranze e quella sera, se tutto andava come previsto, ci avrebbe provato.

 

Mentre lui si allontanò lei rimase da sola in una parte d'ombra, lontana dal frastuono dei fan incalliti che aspettavano solo una persona su quel palco ormai calcato migliaia di volte. Era una mecca, anzi rappresentava molto di più per tutta la città; un luogo mitico agli occhi estranei ma semplice e magico. Ed era questo il suo segreto. 

Nonostante non fosse esageratamente grande e spazioso, in quell'occasione sembrava quasi allungarsi per far posto a tutta quella gente. 

Sarebbe stato un sogno essere lì per ogni ragazza o ragazzo e lei era lì quella sera, la sua prima volta.

Era stato Jesse a farle avere il biglietto d'ingresso; le aveva detto che glie ne erano avanzati un po' e che comunque lei non lo avrebbe trovato da nessun'altra parte visto che erano andati sold out nel giro di poco durante il primo giorno di vendita a settembre. Lei gli aveva risposto che non le importava e che probabilmente non ci sarebbe andata, consigliandogli di conservare quel biglietto e darlo a qualcuno che voleva davvero essere lì quella sera.

Ed era lì il punto: dentro di lei non era sicura delle sue parole, ne dei suoi pensieri. Era arrivata a convincersi di non volerlo vedere, almeno non ancora, eppure era evidente che sperava disperatamente di incontrarlo, anche solo d'incrociare il suo sguardo per qualche secondo e poi fuggir via a rintanarsi.

 

" Alla fine sei venuta, vedo " disse Jesse salutandola con un cenno. Quasi rideva sotto i baffi e lei se ne accorse.

" È un piacere anche per me. È un po' che non ti vedo "

" Eh si, l'ultima volta non mi sei sembrata molto felice di vedermi "

" Ma cosa dici, sei il mio migliore amico ! "

" Beh, allora come va? "

" Bene e tu? "

" Molto bene. Stiamo registrando nuova roba con i ragazzi "

" Ho ascoltato qualcosa, sai? Mi piace quando voli sul palco "

" Non possono farlo tutti "

" Mister modestia "

" Ah-ah " le fece il verso. Ordinò una birra e poi si voltò di nuovo verso di lei. Aspettando.

" Come sta, Jesse? " disse abbassando lo sguardo.

" Come un miserabile, ma suppongo che la risposta più educata da farti pervenire sia ' male ' . "

Lei rimase in silenzio, guardando fisso davanti a sé, inerme.

" Lo hai incontrato.. di recente intendo? " sapeva benissimo di chi stesse parlando ma non si scostò dalla sua postura marmorea.

" No. No, sono mesi che non lo vedo "

" Avete litigato, di nuovo? " chiese con cautela. Non voleva sprigionare un'altra tempesta.

" Ha scelto come vivere la sua vita, la parte dalla quale stare "

" Cazzo.. e tu glie lo hai permesso? "

 

Matilda di voltò, lo sguardo gelido, ma negli occhi c'era come una scintilla, pronta a esplodere.

 

" Credi davvero che non ci abbia provato, che non abbia provato a farlo ragionare? Non posso fare niente purtroppo - sospirò, mentre Jesse rimase a fissarla con il bicchiere a mezz'aria - Gli ho dato il mio cuore, non c'è niente che io possa fare per salvarlo da se stesso "

" Mi dispiace .. "

" Dispiace più a me, Jesse… Ma so che è dura anche per te "

" Stavate parlando di me ?!? - Alexis sbucò dalla folla sudata e appiccicaticcia intromettendosi nella conversazione - I miei amici ci hanno invitati a un after party dopo il concerto, che ne dici ? "

" Mhm, credo proprio che passerò "

" Ehm, io vado. Mi ha fatto piacere rivederti, Matilda. Se hai bisogno hai il mio numero "

" Va bene e ..buon anno Jesse "

" Anche a te "

 

Jesse si disperse tra la gente e presto Matilda non fu più in grado di vederlo. 

Mentre ascoltava distante il suo accompagnatore parlare pensava, immersa nei suoi dilemmi e nelle sue pene. Pensava a cos'era successo prima e dopo il suo arrivo in quella magnifica e calorosa città e realizzò che mai  prima di allora la sentì più vicina a sé.

 

 

 

 

Contemporaneamente, dietro le quinte del Tavastia Klubi, Ville fumava una delle sue tante sigarette, prima di esibirsi nel consueto concerto di fine anno. 

Il suo volto era leggermente scavato sotto gli zigomi e lo stress che sempre lo colpiva prima di quell'esibizione, ora s'iniziava a fare sentire. 

Era strano, ma quando suonava ad Helsinki si sentiva sempre sotto pressione, quasi in quantità maggiore degli altri luoghi, e forse era proprio perchè sapeva che la sua gente si aspettava molto da lui. E lui non voleva deluderla.

 

" C'è pieno zeppo di gente, Ville , guarda !! " disse indicando un punto indefinito.

" Lo so, è così ogni anno Sandra. Ma credo che tu lo sappia già "

" Perché quel muso lungo, stai per esibirti dovresti essere felice "

" Come, non lo sai, sono sua maestà infernale, al massimo faccio un ghigno diabolico "

" Ho capito, non è aria. Ci vediamo dopo "

 

Ville le fece un cenno con la mano e lei scomparve dalla sua vista. 

 

" Tra trenta minuti tocca a noi, non perderti  Ville " disse Migè, smettendo per un attimo di parlare al telefono che teneva poggiato all'orecchio.

" Non preoccuparti, sono pronto " 

 

Anche Migè se ne andò e lui rimase da solo a fissare le numerose scritte sui muri del backstage.

Erano state molte le volte in cui aveva suonato in quel posto, eppure per lui racchiudeva ancora un po' d'imbarazzo e tensione, come spesso gli succedeva. Pensava a quant'era cambiato nel corso degli anni e a come fosse diventato insensibile quasi all'amore. Era come se il suo cuore fosse quel muro sepolto da migliaia di scritte, il peso gravava su di lui. Il dolore e la passione di cui parlava l'avevano consumato, lasciando solo un guscio vuoto dentro di lui, abitato esclusivamente dai suoi maledetti demoni. 

 

Si avvicinò al palco, rimanendo nell'ombra e pazientemente guardò la sala: scrutava meticolosamente ogni persone lì presente ma era evidente chi cercava : lei, Matilda, ma non riusciva a vederla e a poco a poco si cristallizzò in lui l'idea che probabilmente non fosse lì quella sera. Dopotutto non era giusto da parte sua pensare di rivederla lì, quasi come se fosse una cosa dovuta. 

Pensava a lei spesso da quando si erano lasciati quell'ultima volta; non si erano più cercati ma entrambi sapevano che indirettamente s'informavano di come stava l'altro. Somigliava ad un gioco vizioso e vigliacco soprattutto, dove più tempo passava e più la mancanza iniziava a scavare solchi sul volto che non si sarebbero mai più riempiti.

 

Il cuore di Ville si era spezzato di nuovo, anche se lui non voleva, a dimostrazione del fatto che era stato un bene non impelagarsi in una relazione dove in ballo c'erano veri sentimenti. Lei avrebbe tanto voluto poter vivere tutto ciò ma per lui era troppo. 

Significava troppo esporsi così tanto da fidarsi di lei, di aprirsi completamente e donargli ciò che rimaneva del suo cuore e della sua anima.

Ville li teneva per se, sottochiave, ma non aspettava nessuno; li custodiva con timore ma in realtà anche se non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, quella piccola ragazza misteriosa era riuscita ad insinuarsi nel suo cuore, a far nascere nuovi germogli di fiori sovrastando le ombre del passato.

Lui però, non l'avrebbe mai lasciata entrare. O meglio, non glie lo avrebbe mai fatto sapere.

 

 

D'un tratto un faro blu illuminò una parte in penombra vicina al bancone e fu così che la vide : la sua pelle nell'oscurità appariva ancora più chiara, diafana, incorniciata dai capelli neri che le ricadevano mossi al lati del collo. Il suo sguardo era perso mentre ascoltava il suo accompagnatore parlare e sorrideva.

Il suo accompagnatore : Ville ebbe una fitta allo stomaco, tanto forte da portarsi una mano fino all'addome. Si chiese chi fosse quell'uomo, sicuramente sbagliato per lei.

Ma poi prese in esame se stesso e si accorse di quanto fosse ipocrita : lei gli aveva offerto il suo amore e lui l'aveva condannata. È così che va a finire l'amore.

Diresse un ultimo sguardo verso di lei e si rese conto di una verità che aveva voluto tacere a se stesso : ormai l'aveva persa, le era sfuggita come sabbia fina tra le dita e ora non poteva più ritrovarla. Poteva solo rimanere a guardare mentre lei era con un altro, e probabilmente si stava divertendo.

Con mano tremante fece per andarsene, rimanendo con gli occhi incollati sul suo volto e poi lei lo vide, come se i suoi occhi verdi fossero stati un richiamo, una bussola per i suoi. Era stato così facile individuarli.

Si guardarono per un istante che sembrò infinito a entrambi; si raccontarono le proprie colpe e mentre lo facevano si chiesero tacitamente dove fossero finiti. Perché le cose fossero andate in quel modo.

Poi lui si allontanò facendo lenti passi all'indietro, così da scomparire dalla visuale di lei con calma, come un ricordo sbiadito, evanescente.

 

Lei non smise di cercarlo, strizzando gli occhi per acuire la vista, ma non riuscì più ad individuarlo.

 

 

What a shame, what a shame we all remain such fragile broken things.. 

Still there are darkened places deep in my heart

Where once was blazing light, now

There's a tiny spark..

 

Oh glory, come and find me.

 

 

Ville salì delle scale interne, fino a ritrovarsi sulla terrazza dove  si rifugiava spesso prima di esibirsi, per rilassarsi un'ultima volta prima dell'inizio. Era a questo che Migè si riferiva. 

Si strinse le braccia attorno al corpo e poi si accese una sigaretta, mentre le luci di Helsinki apparivano candide al bagliore della neve. 

 

" Ti ho trovato " disse Matilda, avvicinandosi con passo felpato. Lui si spaventò, ma solo per un momento perché riconobbe subito il suono della sua voce.

" Non credevo saresti venuta "

" Nemmeno io .. " 

" Allora, come procede la tua carriera? Ho visto che su altri fronti hai fatto progressi. Sono contento per te " 

" Cosa vorresti dire con questo? "

" Il tuo ragazzo. Sembri felice con lui, so che non ci crederai ma mi fa piacere "

" Sei un idiota "

Ville assunse un'espressione interrogativa, in cerca di spiegazione. 

" Vi ho visti, poco fa "

" Pensi davvero che io faccia così in fretta a dimenticare..? Jesse mi ha dato il biglietto, dovevo essere da sola stasera. Solo perché rido ad una stupida battuta non vuol dire che stia bene, che io sia felice. Sai, in questo mi sei stato d'aiuto.. Ho imparato a sorridere quando non ne avevo voglia né forza, ho imparato a coprire la carcassa del tempo con fiori, ho coperto tutto il passato con così tanta cura che quasi me ne stupisco. Ma se mai dovessi inciamparvi ancora, cadrei nella trappola, e rimarrei tra quelle carcasse, ancorata "

" Capisco… " 

Il vento gelido faceva vibrare le loro casse toraciche, quasi fossero state veri e propri strumenti. Ville aspirò un'altra boccata e timidamente chiese:

" Hai visto qualcuno..? "

" Non ho voglia di vedere nessuno "

" Neanche me suppongo "

Lei tentennò. Entrambi i loro sguardi erano diretti verso il panorama della città, ma in quel momento quello di lui si voltò sul volto di lei. Le prese la mano e la strinse alla sua, con dolcezza.

 

 

<< You hold my hand 

Before the end comes 

Forgiving me for what I've done till the end of days 

 

Cause I belong to you 

Cause I am part of you 

I am dying in your arms 

It's time to go, I can't make it through 

 

I've come to realise 

Tonight my dear the end of time 

Is not so far away 

We cannot pray to save our lives >>

 

 

 

" Mi sei mancata.. "

" Anche tu, Ville.. "

" Ci sono stati giorni in cui ho pensato di morire, ma poi non è successo niente… "

" Allora significa che stai iniziando a dimenticarmi… È un buon segno " non credeva alle parole che stavano uscendo dalla sua bocca.

" Non credo sia possibile "

" Allora siamo sulla stessa barca "

" Già.. "

 

Matilda si guardò la punta degli anfibi logori e poi scrutò il cielo sopra di lei, sconfinato e tempestato di stelle. 

 

" Continui a portarlo con te ? " gli chiese timidamente.

" È sempre con me - disse sorridendo all'oscurità - Lo rivuoi indietro? "

" (*)Ei. È tuo Ville.. Lo sarà per sempre, nonostante tutto. E forse ameremo abbastanza da convincerci ad andare avanti, a respirare " .

 

 

 

 

<< And maybe we’ll love, just enough

To convince us to keep breathing on >>

 

 

Lei aveva bisogno di lui per vivere, voleva le sue ali, la luce oscura che lui aveva dentro di sè. 

Non sarebbe stata mai più la stessa, perché d'ora in poi avrebbe solo potuto sopravvivere, con il cuore strappato dal petto.

 

I can fly

But I want his wings 

I can shine even in the darkness

But I crave the light that he brings

Revel in the songs that he sings

 

I can love

But I need his heart

I am strong even on my own

But from him I never want to part

He's been there since the very start

 

Bless the day he came to be

Angel's wings carried him to me

Heavenly

 

 

 

 

                                                                                       - The End (of Time) -

 



 

Note:

 

I versi all'inizio e nel mezzo, che appaiono molto simili, in realtà sono di due canzoni dei Paramore legate tra loro e non a caso si chiamano (rispettivamente) Let the Flames Begin e Part II

La canzone finale è Tears on Tape. L'altra invece è di nuovo End of Time dei Lacuna Coil : le parole di entrambi i testi mi sono sembrate perfette per quest'ultimo capitolo. L'ultima in assoluto si chiama Gabriel, di Lamb.

 (*) << Ei >> in finlandese vuol dire ' No ' .

 

Ringrazio le lettrici più accanite, coloro che hanno sempre recensito e chiunque abbia letto questa storia e ogni suo capitolo precedente in silenzio.

Mi ha fatto enormemente piacere vedere così tante persone interessate e pronte a leggere non appena aggiornavo. 

Mi è servito molto scrivere e tradurre in parole questa storia che avevo in mente da molto tempo.

Ci ho pensato davvero molto prima di stenderla, perché non volevo essere ripetitiva o banale, ma più verosimile possibile e spero di esserci riuscita.

 

 

Ora continuerò l'altra mia storia, sul famoso violinista, spero sia gradita quanto questa.

 

Kiitos paljon !! **

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > HIM / Vai alla pagina dell'autore: kuutamo