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Autore: Sunday_Rose    26/11/2014    1 recensioni
1832: I giorni della nuova rivoluzione... Eponine, Gavroche, Enjolras, Joly, una a uno cadono ...
1988: Alexandre Enjor nasce a Lione
1990: Elèonor Dèsirè Tavreut nasce a Marsiglia
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cosette, Enjolras, Eponine, Marius Pontmercy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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There was a time when men were kind
When their voices were soft
And their words inviting
There was a time when love was blind
And the world was a song
And the song was exciting
There was a time
Then it all went wrong

I dreamed a dream in time gone by
When hope was high
And life worth living
I dreamed that love would never die
I dreamed that God would be forgiving
Then I was young and unafraid



1831, Parigi

Èponine vagava assorta per i sobborghi della città, apparentemente incurante della fitta pioggerellina che cadeva incessante sulla città dell’amore. Continuava a chiedersi se ne valeva davvero la pena di restare in quel posto, in fondo anche se fosse scomparsa nel nulla ai suoi genitori non sarebbe importato. Un nuova ondata di tristezza invase il suo corpo con una forza brutale. Èponine si sentiva la ragazza più triste di tutta Parigi e la sua felice infanzia nel lontano paesino di campagna dov’era nata le sembrava solo un vago e confuso mucchio i ricordi appartenenti ad un’altra persona. Ormai una fitta nebbia si frapponeva fra lei e quel passato così generoso di bei momenti e di sensazioni felici. Vagò per un’altra ed infinita ora pensando ad una eventuale fuga fino a quando non raggiunse una piccola piazzetta nascosta fra enormi palazzoni; una folla di persone stava ascoltando un’orazione. Èponine iniziò a camminare per passare oltre la folla o almeno era quella la sua intenzione ma pochi passi più tardi alzò lo sguardo sui due oratori. Il fiato le mancò. Uno dei due giovani era… sembrava… un angelo di quelli rappresentati nei dipinti della chiesa di Notre Dame. I capelli biondi e ricci, gli occhi azzurri e quel sorriso… un sorriso così deciso e sicuro di sé da far sentire Èponine protetta. La giovane non ricordava quanto tempo passò prima di riprendere a camminare per tornare a casa. Si stava facendo buio e doveva tornare. Incamminandosi verso casa però dentro di sé aveva già la consapevolezza che il giorno dopo sarebbe tornata in quella piazzetta per poter osservare, anche solo per un istante, nuovamente quegli occhi.
 

Preso dal discorso Enjolras non si accorgeva della giovane che lo osservava intensamente. Solo dopo aver finito una lunga invettiva contro il governo imperiale, nel voltarsi verso il compagno di fianco a lui, scorse una figura che si dirigeva verso l’ombra di un vicolo. Sembrava una ragazza ma non ne era sicuro e così tornò a incitare la piccola folla davanti a lui.

2016, Londra

Èleonor Tavreut sospirò davanti alla finestra di quello che, ancora per pochi minuti, era il suo appartamento londinese. Si era trasferita a Londra appena diciottenne per studiare in una accademia   di pasticceria e ora, 5 anni dopo, ormai laureatasi doveva tornare dalla sua famiglia… a Parigi.  Quel appartamento le sarebbe sicuramente mancato ma non aveva altre alternative. Il suo posto ormai non era più a Londra. Qualcuno suonò al campanello ed Èleonor iniziò a prendere le valigie da portare all’ingresso. Tutti i mobili e ciò che aveva arredato quella casa era già rinchiuso in diversi scatoloni diretti a Parigi. Ormai mancavano solo lei e il grosso borsone con gli ultimi abiti. Sospirò e si incamminò verso la porta, il taxi la stava aspettando così come il suo futuro.

2016, Siena

Alexandre si chiuse dietro la porta del suo vecchio appartamento. Ormai erano passati 5 anni da quando si era trasferito nella lontana Italia per studiare all’università. A Siena aveva passato i migliori anni della sua vita fino a quando non si era laureato in giornalismo. Era arrivato il momento di tornare a casa, a Parigi. Questa città gli sarebbe mancata come, d’altronde, tutti gli amici che si era fatto ma era felicissimo di tornare nella sua terra d’origine. Alexandre amava Parigi, amava i suoi giardini, i suoi palazzi e il profumo di baguette che proveniva dal panificio accanto alla casa dei suoi genitori. Inspirò per l’ultima volta l’aria di Siena per poi salire su un taxi che l’avrebbe portato in aeroporto. La destinazione era la capitale della Francia. 
Mi scuso tantissimo con tutte le lettrici per il mio comportamento. Purtroppo l'università non mi ha dato tregua e quindi per più di un anno non s0no riuscita ad aggiornare.
Ora mi metterò di impegno e proverò ad aggiornare almeno una volta al mese se non due.
Mi scuso davvero ancora tanto.
Sunday_Rose
   
 
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