L’acqua era uno specchio.
Non un onda smorzava la perfezione di quella tavola lucida.
Haru quasi si pentì di essere arrivato fin lì per poi dover rompere quell’armonia.
Purtroppo, al momento, era l’unica piscina disponibile.
Cominciò a disfarsi della tuta, ignaro che da lì a qualche secondo avrebbe avuto visite.
Si era abbassato per slacciarsi le scarpe e subito dopo si era rialzato completamente nudo, fatta eccezione per il costume da bagno.
Rin era lì, all’entrata della piscina.
Spiava Haru dai vetri delle porte.
Seguiva con lo sguardo la linea della sua schiena, imprimendo nella memoria la forma dei muscoli.
Haru sentì un brivido dietro al collo.
Si sentiva osservato e aveva ragione.
Si voltò e vide Rin lì a fissarlo.
Rin ormai era stato scoperto.
Tanto vale farsi avanti.
Aprì la porta ed avanzò di qualche passo.
- Mi stavi fissando? -
Domandò Haru con espressione sorpresa.
Rin sogghignò.
Guardò Haru dalla testa ai piedi, perdendosi delle fantasie peggiori.
- Qualche problema? -
Haru distolse lo sguardo e diede di nuovo le spalle a Rin.
Lui non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Restava fermo lì a guardare il suo corpo, mentre si preparava per tuffarsi.
Haru indossò cuffia ed occhialini, prese un respiro profondo e si buttò in acqua.
Stile libero, come Rin aveva previsto.
Haru era così. Non faceva altro quando era in acqua.
Nuotò avanti e indietro per ben quattro volte, sperando che Rin si stancasse e lo lasciasse solo, invece era sempre lì.
Si arrese e quando ebbe finito uscì dall’acqua.
Il suo corpo completamente bagnato luccicava sotto i neon.
Haru si tolse gli occhialini e la cuffia, dirigendosi verso gli spogliatoi.
Erano completamente vuoti, eccetto che per lui e per, ovviamente, Rin che l’aveva seguito.
I suoi occhi gli davano quasi fastidio.
Prese un’asciugamani dalla sua borsa e si avviò alle docce.
- Che c’è? -
Domandò a Rin che lo seguiva così insistentemente.
 - Hai bisogno di una mano? -
Chiese lui con un sorriso malizioso.
- Per fare cosa? -
- Beh… -
Haru abbassò lo sguardo.
- N…no… -
Gli ha anche risposto, come un idiota.
Quando fu arrivato ad una delle docce libere, sperò di essere solo.
Si voltò.
Non c’era nessuno.
Azionò l’acqua e la fece scorrere fino a quando non divenne tiepida.
Improvvisamente, mentre l’acqua scorreva sulla sua pelle, sentì delle mani sui fianchi.
- …Rin… -
- Lascia stare. -
Sussurrò l’altro.
- Ci penso io. -