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Autore: Giulz95    18/11/2014    0 recensioni
Non sarebbe dovuto succedere così. Non era così che sarebbe dovuta finire. La sua vita avrebbe dovuto finire circondata da quelle poche persone che aveva a cuore, o in qualche meravigliosa avventura. Non sarebbe dovuta morire in una stupida catastrofe naturale a migliaia di chilometri di distanza da casa sua.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Launa si svegliò al suono dei passi leggeri di Avi sul terreno arido. Fu meno uno shock ritrovarsi in quella situazione, probabilmente anche a cause del sonno leggero dovuto ai suoi arti indolenziti. Sospirò strofinandosi la faccia e si alzò a sedere.
“Buongiorno,” Avi la salutò, sedendosi accanto a lei. “Dormito bene?”
“Considerando che ho dormito per terra e non vado in campeggio da quando avevo undici anni, sì, ho dormito piuttosto bene.” Stiracchiandosi si accorse dell’ampia giacca attorno alle sue spalle. “Grazie, comunque.”
“Di nulla,” Sorrise. “Non è il caso che tu vada in ipotermia.”
Launa alzò lo sguardo verso est, osservando l’alba. “Non so. Se questo stronzo ha le stesse intenzioni di ieri potrei anche accogliere con piacere un po’ di freddo.”
“Andiamo,” Rise lui. “Dobbiamo incamminarci.”
Launa annuì e si alzò da terra.
 
La giornata proseguì bene o male come quella precedente: camminarono con il fiume alla loro destra, fermandosi a mezzogiorno per una pausa e ringraziando il cielo per il minimo soffio di vento. Il terreno sabbioso non rendeva le cose più facile, ma Launa disse qualcosa riguardo alle sue gambe che ‘alla fine di tutto questo schifo saranno favolose’. Avi rise e le disse che sembrava un suo amico.
 
Le risate sembravano l’unica cosa che potesse in qualche modo alleviare lo stress del viaggio. Passarono ore a chiacchierare raccontandosi a vicenda, fino a quando Launa non sospirò in sollievo quando il ragazzo menzionò il suo amore per la musica. “Grazie a Dio, adoro la musica.”
Avi sorrise ampiamente. “Di tutto ciò che mi è più caro la musica è in cima alla lista, accanto ad amici e famiglia,” si fermò, pensando alle sue parole. “E al cibo. Uccidere per un cheeseburger.”
Lei sospirò qualcosa riguardo a patatine e formaggio fuso.
“Oddio,” le diede una lieve spinta facendola inciampare e provocando una leggera risata da parte sua. “Non farmici pensare.”
Fu solo quando si fermarono per la notte che il relativo clima di pace fu disturbato.
 
Si sedettero sul terreno accanto al fiume ed Avi tirò subito fuori la mappa, segnando il punto dove si trovavano. “Dovremmo essere nei dintorni di Monticello,” disse, masticando l’estremità della penna che aveva trovato nella borsa di Launa, “Forse ci sono dei superstiti.”
“Concordo.” Lei si guardò attorno, improvvisamente preoccupata. “Le scosse sono arrivate anche qui.”
“Sì, beh,” Rispose, ritappando la penna e riponendola insieme alla mappa nella tasca della sua giacca. “E’ stato piuttosto forte.”
Launa avrebbe voluto discutere sul fatto che non le pareva normale che le scosse fossero arrivate così lontano dall’epicentro, ma si morse le labbra frenandosi. Potrebbe aver ragione. Magari era semplicemente in linea sismica. Si portò le ginocchia al petto guardando Avi iniziare ad accendere il fuoco per la notte. Ma il Colorado non è noto per le sue linee sismiche. L’aerea a rischio più vicina è quella del Grand Canyon, e non è nemmeno così pericolosa.
“Mia madre diceva sempre ‘Se continui a fare quella faccia rimarrai bloccata così’,” Avi la tirò fuori dai suoi pensieri. “A cosa stai pensando?”
“A nulla di importante.” Scrollò le spalle per non farlo preoccupare, ma non lo convinse. Il ragazzo la fissava mettendola quasi a disagio e facendola arrossire. “Davvero, è tutto a posto. Piantala di guardarmi così.”
Avi la guardò e annuì. “Okay,” sussurrò, voltandosi di nuovo verso la brace. “Se vuoi parlarne, sono qui per ascoltarti.”
Rimasero in silenzio per un lungo periodo di tempo fino a quando esso non venne interrotto dalla voce profonda del ragazzo. “Allora,” disse “Cos’è che non ti piace di Washington?”
“Mio padre vive lì.”
Sentì i suoi occhi sulle sue spalle. “Non andate d’accordo?”
“Non molto.”
Avi si morse il labbro inferiore, domandandosi se stesse esagerando. “Non ti va di parlarne?”
“Urlava parecchio, andava a donne e ne ha sposata una.” Launa rispose tutto d’un fiato, sperando di liquidare la conversazione in fretta.
“Mi spiace.” Parlò piano. “E tua madre?”
“E’ sul al Nord con mia nonna.” La ragazza girò velocemente la domanda lontano da sé. Non le piaceva essere al centro dell’attenzione. ”E tu? I tuoi stanno ancora insieme?”
Guardò la sua bocca allargarsi in un ampio sorriso. “Sì,” si voltò verso di lei. “Hai fratelli o sorelle?”
“No. Figlia unica. Tu?”
“Un fratello e una sorella. Sono il più piccolo.”
SI misero a loro agio a vicenda, in una conversazione ricca di informazione su di loro e sulle loro vite, condita con qualche fatto divertente a loro riguardo: Launa scrocchiò ogni articolazione del suo corpo, cosa che fece un po’ senso al ragazzo, mentre Avi riuscì ad emettere una nota così bassa che la rossa sentì più nelle ossa che nelle orecchie. “E’ impressionante, amico.” Disse sorridendo. “Ti prego, dimmi che canti perché sarebbe assurdo non usare quella voce.”
Rise nervosamente passandosi una mano sulla nuca. “Sì. Solo per hobby comunque.”
Un rumore sordo risuonò nell’aria, seguito dal movimento destabilizzante della terra. Launa si sentì nauseata, ricordandosi istantaneamente del giorno della prima scossa. Rimasero seduti senza saper bene cosa fare.
“Questa non è zona sismica.” Launa rispose tremando leggermente, “Non dovrebbero esserci scosse qui.”
La paura le scivolò come un cubetto di ghiaccio nello stomaco quando lo spezzarsi del terreno le arrivò alle orecchie, seguito dallo scroscio del fiume. Si sta aprendo il terreno. “Dobbiamo muoverci! Alzati!” Urlò, afferrando la sua borsa e tirando Avi per la giacca. “Muoviti!” Lo aiutò a rialzarsi e corsero allontanandosi dalla crepa che stava correndo dietro ai loro piedi. Il ragazzo spinse entrambi di lato, cadendo accanto a Launa e guardano con orrore il fiume riempire la nuova falda. Non è per niente una buona cosa.
La terra si fermò, e il silenziò fu interrotta nuovamente da Avi. “Beh, è stato divertente.” Cercò di sdrammatizzare mentre Launa gattonò verso la sponda del nuovo fiume. “Attenta. Potrebbe esserci una scossa di assestamento.
“Lo so.” Launa guardò il nuovo corso d’acqua e sospirò guardando la pentola che poco fa conteneva la loro cena galleggiare a pochi metri da lei. “E possiamo salutare la cena.”
“Forse riusciamo a recuperare almeno la pentola.”
Dopo aver fatto ciò decisero di non sprecare altro cibo fino al mattino seguente e si spostarono di qualche metro dalla riva, temendo una nuova scossa.
Si sdraiarono come la notte precedente: schiena a schiena, coperti dalla giacca di Avi, e si augurarono la buonanotte.
Dopo mezz’ora l’adrenalina scorreva ancora nelle vene di entrambi, impedendo loro il sonno. Launa non sentì Avi russare, dunque lo chiamò sussurrando. “Sei ancora sveglio?”
“Sì.” Sospirò. “Non riesci a dormire?”
“No. Il mio cervello non vuole tacere.” Lo sentì girarsi sullo stomaco.
“Whoa.” Sospirò il ragazzo prima di toccarle la schiena con il gomito. “Launa, da un’occhiata.”
Si voltò parzialmente sulla schiena seguendo la direzione del suo braccio e si sentì mancare il fiato alla visione davanti a lei.
Anche nell’oscurità del nord, le luci della città impedivano quasi completamente la luce delle stelle. Non aveva mai visto un cielo così tempestato di stelle, quasi come una distesa di velluto ricoperto di diamanti.
Guardarono il cielo per un po’, fino a che non si addormentarono meravigliati come i ragazzi di città che erano.
  
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