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Autore: Chillian_    02/12/2014    0 recensioni
Una ciocca dei miei capelli rossi mi cadde sul viso, e guardandomi allo specchio notai una troppo abbondante ricrescita nera.
Mi ricordava che anche se spesso si tenta di rimuovere, mascherare, o fingere qualcosa, prima o poi ciò che realmente ci appartiene, torna a trovarci.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La sveglia suonò alle otto.
Nico mi aveva di nuovo impostato come sveglia quella militare, che stronzo.
L'effetto fu comunque riuscito.
Mi alzai senza avere minimamente coscienza della mia persona e del mondo circostante.
I miei piedi mi guidarono abitudinari alla macchinetta del caffè.
Dopo una bella tazza bollente piano piano la mia esistenza cominciava a prendere forma.
Mi vestii e svegliai Nico.
Aveva promesso di accompagnarmi lui quella mattina in moto almeno fino alla Metro, dato che lo studio del professore si trovava in Moscova a Milano.
Dopo il gelo delle mattinate di dicembre arrivati in Comasina mi salutò ancora addormentato.
Il viaggio fu piuttosto monotono.
Musica nella testa e qualche sguardo alle altre persone in metro.
Chi andava a lavoro vestito di tutto punto.
Chi aveva ancora gli occhi troppo stanchi per tenerli aperti.
Chi chiacchierava con i compagni di scuola.
Cambio in Stazione Centrale e dritti sulla verde in Moscova.
Via della Moscova numero 15, ore 9.30
Arrivai puntualissima.
Il vecchio portone in legno era aperto e dava su un cortile molto ben curato, con fiori e aiuole.
Un cartello indicava l'ingresso dello studio, specificando "secondo piano".
L'ascensore era fermo al quinto piano, ed io non sono mai stata una persona paziente.
Salii le due rampe di scale arrivando per miracolo al pianerottolo completamente senza fiato.
Mi ripresi qualche secondo.
Suonai il campanello che fece aprire automaticamente la porta.
Mi ritrovai davanti una ragazza un po' in carne ma di bell'aspetto, sulla trentina, che mi sorrideva.
Sedeva su una scrivania di noce piena di qualsiasi cosa, dai libri alle lampade vittoriane.
Dietro di lei una grandissima libreria, e guardandomi intorno notai che era lo stile di tutta l'intera stanza.
La stavamo aspettando, avviso subito il professore.
Disse con un sorriso.
Si alzò e scomparve per qualche secondo.
Nell'aria aleggiava un antico profumo di mobili e di vaniglia.
Prego, da questa parte
Mi fece segno verso la porta da cui era appena uscita.
Le andai incontro ed entrai.
L'ufficio del Professore era nello stile dell'entrata ma molto più pieno di pezzi di vita e di memorie.
L'odore di vaniglia al suo interno era ancora più forte.
Sembrava lo studio di uno scienziato ottocentesco.
E' un piacere Vittoria, si accomodi.
Era un uomo sulla sessantina.
Piacere Mio professore
Mi accomodai.
  
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