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Autore: Yoan Seiyryu    16/11/2014    0 recensioni
[Tonari no Kaibutsu-kun/ My Little Monster]
[Yamaken/OC] [My Little Monster]
Università, facoltà di medicina. Le lezioni sono iniziate da un mese e Yamaken frequenta assiduamente. Reika Oikawa è una ragazza che ha ottenuto una borsa di studio ma non le è possibile partecipare sempre alle lezioni poiché deve lavorare per dare una mano alla propria famiglia. Reika chiede al compagno di corso, Yamaken, di aiutarla a recuperare gli appunti che le servono per il superamento dell'esame ma lui si rifiuta, considerandola una scansafatiche, poiché non conosce la sua situazione. Dal loro primo incontro cominceranno a conoscersi e a collaborare. Yamaken riuscirà con il tempo a dimenticare Mizutani Shizuku?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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II

Dolce Cafè



 
Era un vero spreco trascorrere il tempo in biblioteca durante una giornata così bella. Aveva la matita appoggiata tra le labbra e le braccia stese sul libro che non era intenzionata a studiare. Lo sguardo assonnato vagava fuori dalla finestra alla ricerca di libertà, nonostante sapesse perfettamente che non poteva proprio permettersi il lusso di uscire da quella sala senza aver concluso nulla. Svogliatamente guardò l’ora e si rese conto di aver saltato il pranzo, ormai era tardi per uscire e rifocillarsi. Dopo un po’ che aveva deciso di lasciarsi andare alla fantasia, si risollevò in modo composto e riprese a leggere il capitolo del libro, in modo svogliato, alla ricerca di un modo per tenersi concentrata e non farsi distrarre dalla propria testa che insisteva nel condurla altrove.
Aveva ottenuto la borsa di studio e si era sentita soddisfatta poiché finalmente avrebbe potuto raggiungere il  suo obiettivo: una laurea di alto  livello in una buonissima Università nella città in cui abitava, così da non distaccarsi dalla famiglia. Aveva studiato così tanto fino ai tempi del liceo e solo per prepararsi ai test per superare l’esame da borsista: avere il massimo dei voti era indispensabile per rientrare tra i candidati.
Durante il liceo Reika si era impegnata quotidianamente, senza rinunciare a qualche uscita con gli amici, ma al contempo lo studio l’aveva richiamata soprattutto di notte per mantenersi sempre preparata. Adesso che era riuscita ad entrare all’Università aveva quasi perso il desiderio di studiare, preferiva uscire all’esterno e godersi buona parte di una vita dedicata troppo spesso ai libri.
“Non è possibile: rileggo di continuo la stessa frase senza leggerla davvero” a quel punto si accasciò stancamente sulla pagina del libro, imitando un piagnucolio fastidioso. Senza quasi rendersene conto si addormentò poco a poco, sprofondando in un sonno pesante.
Yamaken era appena entrato in biblioteca ed andò verso la sala che frequentava di solito dove vi erano i libri che era solito consultare per la preparazione agli esami, ma non trovò quello che stava cercando. Quando domandò alla bibliotecaria dove fosse finito, gli fu detto che era stato preso da una ragazza che si trovava nella sala affianco. Alzò gli occhi al cielo con fastidio e decise di recarsi da lei, aveva bisogno di consultarlo subito, magari gli avrebbe fatto il favore di lasciarglielo se si fosse dimostrato gentile nei suoi confronti.
Quando però entrò nella sala studio semi-deserta si accorse che il libro che stava cercando era diventato il cuscino non di una ragazza qualunque, ma di Oikawa Reika. Strinse i pugni e si avvicinò, sedendosi di fronte a lei, poi incrociò le mani e le usò per sorreggere il mento ed osservare quella scena assolutamente pietosa. Si rese conto che la ragazza si era addormentata e nonostante tentò più volte di schiarirsi la voce, lei non diede segni di vita. Doveva ammettere che in silenzio era più interessante e non poté evitare di notare la scia delle occhiaie coperte malamente dal trucco. Rimase ad osservarla per qualche tempo, indeciso sul da farsi, ma poi preferì non proseguire oltre e quindi svegliarla senza tante premure.
“Scansafatiche?” alzò di poco la voce, ma ancora nulla “Scansafatiche?” a quel punto, adirato, batté un pugno sul tavolo ed esclamò “Oikawa!”.
La ragazza appena avvertì la vibrazione del pugno spalancò gli occhi ed alzò la testa, costretta a ripulirsi le labbra per paura di essersi addormentata con la bocca aperta. Quando realizzò di non esser stata chiamata nel sogno ma che era stato Yamaguchi stesso a farlo in quel momento davanti a lei, sorrise appena.
“Smettila di darmi della scansafatiche, non è come credi” lo rimproverò bonariamente.
“Ah, no?” Yamaken sorrise quasi divertito, visto che l’aveva trovata in flagrante a dormire in biblioteca, ma poi si riprese immediatamente “ad ogni modo non sono qui per fare conversazione: devo studiare e mi serve il libro che hai tu. Tanto non ti serve, giusto?” senza nemmeno attendere una sua risposta avvicinò la mano per poterlo tirare verso di sé.
Reika aggrottò le sopracciglia e lo bloccò all’istante.
“Certo che mi serve! Sono qui per studiare anche io. Appena avrò finito te lo lascerò” così lo tirò verso di sé.
Yamaken si morse l’interno della guancia, non era abituato a trattare male una ragazza rispondendogli a tono, solitamente era gentile anche quando aveva deciso di scaricarle.
“Avresti potuto utilizzarlo fino ad ora invece di poltrire” la rimproverò portando una mano ad appoggiarsi sotto la guancia “a differenza tua ho intenzione di superare gli esami con dei buoni voti, quindi gradirei che non intralciassi il mio studio”.
Gli occhi di Reika che fino a quel momento si erano dipinti di forza poco a poco divennero meno vivaci e finì per inumidirsi le labbra con fare indeciso. Non aveva intenzione di discutere e non era nella sua natura litigare con chiunque, quindi preferì arrendersi, inoltre non era riuscita a concludere molto con quel libro visto che continuava a distrarsi.
“Anche io ho intenzione di superarli” disse prima di passargli il libro senza sentirsi sconfitta. A quel punto tirò fuori due quaderni dalla borsa e li aprì davanti a sé, iniziando a copiare ciò che vi era scritto su uno dei due.
Yamaken rimase leggermente stupito da quell’arresa, non se lo aspettava e per un attimo si sentì il carnefice della situazione. Rimosse subito quella sciocca idea dalla testa e scrollò le spalle, afferrando il libro e portandoselo davanti per dare inizio alla sessione di studio.
“Grazie” aggiunse dopo qualche istante.
“Figurati, Yamaguchi” rispose lei.
Piombarono nel silenzio quasi subito, ognuno intento a
concentrarsi sul proprio spazio ritagliato. Di tanto in tanto però Yamaken sollevava lo sguardo e si rendeva conto che Reika non era sempre intenta a copiare gli appunti, a volte girava la testa verso la finestra e prendeva a sospirare rumorosamente, cosa che lo distraeva abbastanza. Doveva aver trovato qualcuno molto gentile disposto a prestare i propri appunti, sicuramente Reika non trovava difficoltà nel risultare simpatica: alla fine della lezione in cui l’aveva incontrata era riuscito ad inquadrarla con un gruppo di studenti che si dirigeva insieme verso il cortile interno.
Quando Yamaken tornò ad osservare il libro udì un rumore provenire dalla parte di Reika e rimase stupito quanto si rese conto che si trattava del suo stomaco. Tornò a guardarla da sotto gli occhiali da vista e aggrottò le sopracciglia. Reika arrossì tutto d’un tratto.
“No-non è come credi!” balbettò in imbarazzo.
“L’ora di pranzo è passata solo da due ore…” le fece notare lui.
Reika abbassò gli occhi verdi nascondendoli sotto le ciglia lunghe “Peccato che io non abbia mangiato”.
“Non sarai una di quelle ragazze fissate con la linea” sorrise Yamaken a mezza bocca “e comunque mi stai distraendo, sarà meglio che tu vada a risolvere il problema”.
Reika sembrò non ascoltare minimamente le sue parole.
“Scusa, quanto hai detto che è passato dalla pausa pranzo?”
“Due ore” Yamaken sollevò le sopracciglia, non capiva.
“Oh, accidenti! Non me ne sono resa conto” si alzò di soprassalto e chiuse velocemente i quaderni per riporli nella borsa “domani quel libro sarà mio, quindi non pensare di arrivare prima di me” lo minacciò e senza dargli modo di rispondere volò via dalla sala.
Yamaken rimase interdetto di fronte a quella fuga improvvisa: che si fosse dimenticata del pranzo?



 
*

 

Il giorno dopo.

Yamaken aveva un appuntamento con una ragazza al ‘Dolce Cafè’ ed era arrivato in anticipo solo perché era uscito prima dalla biblioteca, stanco di studiare senza essersi concesso alcuna pausa. Si era seduto ai tavoli esterni e controllava il cellulare di tanto in tanto. Quel giorno non aveva incontrato Oikawa Reika, eppure lei  lo aveva minacciato di appropriarsi del libro che serviva ad entrambi. Scansafatiche, continuava a pensarlo e difficilmente avrebbe cambiato idea.
“Sei in anticipo!” fu distolto dai suoi pensieri dalla voce della ragazza che stava aspettando, era molto carina e notò subito che si era impegnato molto per mettere in risalto le sue qualità.
“La puntualità è ladra del tempo[1]” si alzò per aiutarla a farla sedere, come era solito fare. Per quanto si considerasse sempre e comunque sopra la media non rifiutava di comportarsi in modo educato come gli era stato insegnato con cura da sua madre, tranne per rare eccezioni.
Yamaken la guardò attentamente, ora che la rivedeva non ricordava molto più che la sua simpatia, non aveva idea del motivo profondo per cui l’avesse invitata ad uscire. Pensandoci, non aveva avuto alcun interesse profondo.
“Inizia a fare freddo, prenderò del tè. Tu cosa desideri?” le domandò.
La ragazza sorrise con entusiasmo: “Lo stesso”.
Yamaken a quel punto sollevò gli occhi e attese che una delle cameriere appena uscite dal Dolce Cafè si accorgesse dei clienti seduti all’esterno. Appena incrociò il suo sguardo la riconobbe e rimase stupito.
“Oikawa?” domandò quasi retoricamente.
Reika schiuse le labbra come per dire qualcosa, ma rimase ammutolita. Si ritrovò davanti al tavolo dei due senza sapere esattamente cosa dire. Guardò Yamaken e poi la ragazza di fronte.
“Buonasera! Cosa posso portarvi?” finse di non dare adito agli occhi di Yamaken che avevano improvvisamente acquistato una luce di curiosità.
“Due tazze di tè, grazie” a quel punto non poté che assecondare la sua volontà di fingere di non conoscersi.
 




Note: 

[1]  Cit. Wilde.
Probabilmente noterete l'elemento somigliate con Maid-Sama, visto che Reika lavora in un Cafè anche se non è una maid.




NdA: 

Salve a tutti! 
Ecco qui il secondo capitolo, ho preferito pubblicare subito perché non riuscirò ad aggiornare prima della prossima settimana, quindi ne ho approfittato. 
Spero che la storia vi abbia interessato ^^ a presto. 
   
 
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