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Autore: Biondi    30/11/2014    0 recensioni
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chi ha visto gup sa già che una storia con Maho, Erika e la Kuromorimine non può che essere epica, comunque un nuovo studente entra nella scuola per vendicarsi della sua ex scuola, entrerà poi in intimità con le studentesse...
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come un altro alla Kuromorimine, soffiava una lieve brezza ed il tempo era sereno, un giorno perfetto per un nuovo arrivo, non una ragazza però, si tratta di un ragazzo, assoluta novità e stranezza visto che il poter guidare i carri è riservato alle ragazze, lasciate che vi spieghi: è stato deciso uno scontro amichevole fra la Kuromorimine, scuola più premiata per i successi con i carri, ed una nuova scuola solo maschile, tuttavia il nostro protagonista si è rifiutato di prendere parte alla sfida con quegli “zotici incapaci di rispettare un carro”, parole sue, e decise di schierarsi per la Kuromorimine, convinto di dare una bella lezione a quegli “zotici”. Alcune studentesse erano eccitate per l’arrivo di un uomo, altre riluttanti all’idea. Alla fine l’auto arrivò, scese, osservò le studentesse “abbastanza carine devo dire, mi piace la loro divisa, spero abbiano preparato un modello maschile” pensò, ovviamente a dargli il benvenuto non che a presentarlo all’accademia fu il comandante della Kuromorimine: Nishizumi Maho, in un certo senso si somigliavano, lei kuudere, lui con occhi freddi e vuoti, quasi senza vita, non lasciavano trasparire emozioni; le presentazioni furono brevi, a fargli fare il giro dell’accademia fu Itsumi Erika “per avere 19 anni ha dei capelli molto bianchi questa ragazza, sono proprio carini” fu il suo pensiero mentre la vide. Gli fu assegnata una stanza singola, le camere erano per due ma visto che le studentesse erano già di numero pari non ebbe una compagna di stanza, non che la cosa gli dispiacesse, la solitudine lo rassicurava, forse perché era un po’ affetto da agorafobia ed era un po’ hikikomori, oppure perché così poteva ascoltare la sua musica metal e rock senza chiedersi se la sua compagna gradisse il genere. Nel frattempo la sua ex scuola decise di prendere il nome di Kowaimorimine, nome scelto solo per prendersi gioco della Kuromorimine, erano del tutto sicuri di vincere che decisero di sfidare la St. Gloriana giusto per il gusto sadico di distruggere quelle povere ragazze, non persero un carro, fu un massacro. La notizia arrivò alla Kuromorimine il giorno dopo, ci fu una videochiamata con Darjeeling, “è abbastanza sexy la ragazza per avere un nome da tè”, effettivamente il nostro protagonista trovava carine tutte le ragazze, ma non provava nessun sentimento per loro, Maho decise che ogni studente si sarebbe dovuto allenare tutto il giorno, purtroppo i carri Tiger II tanto amati dal nostro protagonista non erano disponibili e gli venne affidato un banale Panzerkampfwagen III, nonostante ciò dimostrò subito le sue doti, centrò tre bersagli distanti 800m, 1000m e 1100m, fantascienza per chiunque, ma non per lui, probabilmente i suoi occhi vedevano cose che occhi normali ignoravano, furono tutte colpite, soprattutto Erika la quale non aveva mai visto così tanta precisione, gli chiese dove avesse imparato a sparare in quel modo “da nessuna parte, sono sempre stato così preciso, ero il migliore nella mia scuola” fu la risposta, breve e diretta per poter tornare ad allenarsi al più presto, adorava sparare con un carro, gli dava un senso di potenza unico, provava quasi orgasmi ad ogni bersaglio colpito. Due ore dopo l’allenamento non c’era nulla da fare, i carri erano in manutenzione e solo ai meccanici era affidato questo compito, nella stanza accanto a quella del nostro protagonista si sentivano gemiti femminili, forse qualcuna si stava masturbando oppure erano due lesbiche che si stavano rilassando a modo loro, non che gli importasse minimamente, non era neppure interessato a spiare per vederle nude, decise che la cosa migliore da fare era andare da Maho per farle fare un richiamo, non aveva mai avuto molto tempo di poter stare con lei e pensare ad una strategia, si erano limitati a vedersi in rare occasioni e solo per pochi minuti, chiese ad Erika dove fosse e lei rispose che probabilmente si stava facendo una doccia per rilassarsi, qualsiasi persona avrebbe atteso che tornasse nella sua stanza per parlarle, ma non lui, che decise di andare a parlarle lo stesso, non curandosi del fatto che si stesse lavando. Sguardo fermo, gelido, non si curò di nulla, entrò nel bagno e la vide lì, era la prima volta che vedeva il corpo nudo e glabro di una ragazza matura e con un seno abbastanza grande, Maho pur essendo kuudere perse la sua solita calma ma non si arrabbiò e non lo punì come avrebbe fatto qualsiasi superiore con il proprio soldato indisciplinato, neppure tentò di coprirsi, rimase atterrita con lo sguardo fisso in quegli occhi privi di emozione, non era neppure arrossito, lei sì, “due tipe nella stanza accanto alla mia stanno emettendo gemiti, dovresti richiamarle, a quest’ora del giorno non dovrebbero fare certe cose” e se ne andò senza neppure attendere una risposta, e né Maho cerco di fermarlo, semplicemente smise di lavarsi, si rivestì e torno nella sua stanza a preparare un richiamo per quelle due studentesse. Era ormai notte, il giorno dopo alle 14 sarebbe iniziata la sfida, tuttavia qualcosa impediva al nostro protagonista di dormire, aveva in mente l’immagine di Maho nuda, non riusciva a non pensare a lei, il suo cuore batteva forte mentre la pensava, non sapeva cosa fosse, ovviamente era amore, sentimento da lui ritenuto illogico ed inutile anche perché nessuna ragazza si era mai interessata di qualcuno con degli occhi privi di anima. Il mattino arrivò, dormi sì e no per un paio d’ore ma ci era abituato a dormire poco e non mostrava alcun segno di stanchezza. Fece colazione con Erika, la quale sembrava mostrare un profondo senso di ammirazione nei suoi confronti, raccontò le sue migliori battaglie e di come fosse sempre rimasta fedele alla sua scuola, ma al nostro protagonista poco importava, si preoccupava di cercare Maho con lo sguardo pensando al fatto che avrebbe dovuto scusarsi per averla vista nuda, magari così il suo cuore avrebbe smesso di battere forte ogni volta che la pensava. Era stranamente una giornata di tempesta, i fulmini illuminavano il luogo dove si sarebbe tenuto lo scontro “bel tempo per morire”, ovviamente nessuno sarebbe morto ma al nostro protagonista piaceva vedere la potenza dei fulmini illuminare il cielo, se ci fosse anche del vento sarebbe perfetto. Cinque contro cinque, sarebbe stata una sfida veloce, non volle neppure rivedere i suoi ex compagni i quali fecero battute sul fatto che fosse circondato da ragazze e che Maho avesse perso contro la sua sorellina, ciò provocò un senso di rabbia nel nostro protagonista, deciso ad umiliare e distruggere i suoi ex compagni; oltre al suo piccolo Panzerkampfwagen III furono schierati due Tiger II, il potente Maus ed ovviamente il Tiger I di Maho, carro leader, con il classico 212 scritto sopra. La pioggia limitava di molto la visibilità, ma quegli occhi vedevano tutto, boom, mise fuori uso il cingolo sinistro di uno dei carri nemici a 500m di distanza, con il secondo colpo lo mise fuori uso, resistette dallo sparare il terzo colpo di umiliazione solo perché non era il carro leader, troppo bello vincere con un solo attacco. Erika decise di voler dare il meglio di sé ed il secondo carro lo face fuori lei, sebbene con un po’ di fortuna in quanto era finito in una buca fangosa ed era un bersaglio facile. Sembrava tutto facile, ma quando il possente Maus venne messo fuori uso con un colpo il morale calò, poi crebbe l’ira visto che infierirono sul carro, le studentesse dovettero scappare, fu uno solo il pensiero del nostro protagonista, eliminare il carro leader con un colpo secco, ma aveva bisogno di più potenza, la potenza di un Tiger II, “scusate ragazze, vado a sparare con il carro di Erika e la farò finita”, scese, corse sotto la pioggia sapendo che un colpo vagante sarebbe potuto arrivare e ferirlo gravemente, se non peggio, trovò il carri di Erika, bussò e disse: “ciao ragazza dai bei capelli, lasciami usare il tuo cannone”, di certo il senso dell’umorismo non gli mancava anche se era serissimo, entrò, un solo colpo, preciso all’obice del carri leader, un T-90, danno critico, tuttavia il suo sguardo divenne malefico, un sorriso sadico apparve sul suo volto, Erika fu spaventata nel vederlo mentre continuava ad esplodere colpi finché non sentì implorare pietà dai suoi ex compagni. La sera il cielo si rasserenò, la Kuromorimine aveva vinto, di certo non fu una vittoria di squadra ma del singolo, una vittoria non sentita dalle studentesse, il nostro protagonista aveva rassicurato Erika, la quale riacquistò il suo senso di ammirazione incondizionata, ma lui cercava Maho, non le aveva parlato prima o durante la sfida, voleva dirle che il giorno dopo avrebbe lasciato la scuola per girare il mondo, la trovò seduta in un angolo con una tazza di sakè in mano, pensierosa e turbata da qualcosa, “è stata una sfida divertente, un po’ breve forse, mi ha fatto piacere stare in questa scuola, anche se per un periodo davvero irrisorio, domani me ne andrò, volevo fartelo sapere”, anche stavolta se ne andò senza attendere una risposta, risposta che Maho avrebbe voluto dare ma non riuscì ad emettere alcun suono. La notte passò, la mattina il nostro protagonista decise di fare colazione da solo, Erika sarebbe stata troppo triste e l’avrebbe implorato di restare, cosa che a lui non sarebbe piaciuto vederla piangere. Il pomeriggio se ne andò silenziosamente, il cielo era di un rosso molto romantico e poetico, un tramonto perfetto per un finale da racconto, il nostro protagonista si aspettava di trovare la strada libera e senza nessuna a cui dover spiegare dove stesse andando e perché, ma non fu così, c’era qualcuna ad attenderlo, ovviamente l’unica che sapeva che se ne sarebbe andato, decisa stavolta a parlargli seriamente, gli disse che anche lei sentiva qualcosa, un peso nel cuore, un peso che veniva espresso con sospiri, il nostro protagonista non si era mai interessato dell’amore e gli sembrò ancora più illogico visto che si erano parlati due o tre volte e lui l’aveva vista nuda nelle docce, ma questo non era importante, lei si avvicinò per baciarlo, e lui ricambiò, baciandola sulla fronte però, lei fu stupita, le mise una mano fra i capelli e le accarezzò la testa “siamo stati assieme poco tempo, è stato bellissimo vederti e spero di rincontarti un giorno, non ti dimenticherò mai” e se ne andò verso il sole, e per la prima volta quegli occhi impassibili fecero sgorgare una lacrima di tristezza.
 
 
Questo è il finale, piaciuto vero ? se sì vi invito a non andare avanti in quanto ho deciso di mettere un altro finale, il seguito, se vi è piaciuto il finale poetico fermatevi qui, altrimenti proseguite a vostro rischio e pericolo:
 
Il giorno seguente il nostro protagonista tornò a casa, un pacco della Kuromorimine l’aveva stranamente preceduto, “sarà un pacco arrivato poco dopo la mia partenza”, invece era effettivamente arrivato prima di lui, il sistema postale era proprio efficiente, le aprì, vi era una foto di tutta la scuola con le studentesse ed una lettera firmata Itsumi Erika, diceva che si sarebbe allenata per eguagliare la sua precisione, cosa impossibile, e che si sarebbero risfidati se mai si fossero rivisti, vi era anche una busta firmata soltanto Maho, neppure vi era il cognome, cosa strana, il nostro protagonista l’aprì, stavolta fu lui a restare atterrito vedendo che Maho gli aveva mandato una sua foto nuda e con dietro scritto “per farti ricordare per sempre di me”, oltre a chiedersi come avesse fatto la foto visto che la qualità era eccellente fu solo un altro il pensiero del nostro protagonista: “oh cara Maho, mi hai dato qualcosa da fare per parecchio tempo” e chiuse a chiave la porta, pur vivendo da solo.
   
 
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