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Autore: Ornyl    30/11/2014    1 recensioni
Anno 2040: le poche risorse energetiche rimaste sono in mano ai potenti delle varie Regioni, i cosiddetti Migliori. Nella Regione Thebe il regime pare vacillare alla morte improvvisa dei governanti Oedipus e Giocasta, che hanno lasciato orfani i quattro Principi Ereditari: due maschi, Eteocle e Polinice, e due femmine, Antigone e Ismene. La loro morte pare l'occasione giusta per i ribelli per instaurare la Prima Repubblica, ma si insedia al trono Kreon, fratello della defunta regina, e per i sovversivi parono complicarsi le cose. In loro soccorso però giunge, inaspettatamente, il principe Polinice, animato da ideali di libertà e giustizia per la popolazione, ma si contrappone a lui il fratello reazionario. I due muoiono durante uno scontro e Kreon concede onori funebri solo al nipote Eteocle e ordina di abbandonare all'oblio il cadavere del traditore, pena la morte. Ma una delle due Principesse, Antigone, dopo aver letto di nascosto le riflessioni del fratello e animata dall'intenzione di garantirgli giusta sepoltura, si allea ai ribelli del gruppo di lotta clandestino "Sfinge Rossa" e decide di combattere un regime che anche lei considera opprimente. Anche il suo animo però è in lotta, diviso tra famiglia e nuovi ideali di libertà.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Margot chiuse la cerniera e le aggiustò le spalline alzando i loro fiori di pizzo nero. Ella la osservava compiere ogni piccolo, lento, accurato gesto: spostò la sedia della specchiera, la fece accomodare e afferrò una spazzola dopo aver aperto un cassetto. Margot iniziava a spazzolarle lentamente i capelli, con attenzione e quasi devozione, quasi avesse paura di staccarle la testa pettinandola: continuava ad osservarla e si compiaceva di quella sua tenerezza, di quelle sue piccole mani nere e paffute che impugnavano ciocche di capelli dello stesso colore, le allisciavano per bene e le intrecciavano in mille e più nodi illuminati da fermagli dorati.
A stento  si riconobbe quando passò dall'osservare le manine della domestica al proprio volto e sorrise compiaciuta: le aveva illuminato le guance e le ciglia con della polvere d'oro, le palpebre con dell'ombretto nero e le labbra con un leggero velo di rosa. Kreon e il Gran Consigliere avevano dato le precise disposizioni di essere "eleganti, perfetti, bellissimi anche durante il terribile lutto". Adesso stava finendo di acconciare i capelli e il risultato, con quel tripudio di trecce e fermagli dorati tutti intorno, sarebbe stato sicuramente strabiliante.
-Dove hai imparato ad intrecciare così bene i capelli, Margot? Sono così belli!-
-Ah, principessa mia, tutti segreti di famiglia! Ma se insistete, vi giuro che vi farò leggere il vecchio diario di mia madre, con tutte le regole appuntate!-
Margot parlava e intrecciava, poi improvvisamente si fermò e prese dalla specchiera un profumo. Lo spruzzò tutto intorno, fece cadere sui capelli altra polverina d'oro e prese dal portagioie un paio di orecchini d'oro a forma di lambda, scintillanti di mille riflessi sanguigni alla luce del lampadario, il tocco finale per l'incoronazione.
-Siete pronta, vostra Maestà- Margot le lanciò uno sguardo dolcissimo ma indecifrabile, un misto di tristezza, paura e ammirazione - Potete alzarvi in piedi-
Si alzò dalla sedia e piantò gli occhi sul proprio volto. Quella che vedeva allo specchio era una giovane donna dalla pelle olivastra e gli occhi dipinti di nero ed oro, con le labbra leggermente corrucciate e il viso incoronato da un tripudio di ricci, trecce e fermagli d'oro. L'abito che indossava era bellissimo: le spalline di pizzo nero lasciavano spazio ad un corsetto degli stessi tessuti, decorato da ricami dorati, e poi ad un'ampia gonna di tulle, lunga e vaporosa, che riprendeva gli stessi motivi del corsetto. Fece una giravolta per far ruotare la gonna, che si mise quasi a brillare come se fatta di scintille, mentre Margot continuava a guardarla ammirata.
-E' .. Bellissimo. Le sarte hanno fatto un lavoro incredibile, porta i ringraziamenti da parte mia-
-Lavoriamo per voi, vostra Maestà. Per voi e per i vostri fratelli-
I loro occhi si incontrarono e quasi le venne voglia di abbracciarla, di ringraziarla, di cederle gli orecchini a forma di lambda come pegno della sua pazienza, e lo avrebbe sicuramente fatto se qualcuno non avesse chiamato il suo nome.
-Devo andare, Maestà .. Devo dare un'ultima occhiata al salone da ballo. Con permesso-
Margot la lasciò lentamente dopo aver fatto un inchino a lei e ad Ismene che entrava e le lanciava un sorrisetto affettuosamente freddo, lasciandola uscire.
Anche Ismene indossava il suo stesso abito, ma le strette spalline e la forma severa del corpetto sembravano irrigidire troppo la morbidezza delle sue spalle bianche e fin troppo morbide. Eppure riusciva comunque bella, candida come la neve e bionda come il grano, con quei grandi occhi azzurri simili a quelli di papà. Sorrideva di un sorriso dolcemente triste e il contrasto tra il nero dell'abito e il candore della sua pelle contribuiva ad accrescere la sua eleganza nonostante l'abito dell'incoronazione le stesse stretto.
-Antigone, finalmente! Coraggio, fatti guardare!-
Fece una giravolta lentamente, poi più velocemente e la fece sorridere con gli scintillii dell'abito.
-Sei bellissima, davvero!- le loro mani si stringevano. Ismene era sempre tiepida e morbida come un cucciolo, nemmeno pareva essere più anziana di lei. I suoi occhi brillavano di una dolcezza e di un'innocenza infantile che lei invece sentiva di aver perso -Sei tanto uguale a mamma, sai?-
Si strinsero lentamente,noncuranti dell'abbigliamento e i loro occhi brillarono, noncuranti del trucco. Si staccarono dall'abbraccio altrettanto lentamente, osservandosi insieme,e i propri occhi neri incontrarono quelli vitrei, di ghiaccio, della sorella. Pareva fatta di neve e ghiaccio quella sua sorella, eppure riusciva di essere calda e morbida come l'erba dei Giardini Reali.
-I nostri fratelli sono pronti?-
-Quasi, sai quanto ci mettono a prepararsi-ridacchiò con le sue fossette rosate - Soprattutto Polinice, chissà come vorrà acconciata la barba!-
Qualcuno bussò due colpi alla porta. Erano due colpi energici, decisi, seguiti da uno scampanio metallico.
-Avanti!-
La porta cigolò e si aprì, lasciando entrare il Gran Consigliere: anche lui vestiva di nero ed oro, e d'oro si era fatto tingere capelli e unghie. Aveva messo anche delle particolari lenti a contatto giallastre che rendevano i suoi occhi serpentini. Ella e Ismene si alzarono di scatto e lo salutarono con un piccolo inchino, ricambiate subito dopo.
-Vostre Altezze Reali- stava fermo sull'uscio e sorrideva loro benignamente-Permettetemi prima di porgervi i miei complimenti per il vostro abbigliamento e il vostro aspetto. Siete .. Brillanti. Particolarmente brillanti, com'è giusto che fosse. Il nero dell'abito non toglie nulla alla vostra dolcissima eleganza ..
-Siete molto gentile, Gran Consigliere- Era sempre Ismene a voler prendere la parola con lui, ancora lei non si sentiva in grado di parlargli con confidenza come facevano i suoi fratelli o zio Kreon. Forse da piccola gli si rivolgeva per accompagnarla ai Giardini Reali quando mamma o papà o gli altri non potevano giocare, ma adesso si limitava ad inchinarsi dinanzi a lui quando passava e a sorridergli da lontano-Il vostro abbigliamento non è da meno affatto, brilleremo ancora e nonostante tutto- Era splendida, Ismene, già pareva la futura Regina. Magari una Regina senza re, poco importava, ella avrebbe fatto da entrambi.
Il Gran Cancelliere le prese una mano e gliela baciò.
-Coraggio, principesse care .. E' tempo di raggiungere la terrazza. L'incoronazione è fra pochi minuti, andiamo!-
Il loro piccolo corteo uscì dalla sua stanza da letto e percorse il lungo corridoio, illuminato a giorno e decorato a festa come non mai: i drappi neri erano sì presenti alle pareti, ma a terra erano stesi tappeti rossi e corone di rose rosse e oro pendevano dai lampadari. Da lontano captò il vociare di Polinice e il ridacchiare di Eteocle e subito dopo anche i ragazzi si unirono al loro gruppo, splendidi come non mai: entrambi indossavano dei cappotti di seta nera, lucida come non mai, chiusi da bottoni dorati e da una spilla a forma di lambda, e tenevano stretta in mano la loro pistola nuova, anch'essa perfettamente lucidata. Si differenziavano solo nell'aspetto: il primo tanto simile a lei, con i bei ricci e la barba brillanti di polvere d'oro, il secondo identico ad Ismene, coi grandi occhi di ghiaccio e il viso angelicamente severo. Erano talmente belli da sembrarle irreali.
-Eccovi qui- sussurrò Eteocle dall'ombra, sorridente e perfetto come se non conoscesse il dolore-Siete splendide, splendide davvero-. Le sue braccia si fecero per qualche secondo un piccolo rifugio per entrambe, poi Polinice le baciò sulla fronte e l'inno di Thebe iniziò a risuonare.
-Prendiamo l'ascensore, Altezze! Siamo già in ritardo!-
A passo veloce percorsero il corridoio, raggiunsero l'ascensore ed entrarono. Esso scattò immediatamente, diretto alla terrazza, sibilando, e raggiunsero la terrazza. Essa, di puro marmo, brillava come neve al sole di riflessi di mille colori, decorata anch'essa da tappeti rossi ed oro; il trono per l'incoronazione dava sulla piazza, già gremita di gente, mentre già le telecamere inquadravano i loro volti e da sotto scrosciavano applausi ed urla di gioia.
-Prendete posto intorno al trono, mi raccomando. Vado a sbrigare le ultime faccende-
Ismene ed Eteocle erano già alla balaustra e salutavano la gente di sotto, sorridenti come non mai. Erano incredibilmente sicuri di sè, quasi fossero appena diventati loro i regnanti, e si compiacevano di ogni applauso o scroscio di risa; Polinice stava ancora accanto a lei col volto serio, quasi non riuscisse a godersi lo spettacolo ma anzi aborrisse quella vista.
-Cosa c'è, non ti unisci a loro?-
-Stavo per chiederti la stessa cosa-
-Queste pantomime non mi interessano. Odio eventi del genere..-
L'inno si fece più forte e notò che quasi si stesse portando le mani alle orecchie, ma subito si fermò perchè inquadrato. Ma subito l'attenzione della telecamera si spostò al nuovo arrivato: Kreon entrava in scena. Lo zio era magnifico, aveva un abito degno di un re: il suo lucido smoking nero era decorato da borchie e da piccole lambda d'oro e indossava un lungo mantello tenuto in tinta con lo smoking tenuto fermo da spesse spalline appuntite; la barba, grigia e nera, era stata leggermente spuntata alle punte e arricciata, e i suoi occhi brillavano di riflessi rossi.
Si avvicinava al trono circondato da loro, i quattro nipoti, i quattro Principi Ereditari. Alzava le braccia e la folla era in tripudio, poi sedeva sul trono non appena il Gran Consigliere, posto alle sue spalle, recava la corona sottile che cingeva la fronte e il globo con la lambda incisa., quelli che erano stati di papà. Zio Kreon li prendeva, li alzava e la folla impazziva, poi li indossava e li teneva con sè: Kreon Labdakou, alla morte del cognato, diventava nuovo sovrano di Thebe. Poi si fecero avanti il Gran Consigliere con la Guardia con le spade in mano, abbassate al nuovo Re, dunque i rappresentanti del Senato con gli esponenti più in vista dei Migliori: tutto veniva inquadrato, tutto veniva ripreso, tutto faceva impazzire Thebe laggiù, oltre la terrazza.
All'applauso decisero di unirsi anche loro e di imitare i gesti dello zio, ma nella fibrillazione generale fu solo Antigone ad accorgersi che Polinice era sparito.
-Dov'è andato Polinice?-
-Cosa? Non ti sento!- ribattè Eteocle-  ..  Sia sempre innalzato il glorioso nome di Thebe e della stirpe dei Lambdakou, figlia e madre della città!- E l'inno suonava ancora, in mezzo agli applausi e alle risa.
   
 
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