Una piccola noticina è d’obbligo U_U
Preso da Wikipedia!
Tanabata (七夕? Sette notti) è una tradizionale festa
giapponese,
che
cade il 7
luglio di ogni anno, quando le stelle Vega e Altair
si incrociano
nel cielo. In qualche località si festeggia, invece, il 7 agosto.
La festa è legata a una leggenda
popolare
di origine cinese,
di cui esistono diverse varianti. Secondo la storia nel cielo vivevano
a Ovest
gli uomini e a Est
le divinità; il
pastore Hikoboshi[1]
(la stella Altair)
e la dea Orihime (la stella Vega) si
innamorarono e si sposarono in gran segreto contro la
volontà del padre della dea. Ebbero anche due figli, un maschio e una
femmina.
Quando il padre[2]
lo venne a sapere allontanò i due sposi, riconducendo la figlia nella
terra
degli dei e, per evitare il ricongiungimento, creò un fiume celeste, la
Via
Lattea.
I due ne soffrirono moltissimo e alla fine il padre di Orihime finì
commosso
dalle tante lacrime versate e accordò che potessero rincontrarsi, ma
solamente
una volta l'anno, la settima notte del settimo mese.
In questa occasione in Giappone si usa
scrivere un desiderio, o una poesia, in un foglio verticale, il tanzaku (短冊?), da arrotolare intorno a un ramoscello di bambù.
Adesso buona lettura <3
Gazetto ½
Calda sera del 7 luglio.
In un parchetto poco affollato, i
bambini, gli adulti, gli anziani, i ragazzi e le ragazze che si
scambiavano
sguardi imbarazzati, tutti, si accingevano ad appendere ai rami più
vicini i
loro desideri.
Questo è il tanabata in fondo.
Piccole striscioline di speranza che ci
collegano alla natura e ci fanno sperare di poter far avverare uno dei
nostri
più profondi desideri.
Tra la gente che alzava un
chiacchiericcio allegro, quattro loschi figuri vestiti di nero e un
nanerottolo
vestito di fucsia, se ne stavano in disparte, tentando di non destare
l’attenzione altrui. Cosa impossibile, dato che continuavano a litigare
e ad
agitarsi.
Soprattutto il più piccolo dei cinque.
Ruki:”Eddai Aoisan!!! Comprami le
caramelle!”
Cercava di corrompere l’uomo più vicino a
lui, moro, con gli occhi coperti da degli occhiali molto scuri –
nonostante
fosse notte – una sigaretta in bocca e l’aria poco rassicurante … quasi
da boss
mafioso.
Aoi:”Pidocchio non rompere! Non puoi
avere le caramelle! Sei a dieta!”
Ruki:”Perché???”
Si disperava aggrappandosi alla
giacchetta leggera dell’altro e nascondendo il viso sui suoi vestiti.
Aoi:”Come perché? Non ti ricordi che solo
la settimana scorsa hai finito tutto il cibo che avevamo comprato per
il
prossimo mese??? La dispensa era VUOTA! VUOTA! E la tua pancia sempre
più
gonfia! Ecco perché!”
Si rimise a fumare leggermente irato. Leggermente.
Ma il piccolino non si rassegnava.
Ruki:”Aoisan?”
Aoi:”Uff … cosa c’è adesso?”
Ruki:”Mi compri lo zucchero filato????”
Con un calcio lo spedì tra le braccia
dell’uomo più alto e magrolino che era al suo fianco.
Questo subito sorrise dolcemente e lo
prese tra le braccia.
Ruki:”Kaichan! Sniff! Aoisan è cattivo!”
Kai:”Rukichan, lo sai che ha ragione …
non ti possiamo comprare altre cose da mangiare, se no poi ti senti
male … e
alla fine scoppi!”
Fece una faccia sconvolta.
Ruki:”Scoppio??????”
In quel momento si inserì nella
discussione l’altro ragazzo, abbastanza alto, biondo, con il naso
coperto da
una fascetta – molto sospetta – e in viso stampato un sorrisino ebete.
Reita:”Oh si scoppi! E poi dobbiamo
raccoglierti i pezzi in giro e ricucirti!”
Ruki:”Waaah!! Non voglio!!!”
Reita:”E quando ti ricuciono se si
sbagliano … ti potrebbero attaccare una gamba al posto del braccio per
esempio!”
Ruki:”Kaichaaaan aiutooooo!!!”
Kai:”Reita, idiota! Smettila di
spaventarlo!!!”
Reita:”Ma dai, non si può fare niente!”
Appena finì la frase, sulla testa del
povero Reita arrivò una bottiglia vuota di birra.
Reita:”Uruha!! Maledetto cretino! Sei
pazzo, vuoi sfondarmi il cranio???”
Uruha:”Beh, almeno potremmo controllare
se effettivamente dentro c’è qualcosa o se ti serve solo come camera di
areazione!”
Il più alto dei cinque, con i capelli
color del miele, aveva appena staccato la schiena dall’albero su cui
era
poggiato, facendo cadere con un suo gesto sgraziato le bottiglie di
birra vuote
che aveva vicino ai piedi.
Uruha:”Dai Ruki non preoccuparti … non è
niente di grave! Vedi Reita? Anche lui è scoppiato e l’hanno ricucito …
solo
che si sono sbagliati a riattaccargli il naso … e si sono dimenticati
di ricucirgli
il suo amichetto di sotto!”
Reita:”COSA????”
Ruki:”Quale amichetto???”
Kai:”URUPON! Non devi dirgli certe cose!”
Aoi:”Insomma volete fare silenzio???
Stiamo attirando l’attenzione di tutti, imbecilli!”
Il moretto continuava a fumare una
sigaretta dopo l’altra, nervoso.
Aoi:”Scusate … posso sapere cosa cavolo stiamo
aspettando?”
Ruki:”State aspettando me che aspetto voi
che mi alziate per attaccare il mio desiderio al ramo più alto di
questo
bell’albero!”
Aoi:”Tutto qui? E non potevi dircelo
prima che ti dovevamo aiutare ad alzarti?”
Il piccolo si guardò i piedi e poi fissò
l’altro con aria sufficiente.
Ruki:”C’era bisogno che lo dicessi?”
Reita:”Effettivamente …”
Kai:”Potevi arrivarci Aoisan …”
Uruha:”Eh si …”
Il moro puntò una pistola uscita da non
si sa dove sugli altri tre.
Aoi:”Datemi un buon motivo per cui solo
io avrei dovuto pensarci … e poi un altro buon motivo per cui io non
debba
spararvi …”
Tremanti si ritirarono dietro il tronco
dell’albero, mentre il più piccino giocherellava con i suoi desideri
scritti
sui foglietti di carta colorata.
Kai:”Aoisan … ascolta la voce del tuo
leader … capisco benissimo che sei incazzato perché per accompagnare
qui
Rukichan hai dovuto rinunciare al tuo appuntamento galante … però
ragiona … che
colpa ne abbiamo noi? È stata un’idea del manager!”
Alla parola ‘manager’ il pazzoide si
bloccò.
Si poterono distinguere chiaramente nei
suoi occhi le seguenti immagini.
Ruki contento.
Una freccia verde.
Faccina grassa del manager.
Un’altra freccia verde.
Tante belle banconote piovere dal cielo
sopra di loro.
Ripose la pistola e sorrise dolcemente.
Aoi:”Rukichan piccolino! Dai che ora zio
Urupon ti carica sulle spalle e ti fa legare il tuo desiderio e poi il
fratellone
Aoisan ti compra i pop corn al caramello!”
Uruha:”Eh? Perché dovrei alzarlo io??? Ti
sembro un animale da carico???”
Aoi lo ignorò, mentre teneva la mano di
Ruki che saltellava felice.
Reita intanto rideva sotto la fascetta.
Reita:”Huhuhu Urupon, sbaglio o ha detto
‘FRATELLONE Aoisan’? Io pensavo che ormai dovessimo chiamarlo nonnino!”
Uruha:”Neheheh nonno Aoi!”
All’improvviso si sentì un botto e tanto
fumo.
Reita:”Aiuto il pazzo ha sparato!!!!”
Uruha:”Santo cielo!!!”
Uruha corse a prendere Ruki e si
arrampicò con lui sull’albero, mentre Reita si nascose dietro Kai.
Un uomo corse verso di loro spaventato
quando il fumo si cominciò a diradare.
Uomo:”Mi dispiace! Mi dispiace! È partito
un fuoco d’artificio per errore … non vi siete fatti nulla spero …”
Aoi:”No … non si preoccupi, stiamo tutti
bene!”
Il moro si gustava deliziato la scenetta
dei due scemi che se la facevano sotto dalla paura e obbedivano
ciecamente ad
ogni suo ordine.
Kai:”Aoisan … sei un pessimo esemplare di
uomo …”
Aoi:”Fisicamente?”
Kai:”No, umanamente …”
Aoi:”Ah beh … poco male, me ne farò una
ragione …”
Fece per allontanarsi.
Reita:”Narcisista di merda!”
Ritornò lentamente indietro sui suoi
passi.
Aoi:”Come mi hai chiamato pidocchio
incerottato???”
Reita:”Chi? Io?”
Aoi:”Io ti spacco la testa!!!!”
Proprio nel momento in cui il moro stava
per saltare addosso al bassista, Ruki scivolò dall’albero e finì sopra
ad Aoi.
Uruha lo seguì scendendo goffamente dal
tronco.
Ruki:”Atterraggio sul morbido!”
Uruha:”Diciamo atterraggio sul diavolo …”
Kai:”Lo hai attaccato il tuo tanzaku,
Rukichan?”
Ruki:”Si! Tutto a posto! Solo che mentre
Urupon mi reggeva, mi palpava il sedere!”
Fece il visino ferito.
Kai:”URUHA!!!”
Uruha sgranò gli occhi, sorpreso.
Uruha:”Ma non è assolutissimamente
vero!!!!!”
Reita:”UruPorco! Neheheh!”
Mentre Kai rimproverava il chitarrista
biondo e Reita se la rideva, Ruki scivolò giù dalla schiena del
chitarrista e si accovacciò vicino a
lui.
Ruki:”Tutto bene Aoisan?”
Sorrise dolcemente.
La risposta fu un ringhio che aveva molto
poco di umano.
Ruki:”Ho appeso il mio desiderio!
Possiamo andare a comprare i pop corn!”
Aoi si alzò e con uno sforzo immane
visibilissimo sul suo volto curato, rimandò indietro tutta la rabbia.
Ruki:”Ti si è macchiato il giacchetto”
Ecco … in quel momento non si riuscì più
a trattenersi.
Corse da Kai e lo abbracciò
piagnucolando.
Aoi:”Kaichaaaaaan!!!! Il mio giacchetto
nuovo di marca!!!! È distrutto!!!!”
Kai:”Su … su Aoi … è solo una macchietta
… poi ci penso io …”
Uruha:”Pietoso …”
Reita:”Andiamocene per favore …”
Uruha prese Ruki per la collottola e se
lo mise sulle spalle, avviandosi verso la macchina, seguito da Reita e
da Kai
che trascinava un Aoi seriamente addolorato per il suo capo di
vestiario nuovo
lievemente macchiato di terra – asciutta tra l’altro.
Mentre raggiungevano il veicolo si alzò
una folata di vento più forte, che fece volare via tutti le
striscioline piene
di sogni che erano state attaccate ai rami degli alberi di quel
parchetto.
Volarono tutte tranne una.
Ma ovviamente nessuno di loro ci fece
caso.
Tornarono a casa e si addormentarono
tranquilli – tranne Ruki che venne mandato a letto a calcioni da Aoi,
dato che
continuava a lamentarsi perché non gli avevano comprato i pop corn caramellati.
E una stella cadente illuminò
il cielo …