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Autore: ShamelessGirl    13/11/2014    2 recensioni
Caro lettore, la storia che ti sto per raccontare è figlia della mia Follia e del mio "Intelletto". Se la gradirete o meno? Sarete voi a decidere quanto sia curiosa la storia di una ragazza, di un mostro -o meglio del suo mostro- e del buio. Lo stesso buio che vi circonda la notte...
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Buio! Nero, non c'era niente! Jenna era nella più completa oscurità! Non sapeva com’era arrivata in quel luogo, non sapeva dov’era e neanche che posto era. All'improvviso si accesero delle luci soffuse e Jenna riuscì a intravedere delle porte. Sembrava quasi un ufficio, ma non lo era. Iniziò a perlustrare una delle stanze. Sulla porta c'era scritto: “La famiglia di Jenna”. Com’era possibile che ci fosse un'intera stanza dedicata a lei? Entrò e si accorse che c'erano raccoglitori che contenevano informazioni sulla sua famiglia, sui suoi amici! Jenna percepì un brivido lungo la schiena. Chi avrebbe dedicato così tanto tempo a raccogliere tutte quelle informazioni? Uscì da quella stanza e passò alla prossima: “Gli interessi di Jenna”. Tutti i suoi interessi, fin da quando era piccola, erano riportati su carta! Un’altra si chiamava: “I pensieri di Jenna”. Un’altra ancora: “I nemici di Jenna”. La ragazza contò ben tredici stanze che contenevano tutto su di lei. Non poteva essere solo una persona fare tutto questo, a sapere tutto su di lei. Era come se, qualcuno stesse vivendo al sua vita e che si divertisse a classificarla..

 Lei non capiva cosa stesse succedendo. Infondo era una normale ragazza con amici, amori, fidanzati, ex, genitori, fratelli; ma negli ultimi anni era cambiata radicalmente. Aveva nuovi amici, iniziava a uscire di più, a scuola i voti si abbassavano e molte altre cose: non era più la ragazza timida che aveva sempre il naso sui libri. Qualcosa l'aveva fatta uscire dal suo guscio; forse un po' troppo.
Lei si aggirava insicura lungo la fila di porte che l'affiancavano.  Alla fine del corridoio c'erano delle scale. Siccome non c'erano vie d'uscita, Jenna scese le scale. Appena scesa vide due stanze. Una con su scritto: “Passioni di Jenna” e l'altra con su scritto: “Sogni di Jenna”. 
In preda al panico afferò la prima maniglia che ha visto: voleva capire e apprendere che le stava facendo questo. Schedari e ancora schedari con i nomi di tutti quelli che le piacevano che le erano piaciuti e che le potevano interssare.La ragazza tremava, sudava freddo. Quella curiosità di scoprire il mistero che si celava in quell'ufficio e l'angoscia di non uscire più di lì si accavallavano dentro di lei. Si sentiva indifesa, come se tutto la potesse uccidere. />
 Uscì quella stanza e scese l’ultima rampa di scale. Entrò in una stanza buia, molto buia! d'improvviso un debolissimo bagliore illuminò un angolo. Un rumore sottile e leggero di passi colse alla sprovvista Jenna... non era sola. Quel sordo suono si muoveva intorno a lei, la circondava e, man mano, si avvicinava sempre di più, sempre di più... Una risata; malefica raggelante riempi quel silenzio scuro e immobile. I pensieri di Jenna si affollavano nella sua testa, era pietrificata da quel rumore di finta allegria che percorreva la stanza. Poi il silenzio più profondo piombò nella camera. In quell'istante una figura comparve davanti alla luce che ne disegnava solo i contorni; si riusciva a intravedere un’immagine dei capelli lunghi e spettinati molto esile vestita da una lunga vestaglia stracciata; il volto non era visibile...

 La figura parlò: “Jenna! Jenna! Sono io non mi riconosci più? Da qualche tempo mi nascondi! Perché non ti piaccio più? Mi dedicavi tempo e cure prima. Ci tenevi che fossi ordinata e moralmente giusta! Cosa ti ho fatto? Cosa ti sei fatta?! Ma guardati a fare la stupida ragazza facile!! Prima non lo eri!"
Jenna si volto per risalire le scale e scappare via da quella prigione, ma non appena si voltò le scale si dissolsero come se fossero controllate da quella creatura. 
“Chi sei? Cosa diavolo vuoi da me?” disse Jenna e con voce tremolante mentre quella persona le girava attorno. “Cosa voglio da te?” disse il mostro, “Niente volevo solo sfidarti, allora vieni di fronte a me e sfidami se hai coraggio. Vieni a guardare la mia persona, vieni a vedere cosa sono e cose sei tu! Il mostro che mi hai fatto diventare a furia di essere superficiale e malvagia. Jenna ribatté "Mi ero stufata di stare tra i libri! Volevo divertirmi un po'"."Guardami!" La interruppe il mostro "Io adoravo la vecchia Jenna che mi leggeva tanti libri e che ora è logorata e trasandata! Sciatta, senza personalità. Senza interessi... Una persona vuota e immorale! E se divertirsi un po' significa, abbandonare completamente la cultura; tu hai superato ogni limite! E ora ti meriti, ciò che ti meriti"> La luce si faceva più forte e, lentamente, inizia delineare i profili del mostro. Capelli neri e lunghi,corporatura esile -fin troppo-, gambe lunghe e gli occhi erano marroni, quasi rossi che trapelavano odio e volevano vendetta. Vendetta per cosa la ragazza era diventata e per cosa aveva cessato di essere. Il viso era pieno di cicatrici, magro e scarno,contorto in una smorfia di disgusto, ma allo stesso tempo sembra sorridere. Eppure era famigliare: la figura che a lungo aveva volteggiato e gridato intorno alla ragazza non era altro che una fanciulla di nome Jenna.
La luce era diventata accecante. L’alter ego rideva maleficamente. Più la luce si faceva potente, più la stanza si faceva bianca. Una dolorosa fitta si concentrò nella testa della ragazza, che cadde a terra e chiuse pian piano gli occhi, mentre la sonora e scura risata le trapanava la mente. L'ultima cosa che vide fu il ghigno malefico sul suo volto.  
   
 
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