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Autore: Furetto_furbetto    28/11/2014    1 recensioni
Non è una vera e propria storia, è solo un qualcosa che mi è uscito durante na giornata piovosa, pensando a lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva molto tumblr, indosso solo la sua maglia bucherellata che le scopriva la spalla, delle culottes nere e le calze fuxia e nere lunghe che non tenevano per niente cado. Ma andava bene così, con i 5SOS a tutto volume nelle cuffiette coperte da un cappello e le mani che si riscaldavano con il calore della cioccolata calda. Assorta nella lettura di un libro che le avevano prestato (che lui le aveva prestato) sdraiata di pancia sul letto mentre il mondo fuori subiva l'ennesima alluvione universale. Sarà stata la terza volta che davano l'allarme meteo due nella sua regione, di questo passo avrebbero finito la scuola a luglio.

Si alzò, staccando lo sguardo per la prima volta dopo quasi un'ora dal libro per guardare fuori dalla finestra. Pioveva, tanto per cambiare. Un lampo l'accecò, sbattè parecchie volte le palpebre prima di sentire il tuono. Rabbrividì nella maglia e decise di uscire dalla camera per prendere una coperta.

Sì, una coperta era proprio quel che ci voleva.

Controllò il cellulare. 209 messaggi del gruppo della sua classe del liceo: non aveva voglia di leggere niente al di fuori delle cazzate che fanno per amore i protagonisti di quel libro. Era stupido, ma in certi momenti le faceva venire nostalgia, così correva a prendere l'altro libro, quello che avrebbe potuto farla ridere e piangere come la prima volta tutte le volte, poi si ricordava che non c'era e ritornava a leggere col mal di cuore. Non c'era perché l'aveva prestato. L'aveva prestato a lui. E lui non le aveva più detto niente di quel libro, si sentiva soffocante a chiedergli come andasse con la lettura anche se quel messaggio compariva ogni volta sulla sua tastiera per poi essere cancellato prima che lui diventasse online.

Ricordò quando durante educazione fisica aveva teso le braccia vedendoselo passare davanti perché aveva un bisogno disperato di un abbraccio, e dello stupore quando lui le si era catapultato addosso inondandola col suo profumo e con una spalla ricoperta di sudore. Si era sentita felicissima.

Prima aveva preso lo scambio di libri come la cosa più intima che potesse aspettarsi, poi c'era stato l'abbraccio nel corridoio della scuola, poi le battute in palestra.

E poi diceva tanto dei libri romantici. Era lei quella che si faceva castelli mentali su un ragazzo che non sarebbe mai stato suo.

Se l'era immaginato centinaia di volte insieme a lei in campagna, dove andava tutte le estati, che ridevano e scherzavano fregandosene del caldo o del fatto che la mela sull'albero era troppo alta da raggiungere o del fatto che l'acqua del ruscello era troppo fredda per farci il bagno o che la capanna che avevano costruito era troppo bassa e che continuavano a darci delle testate. Ma non era la verità. Tutte queste cose le aveva già fatte, solo che non voleva ricordarsele rievocando insieme anche il ragazzo che le aveva spezzato il cuore e che faceva il bastardo una settimana sì e una no.

Si rimise a posto gli occhiali asciugandosi nello stesso tempo gli occhi.

Riprese il suo percorso verso la coperta appoggiata sul letto dei suoi genitori, sentendosi sempre più vuota dentro, si avvolse nella coperta scorgendo un altro lampo fuori dalla finestra del corridoio che la fece fermare per contare i secondi e l'ennesimo tuono la fece sobbalzare facendola arrivare a 5.

Ritornò in camera sua con gli occhi che le si stavano chiudendo a forza di lacrimare e vide lo schermo del cellulare accendersi. Le notifiche a comparsa, non le aveva ancora tolte. Prese il cellulare per modificare le impostazioni ma si bloccò quando vide chi era che voleva un suo aiuto.

Un sorriso enorme le comparve sulle labbra e gli occhi ripresero a lacrimare. Le sfuggì un singhiozzo mentre rispondeva finalmente a un suo messaggio.

  
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