-Partecipante al
concorso "Di anime e manga semi-sconosciuti" indetto da DoctorChi-
Nome
(EFP/Forum):
Rinalamisteriosa
Fandom: La storia
della Arcana Famiglia
Pacchetto:
Ariete
Titolo: Degna
d’ammirazione
Rating:
verde
Genere: generale,
introspettivo
Avvertimenti:
nessuno
Note
(non
obbligatorie): Nel linguaggio dei fiori, generalmente la camelia rappresenta
il sacrificio per amore. Però può anche essere regalata a una persona verso la
quale nutriamo stima e ammirazione, augurandole di raggiungere ogni successo
nella vita.
Ho
scelto un fiore che, secondo me, si adatta alla protagonista di questo
anime/manga/gioco e alla sua personalità.
Poi,
il fatto che il regalo non arrivi da uno dei suoi spasimanti, ma da una
ragazza qualunque (quasi a rappresentanza di tutti gli abitanti di Regalo che la
conoscono e la ammirano per il suo lavoro), mi sembra originale e perciò aiuta
la storia in questo aspetto =)
Di
sicuro aggiungerò altre note nel secondo capitolo.
Ovviamente
i personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro, ma
solo per diletto personale.
Ojou-sama
significa
“Signorina”.
*1*
Felicità
rimise al loro posto i due coltelli fidati e si assicurò che il vile aggressore
venisse preso in custodia dai suoi uomini.
Era
riuscita da sola, dopo una serie di calci ben assestati, a metterlo KO, tanto
che loro dovettero solamente trascinarlo a forza dalle spalle, per permettergli
di reggersi in piedi.
Prima
di seguirli, però, si sentì picchiettare timidamente sulla schiena e si voltò,
curiosa.
La
vittima della tentata aggressione, una ragazza mora dall’espressione mite e dolce,
espresse tutta la propria riconoscenza balbettando un fievole ‘grazie’,
porgendole un foglietto bianco e una penna.
“Puoi
segnare il tuo indirizzo, per favore?”, aggiunse poi con un sorriso genuino,
incrociando le mani dietro la schiena. E di fronte alla sua evidente
perplessità, aggiunse semplicemente: “Ti-ti prego, mi serve. Domani riceverai un
modesto dono. Con tutta la mia ammirazione”.
*
Osservò
il vaso di terracotta, la bruna terra al suo interno e la pianta di camelie che
diffondevano nell’aria un profumo dolce, fresco e
invitante.
Felicità
era sorpresa e contenta di avere ricevuto la promessa di un simile pegno di
ringraziamento durante l’ennesima ronda pomeridiana. Il sorriso spontaneo e
riconoscente della ragazza che aveva aiutato era ancora impresso nella sua
mente.
La
giovanissima figlia di Mondo, il capo della Arcana Famiglia, un’organizzazione
rispettata e ammirata perché i suoi membri erano i guardiani e i protettori
dell’isola commerciale di Regalo, sentiva di aver contribuito ancora una volta
al mantenimento dell’ordine e della quiete pubblica nella pittoresca
cittadina.
Da
parte sua, si impegnava costantemente nel proprio ruolo di capo delle Spade. Non voleva sentirsi un peso per
nessuno, bensì essere utile alla causa ed era bello vedere certi risultati,
erano soddisfazioni che la motivavano a dare il meglio di sé, a essere sempre
più coraggiosa e indipendente, a proseguire a testa alta nella strada che aveva
scelto. Senza indugio o imposizione alcuna a frenare il
cammino.
Sfiorò
i bei petali di quel fiore che si apriva come una rosa, ma era diverso. Non era
sottile e fragile, sembrava più consistente di una rosa. Aveva un colorito più
tenue e delicato.
Allora
si chiese quanto quella pianta gradevole alla vista e all’olfatto potesse
durare, perché da tempo Felicità aveva rinunciato a mantenere un comportamento
consono a una fanciulla della sua età: lei non era debole né frivola come le
altre, piuttosto aveva sacrificato la propria femminilità, perciò dette per
scontato che sobbarcarsi una simile responsabilità non rientrasse nelle sue
reali capacità.
Delle
piante e dei fiori, in genere, si occupava un giardiniere appassionato e
capace.
Passò
allo stelo verde e l’unica cosa che le venne in mente, mentre poggiava lieve un
dito su una tenera foglia, era di chiedere consiglio a una persona
affidabile.
Non
impiegò che qualche secondo per decidere a chi rivolgersi.
Impettita
nell’abituale e formale completo nero, lei strinse il vaso al petto e lasciò
l’ufficio, accompagnata dal cadenzato ticchettio degli alti stivali sul
pavimento.
*
Per
quanto Pace si sforzasse, non riusciva proprio a contenere la
fame.
Con
aria circospetta guardò prima alla sua destra e poi alla sua sinistra.
Non
scorse nessuno, non si sentivano né passi, né rumori, né voci.
Era
da solo.
“Perfetto!”
pensò sollevato.
Avanzò
verso la porta delle cucine, visibilmente ansioso di aprirla, di realizzare un
ghiotto pensiero: chissà quanti piatti buonissimi, quanti dolci attraenti lo
attendevano dall’altra parte!
Aveva
già l’acquolina in bocca, si aggiustò gli occhiali sul naso prima di abbassare
la mano, girare il pomello d’ottone, deglutire saliva e
serietà.
E
infine contemplare emozionato il tavo-… no. In realtà un sospettoso Luca gli
stava coprendo una visione che poteva essere celestiale, piazzato proprio di
fronte a lui.
“Sigh!
Presumo che quell’espressione così seria indichi che non hai finito…” mormorò
senza celare la propria delusione in merito.
“Non
ancora. L’impasto sta lievitando e gradirei che portassi pazienza fino all’ora
di cena, come fanno tutte le persone normali”, replicò senza scomporsi il più
grande.
“…e
non è avanzata della lasagna? Nemmeno una piccola porzione?” ci sperò, ma
invano, poiché l’altro negò con decisione, incrociando le braccia al
petto.
Quindi
Pace cercò di sbirciare oltre le spalle dell’amico d’infanzia, di verificare con
i suoi occhi, ma il tentativo fallì con l’arrivo di Felicità, che reclamò
l’attenzione su di sé.
Poste
su un semplice e vecchio sgabello di legno, le camelie ravvivavano l’ambiente
spartano in cui venne introdotta, e nel mentre Felicità raccontò l’accaduto e
chiarì la ferma intenzione di non vederle appassire
presto.
Anche
senza aver letto nel cuore della giovane soccorsa, le era arrivato comunque il
loro significato nascosto. Era palese, proprio come un libro che conosceva a
memoria.
E
disfarsene o collocarle insieme a quelle della madre – del resto, la residenza
di famiglia era una grande e lussuosa villa con giardino annesso, in cui non
mancavano certo alberi, piante e fiori di ogni colore – era fuori questione:
sarebbe stato come non averle affatto ricevute. Non sapeva spiegarsi come mai,
ma le sarebbe dispiaciuto. Spostò lo sguardo sul contraente della Temperanza,
aveva due dita sotto il mento e l’espressione pensierosa. Sopra la camicia
bianca, indossava un grembiule da cuoco, e ovviamente aveva tolto l’elegante
cappello a falde larghe.
“Mi
sembra di ricordare che questi fiori abbiano bisogno di particolari cure… In
ogni caso mi informerò, se è ciò che Ojou-sama desidera”, assicurò poi con un
piccolo inchino.
“Grazie,
Luca. Conto su di te”, annuì la ragazza, sorridendo lievemente. “Avrei anche
potuto consultare Mama, ma non mi
sembra il caso di disturbarla per una sensazione inconsueta”, aggiunse vaga,
levando gli occhi verdi al soffitto. “E prima di cena mi aspettano dei documenti
da controllare!” ricordò con un sospiro.
“Capisco.
Non si preoccupi e torni pure ai suoi doveri, Ojou-sama. Le chiedo soltanto di farsi
accompagnare da Pace, perché se lui rimane qui mi sarà solo d’intralcio”,
espresse pacatamente il proprio pensiero, mentre entrambi scoprivano che
l’interessato aveva finito di frugare nella credenza e stava scoperchiando un
barattolo di biscotti, accontentandosi di quelli dal momento che non v’era
traccia delle sue adorate lasagne e nemmeno delle torte al limone. Quando scoprì
di essere osservato, Pace si limitò a sorridere innocentemente. Forse non si
rendeva conto della bestia che diventava a volte, quando percepiva la presenza
dei suoi piatti preferiti. Era proprio una fortuna che non li avesse ancora
preparati, si ritrovò a pensare con intimo sollievo Luca. Vide la sua cara
signorina richiamare il contraente della Forza, finché non lo lasciarono solo
con gli impasti dei dolci e il menù della cena da organizzare. Prima però doveva
innaffiare con moderazione la pianta, quindi si diresse a prendere un bicchiere
pensando che quella stessa notte avrebbe fatto delle attente ricerche in
proposito.
Ci
teneva, dopo tanti anni trascorsi a prendersi cura di Felicità, a non deludere
le sue personali aspettative, continuando ad essere per lei un fedele
servitore.
Continua…