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Autore: lietta    30/10/2008    2 recensioni
Cameron va a casa di House per annunciargli la sua intenzione di lasciare l'ospedale...E' la mia prima fanfic...abbiate pietà!:)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love of my life

Non era la prima volta che si trovava in casa di House ma era la prima volta che vi era entrata avendo la coscienza di non tornarci più. Aveva deciso di accettare il lavoro offertogli dall'ospedale di New York.Certo non era distante chilometri,avrebbe potuto prendere il treno di tanto in tanto per tornare a fare visita ai suoi vecchi amici,a Chase,Foreman...House...Ma non aveva alcun bisogno di tornare perché la persona che più voleva accanto a sé  faceva di tutto per scappare e lei. E dopo quattro anni era stanca di corrergli dietro.

Cam:"Non c'è più bisogno che tu ti preoccupi di me...Me ne sto andando."

House indossava una T-Shirt di un qualche gruppo sconosciuto a Cameron:in fondo c'erano due generazioni che li dividevano. La giovane donna invece indossava un maglioncino azzurro di lana,non tanto pesante ma nel momento in cui gli occhi di House si fissarono nei suoi, le sembrò di essere nel Sahara nel pieno di una tempesta di sabbia. I suoi occhi cominciarono a bruciarle stanchi di trattenere quelle lacrime che da troppo tempo le covavano nell'anima. Si sentiva soffocare,all'improvviso si sentiva oppressa da quella piccola stanza,che era davvero troppo piccola per contenere tutte le emozioni che si susseguivano nella mente della ragazza.

House:"Perché?"Le si avvicinò senza pensarci. Gli doleva la gamba ma non gli interessava,adesso aveva uno dei suoi puzzle da comporre:doveva scoprire perché Allison Cameron,la sua immunologa,l'unica donna capace di tenergli testa e di sopportarlo nonostante la sua misantropia,stesse scappando via dal PPTH.Non aveva alcun senso...O forse non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso. No, non poteva essere lui il motivo del suo abbandono. Lui era sempre stato chiaro con lei: non gli interessava,non provava niente nei suoi confronti e non era interessato ad avere nessuna relazione...Ma credeva davvero ancora a queste storie che da anni raccontava a tutti compreso a se stesso perché aveva paura di ammettere che in realtà erano gli altri a non essere interessati ad instaurare una qualsiasi relazione con lui?...Tutti tranne Cameron,ovviamente.

Ormai erano a pochi passi uno dall'altra. House sperò che alla sua domanda Cameron rispondesse con una delle sue solite frasi ad effetto del tipo <<...Se non posso averti è inutile che io stia qui>>o magari<>...E se avesse ragione??

Cameron lo guardò negli occhi. Averlo così vicino le provocava sempre una sensazione di benessere mista ad ansia. Non riusciva a sopportare il fatto di averlo lì davanti a lei e non poterlo toccare,non poterlo baciare,non potergli confessare tutto quello che provava. Per un attimo però fu tentata,con tutta le sue forze cercò di trovare il coraggio di confessargli tutto e non farlo solo attraverso i suoi occhi,ma quando provò a dire qualcosa le sue corde vocali si rifiutarono di aiutarla in quell’impresa.

 House: "E' un altro nobile gesto della crocerossina?...Stai proteggendo Foreman?O forse..."Voleva scatenare una qualche reazione in lei. Non era abituato a vederla così remissiva nei suoi confronti. Era quello che gli piaceva della sua fidata compagna di diagnosi,il fatto che lei avesse sempre da ridire su quello che lui affermava. Ma lei lo interruppe.

Cam:"Sto proteggendo me stessa..."Disse lei tutto d'un fiato chiedendosi da dove avesse attinto tanto coraggio. House la guardò negli occhi non capiva di cosa stesse parlando. Proteggere se stessa da cosa?da chi?Da lui??Ok è vero era un misantropo,bastardo,figlio di puttana ma di certo non era il lupo cattivo e soprattutto lei non era Cappuccetto Rosso...Certo che la Cuddy poteva essere benissimo la dolce nonnina di cui il lupo avrebbe volentieri approfittato. Stranamente non trovò quel pensiero eccitante né tantomeno divertente. Ma che gli stava succedendo?Si stava davvero rammollendo??House la guardò perplesso. Nessuna macchina sarebbe stata in grado di controllare il suo ritmo cardiaco senza andare in conto circuito. Ma perché il suo cuore batteva così velocemente??Che gli stava succedendo??Gli sembrò di avere una corda attorno alla gola che gli impediva di parlare e respirare. Sentiva l'aria diventare sempre più rarefatta e sentiva i suoi polmoni espandersi a fatica. Anche per Cameron stava cominciando a diventare difficile restare in quella stanza. Vedere quegli occhi e sapere di non poterli più incontrare le faceva perdere la sua parte razionale,per una volta voleva seguire l'istinto. Baciarlo come si bacia solo una volta nella vita per poi scappare a gambe levate per paura di essere respinti o peggio ancora di sapere che l'altro lo voleva quanto te. House cercava di mantenere la calma e non lasciar trasparire le emozioni che gli facevano stringere sempre con più forza il bastone con le mani fino a far diventare le dita paonazze per la troppa pressione.

"Mi hai chiesto perché mi piaci...Tu sei  rude ma credevo che tutto quello che fai lo fai per aiutare le persone... ma mi sbagliavo lo fai per te..."Lei gli porse la mano. Voleva lasciarlo con un saluto civile,i baci sulle guance sarebbero stati troppo per entrambi,non erano poi mai stati così in confidenza. House restò a fissare la mano affusolata dell'immunologa per qualche secondo. Sarebbe stata una pianista eccezionale pensò ma lei ,invece, dopo un anno di lezioni quotidiane, aveva deciso di voler mettere le sue mani a disposizione della medicina. I suoi genitori non furono certo delusi. Allora erano ancora fieri della loro principessa. Ma da allora tante cose erano cambiate,persino lei era cambiata. Continuando a fissare la mano lui non la accettò,un classico di House,sorrise stancamente lei. Non poteva darle la soddisfazione di farla andare via senza nessun rimorso. Voleva dimostrarsi bastardo fino in fondo,voleva dimostrarle che lui non aveva alcun bisogno di lei,non voleva la sua compassione,la sua pietà. Lei stava scappando e quindi non si meritava rispetto.

<>disse tra sé e sé.

Cameron sembrava un agnellino portato al macello. Aveva la sua solita espressione da cagnolino abbandonato ma House non riusciva più a guardarla. Girò il volto dall'altro lato fissando un punto imprecisato del pavimento senza riuscire a parlare. Non aveva mai notato quante filettature avesse il legno del suo parquet in soggiorno. Forse perché non aveva nessuno con cui condividere quella scoperta...In un attimo si sentì l'uomo più solo del mondo. Sapeva in realtà che non era così,lui aveva Wilson,e la Cuddy,e Foreman,e Stacy...e aveva Cam.La dolce Cam,la sua crocerossina personale sempre lì per lui nonostante lui non avesse mai fatto niente per ringraziarla. Lei era sul punto di piangere. Forse aveva sbagliato ad andare da lui. Forse un biglietto sarebbe stato sufficiente.

"Caro House

Ho deciso di lasciare. Non riesco più a vivere così...Vado via,

Con affetto Cam"

Già,avrebbe dovuto pensarci ma credeva di riuscire ad essere più fredda nei suoi confronti,nascondendo ancora una volta i suoi sentimenti.

"Addio House..."fece lei in un sussurro guardandolo un'ultima volta sapendo che quegli occhi avrebbero popolato i suoi sogni per molto tempo,forse per sempre. Perché nonostante tutti fossero convinti che lei era attratta da quell’uomo solo perché zoppo in realtà non era così. E  tutti e due in quella stanza lo sapevano. House dal canto suo non riusciva a staccare gli occhi da quelle stupide assi del pavimento. Gli sembrava una scena de "Il cuore rivelatore" di E.A.Poe,da sempre uno dei suoi autori preferiti. Gli sembrò di sentire il battito del cuore sotto le assi. Il battito del cuore di un morto...Era il suo cuore a battere in quel modo. Era lui il morto che chiedeva di essere liberato dalla sua condizione di infelicità perenne. Cameron ormai era alla porta,pronta a buttarsi alle spalle quei tre anni di inferno. House sapeva di non averle reso la vita facile in quel periodo,non c'era cosa peggiore di sentirsi rifiutato,e chi meglio di lui che era stato lasciato dalla donna che amava perché invalido, poteva saperlo?

Senza sapere come sentì la sua mano a contatto con il freddo legno della porta che si bloccò a metà del suo cammino.

"Lasciami andare House..."lo implorò volgendo lo sguardo verso la strada buia e poco trafficata.

"No"

"...Abbiamo già vissuto questa situazione e dopo tre anni siamo ancora qui allo stesso punto. Lasciami andare ti prego.”La mano di House fece forza sulla porta fino a chiuderla. Cameron doveva essere davvero esausta,non aveva opposto la minima resistenza.

"...Non posso lasciarti andare via così"Fece lui poggiando delicatamente la fronte sulla testa di Cameron.Anche lui era esausto,emotivamente. Stanco di negare a se stesso una felicità che era più vicino di quanto volesse ammettere.

"...Perché?"

"Perché voglio che...Allison..."Non si accorse di averla chiamata per nome fino a quando lei non glielo fece notare.

"Allison?Non mi hai mai chiamata così...Credevo nemmeno conoscessi il mio nome di battesimo"Lei alzò gli occhi verso di lui costringendolo a incontrare il suo sguardo. Per lui fu una sensazione nuova,era come affacciarsi in un nuovo mondo desideroso di scoprirne ogni angolo remoto. Il suo nuovo mondo si chiamava Cameron e quando lo realizzò tutto il resto gli sembrò totalmente privo di senso. Sentì le narici inebriarsi dell'odore di lei ed era cosi dannatamente piacevole. Lei non riusciva a staccarsi da quei meravigliosi occhi cobalto. Adesso erano faccia faccia,solo pochi centimetri a separare le loro labbra. Cameron poggiò le mani sul viso di House,un viso solcato da qualche ruga,coperto di una barba trascurata ma così maledettamente sexy. Sembrava muoversi al rallentatore il che non faceva altro che innervosire l'uomo e contemporaneamente  eccitarlo. Sentiva ogni fibra del suo corpo volersi spingere contro di lei,baciarla,fare l'amore con lei fino a che nessuno dei due era più in grado di dare niente all'altro. Il suo egoismo e il suo sarcasmo però erano più forte di quel desiderio da tanto represso.

"Capisco che per te questo debba essere eccitante..."non riuscì a terminare la frase perché i suoi occhi per la prima volta si fissarono in quelli verdi  meravigliosi di lei. Si sentì percorrere il corpo da una scarica di elettricità...Era forse attrazione quella che provava per la sua crocerossina?Scacciò via quei pensieri ma non riuscì a staccare il contatto visivo con lei che intanto si era pericolosamente avvicinata alle sue labbra. Cameron ormai era in preda alle sue emozioni,alla sua voglia di lui che cercava di nascondere senza poi tanto successo da quattro anni. Con una lentezza estenuante anche per lei si avvicinò al suo viso,per quanto volesse non riusciva a non farlo,non era padrona del suo corpo,come al solito quando aveva House accanto a sé del resto. Con paura poggiò le labbra su quelle sottili di House. All'inizio fu solo uno sfiorarsi di labbra come se entrambi volessero avere la certezza che quello non fosse solo uno dei loro sogni,uno di quei sogni che si ha vergogna di confessare a se stessi figuriamoci alla persona interessata. Quando finalmente decisero che quella era realtà il bacio divenne più approfondito. Con la stessa calma con cui si era avvicinata al suo ex capo ormai, Cameron insinuò la lingua nella sua bocca trovandosi accolta da quella di House. Erano impacciati,entrambi sorpresi da quello che stava accadendo. Il bacio fu dolcissimo,il più dolce che entrambi avessero mai dato. Cameron sapeva di cioccolata calda,House di caffè,un mix perfetto. Improvvisamente l'uomo si staccò da lei quasi con violenza. Cameron per un attimo ebbe paura di ricevere uno schiaffo. Non seppe mai spiegarsi il perché eppure si sentì in dovere di fare qualche passo indietro.

Gli occhi di House erano pieni di rabbia,paura,dolore. Cameron li osservava completamente paralizzata,si accorse di respirare solo perché nella camera calò un silenzio tombale.

<<Cam>>ormai chiamava se stessa per cognome<>I suoi occhi diventarono ancora più grandi e belli a causa delle lacrime che lei riuscì a trattenere,non voleva dargli anche quest'ultima soddisfazione.

"Bene"fece con un filo di voce"addio House..."questa volta non ci fu nessuna mano sulla porta,nessuna mano a richiuderla. Lui non la voleva nel suo mondo.

House restò a fissare la porta per un bel po’ prima di essere riportato alla realtà da un dolore lancinante alla gamba,probabilmente aveva risentito del movimento brusco compiuto per impedire a Cameron di lasciare la sua casa. Ma perché l'aveva fatto?Si lasciò cadere sullo sgabello sistemato davanti al pianoforte. Lasciò cadere il bastone a terra provocando un rumore sordo. Estrasse dalla tasca del jeans un paio di Vicodin.Loro si che non l'avrebbero mai tradito,e li ingurgitò come era solito fare,senza l'aiuto dell'acqua. Fissava i tasti del suo piano cercando di trovare una risposta ai quesiti che il suo cervello si poneva,stava lavorando a pieno regime come faceva di solito quando doveva risolvere un caso. Ma dopo cinque minuti si ritrovo solo con mille domande e nessuna certezza. Suonò qualche nota per sciogliersi e si accorse di suonare "Love of my life"dei Queen. Si ricordò di quando aveva assistito dal vivo ad una loro esibizione,sicuramente uno dei concerti più belli,quello a Wembley del 1986.Freddy cantò quella canzone con trasporto,House non lo aveva mai sentito cantare in quel modo. Forse anche la Regina del Rock aveva trovato l'amore...Già...

Il suono del pianoforte lo cullò. Si addormentò pensando alle parole della canzone dei Queen "Love of my life don't leave me,you've taken my love  and now you desert me...When I grow older I will be there at your side to remind how I still love you"Si svegliò pochi minuti dopo con quella strofa che ancora gli ronzava nella testa...Senza pensarci andò verso la porta di casa prendendo al volo il suo giubbotto di pelle che lo faceva sentire un figo.Salì in sella alla sua moto e sfrecciò per le strade della città fino ad arrivare davanti ad un'elegante casa dai colori pastello. A fatica raggiunse la porta rimproverandosi di essere uscito così rapidamente da dimenticarsi anche il bastone sul parquet di casa. Ma poco gli importò quando dopo aver bussato(insistentemente) al campanello, due meravigliosi occhi verdi incontrarono i suoi. Cameron probabilmente stava piangendo,aveva gli occhi rossi e le guance più colorite del normale.

"Vattene House...Non ho voglia di sentire le tue stronzate"voleva sembrare più dura di quanto non fosse.

"Mi dispiace...sono un bastardo e lo sai"le disse con un ghigno prima di rialzare lo sguardo da terra e fissarlo nelle iridi verdissime di lei.

"...Si lo so"acconsentì lei senza sorridere...Poi la sua espressione mutò diventando piena di stupore "Tu hai detto che ti dispiace??"chiese incredula

"...Si...La verità è che...io voglio invecchiare al tuo fianco ricordandoti quanto ti amo"...Ma lo aveva detto davvero??Sul suo volto si dipinse un'espressione ancora più incredula di quella di Cameron.Lei lo guardò per un attimo e non notò quel sarcasmo nei suoi occhi,era sincero. Avrebbe voluto saltare di gioia,urlare come una disperata,buttargli le braccia al collo e baciarlo fino a soffocarlo...No magari quello no,aveva combattuto tanto per averlo non poteva ucciderlo proprio adesso sul più bello.

Guardandolo ancora negli occhi si limitò a dire "...Ti va di entrare?

 

  
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