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Autore: echelon_killjoy_alien    18/11/2014    0 recensioni
La principessa, che tra qualche settimana sarebbe diventata regina, si avvicina alla tomba del padre, leggendo ad alta voce la data di nascita e quella di morte. Non riusciva a credere che il padre che tanto amava, è morto e non l'avrebbe più visto per il resto della sua vita. " avrai la mia vendetta" mormora tra se e se asciugandosi una lacrima che le era scesa.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Lui era li. La guardava nella folla e non se ne era nemmeno resa conto quando gli andò addosso per raggiungere il castello a quanto stava immersa nei suoi pensieri. Appena la vide, fu subito amore. è un ragazzo piuttosto alto, con i capelli rossi e una miriade di lentiggini sul corpo che si presentava secco però con un filo di muscoli sulle braccia. Non era di famiglia regale. Il padre era morto da un soldato nemico e la madre invece era una strega prima che fosse bruciata al rogo (l'era della caccia alle streghe era tornata. Un motivo in più per uccidere la gente). Però la madre non era una strega ordinaria che faceva tutto per soldi. Era di anima buona e sapeva diventare cattiva quando i suoi alunni non le davano ascolto (lei ebbe una scuola per maghi prima che fosse bruciata insieme a lei) e non era per niente la strega come possiamo vedere tipo in Hansel e Gretel: era una ragazza giovane e innamorata di un falegname, in effetti, il padre del nostro giovane innamorato di nome Ettore Casaretti. Mentre stava osservando la principessa, riuscì ad ascoltare un filo del suo discorso borbottato tra se e se. A sua volta si promise di aiutare la principessa nella vendetta del padre, pronunciando un "Ti aiuterò io, mia futura regina" a bassissima voce da non essere sentito da nessuno. Quando è finito il funerale, tutta la popolazione tornò alle proprie case, chi piangendo e chi con le mani al petto con il cuore pesante e addolorato, disperandosi. Ettore camminava da solo, con le mani in tasca e lo sguardo basso. Non riusciva a non pensare a lei, a quella ragazza bellissima che le aveva conquistato il cuore a prima vista. Arrivò a casa che era sera e accese la tv, appesa al muro ascoltando le notizie serali. "Allerta in tutti l'universo! La principessa Aurora Solofra è stata arrestata dalle guardie del principe del Sistema Solare!" Sentiva il cuore saltargli fuori dal petto, andando in mille pezzi, come se ha appena scoperto che la 17° guerra universale stesse per scoppiare in quel momento e avrebbe fatto la fine del padre. Non sapeva bene cosa fare e dove andare di preciso, dunque decise di chiedere aiuto alla sua migliore amica: Alessia Marinika, 14enne e capace di guidare una navicella spaziale, esperta nella geografia di tutto l'Universo. "Ehi, Ale.. ho bisogno disperatamente del tuo aiuto!" disse lui parlando attraverso la cornetta del telefono non tanto moderno, stringendola saldamente in mano, con i palmi sudati a colpa del cuore che batteva all'impazzata. "oh, che succede?! Cosa è successo?" sgranò lei gli occhi, nel sentire la disperazione nella voce del ragazzo, battendo il piede a terra ansiosamente "Devo aiutare la principessa ad evadere dalla prigione del castello della Terra." il suo tono di voce si fece più calmo e convinto di sé, battendo un pugno sul tavolo in legno che fece fare un balzo agli oggetti che si trovavano sopra. La sua frase fece scoppiare Alessia in una fragorosa risata che riempì le orecchie del ragazzo "QUESTA ERA BELLA, ETTORE. LE TUE FREDDURE SONO LE MIGLIORI!" riprende fiato lentamente per poter parlare mentre ricomincio subito dopo a ridere come una dannata. "Non c'è niente da ridere, idiota. Dico sul serio io. Voglio andare sulla Terra e salvare la principessa" dice il ragazzo ringhiando appena. "si e vuoi anche il cavallo bianco e l'armatura lucente, diventando il principe azzurro in leggins blu?" riprense fiato definitivamente, tornando seria e mettendosi composta in piedi reggendosi il peso del corpo su una gamba. "senti non rompere il beneamato cazzo, okay? Tu sei l'unica ragazza che conosco che può portarmi da lei, sapendo la strada a memoria" "va bene.. ti aiuterò se tanto ci tieni.. però devi promettermi una cosa.."alza un dito al cielo come per indicare quella cosa che doveva promettergli. "qualsiasi cosa Ale.." "che non mi farai fare tutta questa strada e poi scopri che la principessa è gia innamorata e ti vedrà come un amico" [HAMBURG, GERMANIA, TERRA, SISTEMA SOLARE, VIA LATTEA] La principessa si trovò a terra, con le mani incatenate al muro che l'obbligava a stare in piedi. Era stanchissima e stava in piedi da più di 7 ore, ormai stava dormendo in piedi, anche se ogni volta che provava ad addormentarsi, una delle guardie le lanciava una secchiata d'acqua gelata per tenerla sveglia. Ogni volta che si trovava quell'acqua gelida addosso, si sentiva mancare il fiato e ci voleva più di 5 secondi buoni per riprendere a respirare normalmente. Il piccolo assassino Meschini stava oziando, sul trono fatto di spade in ferro, tutte unite tra di loro, leggendo alcune lettere in pergamena gialla, che gli veniva consegnato da una delle schiave che stavano intorno a lui. Il maggiordomo d'onore irruppe nella sala dove si trovava il principe, camminando a passo svelto e con lo sguardo basso per non mancargli di rispetto. "mio signore, la principessa dei 7 regni è prigioniera nella nostra prigione sotterranea e ha chiesto di lei" si mise in ginocchio di fronte al principe porgendogli una lettere di richiesta della principessa, scritta con caratteri cubitale a colpa del fatto che aveva le mani dolenti. Il principe diede una veloce letta alla lettere e sgrano gli occhi avendoli quasi di fuoco per la rabbia. "COSA?!" ringhiò contro il maggiordomo che sembrava essere abbastanza impaurito dal ragazzo 18enne. "NON CI POSSO CREDERE! HO UCCISO SUO PADRE.. E SI PRESENTA NEL MIO CASTELLO PER PARLARMI??" la sua voce fece eco in tutto il castello che aveva alcune (tante) stanze vuote e desolate. il maggiordomo impaurito decise di alzare lo sguardo su di lui, osservandolo per qualche secondo, tenendo gli occhi fissi su di lui. "Come osi mancarmi di rispetto e alzare lo sguardo su di me?" la sua voce si fece roca e dispregiativa da farlo sembrare Satana incarnato. "TAGLIATEGLI LA SUA FOTTUTA TESTA!!" lo indica guardando le guardie che si trovavano ai lati del trono di spade, diventando ancora più furibondo e paonazzo. Si diresse verso le scale del castello che portavano ai sotterranei, alla prigione. Il suo mantello quasi non toccava pavimento a colpa della velocità con cui camminava e raggiunse la cella della principessa che stava appiccata tra la vita e la morte. "Tu.. brutta puttana, schiava di tuo padre. Che cosa vuoi da me?" La principessa a malapena riuscì ad alzare lo sguardo verso di lui e ad aprire gli occhi. Si alzo bene in piedi reggendosi su entrambe le gambe e lo guarda con gli occhi spalancati. "Voglio la tua dannata vita, tra le mie mani. Voglio da te che ti suicidassi, dando un sollievo a tutti quanti dell'Universo. Voglio che tu non esistessi più." scandisce ogni parola lentamente, guardandolo negli occhi facendo un ghigno quasi impercettibile. "mi dispiace per te.. ma non avrai questa soddisfazione. Pero dato che sei qui.. posso organizzare un bellissimo matrimonio e io che ottengo tutte le tue ricchezze e il tuo regno. ti ucciderò, facendolo sembrare un incidente e io diventerò Re del sistema solare e dei 7 regni d'Andromeda." cammina per la cella di fronte a lei tenendo le mani unite dietro alla schiena, guardandola di tanto in tanto. "ti piacerebbe.. ma per me è un NO.." inclinò il capo osservando i suoi movimenti cercando un punto debole, ma senza successo. era indistruttibile e raramente riuscivi a sfilargli un pugno o un calcio. "beh.. o la tua vita.. o quella di Andromeda." scoppiò lui in una risata maligna e piane di cattiveria che fece scoppiare Aurora in lacrime, e facendole tremare le gambe quasi per farla cascare in ginocchio. I polsi continuavano a dolerle a colpa delle catene strettissime e del fatto che più voleva avvicinarsi a lui per ammazzarlo, più sentiva che le si sarebbero staccare le mani.
   
 
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