Attenta
a ciò che desideri.
L’autunno si presentava con un violento
nubifragio, allagando le strade deserte e percuotendo gli alberi con poderose
raffiche di vento; l’acqua scendeva copiosa dal cielo plumbeo, una moltitudine
di gocce così fitta da sembrare un muro impenetrabile. Virginia osservava
quella manifestazione di potenza ed eleganza della natura, comodamente seduta
davanti la finestra della sua stanza a sorseggiare una cioccolata calda.
Adorava le giornate temporalesche, l’odore di
terra bagnata che pervadeva la città, il suono dolce e confortante della
pioggia che picchiettava sui tetti delle abitazioni: ogni volta avvertiva un
piacevole senso di pace che scacciava tutte le ansie e attenuava la persistente
morsa che attanagliava il suo stomaco. Guardare quello spettacolo era
rigenerante e rinvigorente come un tuffo a mare o un bagno caldo, placava le
paure e leniva il dolore, cosa di cui aveva bisogno, soprattutto in quel
momento.
Per una ragazza come lei, che viveva di punti di
riferimento e di abitudini inossidabili, vedere la propria esistenza cambiare
così tanto in così poco tempo era destabilizzante e spaventoso. Si sentiva
paralizzata mentre il mondo intorno a sé vorticava e mutava forma, facendole
perdere il fragile controllo che era riuscita a ottenere dopo anni turbolenti;
avrebbe dovuto avvertire i segnali, ma la tranquillità che aveva raggiunto
l’aveva resa cieca e ora era troppo tardi per tornare indietro.
Fin da bambina aveva puntato a creare attorno a sé
una cerchia ristretta di amici fidati, tuttavia era finita sempre allo stesso
modo: i vari gruppetti si erano disgregati, spaccandole il cuore e
costringendola a raccogliere i pezzi da sola. Durante l’ultimo anno di liceo,
dopo l’ennesimo fallimento, era riuscita a trovare un gruppo di ragazze
fantastiche con cui condividere gioie e dolori: aveva creduto di aver
realizzato il suo sogno, costruire una famiglia tutta sua basata sull’affetto e
sull’amicizia.
Col passare del tempo però, erano iniziati aspri
litigi e accese discussioni, che avevano logorato il loro rapporto dapprima in
modo impercettibile, per poi acuirsi fino a portare alla scissione; ancora una
volta Virginia aveva visto le sue speranze e la sua gioia andare in frantumi,
eppure qualcosa era cambiato dalle precedenti esperienze. Nonostante le circostanze
avverse, una persona le era rimasta vicina e l’aveva tenuta per mano: Alessia,
la ragazza più incredibile che avesse mai conosciuto, colei che le aveva
insegnato a difendere le proprie convinzioni e ad essere fiera di se stessa. La
sua immensa forza e la sua portentosa energia l’avevano aiutata a superare la
delusione amorosa più grande che avesse mai avuto, le sue risate avevano
colmato il vuoto lasciato dall’allontanamento di sua cugina e dalla morte di
sua nonna: Virginia non avrebbe saputo come fare senza la sua compagna di avventure,
era come se avesse ritrovato una parte della sua anima!
Per quanto critica fosse diventata la situazione
all’interno del gruppo, lei sapeva di poter sempre contare su Alessia per
qualunque cosa, le bastava chiamarla e chiederle di fare colazione insieme al
McDonald per sentirsi viva. Proprio quando aveva trovato un punto saldo, ecco
che il destino era tornato a colpire, poiché la sua più cara amica avrebbe
dovuto trasferirsi a Roma per continuare i suoi studi. Nell’istante in cui
aveva capito le sue intenzioni, l’aveva incoraggiata a partire per seguire i
suoi sogni e aveva sfruttato qualunque occasione per poter uscire con lei:
nonostante l’incommensurabile tristezza, si era sempre fatta forza per non
darlo a vedere alla futura “romana” così da non darle ulteriori preoccupazioni,
finché non era arrivato quel fatidico giorno.
Si erano date appuntamento al solito fastfood e lì
avevano riso e scherzato come se nulla fosse, trascorrendo allegramente le
ultime ore insieme prima della partenza; quando infine era venuto il padre di
Alessia per andare all’aeroporto, le due si erano salutate con un abbraccio
carico di mute promesse e grandi speranze. Virginia si era sforzata di non
cedere alla tristezza fino alla fine, e per la prima volta in vita sua ci era
riuscita: le prime lacrime di sconforto scesero solo di sera, di fronte alla
prima pioggia d’autunno.
Il pallido volto era rigato da gocce salate mentre
scrutava il cielo nero, portando sporadicamente alle labbra la tazza piena di
cioccolata fumante; sembrava quasi che il mondo intero volesse piangere con
lei, mostrandosi solidale con il suo dolore. Sapeva che si sarebbero sentite
costantemente e che avrebbero trovato un modo per vedersi, tuttavia aveva paura
che il loro rapporto potesse cambiare: cosa avrebbe fatto senza di lei?
Accoccolatasi sulla sedia, decise di liberare tutta la sua angoscia con un
pianto disperato e una serie di violenti singhiozzi, così da potersi sfogare:
passarono interminabili minuti, durante i quali il suo esile corpo tremava e sussultava
senza tregua e la sua mente si perdeva in mille ricordi.
Furono proprio quei flashback a fare il miracolo,
poiché improvvisamente Virginia iniziò a ridere: aveva ripensato a tutte le
situazioni assurde in cui si erano trovate insieme, tutta la gente strana che
avevano incontrato, tutte le figuracce che avevano fatto e non era riuscita a
trattenersi. Avvertì i crampi all’addome e sospirando notò che si era calmata;
guardò nuovamente la pioggia e un sorriso le illuminò il viso quando si accorse
di aver desiderato quel temporale da diverse settimane ed esso era giunto
proprio quando ne aveva bisogno. Alessia le avrebbe detto di stare attenta a
ciò che desiderava e si sarebbe piegata in due dalle risate, ne era certa:
nell’immaginarsela capì che non aveva senso farsi prendere dalla malinconia,
perché la loro amicizia era talmente grande da superare qualsiasi distanza.