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Autore: Nocturnia    15/11/2014    7 recensioni
Non sono sempre stata così.
Non sono sempre stata così affamata e disperata, vorace dell'ultima briciola e spietata nel procurarmela.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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origine
Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Ogni creazione è, all'origine, la lotta di una forma in potenza contro una forma imitata."

- André Malraux -



Origine


#1

Non sono sempre stata così.
Non sono sempre stata così affamata e disperata, vorace dell'ultima briciola e spietata nel procurarmela.
Se mi guardo indietro (ed è una cosa che ho imparato a fare molto bene) rivedo ancora i volti delle mie sorelle - bellissime.
Nacqui per seconda, ma già mi comportavo come se non avessi nulla da imparare - che farmene di tutte quelle luci, tutte quelle speranze, quando il mio stesso suolo era stato avvelenato lustri prima?
Sorrido, e il cielo trema: tra le nuvole, mio figlio è uno sbuffo di fumo e tenebra.
Nel mio cuore, un futuro in cui ho paura di credere.

#2

Non ho mai sorriso molto.
Metropolis era convinta che fosse perché portavo in grembo il seme di uno stregone, un'essenza maligna che i nativi avevano seppellito sotto la mia pelle secoli addietro.
Le rivolgevo solo una piega asimmetrica, uno stirar di labbra pallido e minaccioso - sei proprio brutta quando fai così, sai?
L'avventura di un italiano l'aveva scoperta e la forza dei Luthor l'aveva protetta, perché Metropolis era troppo bella per morire.
Al giorno d'oggi diremo che è il tipico prodotto americano (di quelli promozionali però, non certo di quelli difettosi e che nascondi dentro l'armadio) e che io sono tutto quello che c'è da estirpare.
Una modella dalle gambe pallide e gli occhi sinceri, Metropolis ha un uomo d'acciaio a difenderla, un alieno che ne ha fatto la sua casa.
A me, le dolenti spoglie di un mostro che io stessa ho creato.

#3

Metropolis è più vecchia di me di quindici anni.
Si è sempre comportata come una madre e io l'ho sempre cordialmente detestata per questo.
Un vestitino a fiori e uno chignon finto disordinato ed era pronta per rappresentare la tipica bellezza della porta accanto, fresca naturale liberatoria.
Mi guardavo allo specchio e vedevo una femmina piena di contrasti, occhi troppo grandi e capelli troppo scuri.
Avevo desideri che non si potevano confessare e bramavo la battaglia come un orgasmo segreto e proibito - Thomas Haukins e Gerald Shilling ne sono stati un esempio più che valido.
Ogni tanto tornavo in quella caverna e mi lasciavo blandire dallo stridio dei pipistrelli, addormentandomi sulle rocce appuntite.
Metropolis mi trovava sempre e mi raccontava poi le meraviglie della sua gente - hanno aperto la prima banca, sai? Ci sono navi che vanno e che vengono, bandiere straniere e costumi che non ho mai visto. Dovresti provarci una volta, sai?
A fare cosa? le avevo chiesto Essere come te?
No era stata la risposta, le sue dita tra i capelli e lo sguardo perso nel cielo gonfio di pioggia A perdonarti.
Il sapore del sangue di Shilling ancora mi ruggiva nelle vene.

#4

Darius Wayne mi aveva incuriosito fin da subito.
Lottava contro gli inglesi con una rabbia diversa dagli altri, mordendo la vita come se ne volesse un pezzo tutto suo.
Lanciata nel suo sogno Metropolis mi cercava sempre meno, facendomi poi visita solo per annunciarmi la nascita della nostra terza sorella.
È ancora giovane, ma ha del potenziale aveva detto Dovresti conoscerla.
Come si chiama? era stata l'unica replica, gli occhi di Wayne un deserto di ghiaccio che catturavano tutta la mia attenzione.
Starling City aveva mormorato Metropolis Forse con lei avremo un'altra possibilità.
La parola famiglia non aveva mai avuto il coraggio d'essere pronunciata.

#5

Sono miei figli i Wayne.
Li ho osservati per molte notti, diventando vecchia e lasciando che la pelle mi cadesse dalle ossa.
Aborti osceni e creature inumane sono uscite dal mio ventre e ho lasciato che proliferassero, protette dai mostri di pietra e ferro che Pinkney aveva costruito.
È un uomo giusto Solomon, un'idealista che crede davvero di poter arginare il male e il suo naturale corollario.
Mi ha sfiorato con dita morbide e tiepide, Pinkney il suo chirurgo fidato e prezioso.
Ho perso tutto quello che c'era da perdere sotto le loro mani, ogni somiglianza che potesse ricondurmi alla stessa radice di Starling City e Metropolis.
Curve spigolose e occhi di vetro, respiri di fumo e labbra grondanti sangue.
Hanno levigato, appuntito, tagliato, rimodellato, strappato.
Hanno sfidato il cielo, artigliandone i nembi con verticalità stordenti e nauseanti.
Hanno plasmato le mie gambe nella roccia e quando mi sono guardata nello specchio - acque nere e sporche di petrolio - ho visto.

Viticci di tenebra e unghie d'acciaio.
Sorrisi pallidi come ossa sbiancate e pupille uncinate da predatore.
Cicatrici simili a una mappa e ferite ancora aperte - che non si sarebbero mai rimarginate.

"Non è bellissima?" mormora Solomon "Non è tutto quello per cui abbiamo lavorato?"

Rido e gracchia l'orizzonte, un tuono che si disperde nell'aria.
Bellissima, sì: finalmente ero bellissima.

All'ombra del sole morente, il mio nome viene infine pronunciato.

Gotham.

#6

Sembra innocente Starling City.
Ride e dondola sul ciglio del nuovo secolo, una ragazzina che è solo una puttana travestita.
Sta crescendo in fretta inizia Metropolis, una donna ora matura e senza più paura di mostrarsi nella pienezza del suo splendore.
È una bugiarda replico, ansiosa di tornare da Alan Non c'è niente di bello in lei, se non il primo pelo di un cucciolo che non diventerà mai grande.
Sei crudele ribatte Metropolis, sfiorandomi con lo sguardo Cosa ti è successo, sorella mia?
Sono cresciuta.
E questo è stato il prezzo?
Starling City si volta, inarcando le labbra e mandandomi un bacio - lusinga inutile e puerile.
Tutti abbiamo un prezzo mi inclino, cigolii sinistri e un volto che Metropolis non riconosce più Il tuo qual è?
Metropolis mi stringe la mano per l'ultima volta.

#7

Kenneth mi era morto tra le braccia senza che avessi potuto fare nulla.
Avevo raccolto le lacrime di Silas e Patrick, osservandoli ringhiare alla Morte e diventare adulti - nutrire la Wayne Chemical e fondare la Wayne Tech.
Metropolis cresceva lontano da me, diventando il simbolo di un domani splendente e prospero.
Starling City affondava nel futuro fino ai gomiti, vestendosi a festa e portando sempre nuovi doni alla cara sorella dell'altra costa - per me, solo un'occhiata di compatimento e disgusto.
Le ignoravo entrambe, camminando tra assassini e ladri, stupratori e criminali - la feccia d'una civiltà che mi chiamava casa e madre.
Pulsava il mio cuore e spremeva fuori solo veleno - cibo di prima qualità per bocche avide di tutto.
Cobblepot, Elliot, Kane, Wayne.
Erano solo nomi, eppure avevano un volto e delle speranze - voci con le quali mi chiamavano, mi maledivano, m'imploravano persino.
Il primo vagito di Thomas Wayne è l'unica cosa che spezza i miei pensieri.

#8

È solo un bambino aveva pianto Metropolis Perché gli hai fatto questo?
Perché era nel mio diritto farlo. Perché così sarà per sempre mio l'asciutta risposta, sulle mie mani tutto quel sangue - tutta quella disperazione.
Metropolis chiude gli occhi, stornando lo sguardo da un oblò di luce e perle.
Bruce Wayne non piange e grida muto, un assolo agonico e che sale fino al cielo - fino a me.
Lo stringo al petto e qualcosa si spezza, una terza ombra che scivola tra quelle di Martha e Thomas, il simbolo di un'infanzia per sempre perduta.
Starling City è arrivata tardi e mastica bestemmie e insulti, ottusa ipocrita falsa.
Avresti fatto lo stesso le replico, accarezzandogli i capelli Non sei diversa da me.
Io non sono un'assassina urla Io non sono una pazza.
Lo sarai.
Bruce Wayne risponde al mio abbraccio.

#9

È stato fertile il seme di quell'unica notte, perché il pipistrello è una bestia rara e bellissima.
Mi siedo al suo fianco e lo osservo attentamente, il profilo durissimo e le labbra sottili, i muscoli tesi e la rabbia sempre lì, un filo rosso che galleggia a pelo d'acqua.
"Ti odio." lo sento mormorare "Mi hai tolto tutto."
Le dichiarazioni d'amore mi sono sempre piaciute.

#10

Fa male.
Non si risparmia il pipistrello e colpisce dove la carne è più tenera, costringendomi in ginocchio più di una volta.
I Falcone e i Maroni erano dei signori al confronto, ma di certo non mi divertivano altrettanto.
Cavalca la notte Wayne e io rido della sua bellezza, un figlio che mi rende orgogliosa e felice.
La gatta gli corre al fianco e rimangono interdetta dalla sua arroganza, una femmina che crede di potermi rimpiazzare - di poter essere migliore di me.
Gelosa? ironizza Starling City Dovresti.
Lei non è un problema replico, ma è una menzogna debole, perché so che Selina gli ruberà il cuore e l'anima - sulla mia tavola solo briciole e cenere.
E lui?
Il clown mi vede e sorride.

#11

Ci siamo sfidate, io e Starling City.
Ci siamo dichiarate guerra e l'abbiamo fatto schierando i nostri migliori cavalieri - Queen e Wayne.
Sei solo una vecchia e miserabile puttana mi aveva insultato la ragazzina Dovresti essere già sfiancata.
Piego le labbra e le spezzo l'orgoglio, Oliver una polvere che si disperde nel vento.
Puttana! grida più forte Quando Metropolis...
Il pugno la colpisce sui denti e sputa brandelli di carne e dignità, l'odore dell'adrenalina di Bruce che aumenta solo l'agone della lotta.
Metropolis non mi farà niente. Non può le ricordo Sei stata solo un errore, Starling. Un buco di cemento e allevamenti bovini.
Detto da una fattrice di mostri è quasi ironico biascica già a terra, rialzandosi con fatica.
Crane è sotto la nostra protezione replico poi, osservandola pulirsi dal sangue e dal fango Tu e Robin Hood dovete andarvene. Ora.
È un criminale.
È mio figlio.
Avresti dovuto morire molto tempo fa.
L'alba ci trasforma nuovamente in quiete città senz'anima.

#12

Terra di Nessuno.
Così mi hanno chiamato, spogliandomi d'ogni identità.
Hanno bruciato la mia pelle, soldatini di latta a fare la guardia a ciò che restava del mio cuore.
Ho sentito le loro dita conficcarsi negli occhi e strapparmeli, rendendomi cieca alla loro crudeltà - a quella finta compassione che chiamano pietà.
Ho gridato quando mi hanno squarciato il ventre, una crepa che mi ha spaccato a metà, rovesciando edifici e vite - uomini che cadevano nel nulla come fantocci lividi di paura. Bruce sospiro Bruce.
Fissa ciò che rimane della sua casa il pipistrello e io continuo a gridare - perché il dolore è troppo forte, perché Starling City sta ancora ridendo e Metropolis non verrà - non questa volta.
Si animano poi i soldatini di latta e mi tagliano le mani - mi cuciono la bocca, mi inchiodano al suolo, tentano di rendermi inerme sciocchi illusi già morti.
Wayne si toglie la maschera e mostra un volto disperato e disfatto, il profilo del pazzo - della bestia pronta alla guerra.
Mi cerca e quando mi trova non libera nemmeno un fiato, limitandosi a fissarmi - di nuovo.
Cosa vuoi? gracchio esausta Hai avuto la tua vendetta.
No.
Ti ho cresciuto ingordo.
No ripete, testardo come sempre Non morirai. Non oggi.
Il primo respiro di quella nuova vita fa un male cane.

#13

Sono passati anni e per la prima volta in secoli mi sento... stanca.
Raccolgo ciò che resta delle mie spoglie sul bordo di una gargolla e mi osservo riflessa nei loro occhi - una metropoli che è sopravvissuta a un terremoto e alla maledizione del demone, all'invasione degli alieni e a una malattia misteriosa e letale.
La veste candida di Metropolis mi sfiora il fianco e lei rimane in silenzio, aspettando.
Mi sei mancata mormora alla notte, così sincera da fare male.
Non mi pento di niente le ribatto esausta Né di loro né di quello che ho scelto d'essere.
Lo so.
Allora perché sei qui?
Perché sei mia sorella. Perché non ho mai smesso d'esserci, anche dopo che Clark mi ha mostrato ciò che avevi fatto. Ciò che eri diventata.
Sei solo una stupida.
Metropolis sorride e ascolta il pianto d'una sirena in lontananza.

#14

Starling City è caduta.
Metropolis l'ha vista diventare un buco incandescente e ha gridato così forte da farmi tremare l'anima - acciaio e vetro.
Quando l'ho raggiunta, non era rimasto poi molto da salvare - l'arciere di smeraldo che ancora lottava, che ancora sperava.
Smetterà mai questo dolore? aveva chiesto tra le labbra ustionate Tornerò mai come prima?
No le avevo risposto, scoprendomi il capo e mostrando una nudità sfigurata e slabbrata.
Allora era meglio morire.
Non succederà. Il tempo non ce lo permette.
Non voglio essere come te pigola Starling City non voglio essere... rotta.
Non hai altra scelta replico e, per la prima volta da quando è nata, le stringo la mano senza l'intento di farle del male.
Starling City si lascia poi raccogliere da Oliver con la stessa rassegnazione dei condannati.

#15

È stato un lungo viaggio.
È stata una vita piena di lutti e rimorsi, nascite oscene e incubi dai quali non mi sono mai svegliata.
Affonda nel rosso l'orizzonte e io sono ancora qui, ad aspettare una notte che non avrà mai fine.
Ascolto le voci di tutti i miei figli e mi perdo nella memoria, quando il destino non sembrava ancora ineluttabile e Bruce era solo un'idea lontana.
Cosa farai adesso? mi chiede Metropolis, incerta come non l'ho mai vista Resterai?
Bruce è sul tetto vicino e mi sorveglia con attenzione, un uomo che è stato la mia più grande sconfitta - o vittoria, a seconda dei punti di vista.
L'avevo devastato, percosso, violato, tradito, eppure lui era ancora qui - pronto a difendermi, pronto a morire.
L'avevo schiacciato tra le dita come un insetto molesto e fastidioso, cercando il mostro sotto la sua pelle, ma a nulla erano valsi i miei sforzi, perché la sua umanità era anche la mia e l'avevo capito troppo tardi.
Allora? m'incalza Metropolis, ansiosa cosa farai?
Bruce ha già la mia risposta sulle labbra.

Andrò avanti; come ho sempre fatto, come sempre farò. E quando morirò, non potrò fare altro che andare avanti comunque. Perché sono Gotham e non posso essere null'altro che questo - fino a quando non cadrò. E allora ricomincerò tutto daccapo. Per sempre.








   
 
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