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Autore: Hayhey    02/12/2014    2 recensioni
Cecil ascoltava le stelle.
Ascoltava le loro storie.
Era arrivato il momento della Stella Polare.
REVISIONATA 04/12/14
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti di stelle'
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Cecil e i racconti delle stelle

 
Cecil guardava il cielo avvolto da una coperta, sopra il tetto di casa sua.
Quella notte c’erano molte stelle, alcune più luminose di altre, più anziane, che avevano una lunga storia dietro.
Cecil stava ascoltando i loro racconti, come faceva nelle sere stellate come quella e ogni volta scopriva qualcosa di nuovo riguardo a quelli che prima erano stati uomini e donne grandi, che avevano compiuto meravigliose avventure o che semplicemente avevano avuto una vita interessante.
Da quando aveva undici anni, il ragazzino usciva dalla sua camera in mansarda e, con una coperta addosso, si sedeva sul tetto della sua casetta nella cittadina inglese in cui abitava per ascoltare le avventure delle stelle.
La prima che aveva ascoltato, quella che lo aveva portato lì, era stata quella della mamma: gli aveva parlato del grande amore che provava per lui e per suo marito, dicendogli che gli sarebbe sempre stata accanto e che quando aveva bisogno poteva chiederle aiuto. Ed era grazie a quelle parole che il ragazzo aveva cominciato ad ascoltare i racconti delle stelle: scoperte sensazionali di avventurieri, storie d’amore di giovani fanciulle, battaglie di re, rivolte di chi si sentiva inferiore.
Ma Cecil sentiva che qualcosa stava per cambiare quella notte.
Amava le stelle e amava poterle ascoltare; sapeva tutto di loro, di come erano nate, come erano cresciute, dove erano vissute. Conosceva ormai le storie di tutte quante, tranne di una, la più importante: quella della Stella Polare.
Quando si sedette nel solito punto avvertì un brivido, quindi si strinse di più nella coperta blu scuro. Attese, non bisognava mettere fretta alle stelle.
“Buonasera Cecil, benvenuto anche stasera. Questa è una notte speciale, è la notte in cui ti racconterò la mia storia. Puoi decidere se ascoltarla, crescendo e seguendo i tuoi sogni, o se rifiutare, mantenendo lo stesso animo e rimanendo chiuso, fuori dal mondo. Scegli, ma ricorda:  se dirai di sì non potrai più parlare con noi, con tua madre.”
Cecil se lo sentiva che stava per cambiare tutto e riflettè molto. Aveva imparato molto in quei sei anni, aveva conosciuto valori e disprezzato gesta crudeli, aveva visto l’amore e l’odio. Era cresciuto grazie ai loro racconti.
“Grazie per avermi dato questa scelta e per avermi fatto conoscere le vostre storie. Voglio ascoltare la tua storia, anche se poi non vi parlerò più, so che ci sarete sempre. Mamma, ti voglio bene. Stella Polare, quando vuoi sono pronto.”
“Molto bene Cecil, hai fatto una saggia scelta. Noi saremo sempre con te, sempre.” E d’improvviso tutte le stelle si zittirono, non c’era il solito brusio di sottofondo, anche gli animaletti della notte si erano acquietati. Poi cominciò a raccontare.
“Io sono, come ben sai, la Stella Polare, ma forse non sai che sono l’unica figlia della Luna e del Sole. Si innamorarono e dal loro amore nacqui io, inizialmente umana. Ero una ragazza dai lunghi capelli biondi, con la pelle così bianca da essere quasi luminosa e gli occhi di un blu così intenso che se ti ci immergevi ti sembrava di essere nella notte più scura che potessi mai immaginarti. Vivevo spensierata sul mio bel promontorio che dava sull’oceano e ogni notte di Luna piena salivo in cima ad esso e cantavo sulla musica che componevano le mie amiche stelle, compagne di Madre Luna e sorelle di Padre Sole. Una notte, un marinaio sentì la mia voce e, impressionato, salì fino in cima al promontorio per vedere chi cantava. Si chiamava Calem ed era il mio esatto contrario, con i suoi occhi e capelli scuri, con la sua pelle abbronzata per tutte le giornate passate in mare. Fu amore a prima vista, ogni Luna piena ci trovavamo lassù, poi lui partiva per l’oceano sconfinato, tornando ogni volta con un nuovo regalo per me. Ma un giorno non tornò. Lo attesi tutta la notte, invano. Dal villaggio vicino mi giunse notizia della sua scomparsa; chiesi allora ai miei genitori di trasformarmi in quella che sono oggi, nella speranza di indicargli la strada giusta verso casa. Da quel momento tutte le persone che se andavano finirono in cielo, pronte per raccontare la loro storia a chi se ne interessava, a chi credeva in loro.”
Finito di raccontare, la Stella Polare di illuminò d’improvviso, abbagliando Cecil che sentì in lontananza una voce: “Addio Cecil, ti voglio tanto bene, mamma.”
Poi silenzio. Cecil non sentiva più le stelle, ma dentro di lui cresceva un nuovo spirito colmo dell’affetto di tutte le sue amiche luminose, che lo preparavano all’avventura del mondo.
“Addio. Vi porterò sempre con me.”
   
 
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