Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: _BlackAngel16_    30/11/2014    2 recensioni
"Cosa era successo a Morgana per farla scappare da quella vita che tanto amava?"
"Non puoi continuare a nasconderti tesoro... Avrai fatto pure i tuoi errori ma la fuori c'è un mondo che aspetta solo te"
(Tratto dalla storia)
Life: Le esperienze di un gruppo di adolescenti che imparano il significato della parola Vita
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era appena passata la prima ora e tutti gli alunni si riversarono nei corridoi, alla ricerca dei loro armadietti. Morgana non aveva spiccicato parola con nessuno se non con Nathaniel per questioni burocratiche.
Si sentiva un po' persa in quella scuola, così diversa da come la conosceva. L'aspetto era lo stesso ma le persone che lo popolavano erano completamente cambiate. Aveva visto dei nuovi alunni nei corsi del quarto e quinto anno, e dalle terze in giù non conosceva nessuno. In particolare c'era una ragazza, probabilmente del quarto anno e che non aveva mai visto, che proprio non le piaceva. Quella mattina, poco prima del suono della campana, la vide avvinghiata a Castiel, e non le era sfuggito lo sguardo omicida con cui l'aveva guardata. Il motivo poi, rimaneva un mistero.
Scosse la testa per non pensarci e si incamminò verso il suo armadietto per prendere il libro dell'ora successiva e guardare l'orario della giornata. Due ore di algebra con il signor Brown, poi arte e di pomeriggio avrebbe dovuto scegliere quale corso pomeridiano frequentare. Prese il mattone, che alla fine era solo il libro di algebra con più di mille pagine. Mille solo di esercizi, c'erano almeno altre trecento pagine di spiegazioni ed esempi.
Quando scoprì di avere Brown come insegnante per poco non scappò dalla scuola. Lo aveva anche al primo anno e dalla prima volta che si guardarono negli occhi fu odio puro. Brown non riusciva a digerire il carattere sbarazzino e sarcastico della ragazza, troppo “trasgressiva” per i suoi gusti.
Greg Brown era uno di quei professori vecchio stampo, che pretende ordine e disciplina dagli alunni, le lezioni passate senza fiatare e compiti e interrogazioni impeccabili. Ovviamente quasi nessuno era il tipico alunno modello da lui descritto.
Arrivò in classe e si sedette in uno degli ultimi banchi, guardando i suoi compagni del corso di matematica. Li conosceva quasi tutti ma non si sentiva pronta per avvicinarsi e iniziare una discussione con loro. Era molto insicura quella mattina, da ogni parte si girasse vedeva qualcuno sussurrare qualcosa al compagno e questo la metteva in agitazione. “Magari neanche parlano di te Morgana, stai calma” pensò, arricciandosi una ciocca di capelli con l'indice.
Vide la porta dell'aula aprirsi e fare il suo ingresso Ambra. Appena la vide le sorrise e, con andatura sicura, le si avvicinò. “Posso sedermi vicino a te?” Le chiese, facendo scendere la borsa dalla spalla all'avambraccio. “Certo!” Morgana le sorrise a sua volta, acquistando un briciolo di sicurezza. Era felice che almeno Ambra la considerasse ancora sua amica.
Iniziarono a parlottare ma sentendo degli sguardi puntati su di loro, le due ragazze si girarono verso gli altri alunni, che le guardavano con uno sguardo smarrito. “Ambra che fa la gentile con qualcuno?” Sentiva sussurrare “Ma ha la febbre?” Ambra abbassò lo sguardo, con le lacrime agli occhi mentre Morgana non capiva ciò che succedeva.
“Tutti seduti ragazzi!” Nella classe entrò un uomo bassottino, con pochi capelli sulla testa e un look decisamente vintage. Tutti i ragazzi si sedettero al loro posto e, con poca voglia, iniziarono a prendere appunti.

 

Stava seduta sulla panchina del cortile interno della scuola, tra le braccia del suo fidanzato. “Non mi piace quella nuova” Proferì la ragazza, cercando di colmare il lungo silenzio che si era formato. “Sembra tutta innocente ma sono sicura che è una vipera!” Continuò con tono acido, mentre Castiel alzava gli occhi al cielo. “A me sembra simpatica, perchè non provi a parlarci?” Le disse, scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non si era mai accorto che i capelli di Debrah fossero crespi, era sempre stato abituato ad accarezzare quelli di Morgana, morbidi come la seta.
La castana l'ho guardò storto “La stai proteggendo per caso?” Incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio. Non sopportava quando Castiel parlava bene di altre ragazze, diventava estremamente gelosa. “No piccola non la sto proteggendo, dico solo che potreste essere amiche. Tu provaci” Debrah si addolcì, baciandolo sulle labbra. “Vado a cercarla, a dopo” Si alzò di scatto e quasi saltellando entrò nell'edificio. Superata la porta fece una smorfia di disgusto. Nella sua testa aleggiava solo una parola a caratteri cubitali. Pericolo. Aveva un sesto senso infallibile e quella ragazza non la convinceva proprio ma decise di parlarci comunque, scoprendo qualcosa in più su di lei avrebbe potute prevenire qualche tiro mancino da parte della bionda.

Castiel si accese una sigaretta, per far passare un po' di malumore. Di solito ci riusciva solo con la sua chitarra, il fumo era una specie di diversivo quando non poteva suonare.
Dovette ammettere che scoprire chi fosse la ragazza misteriosa di Sweet Dream lo aveva non poco sconvolto. Quella bellissima ragazza bionda era la sua migliore amica, scappata di casa, di cui nessuno seppe più nulla. Da quanto ne sapeva nessuno ebbe sue notizie dalla notte in cui se andò. Rimase mesi e mesi a pensare a lei, ad aspettare una sua chiamata ma Morgana era completamente scomparsa nel nulla, aveva lasciato un vuoto incolmabile per tutti ma non per lui. Si era accorto,proprio in quel periodo, che la semplice amicizia che provava per l'amica si stava trasformando in qualcosa di più grande ma non sapeva come definirlo. Poi lei se ne andò e con il tempo anche l'unico briciolo di sentimento che il moro sentiva sparì. Non si sentiva in colpa di averla quasi dimenticata, era convintissimo che la colpa fosse solo di Morgana e del suo egoismo; Castile andò semplicemente avanti con la vita. Incontrò Debrah ed era talmente preso da lei che non pensava ad altro. Solo riflettendoci però, capì quanto la ragazza assomigliasse, per certi versi, alla vecchia Morgana. Entrambe portavano vitalità e allegria da ogni parte con la loro voglia di vivere, sapevano aiutare tutti nei momenti di difficoltà. Solo una cosa le distingueva. Morgana era molto più spontanea nei gesti e nelle parole mentre Debrah rifletteva su tutto, non era una persona troppo frettolosa e non sapeva se definirlo un pregio o un difetto.
Neanche il fumo riuscì a distoglierlo dai pensieri.


Rosalya passeggiava per il corridoio, sistemandosi di tanto in tanto il maglioncino o i lacci degli stivali con un gesto nervoso.
Era praticamente scappata dalla classe, non sapeva come stare tranquilla, tanto da non riuscire quasi più a respirare. Vederla lì, davanti all'entrata di scuola con quello sguardo innocente, quasi impaurito, era stato come una ventata di aria gelida durante una calda giornata di sole, mentre tu sei in pantaloncini e senti il freddo entrarti fino alle ossa. Quella visione, quasi angelica per lei, le aveva scombussolato la mente. Aveva sperato tanto in suo ritorno, mesi e mesi a pregare di rivederla, con tutta l'energia che aveva in corpo. Ogni sua cellula conteneva una goccia di speranza, pronta a sprigionarsi quando la debolezza dell'albina aumentava, solo per confortarla. Avrebbe voluto correrle incontro, abbracciarla, rimproverarla per il gesto sconsiderato, piangere, sfogarsi. Eppure rimase immobile, come se fosse solo una sua allucinazione. La presenza di Debrah la metteva in soggezione e non sapeva come reagire, come far capire a Morgana che lei, quel ritorno, l'aveva sperato con tutto il cuore. Aveva notato l'irritazione nelle pozze azzurre della castana, rivolta verso la bionda. Aveva notato anche la reazione di Castiel. Incrociato lo sguardo con Morgana si irigidì. L'albina conosceva benissimo il rapporto che legava i due e per entrambi non doveva essere stato facile separarsi così velocemente. Invece per il moro sembrava essere tutto il contrario. Per Rosalya, separarsi dalla sua ancora, era stato un completo shock e non riusciva a capacitarsi di come a Castiel non importasse minimamente. Non era mai stato tipo da raccontare ciò che pensa o prova ma tutti erano fermamente convinti che la lontananza lo avrebbe distrutto. A vederlo però, sembrava che nulla fosse successo e, ancora, Rosalya non riusciva a comprenderlo.

 

Con la scusa di andare in bagno si era dileguata cercando di togliersi un po' di pensieri dalla testa. Sembrava che tutti fossero turbati quella mattina.
Scese le scale lentamente, guardando con attenzione ogni gradino. Sentiva l'eco delle voci di qualche alunno che, sfaticati come lei, correvano a destra e sinistra per salvarsi dall'ennesima infernale giornata di studio.
Arrivò al piano terra, vicino agli uffici della direttrice, e si incamminò verso l'uscita secondaria che portava al cortile interno.
Non riusciva a riconoscersi. Aveva un grande smarrimento dentro, mentre solo qualche giorno prima era una tigre pronta a spaccare il mondo. Non riusciva a sostenere lo sguardo dei suoi ex amici, proprio come immaginava. Tutti la guardavano con uno sguardo enigmatico, che non riusciva a decifrare, ed erano tutti sguardi diversi. Anche qualche minuto prima, mentre scappava dalla lezione, aveva incrociato gli occhi dorati di Rosalya, che la guardavano duramente. Non capiva perchè tutti la guardassero così. Perfino sua zia, che era sempre dalla sua parte, le si rivolse con sguardo di rimprovero e non osava neanche lontanamente immaginare come avrebbe potuta guardarla la madre.
Uscì dall'edificio, trovandosi davanti ad un ragazzo moro. Stava seduto su di un panchina rovinata dal tempo, con le gambe larghe e i gomiti appoggiati sullo schienale. Aveva le cuffie piantate nelle orecchie e seguiva la musica battendo un piede sul cemento. Il volto di Morgana si illuminò di un piccolo sorriso e gli si avvicinò, sedendosi accanto a lui. Castiel aprì un occhio e la squadrò. Non si aspettava di trovarsela li, a sorridergli in quel modo. Non seppe perchè ma il suo cuore perse un battito, probabilmente per la mancanza di lei che nel profondo sentiva.
 La bionda gli sfilò una cuffietta, mettendola nell'orecchio sinistro e lasciandosi trascinare dalle note della canzone.
Per tutto il tempo si erano guardati di sottecchi, cercando di non farsi notare dall'altro. Tra di loro regnava un silenzio quasi religioso mentre il casino si trasferiva nella loro testa sotto forma di un assolo di chitarra.
Il brano finì, e ci furono altri interminabili minuti di silenzio, dove potevano sentire ancora le orecchie fischiare per il volume troppo alto e la testa ripercorrere il testo di Nothing else metter. Nessuno dei due osava parlare fino a quando Morgana, armata di coraggio aprì la bocca e inspirò profondamente, lasciando nell'aria un sussurro quasi impercettibile. “Questa... era la nostra canzone” Castiel la sentì e sussurrò anche lui “Trust I seek and I find in you every day for us something new open mind for a different view and nothing else matters”

 

Camminava avanti e indietro per l'appartamento da almeno mezz'ora. Non aveva avvertito Jocelyn del ritorno della figlia e mancava pochissimo alla fine del suo turno lavorativo. Entro pochi minuti sarebbero tornate entrambe a casa e non sapeva come la sorella avrebbe accolto Morgana.
Jocelyn, pur non avendo un rapporto stabile con la figlia, passavano infatti più tempo ad odiarsi che a volersi bene, era quella che aveva sofferto più di tutti. Era una madre single e il carattere di Morgana era veramente difficile da domare, e soprattutto era difficile capire quello che le passava per la testa. Era una ragazza molto intelligente ma troppo impulsiva, si lasciava trasportare facilmente da ciò che le accadeva intorno. Non aveva preso dalla madre, questo era certo.
“Zia, sono a casa!” Morgana rincasò tutta felice, con un sorriso da un orecchio all'altro. Quelle parole scambiate con Castiel, seppur poche, le avevano rallegrato la giornata.
Chiuse la porta e raggiunse Maggie in cucina, aiutandola a mettere i piatti in tavola. Si accorse subito che i piatti erano tre, non due, e perse un po del sorriso. Ci aveva pensato tutto il giorno e ancora non sapeva come affrontare sua madre. “C'è anche Jocelyn?” Chiese, rivolgendosi alla zia. “La chiami ancora per nome? Comunque...” Pronunciò ridacchiando ma non potè finire la frase per via del campanello. “Vado io” Sibilò Morgana dirigendosi verso la porta. Non sapeva come ma l'avrebbe affrontata. Aprì la porta e si trovò davanti sua madre, con gli stessi capelli biondi e gli stessi occhi verdi. La sua fotocopia invecchiata di vent'anni.
La donna la squadrò, pensando che la figura davanti a lei fosse solo uno scherzo della stanchezza. “Mamma...” Pronunciò piano la ragazza, con voce tremolante. Maggie seguiva la scena da dentro la cucina, lasciando spazio alle due. Vide gli occhi di entrambe farsi lucidi, come i suoi del resto, poi sua sorella scoppiò in lacrime, gettandosi tra le braccia della figlia che prontamente l'abbracciò.
“Dove sei stata tutto questo tempo?” Si erano sedute a tavola, pronte per cenare nuovamente come una vera famiglia. “A Londra, ho studiato musica” Rispose alla madre, rovesciando per sbaglio una saliera “Oddio, sfortuna!” Urlò lanciando il sale caduto alle spalle, procurando una risate generale.
Finirono di cenare e, come erano solite fare, guardarono un film romantico per poi addormentarsi stanche sul divano.


Angolo autrice:
Eccomi qui... con una settimana di ritardo o.o.Vi prego non uccidetemi *si inginocchia* Domenica scorsa h avuto problemi e non ho potuto agiornare, scusate tanto^^
Il capitolo è un po cortino ( credo :/ ) volevo farlo più lungo ma voglio fare la storia più bilanciata eee... non so come spiegarlo xD Vabbe ^^"
Ho riletto i primi due capitoli e l'unica cosa che ho pensato è "Oddio che schifo" quindi li sto risrivendo bene, anche per renderli un po più interessanti^^ Per domenica prossima dovrei riuscire a cancellare quelli di adesso e mettere quelli belli ( Oddio, belli .-. )
La storia è un po noiosetta adesso ma siamo solo all'inizio xD Ringrazio chi sta leggendo questo sgorbio di storia e IlCantoDiLorelei che ha recensito il capitolo precedente <3
Ciao ciao *saluta con la manina* ( Mio dio che demente sono .-. )

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: _BlackAngel16_