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Autore: Valerie Clark    06/12/2014    0 recensioni
''E poi non lo so mica se sono davvero innamorata; io so solamente che fa freddo quando non ci sei''
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fa freddo quando non ci sei
 
Vorrei dirti tante cose, forse troppe. E sono altrettanti, lunghi, interminabili i minuti che fisso questo foglio, che ho in testa milioni di parole. Ruotano vorticosamente, non mi lasciano respirare. Una delle cose che vorrei dirti, una di quelle troppe, per esempio, è che anche il tuo pensiero non mi fa respirare.
Cristo, erano anni che qualcuno non si portava via il mio respiro. Erano anni che non mi piaceva nessuno.
Mi dispiace se non parlo già d’amore, ma lo sai che ho paura. Sono terrorizzata, paralizzata dalla paura.
E poi non lo so mica se sono davvero innamorata; io so solamente che fa freddo quando non ci sei, che diventa tutto nero se mi lasci. Non mi sono mai sentita così in vita mia, triste e felice allo stesso tempo. Triste, ma non come lo sono di solito; triste perché voglio qualcosa, qualcuno che non ho la certezza di ottenere. Felice, felice come quelle poche volte in cui ho il cuore a mille e le lacrime sul sorriso; felice, felice davvero, perché, ogni momento che sei con me, mi regali tutta quella vita che mi sono persa finora. Mi sembra che, nonostante tu non sia, non sarai mai, in ogni caso, mia, sia la cosa più bella che io abbia. Mi sembra di non ricordare più tutte quelle tante cose che ti volevo dire. Mi sembra di aver rimosso tutto, come se fossi rimasta solo tu. Mi sembra di sentire ovunque: ognuno ha il suo posto, trova il tuo. Una volta, tempo fa, credevo di averlo trovato. Poi ho creduto di non meritarlo, io, un posto. Qualche settimana fa, invece, ho visto te, e da quel momento credo che noi siamo l’una il posto dell’altra. Ma ci pensi? Tu il mio posto, il mio vero posto nel mondo, il mio posto perfetto, il più bello.
Ma devi aiutarmi. Aiutami, ti prego, aiutami a capire, a capire te, me, quello che siamo, quello che abbiamo. Ho bisogno di te, per fare tutto, qualsiasi cosa; sento come di non saper più neanche respirare da sola. Vedi, anche adesso, per esempio, ho una marea di parole che mi tormentano il cuore, eppure non ho la minima idea di quale scegliere, di quale usare. E poi, quante ne devo usare, di parole, con te? Tante, poche, una; quante? A volte ho paura che non ne servano, che siano vane, poiché sei così distante che non ti arriverebbero. Ma d’un tratto, all’improvviso, tu mi sorridi, e allora no, non servono le parole, perché quel sorriso, che dice tutto, arriva ad accarezzarmi quel tormentato cuore.
Aiutami anche ad aiutarti, perché io davvero non me lo spiego; sei così bella, ma vorresti morire. Io le ho sempre ammirate, invidiate spesso, le persone belle come te. Mi facevano sentire brutta, dentro e fuori. Ma tu, tu no che non mi fai sentire fuori posto, non mi mette a disagio la tua bellezza, anzi. Mi abbraccia, fino a far sentire luminosa anche me. E allora sei di nuovo tu ad aiutare me.
Forse l’amore, solo l’amore, quello velato, nascosto dietro al bene che ti voglio dal primo giorno, può davvero aiutare entrambe.
Sì, l’amore, questa piccola porzione di amore che è nostra, solo ed esclusivamente nostra, finalmente, mi apre gli occhi su tutto quello che ho chiamato ‘amore’ fino ad ora; quello che mi dava lui, quella cosa mascherata da affetto, non era niente. Era sesso, facevamo sesso, mentre lui credeva facessi l’amore. Ogni notte andavamo a letto stanchi, ma non per quello. Stanchi di sopportarci. Avremmo tanto voluto piangere, invece io fingevo di dormire, e lui si sforzava a fingere di amarmi. Come se uno come lui fosse mai stato capace di amare qualcuno. Lo sai, ieri l’ho sognato. Era lui, con i suoi occhi, la sua voce. Giocavamo come due bambini, ridevamo, scherzavamo. Anche in sogno non avevamo il coraggio di piangere. Poi io ho sbattuto le ciglia, e, quando ho riacquistato la vista, c’eri solo te, al posto suo, ma con i tuoi occhi, la tua voce. Sei caduta in terra. Mi sono gettata su di te. Non respiravi più. Cercavo, agitata, un modo per aiutarti, e tu, come se mi avessi letto nella mente, mi hai detto: guardami con i tuoi occhi verdi, mi basta. Era fatta. Ero caduta nella trappola dell’amore, caduta in amore. L’avevo tradito. Così, in un sogno, di notte, nel buio, senza dirgli niente, l’avevo tradito.
Da quando ti ho conosciuta, poi, l’ho tradito molte volte. Una volta ad una festa, tra tanta gente. Mi hai offerto da bere. Ho bevuto e non ricordo che sapore avesse; ricordo solo il modo in cui mi hai toccato la mano. Soffice. L’ho tradito quando, la prima volta che ti ho visto, ho capito che l’avrei tradito, e ho scrollato via il pensiero dai capelli. Lui mi manca da morire, mi mancherà sempre da morire, ma so che, con te, con anche solo il ricordo di te nel mio cuore, non mi sentirò mai più sola. Ma io ti voglio, e l’ho tradito quando ti ho lasciato poggiare le labbra sulle mie. L’ho tradito quando gli ho parlato di te. L’ho tradito anche se lo amo. L’ho tradito mi sento di merda, davvero. L’ho tradito, perché ti ho sorriso, e avrei voluto urlarlo a qualcuno, per quanto sono felice. Avrei voluto urlarlo a qualcun altro, ma ho sempre avuto solo lui, l’unica cosa simile all’amore nella mia vita.
Ma non mi importa più di lui, ormai. Non mi importa più di niente.
Non voglio più guardare altri occhi, né baciare altre labbra, né accarezzare altre guance. 
Non voglio più sentire freddo. 
   
 
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