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Autore: Aoichan    27/10/2008    5 recensioni
Ci sono giorni speciali, in cui ognuno può esprimere un desiderio e sperare che si avveri. La gente ama sognare. Perciò ogni anno le persone osservano queste antiche tradizioni ed esprimono i loro desideri. E sperano. Possono passare anni, giorni, oppure basta una sola notte, prima che ciò che è stato chiesto al destino prenda forma nella propria vita. E se fosse qualcuno di piccolo, fucsia e sgargiante a voler esprimere il desiderio?
Di una demenza allucinante
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola noticina è d’obbligo U_U

Preso da Wikipedia!

Tanabata (七夕, Tanabata? Sette notti) è una tradizionale festa giapponese, che cade il 7 luglio di ogni anno, quando le stelle Vega e Altair si incrociano nel cielo. In qualche località si festeggia, invece, il 7 agosto.

La festa è legata a una leggenda popolare di origine cinese, di cui esistono diverse varianti. Secondo la storia nel cielo vivevano a Ovest gli uomini e a Est le divinità; il pastore Hikoboshi[1] (la stella Altair) e la dea Orihime (la stella Vega) si innamorarono e si sposarono in gran segreto contro la volontà del padre della dea. Ebbero anche due figli, un maschio e una femmina. Quando il padre[2] lo venne a sapere allontanò i due sposi, riconducendo la figlia nella terra degli dei e, per evitare il ricongiungimento, creò un fiume celeste, la Via Lattea. I due ne soffrirono moltissimo e alla fine il padre di Orihime finì commosso dalle tante lacrime versate e accordò che potessero rincontrarsi, ma solamente una volta l'anno, la settima notte del settimo mese.

In questa occasione in Giappone si usa scrivere un desiderio, o una poesia, in un foglio verticale, il tanzaku (短冊, tanzaku?), da arrotolare intorno a un ramoscello di bambù.

Adesso buona lettura <3

Gazetto ½

Calda sera del 7 luglio.

In un parchetto poco affollato, i bambini, gli adulti, gli anziani, i ragazzi e le ragazze che si scambiavano sguardi imbarazzati, tutti, si accingevano ad appendere ai rami più vicini i loro desideri.

Questo è il tanabata in fondo.

Piccole striscioline di speranza che ci collegano alla natura e ci fanno sperare di poter far avverare uno dei nostri più profondi desideri.

Tra la gente che alzava un chiacchiericcio allegro, quattro loschi figuri vestiti di nero e un nanerottolo vestito di fucsia, se ne stavano in disparte, tentando di non destare l’attenzione altrui. Cosa impossibile, dato che continuavano a litigare e ad agitarsi.

Soprattutto il più piccolo dei cinque.

Ruki:”Eddai Aoisan!!! Comprami le caramelle!”

Cercava di corrompere l’uomo più vicino a lui, moro, con gli occhi coperti da degli occhiali molto scuri – nonostante fosse notte – una sigaretta in bocca e l’aria poco rassicurante … quasi da boss mafioso.

Aoi:”Pidocchio non rompere! Non puoi avere le caramelle! Sei a dieta!”

Ruki:”Perché???”

Si disperava aggrappandosi alla giacchetta leggera dell’altro e nascondendo il viso sui suoi vestiti.

Aoi:”Come perché? Non ti ricordi che solo la settimana scorsa hai finito tutto il cibo che avevamo comprato per il prossimo mese??? La dispensa era VUOTA! VUOTA! E la tua pancia sempre più gonfia! Ecco perché!”

Si rimise a fumare leggermente irato. Leggermente.

Ma il piccolino non si rassegnava.

Ruki:”Aoisan?”

Aoi:”Uff … cosa c’è adesso?”

Ruki:”Mi compri lo zucchero filato????”

Con un calcio lo spedì tra le braccia dell’uomo più alto e magrolino che era al suo fianco.

Questo subito sorrise dolcemente e lo prese tra le braccia.

Ruki:”Kaichan! Sniff! Aoisan è cattivo!”

Kai:”Rukichan, lo sai che ha ragione … non ti possiamo comprare altre cose da mangiare, se no poi ti senti male … e alla fine scoppi!”

Fece una faccia sconvolta.

Ruki:”Scoppio??????”

In quel momento si inserì nella discussione l’altro ragazzo, abbastanza alto, biondo, con il naso coperto da una fascetta – molto sospetta – e in viso stampato un sorrisino ebete.

Reita:”Oh si scoppi! E poi dobbiamo raccoglierti i pezzi in giro e ricucirti!”

Ruki:”Waaah!! Non voglio!!!”

Reita:”E quando ti ricuciono se si sbagliano … ti potrebbero attaccare una gamba al posto del braccio per esempio!”

Ruki:”Kaichaaaan aiutooooo!!!”

Kai:”Reita, idiota! Smettila di spaventarlo!!!”

Reita:”Ma dai, non si può fare niente!”

Appena finì la frase, sulla testa del povero Reita arrivò una bottiglia vuota di birra.

Reita:”Uruha!! Maledetto cretino! Sei pazzo, vuoi sfondarmi il cranio???”

Uruha:”Beh, almeno potremmo controllare se effettivamente dentro c’è qualcosa o se ti serve solo come camera di areazione!”

Il più alto dei cinque, con i capelli color del miele, aveva appena staccato la schiena dall’albero su cui era poggiato, facendo cadere con un suo gesto sgraziato le bottiglie di birra vuote che aveva vicino ai piedi.

Uruha:”Dai Ruki non preoccuparti … non è niente di grave! Vedi Reita? Anche lui è scoppiato e l’hanno ricucito … solo che si sono sbagliati a riattaccargli il naso … e si sono dimenticati di ricucirgli il suo amichetto di sotto!”

Reita:”COSA????”

Ruki:”Quale amichetto???”

Kai:”URUPON! Non devi dirgli certe cose!”

Aoi:”Insomma volete fare silenzio??? Stiamo attirando l’attenzione di tutti, imbecilli!”

Il moretto continuava a fumare una sigaretta dopo l’altra, nervoso.

Aoi:”Scusate … posso sapere cosa cavolo stiamo aspettando?”

Ruki:”State aspettando me che aspetto voi che mi alziate per attaccare il mio desiderio al ramo più alto di questo bell’albero!”

Aoi:”Tutto qui? E non potevi dircelo prima che ti dovevamo aiutare ad alzarti?”

Il piccolo si guardò i piedi e poi fissò l’altro con aria sufficiente.

Ruki:”C’era bisogno che lo dicessi?”

Reita:”Effettivamente …”

Kai:”Potevi arrivarci Aoisan …”

Uruha:”Eh si …”

Il moro puntò una pistola uscita da non si sa dove sugli altri tre.

Aoi:”Datemi un buon motivo per cui solo io avrei dovuto pensarci … e poi un altro buon motivo per cui io non debba spararvi …”

Tremanti si ritirarono dietro il tronco dell’albero, mentre il più piccino giocherellava con i suoi desideri scritti sui foglietti di carta colorata.

Kai:”Aoisan … ascolta la voce del tuo leader … capisco benissimo che sei incazzato perché per accompagnare qui Rukichan hai dovuto rinunciare al tuo appuntamento galante … però ragiona … che colpa ne abbiamo noi? È stata un’idea del manager!”

Alla parola ‘manager’ il pazzoide si bloccò.

Si poterono distinguere chiaramente nei suoi occhi le seguenti immagini.

Ruki contento.

Una freccia verde.

Faccina grassa del manager.

Un’altra freccia verde.

Tante belle banconote piovere dal cielo sopra di loro.

Ripose la pistola e sorrise dolcemente.

Aoi:”Rukichan piccolino! Dai che ora zio Urupon ti carica sulle spalle e ti fa legare il tuo desiderio e poi il fratellone Aoisan ti compra i pop corn al caramello!”

Uruha:”Eh? Perché dovrei alzarlo io??? Ti sembro un animale da carico???”

Aoi lo ignorò, mentre teneva la mano di Ruki che saltellava felice.

Reita intanto rideva sotto la fascetta.

Reita:”Huhuhu Urupon, sbaglio o ha detto ‘FRATELLONE Aoisan’? Io pensavo che ormai dovessimo chiamarlo nonnino!”

Uruha:”Neheheh nonno Aoi!”

All’improvviso si sentì un botto e tanto fumo.

Reita:”Aiuto il pazzo ha sparato!!!!”

Uruha:”Santo cielo!!!”

Uruha corse a prendere Ruki e si arrampicò con lui sull’albero, mentre Reita si nascose dietro Kai.

Un uomo corse verso di loro spaventato quando il fumo si cominciò a diradare.

Uomo:”Mi dispiace! Mi dispiace! È partito un fuoco d’artificio per errore … non vi siete fatti nulla spero …”

Aoi:”No … non si preoccupi, stiamo tutti bene!”

Il moro si gustava deliziato la scenetta dei due scemi che se la facevano sotto dalla paura e obbedivano ciecamente ad ogni suo ordine.

Kai:”Aoisan … sei un pessimo esemplare di uomo …”

Aoi:”Fisicamente?”

Kai:”No, umanamente …”

Aoi:”Ah beh … poco male, me ne farò una ragione …”

Fece per allontanarsi.

Reita:”Narcisista di merda!”

Ritornò lentamente indietro sui suoi passi.

Aoi:”Come mi hai chiamato pidocchio incerottato???”

Reita:”Chi? Io?”

Aoi:”Io ti spacco la testa!!!!”

Proprio nel momento in cui il moro stava per saltare addosso al bassista, Ruki scivolò dall’albero e finì sopra ad Aoi.

Uruha lo seguì scendendo goffamente dal tronco.

Ruki:”Atterraggio sul morbido!”

Uruha:”Diciamo atterraggio sul diavolo …”

Kai:”Lo hai attaccato il tuo tanzaku, Rukichan?”

Ruki:”Si! Tutto a posto! Solo che mentre Urupon mi reggeva, mi palpava il sedere!”

Fece il visino ferito.

Kai:”URUHA!!!”

Uruha sgranò gli occhi, sorpreso.

Uruha:”Ma non è assolutissimamente vero!!!!!”

Reita:”UruPorco! Neheheh!”

Mentre Kai rimproverava il chitarrista biondo e Reita se la rideva, Ruki scivolò giù dalla schiena del chitarrista e si accovacciò vicino a lui.

Ruki:”Tutto bene Aoisan?”

Sorrise dolcemente.

La risposta fu un ringhio che aveva molto poco di umano.

Ruki:”Ho appeso il mio desiderio! Possiamo andare a comprare i pop corn!”

Aoi si alzò e con uno sforzo immane visibilissimo sul suo volto curato, rimandò indietro tutta la rabbia.

Ruki:”Ti si è macchiato il giacchetto”

Ecco … in quel momento non si riuscì più a trattenersi.

Corse da Kai e lo abbracciò piagnucolando.

Aoi:”Kaichaaaaaan!!!! Il mio giacchetto nuovo di marca!!!! È distrutto!!!!”

Kai:”Su … su Aoi … è solo una macchietta … poi ci penso io …”

Uruha:”Pietoso …”

Reita:”Andiamocene per favore …”

Uruha prese Ruki per la collottola e se lo mise sulle spalle, avviandosi verso la macchina, seguito da Reita e da Kai che trascinava un Aoi seriamente addolorato per il suo capo di vestiario nuovo lievemente macchiato di terra – asciutta tra l’altro.

Mentre raggiungevano il veicolo si alzò una folata di vento più forte, che fece volare via tutti le striscioline piene di sogni che erano state attaccate ai rami degli alberi di quel parchetto.

Volarono tutte tranne una.

Ma ovviamente nessuno di loro ci fece caso.

Tornarono a casa e si addormentarono tranquilli – tranne Ruki che venne mandato a letto a calcioni da Aoi, dato che continuava a lamentarsi perché non gli avevano comprato i pop corn caramellati.

E una stella cadente illuminò il cielo …

   
 
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