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Autore: Cap Hecate    15/11/2014    2 recensioni
Questa è una HarryPotter!AU - nata grazie alle domande di VenerediRimmel su ask: a quella domanda non ho saputo rispondere, se non riguardo a una determinata persona, soprattutto perché, mio malgrado, sono stata costretta a pensarci su. Quindi, ecco a voi la storia del quattro anni più significativi di Louis Tomlinson ad Hogwarts. Non odiatelo, se potete!
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IT WAS ALWAYS YOU

 

a VenerediRimmel e alle sue domande, senza le quali non avrei mai avuto l’ispirazione, e a K, senza la quale non avrei mai avuto la forza di scrivere questa storia. Perché come dice sempre “Marpione”, se K non ci fosse bisognerebbe inventarla.

 

   «Non avrei saputo dirlo meglio» approvò il professor Lupin, e Hermione sorrise radiosa. «Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall'altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. (…)» 

 

La prima volta che sentì la parola “mezzosangue” aveva dodici anni e si trovava nel campo da Quidditch, una scopa nuova da sfoggiare ai suoi avversari e la confusione scritta a chiare lettere sul volto ancora innocente – non aveva idea di quale fosse il significato o del perché i Grifondoro se la prendessero tanto. Si dimenticò quasi immediatamente della sua confusione perché uno dei fratelli Weasley – ce ne erano così tanti, era assurdo pretendere se li ricordasse tutti – diede prova delle sue scarse capacità magiche, mettendo in ridicolo sé stesso e la sua Casata.

Quando, una volta tornato a casa per le vacanze estive chiese ai suoi genitori cosa esattamente significasse quella parola, capì il motivo sia dello scherno di Malfoy sia dell’ira di Weasley.

I mezzosangue sono inferiori a noi, Louis. Non frequentare i Mezzosangue, Louis. I mezzosangue non sono neppure maghi, potrebbero aver benissimo rubato i loro poteri a maghi e streghe vere, Louis. Non sono neppure persone, Louis.

*

L’anno seguente venne smistato a Grifondoro uno studente tutto ricci e fossette: il suo nome era Harry Styles. Ed era un Mezzosangue.

Non aveva avuto intenzione di venire meno alle promesse fatte solo pochi mesi primi o di deludere i suoi genitori, ma l’amicizia con quel ragazzino era stata troppo immediata: non aveva avuto possibilità, chiuso per un’ora nella Sala Trofei a pulire inutili coppe vinte da altri, con la sola compagnia del sorriso disarmante e innocente del Grifondoro. E dire che era stato messo in punizione proprio a causa di uno scherzo fatto ai danni dei suoi nemici storici – Styles invece era inciampato a causa di Mrs. Purr, gatta malevola, e quel demente di Gazza aveva deciso di prendersela con lui.

La loro, però, era un’amicizia un po’ atipica: Louis era stato categorico su quel punto, avrebbero potuto incontrarsi solo in segreto, nessuno avrebbe dovuto sapere di loro. Quando aveva avvisato il ragazzino, aveva visto le sue spalle incurvarsi, quasi come in un patetico tentativo di difendere sé stesso, e la luce che animava i suoi occhi verdi affievolirsi, ma aveva acconsentito: qualcosa all’interno di Louis aveva cominciato ad urlare.

Era triste camminare nei corridoi e osservare il suo ragazzino triste e solo – aveva ammesso una volta che non riusciva a legare bene alla Torre, troppo giovane e troppo insignificante rispetto all’altro Harry – e non poter salutarlo, non poter passare la mano tra i suoi capelli ricci o fargli il solletico fino a fargli spuntare le fossette e infilarci dentro l’indice, come a volerne misurare la profondità. Eppure Louis non poteva farci nulla, lui era Louis William Tomlinson, aveva delle responsabilità cui pensare, una famiglia che non poteva deludere in quel modo: non voleva diventare un buco nell’arazzo di famiglia.

E inoltre, quando era lontano da Harry, era estremamente facile credere alle parole dei suoi genitori: dopotutto era colpa dei Babbani e dei Mezzosangue se il potere magico dei maghi, se la purezza insita nel loro sangue andava riducendosi sempre più.

*

Fu durante il suo quarto anno, che Louis conobbe per la prima volta quello che si sarebbe risolto essere il suo vero compagno per la vita: la gelosia.

Aveva notato che finalmente Harry si era fatto degli amici, più grandi di lui e di altre Case – diversi da Louis e che non si vergognavano di parlare con lui in pubblico – li aveva conosciuti alla finale della Coppa del Mondo e avevano immediatamente legato: il Serpeverde non ne era affatto sorpreso, era certo che tutti avrebbero amato il ragazzino, se solo si fossero degnati di conoscerlo, e ovviamente era contento per lui.

Era solo infastidito che ora il loro tempo si sarebbe ridotto a causa di questi nuovi amici, e soprattutto si era preoccupato molto quando aveva scoperto che il suo dolce e indifeso Grifondoro aveva quasi rischiato di essere coinvolto nei tumulti scoppiati a fine partita.

In quella occasione era anche venuto a conoscenza di una nuova parola, Mangiamorte: secondo sua madre, qualche anno prima della sua nascita non vi sarebbe stato onore più grande che essere chiamato con quel nome. Aveva avuto gli occhi pieni di nostalgia, Johannah Tomlinson, e con la mano destra teneva premuto l’avambraccio sinistro, mentre spiegava il significato di quella parola a suo figlio, mentre gli spiegava il reale significato dello spettacolo cui aveva assistito dopo la sconfitta della Bulgaria.

In quel periodo Louis stava uscendo con una ragazza del suo stesso anno e della sua stessa Casa, quindi, quando venne annunciato l’imminente evento del Ballo del Ceppo, fu naturale per lui chiedere ad Hannah di essere la sua accompagnatrice: fu altrettanto facile scherzare con Harry sul fatto che quest’ultimo non avrebbe potuto partecipare al ballo – senza confessargli che avrebbe voluto che lui fosse presente, senza rivelarlo a nessuno. Non avrebbe potuto farlo, neppure se avesse voluto. Nessuno era a conoscenza del suo segreto.

La notte del ballo, quindi, fu con occhi sbarrati che vide il suo Harry al braccio di una studentessa più grande di Tassorosso –  una certa Taylor che sedeva qualche banco distante dal suo a Trasfigurazione – il cuore corroso dall’ira e dalla gelosia.

Che cosa si aspettava, dopotutto? Sua madre gli aveva sempre ripetuto quanto i Mezzosangue fossero stupidi.

*

Il giorno dei suoi G.U.F.O. era estremamente nervoso – per colpa di quell’incompetente della Umbridge non aveva potuto fare esercitazioni pratiche di Difesa Contro le Arti Oscure, e anche Potter e le sue continue interruzioni non avevano migliorato la situazione, e ora Louis temeva di mettere in ridicolo sé stesso e la sua famiglia di fronte agli Esaminatori.

Non aveva più parlato con Styles dal natale dell’anno precedente e, nonostante gli si spezzasse il cuore a vedere il viso impassibile del Grifondoro quando si incrociavano nei corridoio, sapeva che aveva preso la decisione giusta, l’unica che effettivamente poteva prendere. Era stato straziante osservare lo sguardo confuso di Harry quando pensava che il Serpeverde non sapesse che lo stava osservando attentamente: una Cruciatus avrebbe fatto meno male dello sguardo ferito che gli aveva rivolto quando Louis gli aveva rivelato che non avrebbe mai dovuto provare ad essere amico di un Mezzosangue, che era stato solo una perdita di tempo.

E ora Louis si preoccupava in continuazione per il suo bene ma sapeva di non poter mostrare la sua preoccupazione, sapeva che avrebbe dovuto nasconderla a tutti – specialmente al Signore Oscuro quando finalmente gli avrebbe apposto il Marchio, rendendolo un Mangiamorte, rendendo sua madre orgogliosa di lui.

Quando venne il suo turno, riconobbe i movimenti ansiosi di una creatura che si agitava al suo interno come quelli di un Molliccio: il professor Lupin aveva insegnato loro a difendersi da quelle creature, nonostante fosse rimasto sorpreso che quello di Louis non avesse una forma corporea definita – a Louis, Lupin era piaciuto prima che il professor Piton rivelasse la sua vera natura: e i Lupi Mannari erano creature inferiori, adatte a essere solo schiavi, il braccio armato del Signore Oscuro. Carne da macello.

La porta dell’armadio si aprì e con grande sconcerto e terrore di Louis al suo interno non vi era una creatura schizofrenica che modificava in continuazione il suo aspetto. Da quell’armadio uscì con un ghigno crudele sul volto e passo sprezzante un Louis completamente diverso e allo stesso tempo completamente uguale a quello vero, la manica sinistra della divisa sollevata a mostrare orgogliosamente il Marchio che gli imbrattava la pelle, che gli sporcava l’anima. A indicargli un futuro che non poteva e non aveva mai voluto cambiare.

Sei sicuro che questo sia il tuo più grande desiderio, Louis? Sei sicuro che questa sia la tua più grande paura?

   
 
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