Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones
Ricorda la storia  |      
Autore: Ronnie92    18/11/2014    3 recensioni
"... Uomini fummo, e or sem fatti sterpi:
ben dovrebb'esser la tua man più pia,
se state fossimo anime di serpi" ...
"... L'animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contra me giusto..."
- Divina Commedia
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian Jones
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
« Quando lo conobbi mi sembrò abbastanza simpatico . Era un buon amico, sapete. Lo conoscevo molto bene, penso, e mi sentivo molto vicino a lui; Sapete com’è con certe persone, quello che senti per loro, le senti vicine. Lui era nato il 28 febbraio 1942, io sono nato il 25 febbraio 1943, e lui stava con Mick e Keith e io con John e Paul nel gruppo, così c’era una specie di intesa naturale fra di noi. Le posizioni erano simili, e io spesso sentivo che ci trovavamo nei momenti di difficoltà. Non c’era niente nei suoi problemi che un po’ di amore in più non avrebbe curato. Io penso che non abbia avuto abbastanza amore e comprensione. Era molto carino, sincero e sensibile, e noi dobbiamo ricordarci che era così. »
Harrison

Ai posteri lascio il mio disprezzo per il conformismo, la mia amatissima Rolls-Royce “Silver Cloud” che così tanto mi ha portato in giro in buona compagnia, il mio primo clarinetto e il mio smodato amore per la musica e per tutti i suoi annessi.Lascio a voi tutti in eredità il mio gruppo:  I Rolling Stones. Prendetevene cura, perché come una creatura in fasce deve sempre essere alimentata dall’amore dei propri fans.
Perché nonostante le vicissitudini, la rabbia e le incomprensioni li ho amati come la mia famiglia, forse unica e salda.
Se mai abbia amato qualcosa di più della mia stessa vita è la musica, ricordatemi per lei e non per tutte le chiacchiere, i pettegolezzi, l’odio e la rabbia.

Hanno detto molto su di me, hanno raccontato tutto o quasi. Ma c’è qualcuno che mi conosce davvero? Anche ora, se mi guardo allo specchio, vedo solo il riflesso di ciò che ero.
Adesso cosa sono?
Sono entrato nella leggenda e non per tutti i motivi che speravo.
Sono stato un icona della musica, “un ribelle”. Non ho mai smesso di indossare mille colori, mille maschere diverse, una per ogni occasione, e appassionarmi a mille strumenti che la musica mi rendeva per il solo fatto di amarla.
Lo saprete tutti ormai, il mio nome è Lewis Brian Hopkin Jones, mi ricorderete per essere stato il fondatore dei Rollin’Stones.
Il gruppo che ho amato e da cui sono stato emarginato e abbandonato, forse, nel momento più difficile della mia vita.
Mi aspettavo più comprensione da chi chiamavo compagni, mi aspettavo qualcosa di più da me stesso. Ma quel qualcosa non è mai arrivato. Sono sempre stato da solo, contro me stesso e contro il mondo tutto.

Forse era la paranoia provocata dalle anfetamine o dall’alcol, non ricordo bene. Ma spesso avevo la mente poco lucida.
Ho addirittura passato delle notti in cella per questo. La mia vita condizionata da quelle leggi che non ho mai sopportato, nemmeno da ragazzo.
Avevo 27 anni quando sono morto, ma non ricordo bene cosa sia successo in realtà, è tutto offuscato. Un alone di misticismo e irrisoria realtà mi circonda, anche adesso.
Forse avevo esagerato troppo con le pasticche, forse avevo esagerato troppo con l’alcol, o forse è stato il mischiare entrambi.
L’esagerazione è sempre stata parte di me, ciò che mi ha reso tale.

Mi hanno definito un genio ribelle.
Ricordo tutti gli strumenti che ho imparato a suonare, forse per evitare la noia.
La musica era la mia vita, e quando mi hanno allontanato dal gruppo non ho potuto che piangere lacrime amare e continuare a suonare.
La musica è stata la mia vita sin da piccolo. Addirittura prima che nascessi ero già predestinato.
Entrambi i miei genitori suonavano il pianoforte e amavano la musica. Era inevitabile che io, frutto di quell’amore spassionato e unico, imparassi subito quello strumento e che superassi in bravura e passione anche loro. Il mio talento era innato, unione del loro amore. Devo a loro questa mia passione che si concretizzava nell’amore per la musica.
Non saprei come spiegarvi l’affetto e la curiosità che ogni strumento mi lasciava. Lo imparavo, lo amavo e ogni strumento ricambiava rivelandomi tutti i suoi segreti.
Come un’aura invisibile e tantrica, un’esperienza unica, che fosse a fiato o a corde, gli strumenti mi parlavano e io li ascoltavo.

La mia prima chitarra folk l’ebbi in regalo nel giorno dei miei 17 anni.
Perdonatemi se ogni tanto mi scende una lacrima, che sporca il testo, ma forse ricordare la mia vita adesso potrebbe essere un dolore troppo forte.
L’alcol, la marijuana, le anfetamine erano il mio scudo per quel mondo che non riusciva a comprendermi.
Come essere l’antesignano di qualcosa di grande e distruggersi con le proprie mani.
Ho avuto molti amici, alcuni intimi e altri un po’ meno. Ma tutti mi hanno lasciato qualcosa dentro.
Ricordo con affetto quando insegnai a Jagger come suonare correttamente l'armonica a bocca.
Non abbiamo avuto un rapporto idilliaco in effetti, ma con lui creammo qualcosa di unico, qualcosa che sarebbe rimasto per sempre negli annali.

Ricordo la folla in visibilio quando ci esibivamo. Quando impugnavo la mia chitarra e pizzicavo le sue corde entravo in estasi. E sentire i fans invocare i nostri nomi, forse era quello il miglior trip che avessi mai provato in vita mia.

Ma il dolore a volte non ci lascia scelta, non ci lascia altre opportunità che cercare di dissolverci, annullarci, cercare di spingerci quanto più lontano possibile, isolandoci da tutto.
E quando mi immersi in quella piscina, non ricordo l’ora esatta, la memoria è tappezzata di buchi, ma sarà stato intorno alla mezzanotte di quel fottutissimo 3 luglio, nella mia  casa a Hartfield, il mio cuore smise di battere. Ricordo di aver avuto grandi fitte gastriche, succhi acidi mi imporporavano la bocca, i miei occhi non riuscivano a vedere più nulla, solo buio.

Non credo di aver avuto nella mia vita fan tipici. Quando li osservavo negli occhi sentivo un grande affetto, ma i buchi della mia anima erano voragini incolmabili. Non vi chiedo di amarmi e osannarmi, anche se il mio ego se  nutre ancora in modo insaziabile. Ho un solo e unico desiderio.
Ricordatemi.
  




 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Rolling Stones / Vai alla pagina dell'autore: Ronnie92