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Autore: Mattalara    22/11/2014    4 recensioni
La storia è una One Shot su Five Nights at Freddy's.
Ma l'ho inserita fra gli horror perché non c'era nella sezione videogiochi.
Io non possiedo ne i personaggi nel i gioco, solo la storia.
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Si dice che la luce sia il simbolo della salvezza.
Dopo tutto, quando ti trovi nel buio più totale, la luce è la prima cosa che cerchi.
Ma qui, quando non vi è più quel luminoso bagliore di speranza, non può assolutamente fidarti di ciò che brilla nel buio.
Genere: Drammatico, Horror, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5%
Il mio respiro si fa pesante, come il battito accelerato del mio cuore. Sembra sia sul punto di esplodere da un momento all'altro.
4%
Guardo a destra, a sinistra, su ogni singola stanza di quell'inferno. Inferno ingannevole, una bestia feroce che si mostra solo al calar delle tenebre e che alla luce sembra come il paradiso.
Accendo le luci, per vedere nel buio di quei corridoi, ma devo purtroppo spegnere quel barlume di speranza che mi fa proseguire dopo pochi secondi.
3%
E' incredibile, quanto velocemente l'energia elettrica a mia disposizione si esaurisca. Come non posso esultare un attimo, che sono già bello che finito.
Dei passi pesanti si avvicinano al mio ufficio. Lenti e rumorosi, come se due palle di ferro fossero trascinate a terra.
Chiudo le porte con un forte tonfo e do' uno sguardo al di fuori.
Buio, nero, freddo. Nulla di promettente. Accendo la luce, vedo solo un' enorme sagoma scura che mi fissa.
Mi stringo nella mia poltrona, sempre più ansioso sentire il suono della sveglia che segna le 6.00, di sentire la canzone della mia salvezza, la dolce e soave melodia della vita.
2%
Sudo. Ormai le lacrime si confondono con le gocce di sudore che mi calano dalla fronte, sento quella terribile risata spaventosa risuonare nelle vicinanze. Come a schernire la mia sorte già predestinata, scelta già da quando ho accettato questo lavoro. Da quando ho firmato la mia condanna a morte.
Riesco quasi ad immaginare gli occhi luminosi di quei mostri meccanici, posso vederli voltarsi verso di me. Come un predatore attende il momento per colpire la sua preda, anche loro attendono il momento giusto per attaccare. Solo, disarmato ed al buio. Dove i miei occhi non possono vedere e dove i loro si.
1%
Cominciano a sfarfallare le videocamere, a luce è ormai lampeggiante. Quella magnifica scintilla che incute calma e sicurezza, si spegnerà presto, così come mi spegnerò io.
Ora i passi sono più veloci, riesco a percepire la loro presenza, a coppie fuori da entrambe le porte del mio ufficio.
I loro occhi assetati di sangue, brillano nel buio. Come stelle che non emettono abbastanza luce, come candele che illuminano solo la mano ed il volto di chi le porta. Illuminano le loro bocche, piene di denti capaci di causare grazi lesioni, il solo ricordo di ciò che quella volpe ha fatto a quella povera persona, mi fa singhiozzare ancora più forte, pregando ormai per la vita cara.
0%
E' finita.
Ormai il nero scende nella stanza, come una densa nube di fumo che ti impedisce qualsiasi cosa, movimento e respiro, che ti opprime e ti fa sentire perso. Ti schiaccia il cuore ed i polmoni, mandando a puttane pure il tuo cervello, mentre senti la morte avvolgerti nel suo freddo abbraccio.
Le porte si sollevano. Eccoli li. Brillano, i loro occhi. Brillano di un male disumano, di una sadicità di cui forse sono inconsapevoli, ma d'altronde sono solo delle macchine, come potrebbero anche solo rispondere delle loro azioni?
Sto impazzendo, la follia mi ha preso velocemente, tanto quanto la paura.
Brillano, nel buio come un'altra luce, una luce maligna, una luce che ti inganna, si spaccia per la strada della salvezza e si rivela essere solo la strada di sola andata per la morte.
Mi accerchiano. Riesco a vedere la bocca spalancata della volpe, il papillon del coniglio, il bavaglino della pulcina e l'immancabile cappello a bombetta dell'orso.
Ricordo da piccolo, l'amore che provavo per questo posto, come questi mostri meccanici erano i miei idoli, ironico no? Venire uccisi dai propri eroi d'infanzia.
Freddy sta ritto di fronte a me, fa un cenno col capo. Foxy e Chica mi afferrano per le braccia e cominciano a trascinarmi via da li, dalla stanza che era diventata da quattro notti la mia "barriera" protettiva.
Posso solo dirle addio, in questa quinta ed ultima notte di orrore.
Mi conducono ad una stanza piena di pezzi di ricambio, teste, orecchie, arti e corpo.
Bonnie mi tiene fermo, mentre Freddy mi infila il costume, pezzo per pezzo.
Prima il busto, le gambe e le braccia, le mani ed i piedi, la testa.
Migliaia di cavi elettrici, di pezzi di metallo ed ferro perforano la mia carne, lacerano i miei vestiti e la mia pelle, comprimono il mio petto fino a rendermi difficile respirare.
Dalle vuote orbite di quel costume posso vederli contemplare il mio aspetto.
"Venivi sempre qui da piccolo"
Dice con voce metallica Freddy, continua:"Il tuo ricordo è vivido nei nostri cuori di metallo, anche se difficile da credere. Ora staremo insieme come una volta, per sempre"
Alza due occhi robotici e li incastra nei buchi oculari del mio nuovo "vestito".
Sento solo l'ago in acciaio perforare il mio cervello, poi viene rimosso, non so' il perché, non so' più niente, se non che vedo una luce brillare.
 Stavolta la luce della salvezza.
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Il seguente giorno, alcuni lavoratori stavano discutendo con il proprietario su un nuovo costume.
Comparso non si sa come nella stanza dove venivano tenuti i pezzi di ricambio.
Come freddi era un orso animatronio, con bombetta in testa e bottoni sul ventre. Ma le sue orbite erano vuote, senza occhi ed il suo colore era giallo come l'oro più puro. Colore puro, per una cosa impura.
"Potremmo chiamarlo Golden Freddy" 
Suggerì uno di loro. Gli altri annuirono, poi presero il costume e lo trascinarono nella cucina.
"E con il nuovo guardiano notturno?"
Chiese una ragazza, il proprietario si strinse nelle spalle e rispose:"Un certo Mike Schmidt ha accettato il lavoro senza indugio. Spero che almeno si porti dietro un rosario. Ne avrà bisogno"
  
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