Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: stellinabg    03/12/2014    2 recensioni
Raggiunti i suoi compagni nella nuova sede della squadra speciale Levi, Sasha apprende ciò che è successo nel villaggio natale del suo amico Connie. “Nessuno dovrebbe mai affrontare le difficoltà da solo”, questa era l’idea della ragazza, “soprattutto le persone a noi care”.
Piccola one shot in cui, attraverso questa terribile vicenda, i due iniziano a rendersi conto di quanto siano profondamente legati l'uno all'altro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conny Springer, Sasha Braus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE SPOILER: sconsiglio la lettura di questa one shota chi non ha ancora letto il capitolo 51 del manga.

Approdata per caso in questo fandom, dietro consiglio di una compagna di role, con l'intento di prendere una "boccata d'aria" dal mio principale fandom, ho iniziato ad appassionarmene a forza di ruolare come Armin Arlert.
Questa è la mia prima fan fiction di Shingeki e in particolare è la primissima volta che scrivo di Sasha e Connie. Spero di essere riuscita a rendere bene la situazione e i personaggi. Avviso già che, data la particolarità della situazione in cui si trovano, non ci saranno momenti bizzarri e divertenti, tipici di questi due personaggi.



WITH YOU...
Tante, troppe cose erano cambiate nel giro di pochi giorni e tante ne sarebbero cambiate ancora.
Non appena Sasha tornò nel quartier generale della Legione Esplorativa, un uomo di grado superiore la condusse immediatamente, senza darle troppe spiegazioni, in un luogo molto decentrato e nascosto. In fondo, era un ordine e come tale era tenuta a rispettarlo. Dopo un viaggio di almeno un’ora e dopo aver attraversato dei fitti boschi, arrivò finalmente a scorgere un’abitazione montana: dall’esterno nulla che potesse fare pensare ad un rifugio militare, anche se la dimensione dell’edificio, faceva capire che al suo interno dovevano esserci diverse stanze.
Tutte le domande che si era fatta, poterono avere risposta solo una volta entrata al suo interno: quella era la nuova sede della squadra Levi e lei era stata scelta per farne parte. Fu molto sorpresa di apprendere ciò, anche se Armin le spiegò che una decisione del genere era piuttosto ovvia, visto il punteggio che aveva ottenuto durante la fase di arruolamento e anche in seguito al buon rendimento mantenuto durante le battaglie. Dal canto suo, la ragazza invece non era molto convinta di essere all’altezza di un gruppo d’élite come quello, ma era più che felice di farne parte, soprattutto perché ciò significava che avrebbe continuato a stare insieme ai suoi amici: Armin, Eren, Mikasa, Jean, Christa e infine Connie, che stranamente non era presente a quella specie di “tavola rotonda”, destinata ad aggiornarla sulle ultime novità. Altra cosa molto strana erano le assenze di Ymir (praticamente amica inseparabile di Christa), Bertholdt e Reiner, tutti e tre molto bravi in battaglia.
Il caporale Levi incaricò quindi Armin di farle brevemente un quadro preciso della situazione, in modo da rispondere a tutti i quesiti da lei posti. Il biondo, molto attento e intelligente, doveva aver compreso quanto lei e Connie si fossero legati molto da quando si erano conosciuti sotto le armi, così partì a spiegare proprio dalla sua assenza.
- Connie è con il capo squadra Hanji Zoe per alcuni esperimenti. Il villaggio di Rangako sembra essere stato attaccato… -
Non appena sentì quel nome, che sapeva essere il paese natio del suo amico, Sasha saltò in piedi dalla sedia, preoccupata per le sorti della famiglia Springer e di tutti gli altri abitanti di Rangako. Tornò però subito a sedere quando Mikasa la intimò alla calma, in modo che Armin potesse continuare a spiegare la particolarità di quell’attacco. Sembrava infatti che tutte le abitazioni fossero esplose dall’interno e che non ci fosse alcuna traccia di sangue; nessun abitante ritrovato e, cosa ancora più inquietante, il numero di titani abbattuti all’interno delle mura, era lo stesso numero di abitanti del villaggio di Rangako. Questa rivelazione sgomentò la ragazza, il cui pensiero andò immediatamente a Connie che, oltre ad avere perso la famiglia, doveva quindi convivere con quella tormentata ipotesi che probabilmente i suoi cari si erano trasformati in titani e macchiati di diversi crimini prima di trovare la morte. Fu parzialmente sollevata, quando le fu detto che la madre del ragazzo era ancora viva, anche se si trovava ancora in forma titanica. Ora tutto le era più chiaro: ora capiva finalmente il motivo per cui il capo squadra Hanji aveva chiesto proprio l’aiuto di Connie per quei particolari esperimenti e non quello di Armin, che solitamente affiancava la donna in missioni di quel tipo.
Tutti gli aggiornamenti successivi, seppur egualmente scioccanti, non turbarono più di tanto la ragazza che ancora non riusciva ad abbandonare con il pensiero il proprio amico. La vera identità di Christa, il fatto che Ymir fosse un titano di più di 60 anni, mentre Reiner e Berthold fossero rispettivamente il titano corazzato e quello colossale, l’importanza di mantenere segreta l’ubicazione della squadra per proteggere Historia ed Eren: tutte queste informazioni attirarono poco l’attenzione di Sasha che non faceva altro che preoccuparsi per come poteva sentirsi Connie e provava una profonda tristezza all’idea di non poter fare niente per lui.
Da quanto era in ansia per l’amico, con immenso stupore di tutti gli altri, la ragazza toccò poco cibo e si separò presto dal resto del gruppo per andare a dormire. Invece di andare nel proprio letto, però, si andò a sdraiare su quello del “compagno di idiozie”. Sasha e Connie, infatti, avevano caratteri molto simili che, fin dall’inizio, li aveva fatti avvicinare e sentire sulla stessa lunghezza d’onda. Ogni volta che a Sasha veniva in mente di fare una cosa stupida, era sicurissima che, mentre tutti gli altri l’avrebbero rimproverata e intimata a non farla, il ragazzo l’avrebbe seguita. E la stessa cosa, ovviamente, valeva anche al contrario.
Ripensando ad alcuni di quei momenti passati insieme, Sasha si avviluppò bene sotto a quelle stesse coperte che, qualche giorno prima, avevano accolto il moro, mentre aspettava di poterlo riabbracciare e dimostrargli tutta la sua solidarietà per l’accaduto.
“Nessuno dovrebbe mai affrontare le difficoltà da solo”, questa era l’idea della ragazza, “soprattutto le persone a noi care”. E Connie, per lei, era una persona a cui teneva davvero molto. In quel momento, se ne rese conto più che mai.

***

WITH ME...
Era da poco sorta l’alba quando Connie raggiunse il complesso rurale in cui l’attendeva una nuova avventura come membro della squadra Levi. Le giornate di test erano state estenuanti, ma il capo squadra Hanji si era detta molto soddisfatta dei progressi fatti e in quello stesso momento, stava conducendo “sua madre” in una delle gallerie sotterranee della Legione Esplorativa, in cui avrebbe continuato gli esperimenti e tentato di fare tornare la donna alla sua forma umana. Il passo successivo sarebbe stato quello di rintracciare i responsabili di tale attacco del tutto fuori dal comune. Ripensandoci, Connie non poteva fare a meno di chiedersi se tutto ciò sarebbe andato a buon fine e soprattutto se sarebbe riuscito a riabbracciare sua madre.
Stanco e provato per quelle lunghe giornate tormentate, decise di non ragionarci oltre e raggiunse in fretta la sua stanza con l’intento di andare a riposare, o almeno a provarci. Tuttavia, non appena entrò nella camera, notò immediatamente che il proprio letto era occupato da Sasha. La ragazza, tutta raggomitolata nelle coperte, aveva però gli occhi sbarrati e pieni di occhiaie, segno che non era riuscita a dormire. Senza nemmeno avere il tempo di metabolizzare altro, si ritrovò la castana addosso a stringerlo tra le sue braccia.
- Ehy, mi soffochi così… -, si lamentò, cercando di mantenersi vitale come sempre, per non farla preoccupare più del necessario.
La ragazza ignorò la protesta e continuò a mantenersi stretta a lui: - Ho saputo del tuo villaggio…di tua mamma… -.
- Già…brutta storia… -, commentò tristemente.
In quel momento la ragazza sciolse l’abbraccio e Connie notò le lacrime sul suo volto, lacrime che probabilmente erano state anche la causa di una leggera incrinatura nelle sue precedenti parole. Pur trovandola una tipa dal cuore d’oro, il moro fu sorpreso da quella reazione: la castana, generalmente, era sempre molto allegra e difficilmente si lasciava prendere da forti momenti di sconforto da arrivare a piangere. Teneva così tanto a lui da condividere le sue stesse sofferenze? Fino ad allora lo aveva ritenuto impossibile, ma forse era talmente stupido da non essersi mai accorto di ciò che, agli occhi degli altri, era chiaro da tempo. Diverse volte, infatti, i loro compagni avevano fatto insinuazioni, più o meno velate, che tra loro due ci fosse qualcosa, ma Connie aveva sempre negato. Il moro era più che convinto di essere troppo idiota per meritarsi una ragazza speciale come Sasha, anche se dentro di sé si era ritrovato a sperare che ciò potesse succedere.
- Sarai stanco, immagino… -, disse, asciugandosi il viso con la manica del pigiama rosa, - …riposa ora. -
Connie annuì con la testa, senza però perdere di vista la ragazza che si stava avvicinando alla porta per lasciarlo solo. Istintivamente, allungò il braccio verso di lei e le afferrò il polso per fermarla.
- Rimarresti con me? -
Aveva appena finito di porre quella domanda che si maledisse mentalmente per essere stato così impulsivo da fare e dire la prima cosa che gli passasse per la mente.  Difatti, il moro fu immediatamente invaso dal timore di un rifiuto da parte della ragazza che, a quella richiesta inusuale, aveva preso a guardarlo ad occhi spalancati e ancora tardava a dare una risposta.
- Certamente -
Un enorme sorriso raggiante comparve sul volto dell’amica. Un sorriso che lasciava capire, anche a lui che era un idiota, quanto Sasha avesse piacere a stargli accanto. Un sorriso capace di scaldargli il cuore e fargli dimenticare, almeno per il momento, tutti i suoi problemi.
   
 
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