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Autore: Yoan Seiyryu    23/11/2014    2 recensioni
[ Loki/Sigyn + accenni alla Thor/Sif]
Il Regno di Álfheimr è afflitto dai soprusi dei Giganti di Ghiaccio che per anni si sono abbattuti con violenza sul Popolo dell'Alta Foresta. Odino stringerà un'alleanza con Álfheimr sancita attraverso le nozze combinate tra suo figlio Thor, legittimo erede al trono di Asgard e Sigyn, figlia del Lord di Alta Foresta. Lady Sigyn si troverà ad affrontare una nuova vita alla corte di Asgard, fin quando non comprenderà che il suo futuro sposo è in realtà innamorato di un'altra donna, la guerriera Sif. Nel contempo stringerà amicizia con Loki, il quale la userà a proprio piacimento per far decadere il fratello ed appropriarsi del trono. Su Sigyn cadrà una maledizione che scatenerà una nuova battaglia tra i Giganti ed Asgard.
Le vicende partono dal precedente esilio di Thor al ritorno di Loki dopo aver tentato di asservire la Terra.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XII 

Sleeping







 
Loki
Thor disobbedì al volere di Odino, ma lo fece troppo tardi.
Non mi dette ascolto e decise di attendere e attendere, e attendere ancora, rimandando la lotta contro i Giganti che Lady Sigyn insisteva nel definire folle. L’attesa, però, condusse allo scoccare di quella mezzanotte del giorno del compleanno di Lady Sigyn e si addormentò. Ero riuscito a convincere Thor ad affrontare Laufey prima che giungesse il termine della maledizione, ma le parole della sua futura sposa non fecero che controbattere le mie e lui vi diede ascolto. Era riuscita a calmare il suo impeto, nonostante io avessi tentato di rinnovarlo più volte. Si trattò di una lotta estenuante, quella tra me e Lady Sigyn, fatta da parole adite a convincere qualcuno che sembrava trasportato più dalle proprie emozioni che non dal raziocinio.  La tacita guerra continuò fin quando lei non ebbe più modo di intervenire: Lady Ygritte, la sua dama più cara, strepitò per tutti gli angoli del Palazzo chiedendo aiuto poiché la sua Signora appariva come morta. Le guardie rimaste davanti alla sua porta non ebbero ragion d’essere, difatti la maledizione scagliate su Lady Sigyn era insita in lei e attendeva solo il momento adatto per prendere piede e iniziare a divorarla.
Così, quella notte stessa, poco prima dell’alba, la trovammo distesa tra le morbide lenzuola bianche, con i lunghi capelli biondi che non si era azzardata ad accorciare. Dormiva profondamente. Era un vero peccato non godere di quegli occhi chiari, fonte di acqua e di vita. I lineamenti del suo viso non erano marcati dalla preoccupazione né dalla paura, piuttosto apparivano sereni e calmi.
Le guaritrici rimasero con lei per l’intero giorno a seguire, giudicandola ancora viva poiché il cuore batteva e il sangue scorreva lento nelle vene. Nonostante ciò le mani iniziarono a decolorarsi e le punte delle dita si dipinsero d’argento. Allora compresi che la trasformazione vera e propria stava avendo atto: da lì a qualche giorno Sigyn avrebbe assunto le sembianze dell’elisir più prezioso dei Giganti, il fiore di ghiaccio.
Thor rimase al suo capezzale insieme ai nostri compagni per compiangere qualcuno che non avevano mai davvero lasciato entrare nel loro mondo. Era poco più di un fantasma, un’ombra che aveva sfiorato le loro esistenze, ma mai attraversato il loro cuore. No, nessuno di loro poteva fregiarsi di aver conosciuto Lady Sigyn, chi più di me era riuscito a capirne il valore?
Indubbiamente Thor si era affezionato a lei, per abitudine all’idea di non essere altrimenti, ma non l’amava. Piuttosto il suo buon cuore prese a farlo sentire impotente, perché non era riuscito a proteggerla ed io sarei intervenuto per ottenere, alla fine, ciò che desideravo.
Mia madre tentò in ogni modo di intervenire, studiando incantesimi in grado di sciogliere la maledizione ma nessuno di essi fu sufficiente a risvegliare Lady Sigyn.
Il Fato sembrò quasi crudele. Non ero stato io stesso a dirle che il destino si poteva aggirare? Si beffava di me, era chiaro.
Trascorsero vari giorni da quell’evento e il corpo di Lady Sigyn fu vegliato con la massima cura ed attenzione, almeno fin quando esso stesso non svanì: l’elisir era stato condotto a Jotunehim dai Giganti stessi che per la seconda volta si erano fatti strada, indenni, verso Asgard. Ovviamente io avevo preso parte a quell’intento, ultima mia speranza di riuscire in ciò che più bramavo.
Non fui costretto ad attendere oltre poiché quando la notizia si sparse, Thor decise di disobbedire al volere di Odino e di intraprendere la battaglia contro i Giganti per riconquistare ciò che gli apparteneva.
 
 



 
Sigyn
 
Ero ancora viva, ma non avevo più coscienza. Il mio intero corpo si relazionava con il mondo attraverso le sensazioni più strane che mi erano difficili da interpretare. Ero immobile e stesa sul letto, questo è l’ultimo ricordo prima della trasformazione, poi non ebbi più pensieri, come se improvvisamente smisi di essere cosciente, eppure vivevo. Sapevo di vivere, senza saperlo davvero. Era più di un sonno notturno, più di un sogno eterno, mi stavo trasformando in un fiore di ghiaccio e poco a poco la consapevolezza scivolava via. Provai a lottare per rimanere me stessa, ma fu vano. Tutto ciò che mi circondava era fatto di vibrazioni, non di parole, tutto quello che mi attorniava in un momento simile si rifletteva su di me come una presenza fatta di sostanza ma non di forma. Se all’inizio avevo provato una sgradevole sensazione di gelo, poi non riuscii a sentire più nulla poiché divenni il gelo stesso. Per tutta la mia vita avevo conservato le mie paure dentro di me, senza condividerle con nessuno. Eppure ora che quel momento era arrivato esse scivolavano via, dimenticandosi nell’incoscienza più totale. L’immobilità, ormai, era ciò che mi apparteneva.
 

 
Loki

Disobbedimmo, ma soprattutto Thor disobbedì, al volere di Odino e raggiungemmo i Giganti per riprendere ciò che apparteneva ad Asgard. La battaglia con i Giganti si susseguì come quasi tutte le battaglie che avevamo avuto e grazie alla magia delle illusioni ero riuscito ad aprirmi un varco dove muovermi liberamente tra i ghiacci. Gli altri non erano in difficoltà ma probabilmente non ne saremmo usciti facilmente e senza riportare ferite: il nostro compito però era quello di portare via Lady Sigyn.
A dire il vero il mio intento si era già realizzato poiché desideravo semplicemente che Thor andasse contro il volere di nostro padre, ma al tempo stesso pensai che fosse uno spreco lasciare che la sua futura moglie restasse tra i Giganti. Le avevo detto di fidarsi di se stessa e non del destino e che se avesse voluto sarebbe riuscita a fuggire dalla maledizione, ma così non era stato. Non che mi sentissi responsabile per la sua caduta, ma era come aver perso un divertimento in più – o forse uno dei pochi che valesse la pena avere. Thor mi aveva chiesto di farmi strada verso il letto di ghiaccio dove Lady Sigyn era stata distesa mentre lui e gli altri compagni distraevano i Giganti, di modo che arrivassi indenne alla meta. Una volta raggiunta mi soffermai a guardare ciò che era diventata: il suo intero corpo era fatto di ghiaccio ma conservava ancora una sfumatura di colore che la rendeva viva. La trasformazione in fiore era ormai vicina. Per un attimo dimenticai l’impeto della battaglia e rimasi ad osservarla incantato, nonostante i suoi occhi liquidi fossero chiusi riuscivo ad immaginare il suo sguardo sotto di essi. Trascinarla via sarebbe stato difficile, ma qualcosa mi fermò prima di tentare. Mi chinai appena e le rubai un bacio dalle labbra fredde ed immobili, quasi a voler sancire che Lady Sigyn mi appartenesse e se la stavo salvando era solo perché doveva rimanere qualcosa di mio e di intoccabile agli altri. Ciò che non mi aspettai fu la reazione del mio corpo: le mie braccia si colorarono di un azzurro intenso e le mani, appena più grandi, assunsero lo stesso colore. Il gelo che avevo attorno si consumò interamente dentro i miei arti e non provai più la sgradevole sensazione del freddo. Non riuscii a spiegarmi quella trasformazione che era appena avvenuta e feci un passo indietro, mentre il colore della pelle tornava ad essere normale. Mi accorsi troppo tardi, però, che Lady Sigyn non solo si era svegliata dal suo sonno ma che aveva assistito a ciò che era accaduto. Il ghiaccio del suo corpo si sciolse e tornò ad essere se stessa.
- Un Gigante di ghiaccio – sussurrò quasi tra a sé e sé ancora distesa sul letto di neve dove avrebbe dovuto riposare per sempre – solo un Gigante di ghiaccio poteva spezzare la maledizione.
Aggrottai le sopracciglia e feci un altro passo indietro. Il colore delle mie braccia era tornato normale eppure non avevo idea del motivo per cui il mio corpo avesse reagito in quel modo. Lady Sigyn, appena risvegliata, aveva già sputato la sua sentenza senza nemmeno darmi il tempo di riflettere.
- State ancora sognando, questo è certo – risposi prima di accorgermi che non era in forze per sollevarsi, infatti crollò nuovamente sul manto di neve.
La temperatura del suo corpo era scesa notevolmente e le labbra si dipinsero di viola: un altro istante in quel luogo e forse non sarebbe sopravvissuta.
- Thor! – chiamai a gran voce verso mio fratello che stava continuando a dar sfoggio di sé – ordina ad Heimdell di aprire il portale! – quando si accorse della riuscita di quella campagna, fece esattamente come gli dissi di fare e tornammo ad Asgard per essere accolti dalla furia di nostro padre.
Lady Sigyn, prima di ogni cosa, fu condotta nelle sue camere affinché ricevesse le cure adeguate e Thor la seguì per accertarsene. Odino era senz’altro adirato e gli concesse quei pochi e brevi momenti prima di richiamarlo nella sala del trono. Mio fratello non aveva ancora idea che presto o tardi avrebbe dovuto rinunciare al suo intero mondo. Mi recai anche io nella stanza di Lady Sigyn mentre le curatrici azionavano la fucina dell’anima per far alzare la temperatura corporea, riscaldandola meglio che potevano.
- Ti ringrazio Loki – disse Thor quando mi vide avvicinarmi – senza il tuo aiuto non sarei riuscito a condurla via da quel luogo.
Cos’era quella? Umiltà? Corrugai la fronte appena interdetto, mio fratello non aveva mai riconosciuto le mie buone qualità e nemmeno si era mai azzardato a ringraziarmi per l’aiuto che gli avevo portato.
- No, grazie a te fratello – nascosi un mezzo sorriso di intesa con me stesso.
- Come è stata spezzata la maledizione? Abbiamo tentato in ogni modo, eppure non vi è stata occasione buona per salvare Lady Sigyn dalla sua terribile condizione! – mi domandò con curiosità.
Per la prima volta fino ad allora non avevo una risposta pronta, né una su cui ricamare una verità tutta personale. Nemmeno io riuscivo a darmi una spiegazione, nonostante l’appena breve risveglio di coscienza di Lady Sigyn avesse già fornito una risposta che comunque non era di mia soddisfazione.
- Non so dirti come, fratello. Ora però temo che tu debba recarti da nostro padre, il tempo concessoti è terminato – rigirai la situazione per evitare che insistesse.
Eppure quello che era successo non mi diede pace. Nonostante avessi raggiunto il mio scopo, non riuscivo a togliermi dalla testa la trasformazione che era avvenuta su di me.






NdA: 

Salve a tutti! 
Intanto ringrazio chi ultimamente ha letto e recensito la storia, ormai pensavo la seguissero in pochissimi se non in una sola persona, invece nell'ultimo capitolo ho avuto una piacevole sorpresa e sono molto contenta. 
In questo capitolo di preciso, come vedete, c'è quasi solo narrazione e Sigyn non è che un'ombra rispetto a Loki che si trova a confronto con se stesso e quello che diventerà il suo futuro. 
Come sempre ringrazio  Mania che revisiona il capitolo e mi sostiene nella scrittura di questa storia. Alla prossima! 
   
 
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