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Autore: tndproject    14/11/2014    2 recensioni
«Thiphanie Lacroix».
La voce che l'aveva interrotta era talmente dura e ferma che la fece tremare. Guardò il suo volto dal basso, cosa che le fu finalmente possibile fare grazie alla fievole luce di una candela che sembrava essere apparsa dal nulla.
[...] Deglutì a fatica, poi mormorò:
«Di solito la gente mi chiama Tip».
[...]
«Tu ti sei buttata dal tetto di un palazzo dopo essere stata assalita da un attacco di panico alle ore diciotto e trentasei», insistette. Poi scosse la testa. «Che morte patetica. Problemi in famiglia, eh?».
Lo guardò con gli occhi bruni spalancati per una manciata di secondi, aprì le labbra, le richiuse. Poi ricordò.
[ Nathaniel/ Dolcetta + coppie di sfondo ] [ come ridicolizzare argomenti delicati in dodici semplici mosse. ]
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Dolcetta, Nathaniel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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wings

(come sopravvivere ad un angelo custode non richiesto)

✖  ✖ 

C'era così tanto nero che non riusciva a capire se avesse già sollevato le palpebre o se stesse ancora dormendo. Ci pensò un dolore acuto ad avvertirla che sì, si era effettivamente svegliata ma non sapeva quanto questo potesse andare a suo vantaggio.

Provò ad alzarsi, a tendere un braccio, una gamba, qualcosa, ma con un solo piccolo movimento le catene che le imprigionavano i polsi e le caviglie tintinnarono, come il suono della campanellina che sua madre suonava quando era pronto da mangiare.

Sua mamma. Da quanto tempo non la vedeva? Non ne aveva idea, Thiphanie sentiva la testa pesante e il respiro affannato e un groviglio di pensieri a tenerle compagnia. Povera donna, doveva essere così preoccupata...

Sì guardò intorno, cosa che non servì a molto perché era così buio e silenzioso che tutto ciò che ottenne fu solo altro nero.

Nero. Nero, nero, nero, ovunque. Thiphanie dovette reprimere l'impulso di urlare. Detestava il nero.

Passò solo qualche minuto dove l'unica cosa a farle compagnia fu il suo respiro, il battito del suo cuore e quell'oscurità che sembrava non voler scemare: poi una porta che sbatteva.

Si mise seduta e le sue labbra s'incurvarono. Un suono di passi si diffuse, passi svelti e controllati; si avvicinavano sempre di più e sentì la speranza iniziare a diffondersi nel petto.

«Ci sei?», la domanda posta con voce tremante si perse nell'aria e i passi conclusero. Qualcuno le si era appena avvicinato e adesso la guardava dall'alto, poteva capirlo dai contorni che delineava nell'oscurità.

«Grazie al cielo, allora non sono – ».

«Thiphanie Lacroix».

La voce che l'aveva interrotta era talmente dura e ferma che la fece tremare. Guardò il suo volto dal basso, cosa che le fu finalmente possibile fare grazie alla fievole luce di una candela che sembrava essere apparsa dal nulla.

Era un uomo dai lineamenti severi e marcati, ma non spiacevoli alla vista. I suoi occhi erano talmente azzurri da non sembrare naturali, i capelli così biondi da parere tinti. Erano corti ed elegantemente pettinati all'indietro. Deglutì a fatica, poi mormorò:

«Di solito la gente mi chiama Tip».

L'uomo non si scompose.

«Thiphanie Lacroix, tu sei morta alla venerevole età di diciassette anni il dodici dicembre duemilasedici».

Una risata, roca e poco credibile.

«Senti, amico, non sono in vena di scherzi, davvero». Thiphanie sorrise, curando di non far trapelare la preoccupazione che iniziava ad assalirle lo stomaco. «Ti va di dirmi cosa ci faccio qui, con queste bellissime e pittoresche catene ai polsi?».

Lo sconosciuto schioccò la lingua, seccato, guardandola con sufficienza, come se quello che avesse detto fosse qualcosa di eccessivamente normale e lei una testa dura che si rifiutava di capire.

«Thiphanie Caron Lacroix, tu sei morta il dodici dicembre duemilasedici per suicidio».

Adesso stava iniziando davvero ad avere paura.

«Okay, senti bello, non è div – ».

«Ti sei buttata dal tetto di un palazzo dopo essere stata assalita da un attacco di panico alle ore diciotto e trentasei», insistette. Poi scosse la testa. «Che morte patetica. Problemi in famiglia, eh?».

Lo guardò con gli occhi bruni spalancati per una manciata di secondi, aprì le labbra, le richiuse. Poi ricordò.

Si era aspettata che almeno un po' di gente sarebbe venuta ad intimarle di chiamare la polizia e di non buttarsi, come accadeva nei film, e invece si era ammazzata con l'aria gelata di dicembre che le pungeva la faccia e nemmeno un'anima viva in giro. Ricordava le lacrime, il salto, la caduta, il buio – ma non ricordava il dolore, il perché di quella scelta, i suoi pensieri in quel momento. E soprattutto non ricordava di aver davvero mai preso in considerazione l'opzione di morire.

«Ehi, no, aspetta, prendiamola con calma». Stava iniziando ad accendersi il panico nella sua voce. «Mi stai dicendo che sono morta? Crepata? KO? Oh, andiamo, devi aver fatto male i conti, io non ho mai voluto morire! Tu sei un angelo o qualcos'altro, no? Allora dovresti – ».

«Thiphanie Lacroix, tu ti sei suicidata». Il suo tono di voce non dava cenno di volersi addolcire.

«Questo significa che morire è stata una tua completa scelta».

«Ma ci sarà un modo per tornare in vita, no? Insomma, di solito non ci si rincarna o qualche altra cazzata?».

«Thiphanie Lacroix, tu ti sei suidicidata», Thiphanie si chiese se non fosse un disco rotto, «questo significa che hai volutamente rifiutato il dono della vita e che sarai dannata in eterno».

Il suo cervello ci mise un po' a metabolizzare la notizia.

Vita. Dannata. In eterno.

«Quindi vado all'Inferno?».

«Quindi rimani qui per i prossimi trentamila anni».

Schioccò di nuovo la lingua, mentre i muscoli di Thiphanie si tendevano come corde di violino.

«Il mio lavoro qui è finito. Le auguro un piacevole riposo».

Si voltò con grazia e il suono di passi svelti riprese a diffondersi nell'aria, quasi come se stesse uscendo dopo un colloquio di lavoro e non dopo aver dato ad una povera adolescente (deceduta, ma sempre adolescente era) la cordiale notizia della sua morte e della sua permanenza in un luogo non identificato per i prossimi trenta secoli.

Scosse la testa, furiosamente. Ah no, non se ne parlava proprio.

Il panico la colse all'improvviso.

«Aspetta!», ululò, con il tintinnio delle catene che stava furiosamente scuotendo. «Aspetta, ti prego! Dove vai?! Non puoi lasciarmi qui a morire! Aspetta!».

L'uomo sospirò pesantemente.

«Lacroix, tu sei già morta».

«Ti prego, io non volevo questo, non l'ho fatto apposta, è stato un errore – ».

«Non si cade da un palazzo per errore». La sua voce era sempre più lontana.

«Faccio tutto quello che vuoi, divento pure la tua schiavetta personale ti giuro, ma ti prego, non lasciarmi qui!».

Lo urlò con tutto il fiato che potè, sforzandosi di non scoppiare a piangere. Dio, che pateticità.

Eppure, in qualche modo, i passi s'interruppero. All'inizio Tip pensò fosse perché la sua ultima ancora di salvezza fosse già uscita dalla stanza, e si morse il labbro quasi a sangue. Stava già iniziando a bestemmiare come una furia, quando delle parole la zittirono velocemente.

«Farai davvero ogni cosa?».

Non si fece sfuggire l'occasione. «Sì, ogni cosa, prometto!».

L'uomo si voltò, la sua figura alta e slanciata nell'oscurità. Di nuovo quei passi svelti e in men che non si dica era davanti a lei, in ginocchio, gli occhi azzurri che la fissavano severamente. Le accarezzò una guancia con una mano inguantata, e Thiphanie tremò. L'uomo sorrise.

«Allora diventa un angelo custode».











Yo! ( ´Д`)
Ringrazio chiunque abbia avuto la voglia (e il coraggio) di arrivare a questo angolino dimenticato dal mondo ;_;
Sinceramente non ho molto da dire, l'idea per questa mini-long (che spero di concludere in dodici capitoli secchi) mi frullava già da un po' in testa e finalmente stasera mi sono decisa  a buttar giù il primo capito - che in realtà è solo il prologo, but dont worry, le cose prenderanno una bella piega da qui in poi 8D
Non posso promettere niente su quando aggiornerò, sono una persona pigra di natura ed è capace che pubblichi il nuovo capitolo dopo una settimana così come lo pubblichi dopo cinque mesi ;v;
Spero che il prologo vi abbia almeno incuriositi e che deciderete di seguire questo sclero; in tal caso,  non potrò che essere contenta uvu
Se non siete di fretta, ricordatevi di lasciare anche solo una mini critica/ opinione ;v; potete anche contattarmi sul mio account di Dolce Flirt (di cui trovare il link nel mio profilo) se preferite, sappiate che a me fa sempre piacere 

 

nicki

   
 
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