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Autore: gigliofucsia    04/12/2014    0 recensioni
Lia è una ragazza presa in giro dai suoi compagni, ma la sua vita sociale cambia quando, nella sua stessa classe, una classe disastrata, viene trasferito un nuovo studente. Una persona che nessuno si sarebbe mai sognato di avere come compagno.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NUOVO STUDENTE

 

 

 

 

 


Sea entrò in classe con una lieve contorsione allo stomaco. Gli sguardi dei suoi compagni la trafissero, in modo speciale quelli di Alice e Alessia che gli rivolgevano uno sguardo penetrante.
Cercando di non farci caso abbassò lo sguardo sul suo banco nero in prima fila. Fra le pareti verdi echeggiava un fastidioso borbottio. Sea si sedette e mentre voltava lo sguardo verso i suoi compagni che chiacchieravano in gruppo, si sentì sotto pressione. Cosa gli sarebbe successo quel giorno?
Si era appena seduta e già voleva andarsene. La porta si aprì silenziosa, la professoressa Avalava, con il suo volto pieno di rughe  e il suo sguardo severo entrò in classe urlando: -Silenzio!. La classe, infastidita si voltò, ancora borbottando. Attese, con la mano ancora attorno alla maniglia, il silenzio, che arrivò dopo alcuni minuti, poi indietreggiando di un passo spalancò la porta verso l'esterno e dopo pochi secondi, titubante, entra uno scheletro.
La classe lanciò un urlo, Sea rimase come pietrificata, non gli riusciva credere a quello che aveva davanti. Le ossa giallastre delle mani uscivano dai polsini della camicia bianca. I Jeans e le scarpe coprivano tutto il resto. Dal colletto spuntava il teschio, sorretto da una colonna vertebrale. I denti in confronto alle ossa erano bianchi e quasi sorridenti, mentre gli occhi color ghiaccio negli incavi oculari facevano impressione, erano grandi, tondi e pallidi, fissi sulla classe che ricambiava uno sguardo raccapricciato.
Sea rimase senza fiato, non riusciva a credere ai propri occhi e per un attimo si sentì confusa. Ma quando lo guardò meglio, subito sentì di avere già un legame con lui.
 -Si chiama Oscar- disse la prof con voce tremolante- ed è un caso unico nel suo genere, cercate di farci amicizia.
Subito il silenzio venne interrotto Andro -da dove vieni? Dall'aldilà?. D'istinto Sea lo fulminò con lo sguardo, non gli sembrava il modo di fare amicizia con un ragazzo come lui. Tuttavia il resto della classe sghignazzò. Vide Oscar stringersi i pugni mormorando -s-sono nato così- la mascella si staccò e cadde a terra. Tutti scoppiarono a ridere. Quando Oscar si abbassò a raccoglierla tremava dalla testa ai piedi. Quando se la rimontò Andro scoppiò di nuovo a ridere, indicandolo.
Per quanto ci provò la prof  non riuscì a riportare il silenzio quindi si arrese e chiese alla bidella un banco. La quale riuscì a trovarlo solo bianco e che posò accanto a quello di Sea.
Ad un tratto vide i bulbi oculari dello studente incrociare il suo sguardo, nel momento in cui Oscar si afferrò l'orlo della camicia. In quel momento il brusio abbassò di tono. La prof, un po' impacciata appoggia la mano sulla scapola dello scheletro spingendolo verso il banco bianco, dove ci appoggiò lo zaino nero e si sedette tenendo lo sguardo abbastanza basso.
Sembrava guardarsi la mano, ma in verità lui voleva andarsene, perché anche se scheletrico quei gesti erano uguali ai suoi.
La lezione era cominciata, tuttavia questo non evitava agli altri di voltarsi verso il compagno a mormorare di quanto Oscar fosse... “strano”.

La campanella trillò. La professoressa infilò nella borsa i libri e tutto il resto della classe esplose in un fastidioso stridere di sedie. Uscirono dall'aula borbottando, con monete tintinnanti in tasca. Anche Alice, dopo aver accennato che Sea e Oscar erano una bella coppia, uscì con Alessia mentre la prof le seguì con i suoi libri e nella classe non restarono che loro due.
Il silenzio venne subito interrotto dal nuovo studente, che gli chiese malinconico.
-Tu non vai a prenderti la merenda?- Sea, sorpresa di essere stata interpellata per prima da lui, appoggiò la testa sulle braccia incrociate sul banco – non ho fame!- rispose -anzi, a dirla tutta non ho mai fame. Oscar guardando la verde lavagna, mise la mano scheletrica sotto la mascella: -io non ne ho bisogno, sono tutt'ossa. Ci fu un altro silenzio, poi Sea trovò il coraggio di chiedere -ma come è successo?.
-Nessuno lo sa!- rispose, -sono stato una cavia da laboratorio dei dottori per anni e non si è scoperto niente, pare che il mio sia un errore genetico; sta di fatto che quando mia madre trovò il modo  di farmi andare a scuola nessuno mi ha mai accettato come un ragazzo normale.
-A sentirti, i miei problemi non sembrano così gravi; sembra che l'intera classe voglia evitarti più di me. Oscar si voltò all'improvviso verso di lei – cos'hai tu di diverso?- chiese inclinando il teschio, come per dire “proprio tu che hai muscoli e pelle sulle ossa?”. Sea rispose – a quanto pare saper leggere e scrivere è una qualità strana in questa scuola; sembra che gli altri preferiscano fare scherzi o prendere in giro i più piccoli, specialmente in questa classe disastrata-
Proprio mentre ne parlava nella sua testa i ricordi cominciarono a riprendere forma... leggi? Ma quanto sei noiosa?!... come fa qualcuno a divertirsi stando tutto il giorno sui libri, già non sopporto quelli di scuola... ma fatti una vita sociale... devi smettere di leggere!...
Quando il cuore iniziò a scaldarsi cercò di tornare alla realtà e ci riuscì. Guardò Oscar negli occhi color ghiaccio e sorrise amaramente e il silenzio cadde di nuovo nell'aula. Dopo poco la porta di spalancò.
Lo stomaco di Sea si ribaltò quando vide entrare: Drian, Himo, Leoro e Andro; ridendo e scherzando si avvicinarono a Oscar che si limitò a guardarli sempre con la mascella ossuta sulla mano scheletrica. Quando Drian gli sbatte le mani sul banco lui non sobbalzò o almeno così sembrò. -Ciao quattrossa!- Esclamò Drian. Oscar si limitò a bussare le dita sul banco, era nervoso. -Mi ascolti? Scherzo della natura?- Le ossa delle dita iniziarono a trottare più veloce sul banco, il gruppo iniziò a sghignazzare e cercando di farlo parlare iniziarono ad urlargli addosso: ti ha fatto una domanda!... rispondi!...  ci ignori?!... ma lui non reagì.
Iniziarono a dargli delle spinte sempre più numerosi finché non gli furono tutti addosso. Oscar nonostante tutto non reagì, stette fermo a sopportare. Sea, più li guardava e più non li sopportava, cominciò a tremare di agitazione.
...-Basta Drian!- Urlò, Era in piedi, con l'adrenalina alle gambe e gli sguardi del gruppo di ragazzi che trafiggevano il suo. In quel momento il suo stomaco si agitò. Non si era più intromessa in una questione, proprio perché loro gli avrebbero risposto: -tu fatti gli affari tuoi!- ...ma questa volta sapeva cosa dire -falli anche tu e vattene!.
Rispondere non era mai una mossa saggia ma almeno, se loro si sarebbero concentrati su di lei, avrebbero lasciato stare Oscar.
La campanella di fine intervallo suonò e dalla porta arrivarono Alessia e Alice che, come se avessero sentito tutta la conversazione da fuori dall'aula, cantilenarono – Sea si è innamorata del quattrossa!-. Alla fine anche il gruppo di Drian si mise a cantare il solito ritornello. Sea si sentì formicolare lungo tutto il corpo e pur di non spaccare il naso a quel bullo arrogante con il pugno destro, se lo strinse, tanto da infilzare le unghie nel palmo della mano. Non doveva rispondere, gli avrebbe dato solo una inutile soddisfazione.
Ad un tratto l'atmosfera si spezzò quando il resto degli alunni entrò in classe, mentre la voce del professor Fazzi gridava – forza tutti in classe! la ricreazione è finita!-Alessia e Alice, Drian e il suo gruppo; solo loro rimasero dov'erano come indecisi su cosa fare. Oscar voltò lo sguardo quando Sea si accorse che la stava guardando. -Andro, Himo, Alessia … forza tutti al posto che c'é il test di Storia.
Alla fine anche loro tornarono al posto e Sea dovette sedersi, sentendo la gratitudine per il professore di Italiano per essere arrivato al momento giusto.
Pensò di potersi rilassare. Il prof Fazzi si sedette alla cattedra a sistemare fogli. Fu in quel momento che sentì il suo banco corvino tremare di poco, come se qualcosa lo avesse urtato. Si volto alla sua destra. Oscar aveva attaccato il proprio banco al suo.

  
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