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Autore: Legriel_2002    06/12/2014    1 recensioni
ciao ragazzi. questa è la mia terza storia. Sinceramente spero di finirla prima del 17 dicembre. parla della storia di Tauriel e verso la fine ho messo un pò del terzo film. spero che vi piaccia e recensiate.
Da quarto capitolo:
A Tauriel faceva pena quel nano. Il re li aveva messi in gabbia per cento anni e lui non sarebbe più potuto tornare da sua madre...lui che ancora l'aveva.
< si preoccupa...mi ritiene spericolato >
< e lo sei? >
< no >
*********************************************
Ma lei era diversa. Non era fredda, dura. Lei provava sentimenti buoni, dolci e sereni. Certo, per il suo incarico doveva comportarsi in modo del tutto diverso, ma quando si apriva agli altri nessuno poteva non innamorarsi di lei.
Decise di raccontarle qualcosa che centrasse con il cielo.
< ho visto una luna di fuoco una volta >
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Legolas, Tauriel, Thranduil, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 2
 
 
Un giorno, il re e l’ elfa avevano appena finito l’allenamento con l’arco e le frecce e si erano seduti sotto un albero finche non si misero a chiacchierare sulla storia degli elfi grigi, come loro.
Tauriel rimaneva sempre incantata da quelle antiche guerre, combattimenti e conflitti. Anche contro altre razze, finche non fece una domanda che al re colpì molto, soprattutto per la sua giovane età.
< che cos’è la morte per noi? >
Fin da quando era piccola le aveva insegnato a combattere, uccidere e odiare la razza degli orchi e dei nani, ma quella domanda, da parte di un’ elfa, aveva un suono strano. Tuttavia dopo averci pensato un po’, decise di rispondere.
< perché questa domanda? >
< …curiosità. Cosa si prova quando si va incontro alla morte >
< per noi elfi, la morte, è come se non esistesse cioè…è molto lontana.  Siamo immortali, anche se, a volte… > fece una breve  pausa, poi riprese.
< …è più vicina di quanto pensiamo . Al momento, tutte le emozioni, tornano in superfice. E’ un momento unico nella vita di un elfo >
Dopo quel giorno, Tauriel si sentiva più attratta dal pericolo, ma soprattutto dalla morte. Diventava sempre più spericolata , come fare allenamenti rischiosi che nessuno aveva mai osato o riuscito a fare. Con il figlio del re, Legolas aveva un buon rapporto. Lui era l’unico, dopo Thranduil, a capirla, la consolava quando si sentiva triste o quando sentiva la mancanza dei suoi genitori.
Una notte, era il suo compleanno di Tauriel e anche se gli elfi non festeggiavano quell’ evento, uscì, nonostante non avesse il permesso di farlo per avere solo quattro centonovant’ anni.
Legolas era appena, tornato da una riunione con suo padre e, vedendola sola in corridoio, decise di seguirla.
Sapeva che quello che stava facendo era sbagliata, ma aveva sempre sognato di uscire la notte, sentire il suono del vento contro le foglie degli alberi, i suoi capelli e il suo viso. E difatti la pace che provava era infinita e indescrivibile. All’ improvviso ogni dubbio e preoccupazione erano scomparsi. E la luna così pura, dolce e tranquilla…
L’aveva seguita fin lì. Era così bella illuminata dalla luna. Decise di uscire allo scoperto e parlarle.
< ciao, che ci fai qui? >
Sentire la voce del suo amico la spaventò, pensava di essere sola e poi aveva la testa altrove.
< oh ciao! Potrei farti la stessa domanda. Scusa ma volevo vedere il cielo notturno >
Lui le si avvicinava sempre di più quasi a sentire il suo respiro addosso e questo la allarmava.
< solo perché oggi è il tuo compleanno , non vuol dire che puoi uscire nel cuore della notte. Per te potrebbe essere molto pericoloso e poi…scommetto che non sai come tornare indietro >
Quello che le aveva detto era vero. Era uscita dal regno cercando un prato libero su cui poteva sedersi ed ammirare le stelle, ma non ricordava la via di ritorno, ma nonostante questo il suo desiderio si era avverato. Sarebbe voluta rimanere ancora un po’ ma sapeva che non era possibile. Era disarmata e per di più ai confini del regno.
Legolas sembrava aver intuito il suo pensiero.
< se vuoi puoi rimanere ancora per un po’, ma io resterò con te. Non ti lascerò da sola. >
Detto questo, il principe si sdraiò accanto all’ elfa. Restarono lì per un sacco di tempo ad ammirare il cielo stellato finche non calarono insieme nel dormiveglia.
Il giorno dopo, lei si svegliò per prima e si accorse che lui la stava abbracciando. Provò un emozione d’imbarazzo tanto che si alzò di scatto e lo svegliò.
< scusa non volevo svegliarti ma…tu.. ecco…lascia stare >
Sentiva le guance andare a fuoco e proprio non riusciva a guardare l’elfo negli occhi, intanto, sedendosi di nuovo a terra riprese il suo mantello e se lo mise attorno alle spalle. Il silenzio divenne padrone del momento. Legolas si alzò aiutando anche lei porgendole la mano.
< meglio tornare indietro >
Disse e lei, sentendolo, iniziò  a preoccuparsi. Aveva messo in pericolo il suo amico e se stessa, continuava a pensare alle conseguenze. Cosa le avrebbe fatto il re? Il giovane elfo sembrò percepire il suo pensiero e così cercò di rassicurarla sul fatto che non sarebbe successo nulla.
< tranquilla…era la tua serata ieri e avevi tutto il diritto di avverare il tuo desiderio nonostante non avessi il permesso di mio padre, c’ero io con te e dovrebbe bastare >
Sentire quelle parole, la commosse. Lui era l’unica persona che la trattava bene e non si arrabbiava troppo, anche se a volte faceva qualcosa di  sbagliato, tanto che iniziò a insospettirsi sul suo comportamento. E se non la considerava solo come una sorella?
< posso farti una domanda? >
Lui le fece un mezzo sorriso ed annuì.
< perché sei sempre così buono e gentile con me, anche quando faccio qualcosa di sbagliato? >
Quella domanda sembrava così facile da rsipondere, tuttavia anche difficile. Si, provava un certo affetto nei suoi confronti, ma come dirglielo?
< perché per me sei come…una sorella, migliore amica e poi credo che anche tu faresti lo stesso per me>
Lei, dopo un breve sorriso, annuì.
Quando tornarono nel regno, il sole stava appena sorgendo. Per fortuna, nessuno si era accorto della loro assenza, quella notte, ne del loro ritorno. Prima di separarsi, Legolas le si avvicinò lentamente e la baciò sulla guancia, sussurrandole:
< avvertimi la prossima volta che vorrai uscire la notte…ti accompagnerò io stesso senza che nessuno ci scopra >
Quelle parole erano talmente dolci che non riuscì a non arrossire, ma allo stesso tempo le sembravano così strane…
Cosi incomprensibili…
Quel “senza che nessuno ci scopra” voleva dire che avrebbe rischiato il tutto per tutto per lei?
Sarebbe stato anche disposto anche a rischiare anche l’ira di suo padre?  
Ormai quelle domande e le risposte da lei ipotizzate le facevano venire troppe illusioni.
 
                                                  ***
 
Durante la giornata, Re Thranduil passò molto tempo con figlio per istruirlo ed allenarlo. Non era affatto preoccupato che il principe potesse iniziare a provare qualcosa di più di una semplice amicizia nei confronti della sua amica d’infanzia. Anzi, per il momento ne era certo.
Padre e figlio rientrarono verso sera, fin che non vennero a sapere da un’ elfo che, durante la loro assenza, un branco di orchi avevano attaccati gli elfi. Questo aveva una lunga ferita sulla tempia che scendeva per la guancia e non smetteva di sanguinare.
Loro stessi avevano avvertito varie presenze anonime nel loro territorio, ma le creature erano riusciti a mimetizzarsi molto bene.
A quella notizia Legolas, preoccupato, si ammutolì per qualche secondo, ma subito dopo chiese, se avevano perso molti guerrieri e di Tauriel.
< Gli orchi erano appena entrati e subito tutti noi abbiamo iniziato a difenderci come potevamo, visto che siamo stati colti di sorpresa. Tra di noi sono riuscito a vedere che anche Tauriel si era unita e, da come combatteva sembrava furiosa >
< cosa? >
Thranduil si voltò verso il figlio il cuale aveva il volto preoccupato, teso…
L’elfo proseguì. Dentro di se stava ancora rivedendo la scena del combattimento.
< In seguito ho sentito un orco che mi veniva addosso e all’improvviso non vedevo più nulla. Quando mi sono ripreso non vidi più l’ elfa perché c’erano dei morti attorno a me, ma, poco prima che arrivaste, li contai… sono pochi. Una ventina al massimo. >
I due elfi si scambiarono uno sguardo e, insieme al ferito, si misero a cercare Tauriel.
Non la trovarono.
A Legolas gli strinse il cuore al solo pensiero che poteva essere…no. Non poteva esserlo. Conosceva le sue abilità come combattente e soprattutto…la sua forza. Tuttavia stava iniziando anche lui a perdere la speranza che lei fosse viva, quando videro una figura che si stava muovendo.
Aveva la chioma color arancione e sotto di essi delle macchie rosse.
Legolas, sicuro di chi  si trattava, le andò incontro e l’abbraccio, appena essa si mise in piedi. Si stacco e si commosse nel rivedere il viso della sua amica dolente, stanca, mezza cosciente, ma era felice di sapere che non era tra i morti.
Il suo sguardo si abbassò sul suo collo e s’accorse che aveva una lunga ferita sanguinante e si preoccupò.
< come te lo sei fatto? >
Le chiese cercando di non toglierle gli occhi di dosso.
< non preoccuparti…non è grave. Tu come stai? >
Rispose, ma iniziò ad avere timore della loro distanza corporea. Le stava talmente vicino che ormai riusciva sentire il suo fiato.
< io sto bene, ma ora, quella importante sei solo tu >
Thranduil, che nel frattempo si era avvicinato a loro, chiese all’ elfa di seguirlo con alcuna ancelle che l’avrebbero curata.
Il giorno dopo, il re, le fece visita per assicurarsi che stesse bene. Lei, annoiata perché le avevano proibito di uscire, passava per i corridoi e casualmente si incontrò con Legolas.
< come ti senti oggi? >
Le chiese posando una mano sulla sua guancia, che lentamente stava diventando color porpora.
< meglio rispetto a ieri >
Rispose sospirando.
Avrebbe voluto allungare la conversazione con lui in qualche modo, ma non sapeva che dire. Fu lui ad interrompere il silenzio.
< ecco io volevo parlarti >
< dimmi >
< l’altro giorno ho passato la giornata con mio padre ad allenarmi nonostante fosse il tuo compleanno e anche se abbiamo passato la notte insieme…mi sono dimenticato di darti una cosa>
< che cosa? >
< chiudi gli occhi >
Gli disse con lo sguardo che si rifiutava, ma lui la convinse dicendole di fidarsi.
All’improvviso sentì come una linea fredda circondarle il collo.
< ora aprili >
Appena li aprì vide, attorno al collo, una collanina con uno smeraldo nella parte davanti.
< forse è troppo tardi per dartela, ma volevo aspettare che fossimo soli e…>
Non fece in tempo a finire la frase che l’ elfa lo abbracciò sussurrandogli nell’orecchio:
< è il miglior regalo ricevuto in vita mia…grazie >
Ricambiò l’abbraccio. Non si sarebbe mai voluto staccare da lei, ma dovette farlo e, per tutta la giornata, le fece compagnia.
Da quel giorno, Tauriel indossò sempre quella collanina che le aveva regalato il suo amico, che ben presto iniziò a trasformarsi in qualcosa di più nel suo cuore.
   
 
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