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Autore: Kuroi_Maa    25/10/2008    6 recensioni
Immaginatevi un Hiroto totalmente diverso da quello di oggi: un ragazzo di quindici anni appena trasferitosi in una nuova scuola, che fa un'incontro molto speciale con una certa "Tigre" di nostra conoscienza. Siamo riuscite ad incuriosirvi =D?
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU), Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Datte Suki Nandamon <3 Salve a tutti!
Sono Hiroto e ho quindici anni.
Mi sono appena trasferito a Kanagawa, ed oggi è il mio primo giorno di scuola.
Mio padre fa un lavoro per cui è costretto a viaggiare molto, quindi non riesco mai ad ambientarmi più di tanto a scuola.
Come al solito, mi sono alzato prima della sveglia e sono rimasto a crogiolarmi nel tepore del letto per qualche altro minuto.
Chissà se questa sarà l'ultima volta che dovrò cambiare istituto.
Mi strofino svogliatamente gli occhi mentre mi metto seduto. Guardo l'orologio che segna le 06.45 e mi guardo un pò in torno. Ci sono scatoloni ovunque ed è tutto tremendamente in disordine.
Da quando sono arrivato non ho avuto il tempo di mettere apposto nulla.
Mi dirigo verso il bagno ascoltando il rumore dei miei passi che echeggiano per il corridoio e mi arrivano alle orecchie come suoi ovattati e leggeri.
Mi spoglio lasciando cadere il pigiama a terra senza curarmene molto ed entro nella doccia.
Mi sento scosso da tanti piccoli brividi nel sentire il contrasto dell'acqua bollente sulla mia pelle. Prendo il mio bagnoschiuma preferito e mi lascio cullare dal  suo dolce odore di fragola.
Sporgo il viso verso il getto d'acqua chiudendo gli occhi.
Dopo qualche minuto chiudo il rubinetto e prendo il mio accappatoio rosso appeso vicino lo specchio.
Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e sorrido.
Eh si, oggi è una giornata speciale e nessuno potrà rovinarla!
Mi vesto e corro giù in cucina: saluto i miei, prendo al volo un toast e corro verso la fermata dell'autobus.
Salgo sul pulman e mi guardo in giro: ci sono un sacco di ragazzi e ragazze che chiacchierano tra di loro. Sono così piccolo e silenzioso che di certo nessuno di accorgerà della mia presenza in tutto quel trambusto.

Dopo qualche minuto arriviamo al capolinea. Scendo dagli alti gradini del bus e facendo attenzione a non cadere mi dirigo verso l'edificio.
Mi unisco al fiume di ragazzi che si dirige verso la scuola camminando a passo svelto.
Entro nel cortile e mi trovo spaesato nel vedere quanto è grande.
Cerco l'edificio della segreteria con gli occhi, e appena la trovo ci entro.
Anche nel primo giorno di scuola, questa piccola segreteria è diventata un inferno; con professori che chiedono orari e studenti che chiedono informazioni. Mi stupirei che i dipendenti non si siano già uccisi!
Mi avvicino al bancone per chiedere ad una donna abbastanza giovane, che oltrettutto sta con un telefono ad un orecchio e in mano un'altro che squilla incessantemente, la classe in cui sono stato collocato.
Questa qui mi indica semplicemente la bacheca dove sono appese le liste delle classi.
Ringrazio con un flebile "arigatou" e mi avvicino a quest'ultime
Hiroto Ogata, Hiroto Ogata... Ah eccomi, sono nella 1°C!
Esco da quell'inferno e mi avventuro nella scuola, il problema è che non so dov'è la mia classe!
Tento di attirare l'attenzione di qualcuno ma senza risultato.
Che non mi abbiano visto?
Non sono così basso io!
Sospiro, leggermente irritato da questo mio pensiero, e mi dirigo verso un corridoio a caso in cerca della mia classe.
Maledetti quelli della segreteria! Non riescono neanche a trovare qualcuno per accompagnare un povero ragazzo nella sua classe!
"Gentilissimi" un corno!

Salgo due piani e mi avventuro in un corridoio apparentemente vuoto.
Me la prendo con calma, guardando distrattamente le targhe delle classi.
Sento le voci dei professori che spiegano, uno di questi sembra proprio arrabbiato perchè sento dei colpi su un banco.
Ho trovato due aule completamente vuote, ne approffitto per vedere la "giungla" dove dovrò stare per cinque lunghissimi anni.
Le aule sono abbastanza grandi e molto luminose, dei banchi di legno sono disposti in fila e la cattedra è posta su un piano rialzato.
Non sorrido nel vedere che le aule sono abbastanza carine: ho cambiato molte scuole e sinceramente ne ho viste di meglio.
Il problema di averne cambiate tante è che ho finito per odiarle, me ne starei tranquillamente a casa a dormire.

Sbuffo e vado avanti nel corriddoio.
Guardo la targa della classe: 2C, la classe di prima allora era il 1 C vero?!?
Volto velocemente la testa all'indietro accompagnandomi con il busto: avevo ragione quella prima era la classe del 1°C!
Mi rivolto in avanti e non faccio in tempo a scostarmi che un ragazzo mi cade addosso.
Ho chiuso gli occhi per l'impatto e sento un leggero dolore alla schiena.
Riapro gli occhi, sbattendo più volte le palbebre: e questo chi è?!?
Mi ritrovo un paio di profondi occhi neri che mi fissano sorpresi.
E' indubbiamente un ragazzo, ha zigomi leggermente marcati ed il profilo del suo viso è abbastanza tagliente e affilato.
Gli occhi sono di un nero profondo come i suoi capelli e ha la pelle bianca e lattiginosa.
La nostra distanza può essere contata in centimetri visto che riesco a sentire il suo fiato sul mio naso.
Sento uno strano calore sulle guancie, che credo abbiano preso un colore sul rosso/bordeaux che somiglia molto a quello del divano del salotto di casa mia.
Continuiamo a fissarci per non so per quanto tempo. Mi sembra di essere stato inghiottito da quegli occhi così neri.
Poi sento il suo peso svanire pian piano, e la sua figura alzarsi su di me.
E' così alto.
Mi porge una mano e mi aiuta a raccogliere dei libri che mi sono caduti dalla cartella.
- Gomen! Gomen! - Non so quanti inchini sono riuscito a fare in quell'istante.
Si avvicina leggermente per porgermi i libri quando un ragazzo che correva verso di noi, ci scaraventa contro un muro facendomi finire tra le sue braccia.
E lui per non finire su di me, ha bloccato la distanza tra di noi con le su braccia.
Mi ritrovo con la testa affondata nel suo petto e posso sentire il suo cuore battere.
Sento il cuore in gola, credo di non essermi mai vergognato così tanto in vita mia.
La prima cosa di cui mi accorgo di lui è il suo buono odore e... che anche il suo cuore batte forte. Alzo il viso verso il suo e rincontro di nuovo quegli occhi. Solo ora mi accorgo delle sue labbra, sottili, a forma di cuore... e sembrano così morbide.
Sono semplicemente perfette.
Lui è perfetto.
...
Ma che cazzo sto pensando?!?
Sembro una ragazzina in piena crisi ormonale!

Mi ridesto un attimo dai qui pensieri che non mi si addicono affatto e noto che si è leggermente distaccato da me.
- Tora! Tora! - un ragazzo dalla chioma bicolore si avvicina di corsa a noi sorridendo.
Li guardo conversare per qualche minuto per poi si allontanarsi senza dirmi nulla.
Solo prima di svoltare per il corridoio, il moro si volta verso di me e mi fa l'occhiolino.
Sbatto le palpebre sorpreso più volte.
Ma in che diavolo di scuola solo finito?!
Mi sento arrossire di nuovo e nascondo il volto tra le mani soffocando un semi urlo isterico.
Con circa mezz'ora di ritardo, mi presento in quella che sembrava essere la mia classe.
Dopo essermi presentato ala classe, mi guardo un pò in giro e noto un banco nell'ultima fila vicino la finestra.
Mi spaparanzo malamente sul tavolino posando la testa su un libro.
Il professore non sembra lamentarsi... anzi...
Sembra faccia tutto fuorchè insegnare.
Dopo qualche minuto sento le palpebre farsi pesanti e il banco diventare stranamente comodo e confortevole.
Non so per quanto tempo abbia dormito, ma quando riapro gli occhi il sole è già alto nel cielo e alcuni raggi di sole mi colpiscono il viso.
Mi ridesto un attimo e noto che la classe è semi-vuota.
Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la porta affacciandomi per vedere se c'è qualcuno lì.
Sento alcune voci provenire dal cortile e mi sporgo dalla finestra per vedere cosa succede.
Credo sia l'ora dell'intervallo visto che il mio stomaco brontola e vedo solo persone che mangiano in giro.
Corro in classe e prendo il mio adorato portapranzo.
Mi siedo nel mio banco prendendo le bacchette e inizio a mangiucchiare qualcosa quà e là.
Il tempo sembra non passare mai. In quella scuola sembra che a nessuno importi nulla di quello che succede agli studenti.
Bhè meglio così, non dovrò preoccuparmi di prendere buoni voti allora.
Anche se un pò mi dispiace... di solito riesco a fare amicizia facilmente mentre in questa scuola mi sembra di essere invisibile...
Sul mio viso appare un piccolo broncetto. Sbuffo e prendo un libro a caso dalla cartella.
Sfoglio le pagine con noia e sposto il mio sguardo su alcuni miei compagni che si tirano palline di carta. Altri parlottano tra di loro, altri spizzicano il resto del pranzo di qualcun'altro, altri dormono o leggono fumetti.
In questa scuola regna il caos.
Troppi studenti per pochi professori, non sono mai stato un genio della matematica, ma non ci vuole molto per capire che è impossibile "amministrare" tutti questi studenti!
Sospiro abbattuto e casualmente la mia attenzione finisce fuori dalla finestra.
Il mio sguardo è attratto da qualcosa che luccica nel cielo.
Tento di aguzzare la vista ma niente, quel bagliore non vuole farsi più chiaro.
Poi ad un tratto quel luccichio svanisce misteriosamente.
Un sonoro lamento di disappunto esce dalle mie labbra.
Ributto la testa sul banco sconsolato e chiudo gli occhi.
Il mio pensiero si sofferma casualmente su quello che è successo qualche ora fa.
Mi sento arrossire violentemente nel ripensare a quel ragazzo e a quello che ho provato nel sentirlo vicino.
Ma da quando i ragazzi mi fanno quest'effetto?!
Mi ridesto nel sentire il suono della campanella che segna la fine della giornata.
Finalmente!
Metto apposto i libri e mi avvio verso l'uscita saltellando felice nel pensare di star tornando a casa.
Sto per mettere l'alluce del piede fuori dal cancello quando sento una mano bloccarmi per le spalle.
Mi volto e rincontro di nuovo quegli occhi.
- Bella bionda, ti accompagno a casa? -
Bella bionda? A me?
Rimango per qualche secondo a fissarlo immobile.
Non riesco a dire una parola mi sento completamente bloccato ed imbarazzato.
- Chi tace acconsente - Dice sorridendo.
Hiroto ma che ti prende?! Digli qualcosa maledizione!
Ma mi riesce così difficile... Perchè mi fai quest'effetto? Eh?
Iniziamo a camminare fianco a fianco verso la strada di casa quando ad un tratto mi rivolge di nuovo la parola.
- Io sono Shinji... - Si volta verso di me mentre lo dice. - Ma puoi chiamarmi Tora... -
Tigre eh? Che nome buffo...
- I-io sono Hiroto... - Dico arrossendo.
Non posso fare a meno di notare il modo in cui si muove...
Così sicuro, così tranquillo, così affascinante... così sensuale...
Mi fermo di colpo attirando la sua attenzione tossicchiando - Siamo arrivati... - Dico con un filo di voce. - Se vuoi posso offrirti qualcosa... Per ringraziarti del disturbo... - Dondolo e arrossisco leggermente mentre lo dico. Sì... sembro proprio una ragazzina.
Sorride, mi fa cenno di sì con la testa e mi segue dentro casa.
Apro la porta d'ingresso e noto che i miei non ci sono. Meglio così.
Lo faccio accomodare in salotto mentre mi dirigo in cucina per prendere qualcosa da bere e dei pasticcini.
Torno di là abbozzando un sorriso imbarazzato e poso sul tavolo il vassoio.
Sono super iper imbarazzato visto che non so cosa fare.
-I miei non ci sono - Dico per informare Tora che intanto si è accomodato sul divano.
Lui annuuisce soltanto, mentre prende un dolcetto con le sue dita lunghe e pallide.
- Ti va della cioccolata calda? -
Propongo mentre rientro nella cucina.
Lo sento alzarsi e venirmi dietro.
-Certo! -
Sorrido mentre mi alzo sulle punte (mi maledico per la mia altezza minuta) per prendere la confezione della cioccolata.
Lui si siede al tavolo, intanto io accendo il fuoco sotto la pentola e prendo il latte dal frigofero.
Dopo alcuni minuti di preparazione e cottura, la cioccolata  è pronta e la verso in due tazze abbastanza grandi.
Ne poso una davanti Tora e l'altra me la metto davanti sedendomi.
Io vado letteralmente matto per la cioccolata calda ed infatti appena è bevibile per il calore, inizio berla senza accorgermi di una goccia che è scappata dalle altre.
Ho notato solo che Tora continua a fissarmi in uno strano modo: non so definirlo perchè è la prima volta che vengo fissato così da un ragazzo.
Copre la distanza con il suo torso e si allunga verso di me, quasi attraversando il tavolo.
La mano è salita prima dalla tempia verso la mia guancia e lentamente scende verso il mento, dove la gocciolina sta fermando la sua corsa.
-T-Tora-San? C-cosa stai facendo? -
Sono letteralmente immobilizzato, sono riuscito solo a posare la mia tazza sul tavolo.
Intanto Tora sta delicatamente ripulendomi con il suo pollice, sento le guancie diventare sempre più rosse e il cuore accellerare, è possibile che Tora mi faccia sempre questo effetto?
Finisce la sua opera guardando il suo dito (sempre rimanendo in quella posizione, con il suo viso vicinissimo al mio) e con tutta la sensualità che possiede si lecca il dito davanti ai miei occhi.
Non riesco a distogliere lo sguardo dai movimenti della sua lingua.
Mi vergogno di me stesso e dei pensieri che mi ritrovo a fare.
Senza dire una parola, si rimette nella posizione di prima e continua a bere la sua cioccolata, come se non fosse successo nulla.
- Finisci la cioccolata che si fredda... -
Dice solo questo, ed io come un'automa mi finisco la tazza da bravo bambino senza dire una parola.
Lui continua a fissarmi con occhi ancora illeggibili.
Sento dei rumori alla porta.
Mi volto di scatto e vedo la figura di mia madre entrare nel corridoio.
- Vedo che hai portato gente a casa  - Dice posando la busta della spesa sul tavolino.
- Molto piacere io sono la mamma di Hiroto - Sorride e fa un piccolo inchino.
- Io sono Amano Shinji, onorato di fare la sua conoscenza signora. - Si inchina anche lui porgendogli la mano.
Nel frattempo io sono tornato in cucina per lasciare le tazze sporche di cioccolata nel lavandino.
Non faccio in tempo a rientrare nel salotto che mia madre mi blocca con la frase - Perchè non porti Shinji in camera tua? -
La fisso per alcuni secondi rispondendo con un inudibile - Eh? - mentre le mie guancie prendono un colore rossastro... di nuovo.
Mia madre riformula la frase, che non ascolto neanche perchè la mia mente è proiettata già nella mia stanza.
Io e Tora, soli, nella mia stanza...
Annuisco poco convinto e mi faccio seguire dal moro.
Cammino a passo spedito quasi stessi scappando e non mi accorgo di essere già di fronte alla porta della mia cameretta.
Poso la mano sul pomello e lo giro lentamente. Intanto mi volto e rincontro il suo sguardo. Cosa vuoi da me?
La porta si spalanca sotto la pressione della mia mano, aprendosi su una stanza immersa nella più completa confusione.
- Vedo che ti sei trasferito da poco... - Dice mentre si fà spazio tra gli scatoloni poggiati sul pavimento.
- Già... - Annuisco e mi richiudo la porta alle spalle.
Poi noto che la sua attenzione si è spostata sulla mia chitarra acustica posata sul mio letto.
- Suoni la chitarra? - Dice con sguardo rapito mentre si siede a terra.
- Strimpello qualcosa... Ma non so suonare... - Confesso imbarazzato mentre mi siedo al suo fianco. - E tu? - Chiedo notando che sta iniziando ad intonare qualcosa.
- Diciamo... Che me la cavo... - Risponde ridacchiando. - Vuoi che ti insegni qualche pezzo? - Mi propone piegando la testa di lato.
- Se per te non è un disturbo... - Arrosisco e mi piego in avanti, in segno di gentilezza.
- Ma no... Figurati... Devo pur sdebitarmi in qualche modo per la cioccolata... - Dice guardandomi con quegli occhi che ora sembrano più dolci.
Ti sei già sdebitato prima veramente...
Mi passa la chitarra e per un secondo le mie mani incontrano le sue. E' così strano sentire il suo calore...
Ritraggo la mano come se avessi appena toccato qualcosa di bollente ma mi appresto subito a prendere l'acustica dalle sue mani.
Mi metto in posizione e mi lascio muovere come meglio crede.
Non so quanto tempo sia passato. So solo che non mi sono mai sentito così bene.
- Hiroto si è fatto tardi... Devo tornare a casa... - Mi dice sorridendo ma nella sua voce sento una leggera nota di malinconia.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la porta.
Poi lo vedo voltarsi e bloccarmi per le spalle. Mi guarda negli occhi e si avvicina lentamente alle mia labbra.
Cosa vuoi fare?
Chiudo gli occhi nel sentire il suo calore sulle labbra mentre stringo le braccia intorno al suo collo.
Ammorbidisce la presa sulle mie braccia, trasformandola in un abbraccio mentre la sua lingua elemosina l'entrata alla mia bocca.
Dischiudo lentamente le labbra lasciandogli libero accesso.
Gemo nel sentire la sua lingua contro la mia mentre il suo sapore mi pervade il palato.
Lo stringo a me quando lo sento distaccarsi leggermente.
Posa le sue mani sulle mie guancie guardandomi negli occhi intensamente.
Mi sento quasi a disagio nell'essere osservato da quegli occhi... Sembrano riuscire a scrutarti dentro...
Mi porta una mano alla bocca accarezzandomi le labbra arrosate. Chiudo gli occhi nel sentire quel tocco gentile e mi alzo sulle punte per raggiungere di nuovo il suo volto e lasciargli un candido bacio sulle labbra.
Sorride per poi lasciarmi un bacio al centro della fronte ed aprire la porta.
Lo seguo fino all'ingresso senza dire una parola... E'proprio vero che un bacio vale più di mille parole...
Mi sorrride prima di chiudersi la porta alle spalle e sparire nel buio della strada illuminata qua e la da qualche lampione.
- Hiroto è pronta la cena! - La voce di mia madre mi riporta alla realtà.
- Scusami ma non ho fame... - Dico a bassa voce mentre mi dirigo in camera mia.
Mi chiudo la porta alle spalle accasciandomi su di essa mentre scivolo lentamente verso terra.
Sono così confuso...
Il mio primo bacio... E con un ragazzo poi.
Eppure non mi sono mai interessato ai ragazzi in quel modo...
Ma non mi sono nemmeno interessato più di tanto al genere femminile eh... Qualche cotta l'ho avuta ma non è mai stata ricambiata.
Forse è stato anche colpa di quello.
Però ora è tutto diverso... Non sò cosa pensare mi sembra tutto così inspiegabile.
Mi alzo e mi butto sul letto abbracciando il cuscino. Se mi lecco le labbra riesco ancora a sentire il suo sapore...
Arrossisco e sbuffo strofinando il viso contro la stoffa morbida del guanciale.
Dopotutto non è stato male...
Sorrido ripensando a quel momento che magico a modo suo è stato...
Chissà se Tora-San è davvero interessato a me...
Io so solo di essere stracotto!
Eh si sono proprio caduto nelle grinfie della tigre...
  
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