Anime & Manga > La Storia dell'Arcana Famiglia
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Autore: Rinalamisteriosa    07/12/2014    2 recensioni
Storia di due capitoli | Liberamente ambientata poco prima degli eventi conosciuti nell'anime/manga/gioco | No pair.
Osservò il vaso di terracotta, la bruna terra al suo interno e la pianta di camelie che diffondevano nell’aria un profumo dolce, fresco e invitante.
Felicità era sorpresa e contenta di avere ricevuto la promessa di un simile pegno di ringraziamento durante l’ennesima ronda pomeridiana.

[...]
Passò allo stelo verde e l’unica cosa che le venne in mente, mentre poggiava lieve un dito su una tenera foglia, era di chiedere consiglio a una persona affidabile.
- Seconda classificata al concorso "Di anime e manga semi-sconosciuti" indetto da DoctorChi -
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Felicità, Luca
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Partecipante al concorso "Di anime e manga semi-sconosciuti" indetto da DoctorChi-

 

 

 

 

 

Nome (EFP/Forum): Rinalamisteriosa

Fandom: La storia della Arcana Famiglia

Pacchetto: Ariete

Titolo: Degna d’ammirazione

Rating: verde

Genere: generale, introspettivo

Avvertimenti: nessuno

Note (non obbligatorie): Nel linguaggio dei fiori, generalmente la camelia rappresenta il sacrificio per amore. Però può anche essere regalata a una persona verso la quale nutriamo stima e ammirazione, augurandole di raggiungere ogni successo nella vita.

Ho scelto un fiore che, secondo me, si adatta alla protagonista di questo anime/manga/gioco e alla sua personalità.

Poi, il fatto che il regalo non arrivi da uno dei suoi spasimanti, ma da una ragazza qualunque (quasi a rappresentanza di tutti gli abitanti di Regalo che la conoscono e la ammirano per il suo lavoro), mi sembra originale e perciò aiuta la storia in questo aspetto =)

Di sicuro aggiungerò altre note nel secondo capitolo.

 

Ovviamente i personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro, ma solo per diletto personale.

 

Ojou-sama significa “Signorina”.

 

 

 

 

 

 

*1*

 

 

 

Felicità rimise al loro posto i due coltelli fidati e si assicurò che il vile aggressore venisse preso in custodia dai suoi uomini.

Era riuscita da sola, dopo una serie di calci ben assestati, a metterlo KO, tanto che loro dovettero solamente trascinarlo a forza dalle spalle, per permettergli di reggersi in piedi.

Prima di seguirli, però, si sentì picchiettare timidamente sulla schiena e si voltò, curiosa.

La vittima della tentata aggressione, una ragazza mora dall’espressione mite e dolce, espresse tutta la propria riconoscenza balbettando un fievole ‘grazie’, porgendole un foglietto bianco e una penna.

“Puoi segnare il tuo indirizzo, per favore?”, aggiunse poi con un sorriso genuino, incrociando le mani dietro la schiena. E di fronte alla sua evidente perplessità, aggiunse semplicemente: “Ti-ti prego, mi serve. Domani riceverai un modesto dono. Con tutta la mia ammirazione”.

 

 

*

 

 

Osservò il vaso di terracotta, la bruna terra al suo interno e la pianta di camelie che diffondevano nell’aria un profumo dolce, fresco e invitante.

Felicità era sorpresa e contenta di avere ricevuto la promessa di un simile pegno di ringraziamento durante l’ennesima ronda pomeridiana. Il sorriso spontaneo e riconoscente della ragazza che aveva aiutato era ancora impresso nella sua mente.

La giovanissima figlia di Mondo, il capo della Arcana Famiglia, un’organizzazione rispettata e ammirata perché i suoi membri erano i guardiani e i protettori dell’isola commerciale di Regalo, sentiva di aver contribuito ancora una volta al mantenimento dell’ordine e della quiete pubblica nella pittoresca cittadina.

Da parte sua, si impegnava costantemente nel proprio ruolo di capo delle Spade. Non voleva sentirsi un peso per nessuno, bensì essere utile alla causa ed era bello vedere certi risultati, erano soddisfazioni che la motivavano a dare il meglio di sé, a essere sempre più coraggiosa e indipendente, a proseguire a testa alta nella strada che aveva scelto. Senza indugio o imposizione alcuna a frenare il cammino.

Sfiorò i bei petali di quel fiore che si apriva come una rosa, ma era diverso. Non era sottile e fragile, sembrava più consistente di una rosa. Aveva un colorito più tenue e delicato.

Allora si chiese quanto quella pianta gradevole alla vista e all’olfatto potesse durare, perché da tempo Felicità aveva rinunciato a mantenere un comportamento consono a una fanciulla della sua età: lei non era debole né frivola come le altre, piuttosto aveva sacrificato la propria femminilità, perciò dette per scontato che sobbarcarsi una simile responsabilità non rientrasse nelle sue reali capacità.

Delle piante e dei fiori, in genere, si occupava un giardiniere appassionato e capace.

Passò allo stelo verde e l’unica cosa che le venne in mente, mentre poggiava lieve un dito su una tenera foglia, era di chiedere consiglio a una persona affidabile.

Non impiegò che qualche secondo per decidere a chi rivolgersi.

Impettita nell’abituale e formale completo nero, lei strinse il vaso al petto e lasciò l’ufficio, accompagnata dal cadenzato ticchettio degli alti stivali sul pavimento.

 

 

*

 

 

Per quanto Pace si sforzasse, non riusciva proprio a contenere la fame.

Con aria circospetta guardò prima alla sua destra e poi alla sua sinistra.

Non scorse nessuno, non si sentivano né passi, né rumori, né voci.

Era da solo.

“Perfetto!” pensò sollevato.

Avanzò verso la porta delle cucine, visibilmente ansioso di aprirla, di realizzare un ghiotto pensiero: chissà quanti piatti buonissimi, quanti dolci attraenti lo attendevano dall’altra parte!

Aveva già l’acquolina in bocca, si aggiustò gli occhiali sul naso prima di abbassare la mano, girare il pomello d’ottone, deglutire saliva e serietà.

E infine contemplare emozionato il tavo-… no. In realtà un sospettoso Luca gli stava coprendo una visione che poteva essere celestiale, piazzato proprio di fronte a lui.

“Sigh! Presumo che quell’espressione così seria indichi che non hai finito…” mormorò senza celare la propria delusione in merito.

“Non ancora. L’impasto sta lievitando e gradirei che portassi pazienza fino all’ora di cena, come fanno tutte le persone normali”, replicò senza scomporsi il più grande.

“…e non è avanzata della lasagna? Nemmeno una piccola porzione?” ci sperò, ma invano, poiché l’altro negò con decisione, incrociando le braccia al petto.

Quindi Pace cercò di sbirciare oltre le spalle dell’amico d’infanzia, di verificare con i suoi occhi, ma il tentativo fallì con l’arrivo di Felicità, che reclamò l’attenzione su di sé.

 

 

 

 

Poste su un semplice e vecchio sgabello di legno, le camelie ravvivavano l’ambiente spartano in cui venne introdotta, e nel mentre Felicità raccontò l’accaduto e chiarì la ferma intenzione di non vederle appassire presto.

Anche senza aver letto nel cuore della giovane soccorsa, le era arrivato comunque il loro significato nascosto. Era palese, proprio come un libro che conosceva a memoria.

E disfarsene o collocarle insieme a quelle della madre – del resto, la residenza di famiglia era una grande e lussuosa villa con giardino annesso, in cui non mancavano certo alberi, piante e fiori di ogni colore – era fuori questione: sarebbe stato come non averle affatto ricevute. Non sapeva spiegarsi come mai, ma le sarebbe dispiaciuto. Spostò lo sguardo sul contraente della Temperanza, aveva due dita sotto il mento e l’espressione pensierosa. Sopra la camicia bianca, indossava un grembiule da cuoco, e ovviamente aveva tolto l’elegante cappello a falde larghe.

“Mi sembra di ricordare che questi fiori abbiano bisogno di particolari cure… In ogni caso mi informerò, se è ciò che Ojou-sama desidera”, assicurò poi con un piccolo inchino.

“Grazie, Luca. Conto su di te”, annuì la ragazza, sorridendo lievemente. “Avrei anche potuto consultare Mama, ma non mi sembra il caso di disturbarla per una sensazione inconsueta”, aggiunse vaga, levando gli occhi verdi al soffitto. “E prima di cena mi aspettano dei documenti da controllare!” ricordò con un sospiro.

“Capisco. Non si preoccupi e torni pure ai suoi doveri, Ojou-sama. Le chiedo soltanto di farsi accompagnare da Pace, perché se lui rimane qui mi sarà solo d’intralcio”, espresse pacatamente il proprio pensiero, mentre entrambi scoprivano che l’interessato aveva finito di frugare nella credenza e stava scoperchiando un barattolo di biscotti, accontentandosi di quelli dal momento che non v’era traccia delle sue adorate lasagne e nemmeno delle torte al limone. Quando scoprì di essere osservato, Pace si limitò a sorridere innocentemente. Forse non si rendeva conto della bestia che diventava a volte, quando percepiva la presenza dei suoi piatti preferiti. Era proprio una fortuna che non li avesse ancora preparati, si ritrovò a pensare con intimo sollievo Luca. Vide la sua cara signorina richiamare il contraente della Forza, finché non lo lasciarono solo con gli impasti dei dolci e il menù della cena da organizzare. Prima però doveva innaffiare con moderazione la pianta, quindi si diresse a prendere un bicchiere pensando che quella stessa notte avrebbe fatto delle attente ricerche in proposito.

Ci teneva, dopo tanti anni trascorsi a prendersi cura di Felicità, a non deludere le sue personali aspettative, continuando ad essere per lei un fedele servitore.

 

 

 

Continua…

 

 

  
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