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Autore: Loisyr    14/11/2014    0 recensioni
Ci troviamo davanti ad una Wendy molto diversa dai canoni, più "oscura" se vogliamo definirla così, più matura in certi pensieri e immatura in altri. Oserà lei spingersi oltre ogni limite solo per egoismo? Per proteggere chi ama? Per regalare un futuro già prettamente deciso?
Tratto:
E in un attimo tutto il mio mondo si era riversato, ripiegato e accartocciato su se stesso come se stesse per essere inghiottito da un buco nero che non avrebbe lasciato uno straccio di prova della sua esistenza obbligandomi a fare l’ultima cosa che mi sarei mai immaginata di fare, era la mia ultima spiaggia prima che sprofondassi di nuovo nel panico; doveva funzionare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Equilibrio

 

 

 


   Sapevo che nello stesso istante in cui aveva varcato la finestra della nostra stanza le cose non sarebbero state più come prima. 
   
Ero sicura che quando avremmo lasciato quei muri così accoglienti e famigliari non vi avremmo mai più fatto ritorno, ma mi sbagliavo. A tre anni di distanza dal nostro primo incontro eravamo andati e rivenuti dall’Isola che non c’è innumerevoli volte che ormai ne avevo perso il conto. Dopo tutte quelle scappatelle notturne credevo che eravamo riusciti a trovare una scappatoia dal futuro che ero certa attendesse me e i mie fratelli ma difatti, a quell’ ennesima visita di Peter, avevo avuto uno strano presentimento, c’era stato qualcosa di diverso, lo sentivo nell’aria e in tutto ciò che mi circondava, persino in me stessa.

 

 

   -Peter… ti prego, non loro, non i miei fratelli- balbettava tra i singhiozzi, la pelle chiara che la caratterizzava era chiazzata di rosso e rigata di lacrime che scendevano incontrollate.
   
Tremava come una foglia.
   Era nel panico e disperata.
   
Era nel panico, disperata  e sapeva che non poteva fare nulla.
   
-Wendy…- sussurrò appena il ragazzo con una mano sulla sua guancia e il pollice che si muoveva su quelle gote arrossate e umide per cancellare quelle lacrime.
   
-Sai che se potessi lo farei per te, farei qualsiasi cosa per te ma la natura lo pretende per mantenere l’ equilibrio, io sono solo un portavoce- continuò lui mentre la guardava attentamente negli occhi come se la volesse confortare e dirle di smettere di piangere.
   
Ma la giovane non ci riusciva, era l’unica valvola di sfogo che aveva in quel momento, sapeva che se avesse smesso avrebbe realizzato cosa stava accadendo e il suo cuore non avrebbe retto, si sarebbe diviso in milioni di pezzi, ognuno dei quali sarebbe scappato in direzioni diverse senza mai più voltarsi e tornare indietro.
   
Peter non riusciva, non poteva, non voleva vederla in quello stato così… Così non suo e d’impeto la abbracciò. In un attimo la stava avvolgendo tra le sue braccia come una bambina e se fosse stato per lui, avrebbe fermato lo scorrere del tempo solo per rimanere con lei, non l’avrebbe mai più lasciata andare al costo di perdere lui stesso la sua anima. Poggiò il mento sul suo capo continuando a stringerla forte mentre le sussurrava frasi per placare le sue lacrime, in un primo momento credette di esserci riuscito, ma in verità era stata proprio la sua azione a zittirla: lei aveva spalancato gli occhi stupita, si era lasciata avvolgere da lui, inerme, senza muovere un muscolo che a loro volta si erano tesi come corde di violino percependo quel calore piacevole e sorprendente. 
   
Tra loro due non vi era mai stato prima un contatto così intimo, si erano limitati a tenersi per mano quando volavano e lo trovarono entrambi un gesto del tutto innocente come quando due fratelli cercano le mani dell’altro mentre sono in attesa della punizione dei propri genitori per le marachelle che avevano combinato. 
   Ma in quel momento tutto stava per cambiare, e sicuramente non nel modo in cui avrebbero mai sperato…

 

 

   E in un attimo tutto il mio mondo si era riversato, ripiegato e accartocciato su se stesso come se stesse per essere inghiottito da un buco nero che non ne avrebbe lasciato uno straccio di prova della sua esistenza obbligandomi a fare l’ultima cosa che mi sarei mai immaginata di fare, era la mia ultima spiaggia prima che sprofondassi di nuovo nel panico; doveva funzionare.

 

 

Equilibrio

Equilibrio

Equilibrio

 

Se sottraggo due e aggiungo due 

il risultato non cambia

 

Se sostituisco due pesetti in una bilancia 

con un altro del peso dei primi due,

il peso rimarrà invariato anche 

se l’oggetto è diverso 

 


 

   -Bisogna mantenere l’equilibrio…- fu solo un bisbiglio, ma quello bastò ad entrambi per capire. Wendy sentii di botto motivata, sul suo viso brillava un espressione fiduciosa, quasi folle mentre quella di Peter era stata attraversata da un lampo di preoccupazione, probabilmente sapeva già che le cose non sarebbero finite molto bene o che comunque qualcosa si sarebbe ritorta contro loro.
   
La guardò negli occhi attentamente in cerca di uno straccio di prova che dimostrasse che l’idea che gli era balenato in mente a quella frase non fosse stata la stessa di Wendy, ma più la guardava più le speranze si spegnevano come lumi al vento.
   Ci sperava davvero di essere nel torto.
   
-Peter!- esclamò il suo nome con troppo entusiasmo trasformandolo in un grido stridulo, i suoi occhi gonfi ed arrossati non erano più velati di tristezza ma si fecero emozionati ed increduli.
   
-Ho trovato… Ho trovato la soluzione Peter!- continuò lei sperando di suscitare nel suo interlocutore un emozione qualsiasi che lo facesse riprendere dalla sua momentanea staticità.
   
-Perché te ne stai lì a fissarmi come se fossi diventata matta…- il suo viso si era corrucciato incredula per poi esprimere in pochi secondi la propria ira, la rabbia per Peter che non riusciva a capirla, non capiva del perché fossero così importanti i suoi fratelli per lei, e per i suoi genitori. Stava dando il via libera allo sfogo che non si era mai permessa di lasciare andare né quando era in compagnia della sua famiglia né tantomeno nella solitudine della sua stanza.
   
-Tu non capisci! A te non importa nulla di noi! Tu vuoi solo compagnia, quella che ti hanno negato da quando hai voluto smettere di crescere, e mentre tutti andavano avanti con la propria vita mettendo da parte l’infanzia tu sei rimasto ad un punto fermo. Non ti importa chi ti stia al tuo fianco, l’importante è che tu non stia solo. Sei uno sporco egoista- aveva sputato l’ultima frase con disprezzo, il veleno che traboccava da ogni suono. Fece un passo indietro per guardarlo assottigliando gli occhi e arricciò appena le labbra. Quegli occhi carichi di odio si esprimevano più di qualsiasi altra frase detta.
   
Peter era rimasto senza parole, paralizzato da quel susseguirsi di frasi, quasi non ricordava come vi erano arrivati a quel discorso. La ragazza che aveva davanti non poteva essere Wendy, non avrebbe mai creduto che si sarebbe ritorta contro di lui a quel modo.
   
Non sapeva come reagire a quel lato del carattere di lei.
   
-Non puoi parlare sul serio… Tu non vuoi farlo davvero, è solo un momento…- le parole gli morirono in gola quando si accorse dello sguardo furioso e deciso della ragazza in piedi di fronte a lui.
   Aveva messo la sua famiglia sopra ogni cosa.
   Anche al di sopra della sua stessa vita.

 

 

 

   Non avrei mai lasciato quel mondo prima di aver rispettato la mia promessa. Mi sarei aggrappata a qualsiasi cosa, con le unghie e con i denti, pur di non lasciare i miei genitori essere divorati da un simile dolore, loro avevano fatto così tanto per noi durante i periodi peggiori della malattia che ci correva dietro da quando eravamo ancora in fasce. Avevano versato lacrime a non finire ogni qual volta avevano detto loro che non avremmo visto una nuova alba, e puntualmente spendevano altre lacrime quando quelle parole  venivano smentite dal nostro risveglio; erano saliti su delle montagne russe senza fine.

 



 

 

   E così si ritrovò a vagare sola sopra i tetti di Londra nella tarda notte, avvolta in un pesante mantello nero per ripararla dal freddo che la penetrava fino alle ossa. Aveva sbirciato alla finestra di moltissime case intenta a trovare due fratelli che avrebbero potuto sostituire i suoi, ma più passavano le ore più raccoglieva insuccessi; nessuno andava mai bene: troppo piccoli, troppo grandi, troppo diversi… troppo di qualsiasi cosa per lasciare una vita appena iniziata, proprio come i suoi fratelli.
   
O forse era anche lei che non riusciva a scegliere. Più e più volte si chiese chi fosse per poter decidere della vita di altri e tempestivamente la sua mente rispondeva che era per una una buona cause, dopotutto si diceva “il fine giustifica i mezzi”, no?

   Peter la guardava da lontano impotente e combattuto, non l’aveva appoggiata in quella idea che reputava folle ma non si era rifiutato di fornirle i mezzi a lei necessari per potercela fare e non si era nemmeno rifiutato di scortarla, a sua insaputa ovviamente, seguendola da una distanza di sicurezza per non farsi notare e nascondendosi nell’ombra ogni qual volta che credeva che lei l’avesse scoperto.
   
Mancavano poche ore al mattino, il timelimit era vicino e se non avesse colto le tre anime quella notte eventi disastrosi avrebbero fatto in modo di averli una volta per tutte… Nella mente di Peter questi orribili pensieri si facevano strada distraendolo quasi da Wendy che si stava infiltrando in una stanza attraverso la finestra. 

   Si mosse silenziosa e con leggiadra eleganza; si era abbassata il cappuccio che le faceva ombra sul viso stanco lasciando uscir fuori i capelli lunghi un tempo luminosi e sani che ormai stavano perendo assieme a lei si avvicinò al letto più vicino. Ospitato sotto quelle coperte pesanti un bambino dai capelli scuri dormiva disteso su un fianco, le labbra leggermente socchiuse, una mano sulla guancia e l’altra sotto il cuscino. Lo affiancò, sedendosi sul bordo del letto e si chinò su di lui per donargli Il Bacio con una lentezza quasi disumana come se volesse ritornare sui suoi passi quando i suoi occhi furono attratti da uno strano luccichio.
   
Si bloccò in quella posizione scomoda con la schiena piegata a metà mentre il suo sguardo saettava per la stanza in cerca della fonte di quella fievole luminescenza; in un altro letto poco lontano dormiva un’altro bambino di cui si vedevano solo i capelli chiari, i muri di un colore indefinito per il buio oltre a delle piccole mensole erano coperti qua e là di qualche disegno e poi vide cosa aveva attirato il suo sguardo, era una cornice su un comodino che risplendeva sotto la luce lunare che filtrava dalla finestra. Quella cornice racchiudeva la foto dei due bambini insieme ai loro genitori tutti sorridenti e felici.
   
Scattò in piedi come fulminata perdendo quasi l’equilibro. Ma d’altronde lo era stata davvero, fulminata.
   
Era stata arrogante, egoista e soprattutto stupida.
   
Come aveva potuto, lei, andare avanti con quella farsa al limite della pazzia? Come poteva pretendere di togliere la vita a qualcuno solo per il suo tornaconto personale, anche se per un motivo che reputava giusto? Come poteva essere stata tanto cieca e stupida?
   Quei pensieri la travolsero come un’ onda anomala che finalmente la fecero tornare in sè. 

   Si premette le mani sulle labbra per impedire a singhiozzi troppo rumorosi di uscire mentre lacrime copiose scendevano lungo il suo viso proprio come poche ore prima alla visita del ragazzo a cui aveva dato assaggio della parte peggiore di se che mai aveva creduto di possedere. 
   
Questi aveva seguito tutta la scena dalla finestra oramai senza timore di essere scoperto, un piccolo sorriso triste si fece spazio sul suo viso, era felice che la giovane non si fosse macchiata di un simile comportamento. Aspettò che la giovane abbandonasse quella stanza per il freddo della notte e per la seconda volta in quella notte l’abbraccio stretta mentre ella si lasciava andare piangendo le sue ultime lacrime stringendolo forte a sua volta. 
   La ricondusse alla sua stanza ancora stretta a se. La guardò in silenzio mentre percorreva per l’ultima volta i corridoi di casa sua, mentre diceva addio ai suoi genitori e anche mentre si sedeva in mezzo ai due letti dei propri fratelli addormentati, pronta a raccontare loro un’ultima storia.

 

  -Non soffrirai più mia Wendy…- le sussurrò Peter prima di donarle Il Bacio.

 

 

 







 

 

AUTHOR'S CORNER


   Miei cari lettori sono tornata dopo una pausa di circa due anni?! Anno più e anno meno che vulete che faccia la differenza, giusto?
   Questa OS è nata così per puro caso mentre guardavo con mio cugino piccolo Peter Pan e nel frattempo mi era venuto in mente quelche "leggenda metropolitana" che avevo letto di sfuggita su come era nata veramente la sua storia. Mi intrigava questo universo posto in un ottica più oscura, e così ho buttato giù tutto ciò che mi veniva in mente sperando di non produrre uno scempio!
   Ho avuto davvero serie difficoltà in quanto non sapevo in quale categoria di Peter Pan inserirla poichè come immgino sappiate ne esistino due qui su efp, nella sezione libri ovvero dove siamo ora e quella nella sezione film. Percui chiedo umilmente perdono se trovate che abbia pubblicato nella sezione sbagliata.
E chiedo anche scusa se avete visualizzato tutta la storia in corsivo, ma non capisco come mai dato che nell'editor me li lascia alternati come aveva impostato io.    Ad ogni modo se avete qualche perplessità, curiosità, domande, sono a vostra completa disposizione.
   A presto miei lettori.

   Loisyr




 

  
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