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Autore: JSnow22    07/12/2014    0 recensioni
Solo i morti hanno visto la fine della guerra.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.

“Zander, vecchio bastardo! Muoviti!”
Accidenti a Piers.
“Dai, vecchio, muovi il culo e scendi... Wilton e Luis sono già andati.”
Si alzò. Si affacciò alla finestra. Piers era di sotto, che sogghignava, sventolando a destra e a manca le chiavi del suo nuovo burstler nuovo fiammante. “Accidenti, Zan... Fatto le ore piccole ieri notte, eh?”
Zander sogghignò. “Scendo subito, Piers... Ma mica avrai fretta di andare a scuola, spero?!”
“Naaaa, è solo che non mi va di fare tardi... Lo sai che i cancelli si chiudono automaticamente dopo dieci minuti, no? Beh, ieri mi sono dovuto sciroppare la predica di quel gran figlio di puttana del Dirigente...”
L'occhiataccia che Zander gli scoccò avrebbe potuto uccidere all'istante chiunque.
“...Hey scusa amico... L'ho detto così...” Zander gli voltò le spalle. Piers era davvero dispiaciuto. “Scendo subito” ripetè, secco.
Mentre si vestiva pensò che in fondo Piers non ne aveva colpa. L'aveva detto senza pensarci, era fatto un po' così, Piers. Sempre espansivo, a volte sadico, ma in fondo era davvero un buon amico. Sorrise. Si squadrò nello specchio, e si sistemò una ciocca di capelli castani ribelli alla bell'e meglio, senza ottenere grandi risultati. Poi uscì. “Davvero, Zan... Cioè, Zander...” “Va bene, Piers, non importa.” Salirono sul burstler. Piers mise in moto. “So che ti da fastidio quell'insulto, è solo che non ci ho pensato...” “Lascia perdere, tanto ormai ci sono abituato”. Sorrise all'amico. “Colpa mia, scusami tu. Solo perchè io sono davvero un figlio di puttana non significa che me la debba prendere ogni volta così.” “...Ma non è vero... Cioè, voglio dire, che ne sai tu se tua madre era davvero una...?”
Zander ebbe un brivido. “Chiunque fosse, non credo di volerlo sapere.” Non gli piaceva parlare di sua madre. Era un argomento che aveva evitato da sempre. Una volta aveva deciso di fare delle ricerche su di lei, ma aveva smesso quasi subito. La gente della Quindicesima Provincia, dove viveva, gli aveva raccontato un sacco di storie. Quali fossero vere e quali no non l'aveva mai saputo. E perfino il nome e l'età di sua madre cambiavano di storia in storia. Nessuno sapeva nulla, questa era la verità.
Sua madre se ne era andata senza lasciare nessuna traccia.
Ma meglio così, in fondo. Lui non aveva nessuna voglia di mettersi a fare l'investigatore. Aveva altro a cui pensare.
“Riuscirai quest'anno ad ottenere la borsa di studio, Zan?” “Credo di sì, Piers. I miei voti, modestamente parlando, sono superiori di 22 punti alla media del Continente.” “Oh, ma sentitelo, il modesto...” Piers si mise a fargli il verso.
“Siete in ritardo, ragazzi.” Il Dirigente Fomalhaut non era esattamente una persona che si sarebbe definita simpatica. Li squadrò da capo a piedi senza mutare espressione, senza muovere le labbra. Un Magister del suo livello ormai conosceva tutti i segreti del Dialogo Convenzionale. “Roba che si studia al nono anno”, gli aveva detto una volta Piers. “Vogliate Lei e il Governo perdonare la nostra mancanza, Magister, voglia il Ductor assolverci e non sia il nostro delitto dannoso al Governo e al Ductor”. Il Dirigente guardò Zan con fervente disprezzo. “Esprimiti con qualcosa di meglio della Lingua Comune quando parli con I tuoi superiori, ragazzo.” “Il Magister voglia scusarmi, ma sono ancora al settimo anno di studi, come dimostra il mio mantello bianco, e non ho le conoscenze necessarie per il Dialogo Convenzionale, signore.” Il dirigente lo guardò per un lungo istante, uno sguardo carico d'odio. Poi li congedò entrambi. “Quodsit.” “Quodsit”.
Dopo aver pronunciato la Formula d'Ordinanza, Zan e Piers si allontanarono nel corridoio ampio. “Cosa dobbiamo imparare oggi?” “Non sono sicuro, ma credo che stavolta ci sarà un test”. “ANCORA?!” “Il Governo vuole assicurarsi che noi studenti del settimo anno abbiamo immagazzinato a sufficienza i file che hanno scaricato nella nostra Memoria Cerebrale la volta scorsa.” “Vabbè, facciamo questo test.” Entrarono nella Sala. Erano soli. “Eccoci qua”, disse Piers, sbuffando. “Connettiamoci.” Zan si scoprì il collo dai capelli folti, dove stava il suo Androide, ancorato alla corteccia cerebrale con le sue zampette metalliche, e così fece Piers. “ZANDER SNOW RICONOSCIUTO”, disse il Computer. “PIERS SEXTANS RICONOSCIUTO. INFORMAZIONI 1596461 E 1881028 CORRETTAMENTE ASSIMILATE. AVVIARE PROCESSO DI CONFIGURAZIONE.”. Zander sospirò. “In bocca al lupo per il test, vecchio mio”. Piers annuì e ricambiò con lo sguardo.
Zander sperò ardentemente di rivedere Piers al suo risveglio. Il Governo inseriva nella Corteccia Cerebrale di ogni Cittadino, alla nascita, un Androide, che nello stesso tempo immetteva informazioni nella Corteccia e da essa le riceveva. Se nell'Archivio del Governo fosse risultata un'anomalia di pensiero o di opinione di un Cittadino, il Cittadino scompariva. Nessuno sapeva che fine facesse, in realtà, si raccontava che venisse scortato dai Gentiluomini del Governo nella Clinica di Cura per Attività Sovversive, ma di fatto nessuno faceva domande, dopo che un Cittadino era considerato Sovversivo. A volte bastava poco, avevano detto a Zander. A volte semplicemente il modo in cui davi una risposta poteva determinare la tua definizione di Sovversivo e la tua condanna. Lui era quasi certo di aver conosciuto persone che un bel giorno erano sparite, dopo un normale test, ma non ne era sicuro. Il Computer Generale probabilmente stava operando sul suo Androide per cancellargli questi ricordi, ne era consapevole.
Desiderò ardentemente di non scordarsi mai di Piers, se mai fosse successo qualcosa.
Poi cadde nel buio.

   
 
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